[Notte Horror 2023] Waxwork (1988)


Torna l’appuntamento dedicato allo sport estivo più amato dai zinefili: la maratona horror! Grazie a The Obsidian Mirror parte la decima edizione della storica “Notte Horror“, evento a blog unificati in omaggio all’omonima iniziativa di Italia1 dei tempi d’oro. (Ecco il bannerone con gli appuntamenti.)


Il londinese Anthony Hickox, nome ben noto ai lettori di questo blog, è cresciuto con il mito dei film horror targati Hammer e pare abbia dato il tormento al padre, il regista Douglas Hickox, perché ne omaggiasse lo stile: con grande soddisfazione del 14enne Hickox suo padre gli sforna Oscar insanguinato (1973) con tanto di Vincent Price.

Salto avanti di quindici anni ed Anthony, ormai quasi trentenne, cerca l’occasione giusta per esordire nel mondo del cinema: l’occasione arriva… quando tampona l’auto di Staffan Ahrenberg, ex dirigente commerciale per Alexander Salkind, capo della Electric Pictures Corporation. Una persona normale prenderebbe accordi per scambiarsi i dati dell’assicurazione, Anthony invece convince la vittima della sua guida a produrgli un film che ha nel cassetto. E ci riesce!

A raccontarci tutto questo è Steve Biodrowski nell’articolo di “Cinefantastique” (gennaio 1989) dedicato a Waxwork, film acquistato dalla Vestron Pictures nell’agosto 1987 (ci dice il “Catalog of Copyrights”) quindi è facile che risalga a quell’anno l’incidente d’auto: non è ben chiaro come Hickox invece di essere aggredito dall’autista che ha intruppato è stato da lui prodotto, ma la magia del cinema è anche questo.

Il film ottiene il visto italiano solo il 19 settembre 1991 per essere distribuito in sala dalla Cecchi Gori con il titolo Illusione infernale, ma in realtà non esiste prova che sia mai arrivato nei nostri cinema: nel 1992 la ViviVideo lo porta in VHS con quel titolo mentre Italia1 lo presenta in prima visione, nella seconda serata del 9 giugno 1992, con il titolo Waxwork. Benvenuti al museo delle cere. Nel 1998 TMC lo rimanderà in onda con il titolo Illusione infernale.

Che peccato essermi perso quella prima visione di Italia1

A incasinare ancora di più il tutto, la Film Boutique (?) lo presenta in DVD dall’ottobre 2022 con il titolo usato da Italia1


Benvenuti al Museo delle Cere

Nessuno del vicinato aveva mai fatto caso all’apparizione di un Museo delle Cere, e se la cosa non vi spaventa allora immaginate che a gestirlo… ci sia David Warner vestito da Willy Wonka. Paura, eh?

E gli Oompa Loompa… muti!

Hickox è un autore esordiente e non sta lì a fare chissà che scavo psicologico dei personaggi, con qualche semplice scena scolastica tipica dell’epoca facciamo una superficiale conoscenza di quattro protagonisti tipici dell’horror, cioè govinastri dementi che meritano di morire male.

All’epoca non c’era film senza una particina per John Rhys-Davies

Invitati a partecipare all’inaugurazione del museo, i quattro giovani si trovano davanti a quanto poi ripreso dall’episodio di “Venerdì 13” che abbiamo già incontrato, uscito cinque mesi dopo questo film ma con la stessa idea: un museo delle cere che rappresenti esclusivamente celebri assassini, maniaci e mostri della cultura popolare. Per esempio c’è John Rhys-Davies che già di suo mette paura, soprattutto in quegli anni in cui era ovunque, impegnato in mille ruoli diversi, ma qui interpreta un lupo mannaro.

Certo, i soldi spesi per invitare attori famosi hanno impedito a Hickox di poter spendere cifre sufficienti al momento di tirar fuori i mostri, abbastanza raffazzonati, ma tanto questo è fondamentalmente un horror comico parossistico all’inglese, quindi se i mostri so’ brutti è pure meglio.

