Operazione sottoveste (1959)

Operazione sottoveste (4)Il celebre creatore di commedie brillanti Blake Edwards firma uno dei suoi titoli più noti. Su sceneggiatura di Maurice Richlin, che nel 1963 firmerà La Pantera Rosa, la Universal Pictures presenta Operation Petticoat.
Presentato a New York il 5 dicembre 1959, arriva di filata nei cinema italiani il 2 gennaio 1960 con il titolo Operazione sottoveste. Apparso in VHS per Multivision, la Sinister Film lo porta in DVD il 6 dicembre 2011, e in Blu-ray dal 17 febbraio 2015.

Il tenente comandante Matt Sherman (Cary Grant)

Il tenente comandante Matt Sherman (Cary Grant)

Il tenente comandante Matt Sherman (Cary Grant) smania per essere protagonista di una delle tante battaglie della Seconda guerra mondiale: mica è uno sporco pacifista, lui! Però il massimo che la Marina americana riesce a dargli è un sottomarino scassato che galleggia a stento.
Per fortuna a trovare i pezzi di ricambio arriva il tenentino Nicholas Holden (Tony Curtis), viveur piacione che sembra prendere la guerra come un’occasione per girare il mondo e fare i propri porci comodi.
Due dei più banali e triti personaggi-stereotipi della commedia all’americana sono pronti a dominare su tutta la noiosissima pellicola.

il tenentino Nicholas Holden (Tony Curtis)

il tenentino Nicholas Holden (Tony Curtis)

Molte pellicole di Blake Edwards non hanno superato la prova del tempo: questa è una di quelle.
Totalmente e visceralmente chino alle strettissime leggi di Hollywood degli anni Cinquanta, Operazione sottoveste è un filmetto pulitino da parrocchia.
Quando durante la missione il comandante Sherman è costretto a far salire delle donne a bordo del sottomarino, inizia una nauseante sequela di strizzate d’occhio davvero imbarazzanti. Doppi sensi da scuola elementare, rossori bambineschi in faccia a uomini che invece dovrebbero essere soldati in guerra, battutine ammiccanti da società patriarcale spinta.
Insomma, tanta brutta roba.

La celebre sequenza del sottomarino rosa

La celebre sequenza del sottomarino rosa

Ricordo che da bambino questo film veniva elogiato: mi risulta incomprensibile il motivo. È di una noia micidiale e il suo buonismo integralista urta i nervi allo stremo.
A forza di fare le faccette, poi, Grant e Curtis probabilmente si saranno dovuti ricoverare in una clinica per attori ammiccanti: a forza di fare i “buoni”, ti credo che le star poi diventano alcolizzate e schiave di ogni vizio!

L.

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6 risposte a Operazione sottoveste (1959)

  1. Cassidy ha detto:

    Concordo sul tuo finale, alla fine l’alcool è la via di fuga 😉 In ogni caso ho visto questo film 1458 volte, anche perchè è stato passato in tv costantemente. Cheers!

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  2. Giuseppe ha detto:

    Un Blake Edwards d’annata, ancora leggermente acerbo e di sicuro molto meno graffiante di quanto sarebbe stato poi… pure se qui non fa fare una gran bella figura alla Marina, con quei suoi marinai imbarazzati e imbarazzanti (doppi sensi e ammiccamenti patriarcali compresi) al seguito dei due “eroici” protagonisti 😉
    Di tanto in tanto non mi dispiace rivederlo anche se, parlando obiettivamente e rimanendo nei paraggi di quegli anni, non ho problemi ad ammettere che la prova del tempo l’abbiano superata meglio le sue primissime Pantere Rosa…

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    • Alan ha detto:

