Return to Savage Beach (1998) La fine del Sidaris-verse


Giunge all’ultima tappa il viaggio nel Sidaris-verse, all’ultimo film prima che probabilmente il Tribunale del Buon Gusto abbia emesso una taglia internazionale sulla testa di Andy Sidaris per crimini di cinema. Infatti dopo questo titolo del 1998 il “maestro” scompare nel nulla: io ci scherzo, ma temo che il motivo del ritiro di Sidaris dalle scene sia ben più grave, visto che nove anni dopo quest’ultimo film muore di cancro alla gola.

Il modo migliore per omaggiare questo artigiano dell’ABC (Armi, Bikini e Cazzeggio) è sghignazzare in faccia alle sue eroine di silicone e alla pregnanza attoriale dei suoi eroi muscolari.

Diretto seguito del precedente, in un vago 1998 esce negli Stati Uniti Return to Savage Beach.

L’ultimo saluto spernacchione del “maestro”

Come raccontato, nel precedente film Sidaris “riavvia” il proprio universo a causa dell’abbandono delle sue protagoniste, così rinnova il parco conigliette, si fa mandare anche dei manzi da “Playgirl” e crea la L.E.T.H.A.L. (Legion to Ensure Total Harmony And Law), un’organizzazione più o meno segreta che combatte il crimine mediante petti al silicone e addominali scolpiti: so’ tutti bravi a combattere il male con le armi, provate a farlo con il sedere all’aria!

A capo dell’organizzazione c’è sempre lei, la comandante Willow Black, sempre interpretata dalla compianta Julie Strain: la potete riconoscere dai tipici fluenti capelli ricci…

Oppure la riconoscete dal caratteristico neo sul naso: lo vedete?

Come abile camuffamento, la L.E.T.H.A.L. usa un’emittente radiofonica della Hawaii, la KSXY (capito il gioco con “sexy”?), che dietro un profluvio di musica mollicona e frasi ammiccanti di pessimo gusto nasconde indicazioni da inviare ai vari agenti dislocati per tutti gli Stati Uniti.

Pare sia regola aziendale che le presentatrici debbano essere forti di petto e girare sempre in bikini: è proprio il dress code ufficiale della radio.

Una tipica riunione di lavoro alla L.E.T.H.A.L.

Ci sono dei trafficanti di armi da fermare, ed è chiaramente una scusa per mostrare le tante armi che Sidaris si porta dietro da dieci anni, di film in film, sempre uguali: non ho capito se negli anni Ottanta ha comprato una partita di pistole e mitragliette e sta ancora ammortizzando la spesa, o se si serve sempre dallo stesso armigero cinematografico, comunque è divertente vedere in ogni film in che mani finiranno sempre le stesse armi.

Per fermare i cattivi la nostra Black incarica i suoi agenti in Texas: Doc Austin (Paul Logan, futuro eroe della Asylum) e Cobra (Julie K. Smith, modella di Penthouse).

Due tipici agenti della L.E.T.H.A.L. nell’esercizio dei propri corpi

Il momento è magico, perché due modelli si ritrovano a recitare seriamente (fra mille virgolette) un testo da film d’azione spionistica, ed è chiaro che il tutto faccia ridere a crepapelle.

Così da una parte abbiamo Paul Logan senza fiato, impegnato a contrarre ogni muscolo del proprio corpo oliato a favor di camera, il quale parla come se capisse ciò che sta dicendo…

La pregnanza di un attore consumato (e palestrato)

… e dall’altra il capolavoro, la modella che proprio non gliene frega niente di quello che sta sentendo e non ha alcuna voglia di recitare: è stata ingaggiata per mostrare le proprie curve, non per fare la Meryl Streep dei poveri. La sua espressione mentre parla Paul Logan meriterebbe un Oscar!

Chi è che ha un fiore tra i capelli e non gliene frega niente di recitare?

Le varie azioni che si susseguono in questa pseudo-trama si risolvono tutte velocemente, Sidaris ha trovato qualche soldo in giro – forse è stato fortunato con i “gratta-e-vinci” – così abbiamo qualche barca, torna un velivolo e armi sparse, ma è tutto breve, in piccolo, si vede che non ci sono più i soldi di un tempo, quindi l’unica risorsa del film risiede nei corpi dei modelli ingaggiati.

