Prey (1977) Terrore ad Amityville Park

terrore-ad-amityville-parkIl 9 febbraio 1980 esce nei cinema italiani Amityville Horror e il clamore mediatico è quello delle grandi occasioni: il 13 gennaio precedente i coniugi Lutz in persona sbarcano in Italia e vanno ospiti nella trasmissione di successo “Domenica In”. Dopo aver vissuto le loro terribili esperienze… ora tocca loro venir intervistati da Pippo Baudo!
Insomma, il nome Amityville infiamma tutti gli anni Ottanta con i suoi infiniti sequel del film originale (che vedremo) e quindi non stupisce che appaiano anche degli apocrifi.
Quando arriva in Italia il piccolo filmaccio britannico Prey, i traduttori leggono il nome del regista… Norman J. Warren. Aspetta, ma non c’erano due Warren tra i medium di Amityville? Sai che c’è? Ribattezziamo questo film… Terrore ad Amityville Park. Ah, e in più aggiungiamoci Il mistero della sfinge, che un po’ di Egitto-mania vende sempre.

L'uomo che cadde sulla Terra me lo ricordavo... più biondo

L’uomo che cadde sulla Terra me lo ricordavo… più biondo

Non ho trovato prova di una distribuzione in sala, sebbene ci siano locandine cinematografiche in vendita su eBay. Però se andate al mitico blog Malastrana VHS trovate nei commenti la testimonianza di un lettore che afferma di averlo visto al cinema nel 1983, quindi abbastanza a ridosso del film Amityville Horror.
Invece ho trovato conferma dell’unico passaggio televisivo noto, il 1° luglio 1989.

Una comune di due persone: ci vorrebbe un bell'alieno...

Una comune di due persone: ci vorrebbe un bell’alieno…

So che Norman J. Warren è molto stimato e considerato un valido esponente della corrente britannica di bla bla bla, qui fa un semplice filmaccio economico – con unica location come hanno riscoperto le grandi major contemporanee – solo tre attori, raccattati in giro, e una trama irrisoria.
La ricetta è la stessa dei peggiori filmacci che girano in home video, ma siccome viene dall’Inghilterra degli sfavillatni anni Settanta di solito si ha un occhio di riguardo. Il Zinefilo ha gli occhi bruciati dalla visione di centinaia di porcate, quindi… non guarda in faccia a nessuno!

Movimenti di attrici senza alcun significato

Movimenti di attrici senza alcun significato

Kator è un alieno che cade sulla terra, ma non è biondo come Bowie.
Quando cadi dallo spazio non sai mai dove vai a finire, quindi Kator finisce in un bosco della provincia londinese, di notte, proprio nei pressi di una coppietta che sta amoreggiando in disparte. Kator non è pratico delle usanze terrestri, quindi uccide la donna ed entra nel corpo dell’uomo… Forse sarebbe stato meglio il contrario, ma non sappiamo la sessualità dell’alieno con la faccia maialosa.
Si rintana in una casupola perché magari pensa che quella sia la civiltà, e viene scoperto dalle proprietarie: due frichettone in forte crisi di identità.

Alieno maialone!

Alieno maialone!

La tosta Josephine (Sally Faulkner) e la bambolina Jessica (Glory Annen) vivono in una comune ma da sole, sono vegetariane ma ammazzano con gioia le volpi e per finire vivono un amore puro, scevro dalle bassezze della corporeità. Ma poi, appena detta questa frase, volano a rotolarsi nella scena lesbo che un filmaccio horror non può farsi mancare.
Insomma, le due ragazze non hanno idea di quello che fanno e quindi si mettono in casa il tizio sconosciuto. Inizia un triangolo psicologico complesso, dove l’alieno assiste silenziosamente al massacro delle due donne: la forte tiene soggiogata la debole e il simbolo di questa prevaricazione è l’uccellino in gabbia.
Seeee ve piacerebbe! Forse questo discorso era nella mente del regista, perché il risultato è un trenino di scene minchione dove ogni scena minchiona riesce ad essere più minchiona di quella precedente: Kator sta dieci minuti a guardare quell’uccello, non pago di essere entrato nel corpo di un uomo. Kator, c’è qualcosa che vuoi confessarci?