Vi sfido ad avere paura di questo lupastro mannaro

C’è la mummia, il Fantasma dell’Opera, quello che sembra la creatura di Frankenstein (per quel poco che si vede), plausibilmente c’è Jack lo Squartatore ma l’unico che abbia più di due inquadrature è il bello bello Miles “Tarzan” O’Keeffe nel ruolo di un Dracula catatonico e particolarmente assente.

«Sono il conte Djaaaaaaacula, minchia!» (cit.)

I giovani protagonisti scoprono che a sporgersi troppo nelle installazioni del museo si finisce in una dimensione alternativa in cui si vive (per poco) una vera avventura con il mostro, tanto da essere mangiati da un lupo mannaro – malgrado l’aiuto di un cacciatore il cui aiutante è interpretato dal fratello del regista! – o concupiti dal conte Dracula.

Proprio combattendo le tre bionde e vampirose mogli del Conte la nostra China (Michelle Johnson) è protagonista della scena più truculenta della vicenda: nella cucina di Dracula sarà protagonista di un vero e proprio uragano di sangue, un macello splatter di cui purtroppo su schermo non rimane che il fantasma, una volta intervenute le forbici della censura.

Della scena originale non ci rimangono che… gli schizzi

Il citato Biodrowski di “Cinefantastique” (gennaio 1989) ci racconta che per omaggiare l’Oscar insanguinato paterno il giovane Hickox voleva che nello scontro con le vampire ci fosse sangue a ettolitri, tanto da far costruire probabilmente la più grande pompa spara-sangue su un set di cinema, dovendo mettere in protezione l’intero teatro di posa e tutti i tecnici.

«Quella sequenza doveva essere come una scenetta dei Monty Python: non vedi mai da dove arriva il sangue, ma solo gli schizzi sulle pareti. I censori non l’hanno vista in questo modo, perciò la scena che vedrete al cinema è parecchio edulcorata».

Sebbene sia una scena molto drammatica, l’umorismo nero britannico di Hickox non conosce sosta e bisogna farci un po’ la tara: non capita spesso di vedere una vampira finire addosso a una collezione di champagne, rimanerne trafitta… e spillare bollicine!

Solo un britannico poteva pensare a una vampira trafitta da bottiglie di champagne

La trama non ha molta importanza, siamo ben poco preoccupati che il perfido gestore del museo soggioghi il mondo coi suoi mostri, tutta la baracca qua serve a Hickox per giocare con “cattivi” famosi, e lo dimostra il fatto che si ritaglia il piccolo ruolo del principe inglese compagno di perversioni del marchese de Sade, interpretato quest’ultimo da un J. Kenneth Campbell che ci crede tantissimo, essendo poi l’unico personaggio di cera ad avere un minimo di spazio nella vicenda.

Oui, je suis le marquis

Scopriamo che una delle ragazze della comitiva prova un fascino irresistibile per le scudisciate e frustate assortite, così arriviamo al “trucco” del museo: devi credere di star vivendo davvero ciò che ti capita, perché ciò che ti capita… ti uccida!

Per esempio, io credo che questo mostro strizzi l’occhio a quello di Dreamscape (1984)

Non ho capito come si sia arrivati a Patrick Macnee, ma Hickox fa salti mortali narrativi per infilare nel copione anche una comparsata del celebre attore, che arriva nel finale per guidare la rivolta contro i mostri… e “perdendo la testa” in quest’impresa.

Il citato Biodrowski di “Cinefantastique” (gennaio 1989) ci racconta che la testa di Macnee è stata fatta “a occhio”, perché i tecnici erano in Inghilterra mentre l’attore stava girando in America con la troupe: per non andare proprio a memoria, i tecnici si sono visti più volte un episodio della celebre serie “Agente speciale” (The Avengers) così da creare una testa il più possibile rassomigliante con Macnee, per quel poco che viene inquadrata.

Sì, sono il primo vero Avenger, grazie per averlo ricordato

Questo film l’ho visto quasi dieci anni fa, per il mio viaggio nella narrativa delle “mani monche”, eppure non ne ricordavo una sola scena, un solo fotogramma, zero carbonella: temo di non essere fra quelli rimasti folgorati dalla poetica di Hickox, anche se certo questi film andrebbero visti nel momento in cui escono, per rimanere connessi con lo stile del tempo. Rivisto oggi credo di averlo trovato più divertente, forse perché una volta capito lo stile della vicenda – umorismo britannico forza dieci – ci si rilassa e lo si apprezza.