L’altra missione quindi dev’essere compiuta dagli agenti J. Tyler Ward (Cristian Letelier) e Tiger (Shae Marks, coniglietta di Playboy del maggio 1994). I due soffrono di una rara allergia ai vestiti ma anche al movimento, perciò il loro contributo principale al film è stare semi-nudi e in posa. E Sidaris a quanto pare non ha bisogno d’altro.

L’impegno principale degli agenti L.E.T.H.A.L. è prendere il sole senza scottarsi

All’improvviso, di punto in bianco, scatta la trama principale del film, quasi Sidaris si fosse reso conto che mostrare donnine svestite e manzi dai muscoli oliati non bastasse ad etichettare questa roba come “opera filmica”, quindi arriva lo spunto più nostalgico e da viale del tramonto che si possa pensare: riagganciarsi ad una delle vecchie trame, nei bei tempi dei filmetti spendaccioni del giovane Sidaris.

Vi ricordate Savage Beach (1989) dove c’era l’ultimo soldato giapponese sull’isola misteriosa, che custodiva un tesoro di guerra? Ecco, torniamo a recuperare il tesoro, che Sidaris ha il magazzino pieno di cascatori asiatici a cui far sgranchire le ossa.

Richiamato il wrestler Marcus Bagwell nel ruolo di Warrior, rispolverato l’immancabile Gerald Okamura – che si porta dietro tutti i suoi amici stuntman dell’epoca – via, si parte per l’isola misteriosa del tesoro misterioso: tutti al mare… «a mostra’ le chiappe chiare» (come cantava Gabriella Ferri).

Il capolavoro della poetica di Andy Sidaris

Quest’immagine da Premio Nobel racchiude alla perfezione la filosofia del Sidaris-verse: azione in salsa asiatica, modelle prosperose ed eroi muscolari tutti da ridere.

In fondo Sidaris ha preso temi cari al “popolo delle videoteche” dell’epoca, che ufficialmente noleggiava i filmoni blasonati ma poi di nascosto spulciava gli scaffali più oscuri, quelli coi film da noleggiare di nascosto. Sidaris si è dato anima e corpo (soprattutto quello delle sue modelle) alla causa della serie Z più spernacchiona quando ancora tanti fingevano di voler fare della serie B di qualità: lui produceva a testa alta quei prodotti che altri vedevano come la fine di una carriera.

Nel salutare il Sidaris-verse, quindi voglio ringraziarlo per tutte le risate e tutta la Z, e voglio chiudere con un’ultima immagine da questo film incredibile: un ninja tropicale… armato di pistoletta. Questo è Andy Sidaris!


Se vi siete persi in questo universo, tranquilli: la settimana prossima Andy Sidaris stesso ci parlerà del suo lavoro e sarà l’occasione per fare ordine tra le sue “curve armate”.

L.

P.S.
Il film lo trovate completo su YouTube, in ottima qualità ma solo in lingua inglese.

– Il Sidaris-verse:

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16 risposte a Return to Savage Beach (1998) La fine del Sidaris-verse

  1. Sam Simon ha detto:

    Ahahah! Questo cinematic universe ormai punta su una cosa sola… Anzi, su coppie di una cosa sola. X–D

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Oggi sembra un dinosauro, ma Sidaris credo abbia colto un elemento dello spirito del suo tempo che vendeva assai, soprattutto dagli scaffali più bui delle videoteche: se per dieci anni ha sfornato questi filmetti con conigliette, evidentemente qualcuno se li comprava 😛

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      • Sam Simon ha detto:

        Questo è chiaro! Vai in videoteca, vedi due argomenti così, pur se plasticosi, vuoi non dare loro una chance per una serata tra amici? X–D

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Sarò io che sono distratto, ma sulle piattaforme non vedo certi argomenti, essendo peraltro posti ossessionati dal terrore che qualche minore veda qualcosa che possa traviarlo: praticamente TUTTO è vietato ai minori, pure di 7 anni! Commedie per famiglie sono etichettate “Contiene scene di droga e di sesso”, solo perché uno fa una battuta, senza mostrare niente!
        In questo clima neopuritano degno della Salem settecentesca non c’è spazio per i filmetti friccicarelli di una volta: mi chiedo che fine abbia fatto tutto quel gigantesco mercato, a parte il mondo pirata, ovviamente 😛

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      • Sam Simon ha detto:

        Siamo in un mondo diverso, appaiono sempre i warning più assurdi guardando anche commedie per famiglie tipo degli anni Novanta o, peggio ancora, Ottanta o precedenti. L’importante ora è non dire niente, non mostrare niente, scrivere tutto nel modo più neutrale possibile. Strano che questo stia contribuendo alla morte della creatività al cinema, no?