Ok, ho guardato quell'uccello in gabbia... ma perché punirmi così?

Ok, ho guardato quell’uccello in gabbia… ma perché punirmi così?

Mentre il nulla trova la sua forma, scopriamo che ogni notte Kator parla con il suo pianeta natale. Come? Non si sa: con la forza dei peti cosmici, non vedo altra alternativa. Siamo nel 1977 ma è come se fossimo nel 1077: non c’è alcun tipo di tecnologia, né analogica né tanto meno digitale, quindi non mi rimane che pensare a Kator chinato che emette peti astrali che giungono al suo pianeta pieni di significato.
L’alieno rivela che la sua missione è trovare un cibo adatto alla sua gente, che sta morendo di fame, ma ha assaggiato i vari cibi umani e gli fanno schifo. Stando a tutto il maledetto tempo che passa a guardare quell’uccello in gabbia forse vuole mangiarselo (peccato non ci fossero due uccelli, nella sceneggiatura, così almeno uno se lo mangiava…), ha camminato sulle acque scoprendo che nun se po’ mica, e in genere ha fatto dei test ridicoli che forse nella mente confusa dello sceneggiatore hanno senso.
Servirà il gioco al massacro delle due donne per la rivelazione finale che salverà la razza dell’alieno: Kator scopre infatti che il cibo perfetto per la sua razza… è la carne umana!

Bella, la Terra: mi sa che ci rimango a vivere...

Bella, la Terra: mi sa che ci rimango a vivere…

Potete trovarci tutti i significati che vi pare, potete amare il regista e quant’altro, ma rimane un ridicolo filmetto recitato malissimo e girato peggio: sembra una di quelle porcate anni Cinquanta che ci fanno tanto ridere, solo che qui non c’è niente da ridere.
Il protagonista Barry Stokes è perfetto nel ruolo dell’alieno demente e nulla facente, perché così non deve recitare: le altre due attricette fanno le boccucce e le boccacce ma è chiaro che non hanno idea di dove si trovino e di cosa stiano facendo.
Cosa c’entri “il mistero della sfinge” e addirittura Amityville lo sanno solo gli italiani, folli distributori che raccolgono spazzatura astrale e la vomitano nel nostro mercato. Mi sa che ci conviene chiedere aiuto agli alieni: chiniamoci tutti… e mandiamo loro un messaggio!

L.

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12 risposte a Prey (1977) Terrore ad Amityville Park

  1. benez256 ha detto:

    L’alieno con la faccia da gatto e il labbro leporino è inguardabile…

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  2. Evit ha detto:

    Certo che mi era proprio sfuggito per la mia rubrica storica “titoli italioti”

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  3. Cassidy ha detto:

    Non credo mi sia mai mancato così tanto Bowie come in questo momento 😉 Alieno che fissa gli uccelli, chissà cosa penserebbe Freud di tutto questo 😉 il nome “Amityville” incollato a capocchia è un capolavoro tutto italiota.

    In ogni caso, quando penso di aver visto brutti film in vita mia, riesci sempre a farmi capire che sono un dilettante 😉 Cheers

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  4. Giuseppe ha detto:

    Barry Stokes, l’assistente di Jeremy Kemp/Ernest Queller ne “Il ritorno del Voyager” in Spazio 1999… quello era un piccolo ruolo, ma pur sempre gigantesco in confronto all’alieno venuto dal petospazio 😉 Come, del resto, si può dire di Warren il cui successivo, grezzo ma non privo di una sua efficacia (oltre al fatto che almeno ci prova ad avercela, una storia) “Inseminoid” diventa una imprescindibile e adamantina pietra miliare del fantastico a confronto di questo.

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