Come film horror americano lo giudicherei in modo pessimo, ma essendo una presa in giro britannica degli stilemi d’oltreoceano ci posso anche stare. E poi il protagonista Mark (Zach “Gremlins” Galligan) lotta contro una mano monca, come aveva appena fatto Re Ash ne La Casa 2 (1987): cosa si può chiedere di più a un film anni Ottanta?

Ogni storia è più bella, se c’è una mano monca!

Se all’epoca (1992) avessi visto la prima visione di Italia1 forse mi sarei divertito molto di più, comunque è stata un’esperienza simpatica e un’antologia di cattivi niente male: peccato che i mostri famosi appaiano solo per pochi istanti, a dar loro un po’ più di spazio sarebbe stato… be’, sarebbe stato Scuola di mostri (1987), il capolavoro di Black+Decker (Shane Black e Fred Dekker) che è uscito nelle sale americane tre giorni prima che iniziassero le riprese di Waxwork, il quale in pratica offre uno sguardo britannico sullo stesso tema.

Hickox ci prova, ma i “mostri sacri” erano venuti meglio in Scuola di mostri

Non lo metto tra i film da rivedere assolutamente, ma lo stesso è stato un buon protagonista di questa Notte Horror estiva.


Un epilogo amaro

Dopo aver respirato cinema sin dall’infanzia grazie a suo padre, Anthony esordisce come cineasta con questo Waxwork il 17 giugno 1988: un mese dopo suo padre entra in ospedale per un’operazione al cuore che non supererà, morendo a soli 59 anni. Non sappiamo se in quel mese Douglas Hickox è riuscito a vedere l’esordio di suo figlio, ma è chiaro che gli ha passato il testimone, in modo che ci sia sempre un Hickox nel grande mondo del cinema di genere.

L.

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32 risposte a [Notte Horror 2023] Waxwork (1988)

  1. Cassidy ha detto:

    Per me “Waxwork” sarà sempre sinonimo di mio cugino più grande, che ama a gli horror ma poi aveva paura a guardarli, quindi li registrava permettendoli di vederli con lui il giorno dopo (storia vera), sarà sempre sinonimo di una trama raccontata che pare super epica, poi non lo è ma almeno diverte. Ma soprattutto sarà sempre sinonimo di “Notte Horror” quindi ho iniziato a fare le capriole sapendo che avevi optato per queata doppietta, ci deve sempre essere un Hickox a dare il punto di vista britannico, anche sulla nostra di Notte Horror 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non avendolo visto all’epoca e non avendo alcuna memoria della visione di dieci anni fa ne ho approfittato per un rinfreschino: sicuramente “Scuola di mostri” è fatto meglio sotto ogni aspetto, e gli voglio molto più bene, ma quello è “serio” e americano, mentre questo è britannicamente semiserio quindi alla fine lo si guarda con piacere. E poi Warner nella parte di Willy Wonka è puro mito ^_^

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      • Giuseppe ha detto:

        Altroché se lo è ^__^
        “Waxwork” è senz’altro un ottimo titolo per iniziare questa maratona horror!
        Io fui presente al suo primo passaggio televisivo, e mi piacque da subito tanto quanto “Scuola di mostri”: stili e intenti ovviamente assai diversi, americano e britannico, ma il risultato viene raggiunto in entrambi i casi, serio e semiserio (fossero sempre così, gli strascichi dei tamponamenti automobilistici). E pure il sequel non se la cava affatto male, devo dire… 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Anche quel secondo museo l’ho visto un decennio fa, sempre alla ricerca di “mani monche”, e non ne ricordo nulla, quindi sono curioso di vederlo per la tappa agostina della Notte Horror.
        Se fossimo in un altro Paese Italia1 manderebbe in onda questi due film insieme, per far gustare la stessa idea sviluppata in maniere diverse, invece entrambi questi film temo non si vedano in TV da varie ere geologiche.