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Infatti i nuovi prodotti sono perfettamente interscambiabili, neutri e vuoti, scritti tutti col copia-e-incolla che tanto nessuno può dire niente, quindi ripetono cose già dette: non era meglio quando invece persino uno come Andy Sidaris poteva creare prodotti folli? 😛

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  2. Cassidy ha detto:

    Il baffetto che nella foto si sta rifacendo gli occhi mi sembra proprio Kevin Eastman, uno dei due creatori delle Tartarughe Ninja, che è stato sposato con Juliona a lungo, comparivano insieme anche nel quarto film su Toxic Avenger della Troma. Sidaris, il non eroe di cui non sapevamo di non avere bisogno che però alla fine forse ci mancherà, da queste pagine di sicuro 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Incredibile, quindi c’è molta più Z sotto la superficie??? 😀
      Non ho parlato del Fantasma dell’Opera dei poveri perché è un personaggio davvero imbarazzante, ma quindi le Tartarughe nascono sotto il segno della Z profonda!!! ^_^

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    In attesa di sentire le parole del nostro la prossima settimana, Sidaris, graZie di tutto: compreso questo ultimo capitolo, è stato davvero un viaggio a dir poco divertente, Z pura, spernacchiona, scacciapensieri…il top! E grazie Lucius, per avermelo fatto scoprire! L’unico rimpianto è che quasi tutti i suoi film sono inediti in Italia (mi pare che se ne trovi giusto uno nella nostra lingua, non che i dialoghi siano comunque la cosa più importante…) ma spero in una futura riscoperta con annesso doppiaggio, arduo, lo so, ma non si sa mai! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ stato un viaggio intenZo, e spero che un giorno qualche collezionista tiri fuori da archivi segreti le registrazioni di Italia1 di questi film, così da riportare in vita il perduto doppiaggio italiano: chissà, magari doppiati questi film migliorano ^_^

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Incrocio le dita e alle brutte in quei preZiosi archivi mi ci intrufolo io! Per Sidaris questo e altro! Ahahah! 🙂

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  4. loscalzo1979 ha detto:

    E come finisce il Sidaris-verse, finirà ahimè anche questa estate

    Sipario.

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  5. Giuseppe ha detto:

    Stavo giusto per chiedermi quanti film della saga avesse fatto Sidaris in tutto, perché ormai avevo perso il conto, ed ecco che scopro oggi di poter smettere di contare: nonostante tutto credo mi mancherà, il nostro Andy (aspettiamo le sue “confessioni” della prossima settimana) 😉 Ah, e Julie Strain non l’ho riconosciuta dal neo, ovviamente, ma dai rami dell’albero che aveva alle spalle (del resto è sempre quello il primo particolare di lei a saltarmi agli occhi, il tipo di albero alle sue spalle) 😜

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahhaha un’attrice nota per i particolari sullo sfondo 😀
      Mi stupisce come nessun distributore italiano per dieci anni si sia dimostrato indifferente alle potenzialità di Sidaris, non mi sembra che il mercato italiano disprezzi gli argomenti di questi filmetti, ma evidentemente a parte quella mitica estate del ’95 con la tripletta di Italia1 non c’è stato altro spazio per il Sidaris-verse in Italia.

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  6. Jena Plisskin ha detto:

    Comunque al buon Sidaris gli riconosco 2 cose. Un ottimo gusto ( Tinto Brass gli spicciava casa) e la sua sincerità, della trama non gli interessava nulla. Solo azione e corpi in movimento, un futurista dei giorni mostri.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In effetti sono tanti i film blasonati che adottavano la stessa formula però tirandosela parecchio, così come è pieno di film incensati dalla critica ma in realtà privi di trama: Sidaris non lo filava nessuno eppure era il più onesto di tutti 😛

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