      Ciao, sono un assiduo lettore del tuo blog di nome Alan, un tuo coetaneo anno più anno meno (sono del ’74).
      Normalmente concordo con i tuoi giudizi , ma in questo caso si tratta di una delle mie commedie preferite e vorrei spezzare una lancia a suo favore,
      Si tratta di una commedia di archetipi, di caratteri che si trovano in ogni forza armata, da vedere con il gusto della commedia antica ( un Plauto..)
      La tua introduzione del Comandante Sherman è un pò approssimativa:
      è scoppiata la guerra, siamo subito dopo Pearl Harbor e giustamente come ‘skipper’ di un battello tenta tutto il tentabile per salpare e fare il suo dovere ; si affida ad un personaggio come Holden ,maschera di un tipo umano che appunto si trova costantemente negli eserciti , in pace come in guerra..il ‘maneggione’ . Aggiungiamo la burocrazia ottusa, nota a chiunque abbia fatto il servizio di leva ( ho vissuto diverse situazioni simili anch’io, una di esse quasi identica a quella mitica della carta igienica), le abitudini rilassate del tempo di pace, altri archetipi ( il Capo Macchinista, il Secondo, le Donne come ‘molla’ della vicenda che fanno partìre l’azione drammatica) ed otterrai in realtà una miscela molto divertente, in cui un pubblico che aveva vissuto la Seconda Guerra Mondiale poteva riconoscernersi e riderne. I miei nonni andavano matti per questa commedia, riconoscevano in essa un modo per rendere divertenti ricordi che non erano stati affatto tali ( hanno combattuto entrambi).
      E non è affatto paludata, mette in scena ridicolizzandoli in realtà determinati pregiudizi e ‘pruderie’ dell’epoca.
      Grazie per la tua opera di ‘riscoperta’ di tanti film Z che la nostra generazione ha visto quando erano nuovi, ma ecco io non inserirei Operazione Sottoveste in questo contesto.
      Grazie!!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ciao Alan e ben trovato: sono del ’74 anch’io quindi siamo perfettamente coetanei 😉
        Questo film – che non ricordavo neanche di aver recensito! – rientrava in un vecchio ciclo di film ambientati su sottomarini che mi portò a trattare molti film di serie A di solito ignorati dal blog. Scoprendo che c’è parecchia serie Z anche nella A 😀

        Se segui il mio blog sai che io sono leggenda, che non riesco a farmi piacere film che invece sono considerati universalmente capolavori: questo è uno di quei casi. Sei in ottima compagnia, credo non esista alcun essere vivente che osi mettere in dubbio questo film, ma seguendo io il precetto del Cavaliere Block (“non posso avere fede nella fede degli altri”) non mi basta che tutti mi dicano che è un bel film: l’ho visto diverse volte e mi ha sempre annoiato a morte, e in più punti mi è sembrato addirittura odioso.
        E’ ovvio che il film non è nato per intrattenere un ragazzo degli anni Ottanta o un adulto degli anni Duemila, quindi non metto in dubbio che alla sua uscita sia stato apprezzato e lo sia stato in seguito, però non riesco a capire come ancora oggi – che La7 lo trasmette ogni tre per due – possa interessare.

        I punti positivi che mi hai segnalato sono gli stessi che si possono trovare i mille e mille altri film di guerra: non sono quelli la forza di un film che probabilmente deve la sua fama all’essere molto più replicato di altri titoli, decisamente superiori. Nel delizioso “Ero uno sposo di guerra” (1949), replicato cento volte meno, Cary Grant è parecchio più ispirato nel ritrarre l’assurdità della burocrazia militare, cosa che in “Operazione Sottoveste” è palesemente solo uno spunto per situazioni umoristiche. O almeno umoristiche negli anni Cinquanta.
        Non esiste un solo film di qualsiasi tipo in cui i personaggi non siano archetipi, bisogna vedere come l’autore li tratta.
        Per esempio ne “La nave matta di Mr. Roberts” (1955), che ha una trama praticamente uguale, a parità di archetipi – lo scemo Curtis lo fa Jack Lemmon – il risultato è nettamente superiore perché non si scade mai nella macchietta e addirittura un finale fortemente drammatico riscatta l’intera storia. Però è un film che non viene mai trasmesso, quindi tutti amano “Operazione Sottoveste”.
        Basta pensare a “Sahara” (1950) con Humphrey Bogart – che invece di un sottomarino ha un carro armato ma la struttura della storia è quella – per avere un gruppo di archetipi, con tanto di Bogart che sfoggia battutine, ma una storia corposa, drammatica, epica e profondamente umana . (Anche perché era un plagio di un film sovietico!). Però “Sahara” non viene mai trasmesso, quindi tutti amano “Operazione Sottoveste”, che ha autori da avanspettacolo in costante cerca di situazioni friccicose per fare battutine che avrei trovato deboli già alle scuole elementari. (E infatti da ragazzino degli anni Ottanta mi sono annoiato a morte con questo film!)

        I gusti personali sono insindacabili, ma il fatto che questo film scateni bei ricordi non vuol dire che sia anche un buon film. Io ho tanti cari e bei ricordi di quando con mio padre andammo al cinema a vedere “Il sommergibile più pazzo del mondo” (1982), dove abbiamo riso come dei pazzi: rivisto oggi è una roba impossibile da salvare (e da guardare), sebbene rimanga un mio caro ricordo 😛

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