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  2. Sam Simon ha detto:

    Quanta nostalgia con questo film… Uno dei primissimi horror che vidi, su una VHS di un amico più grande registrata, naturalmente, dalla Notte Horror che stiamo celebrando. Mi fece una paura bestiale, mi fa ridere leggere che sia una commedia! X–D

    Splendido post, splendidi aneddoti biografici degli autori, e W la Notte Horror della blogosfera unita! :–)

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Da ragazzino ho visitato un museo delle cere ma ricordo personaggi noiosissimi: perché da noi non ci sono Dracula, Frankie e l’Uomo Lupo? ^_^
      Buona Notte Horror con un film che sembra nato per questa iniziativa.

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  3. loscalzo1979 ha detto:

    “scusi lei è assicurato?”
    “No, ma le posso dirigere un film su un museo delle cere maledetto”
    “Avrei preferito i soldi dell’assicurazione”

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Il ritorno di notte horror, evviva!
    E con un film che trovo particolarmente piacevole, una carrellata di cattivoni condita con umorismo, cosa volere di più? 🙂
    Post gustoso, con citazione per il tamponamento “provvidenziale”! 🙂

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  5. babol81 ha detto:

    Fantastico. Ho visto questo film per la Notte Horror del 2016 e, anche leggendo il tuo post, non me n’è tornato in mente nemmeno un fotogramma. Diciamo che non mi è rimasto particolarmente impresso XD

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Uh, scopro che non facevo parte del “giro” quel 2016: non so perché, ma credevo di esserci sempre stato 😀
      Forse visto all’epoca avrebbe lasciato più il segno, ma in seguito temo non sia un film che conquisti il cuore… o anche solo la memoria!

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  6. Pietro Sabatelli ha detto:

    Di cera ricordo la Maschera, questo sempre detto di voler recuperare ma ancora latito..

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  7. Obsidian M. ha detto:

    Anche a me la cera fa sempre venire in mente Vincent Price, ma pare che questo sia decisamente meno noioso. E poi c’è pure David Warner! Paura, proprio!
    Ma quindi, una versione con quel golosissimo uragano di sangue non si trova proprio?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Stando alla fonte è stato tagliato dai censori americani, e non mi sembra che i censori britannici fossero di manica più larga. Su Amazon c’è un Blu-ray tedesco che promette d’essere “Uncut”, magari in quella versione hanno riattaccato tutte le scene più truculente.

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  8. Austin Dove ha detto:

    finalmente sono riuscito a leggerti, bell’articolone! io farò una ben misera figura con questi esaltanti precessori prima di me xD
    PS: parlando di pompe spara sangue mi hai fatto pensare a un documentario che ho visto su una produzione porno dei paesi bassi in cui usano le pompe spara sperma (che in verità è una specie di yogurt 😂😂😂)

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  9. The Butcher ha detto:

    Articolo stupendo! Abbiamo più o meno due visioni differenti di quest’opera che io invece ho apprezzato molto per essere un horror comedy davvero divertente che non si prende mai sul serio e tende a onorare vari generi dell’horror anche in maniera intelligente (apprezzo che ogni tipo di mostro e ambientazione abbia un tipo differente di fotografia che si rifà a quelle pellicole). Ovviamente è un’opera che ha i suoi difetti come hai sottolineato. A volte certi mostri sono fatti molto bene altre volte invece sono abbastanza rigidi e finti, ma alla fine dei conti l’ho apprezzato davvero tanto e mi dispiace che a un certo punto la carriera di Hickox sia andata a farsi benedire.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ti ringrazio, ma anzi sono stato molto positivo nel giudizio, proprio perché una volta assodato che non è un horror “serio” permette di gustarlo di più. Peccato che gli attori chiamati a fare i mostri abbiano avuto parti così minuscole, sarebbe stato divertente vederli di più in scena 😉

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      • The Butcher ha detto:

        Proprio oggi ho pubblicato un articolo sul film e loscalzo mi ha parlato della tua recensione, quindi mi sono fiondato a leggerla. Comunque sì, questo film è davvero divertente e ammetto che l’umorismo di Hickox era davvero interessante come in Hellraiser 3.

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  14. Cannibal Kid ha detto:

    Non sembra esattamente un film memorabile o invecchiato proprio benissimo, ma il divertimento trash dovrebbe essere garantito 🙂

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