[Notte Horror 2023] Waxwork 2 (1992)


Continua l’appuntamento dedicato allo sport estivo più amato dai zinefili: la maratona horror! Grazie a The Obsidian Mirror prosegue la decima edizione della storica “Notte Horror“, evento a blog unificati in omaggio all’omonima iniziativa di Italia1 dei tempi d’oro. (Ecco il bannerone con gli appuntamenti.)


Dando una sfogliata al Public Catalog of Copyright scopro che risale al 23 novembre 1990 il deposito del titolo Waxwork II: Lost in Time, prodotto dalla Electric Pictures, come mai allora il film ci impiegherà due anni ad uscire? Il problema è che i distributori cinematografici sono sempre gli ultimi a capire quello che teoricamente sarebbe il loro mestiere capire.

Per la rivista “Cinefantastique” (giugno 1992) Steve Biodrowski va a parlare con il cineasta britannico Anthony Hickox e questi gli racconta che quel 1988 il primo Waxwork era previsto uscisse in ben 1.200 sale americane grazie alla Vestron Pictures, piccola casa che aveva appena fatto il botto grosso con Dirty Dancing (1987). Poi però nell’aprile di quell’anno la casa fa uscire Soprannaturale (The Unholy), un horror che va malissimo (anche perché mi sembra un prodotto non memorabile) e questo fa suonare l’allarme alla Vestron, la quale rivede tutta la distribuzione dei propri horror convinta che il genere sia morto. E parliamo del 1988, cioè un momento d’oro per il genere!

Invece di fare auto-analisi, e capire che non puoi distribuire la spazzatura sperando che poi la gente ti premi, e che nessun horror potrà mai avere gli stessi incassi di Dirty Dancing, la Vestron ha preferito segare le gambe ai propri prodotti horror e così quel giugno 1988 il primo Waxwork ha una distribuzione pessima.

Per fortuna il passaparola ma soprattutto la prima grande esplosione del VHS fanno capire persino a quei babbei dei distributori che c’è pubblico pagante anche per questi prodotti, ma è chiaro che Hickox non vuole più la Vestron, incapace di svolgere il proprio lavoro. Dopo aver distribuito quasi esclusivamente film sbagliati, dimostrando la totale incapacità dei propri dirigenti, la Vestron chiude i battenti proprio nel 1992 in cui Hickox porta in videoteca questo seguito.


La folle distribuzione

Presentato al Brussels International Fantastic Film Festival nel marzo del 1992 (mi dice l’IMDb), Waxwork II: Lost in Time esce nelle videoteche americane dal giugno successivo.

Con gran rapidità Italia1 se lo pappa e lo presenta in prima visione martedì 13 luglio 1993, con il titolo Waxwork 2. Bentornati al museo delle cere, seguìto nella notte da un episodio di “Alien Nation“.

La frizzante serata horror del 13 luglio 1993

Solo nel 1994 la Fox Video lo porta in VHS e, tanto per fare casino, lo ribattezza Waxwork II. Scomparsi nel tempo.

Schermata della prima TV di Italia1, grazie a spooky72016


Citazionismo senza limitismo

(Forse i giovani d’oggi non ricordano più i Budini Molli di Francesco Salvi, con la loro parola d’ordine “volgarismo senza limitismo”.)

Sono una persona semplice, datemi una storia con protagonista una mano monca e mi fate felice. Peccato che tutti i romanzi, racconti, film e fumetti sull’argomento siano belli che dimenticati dalla distribuzione italiana, ma vi assicuro che ci sono e che sono deliziosi.

Il modo migliore di iniziare un film!

Vista questa mia passione, avere un film che inizia con una mano monca che sfugge all’incendio del museo delle cere e, correndo con la forza di cinque dita, va in giro a strozzare la gente… be’, per me è promozione piena, la storia può anche finire qui.

Immaginate poi se questa mano si lancia in una scena degna de La Casa 2 (1987), inseguendo la sua vittima armata di martello ed emettendo versetti critterosi: basta, Hickox, questo è stravincere! Già dieci anni fa ho gioito di questo film all’interno del mio grande viaggio nella narrativa delle disembodied hands che ha portato al mio romanzo Le mani di Madian (2014), quindi ora non posso che applaudire di nuovo alla scena migliore del film. Applaudire con una mano sola, ovviamente.

Voglio un film intero con la mano assassina!

Dopo che la mano monca tira addosso alla nostra eroina della senape, del pane e tutto l’ingrediente per un buon panino, esce di scena la vera protagonista del film, cinque dita di violenza a cui l’intera pellicola doveva essere votata, invece che regalarci solo pochi geniali minuti all’inizio.

Sono tornati dunque Mark e Sarah, ma solo lui è interpretato di nuovo dal Zach Galligan del primo Waxwork (1988): lei ha ora il volto di Monika Schnarre, che negli anni Novanta ci ha regalato tante emoZioni di serie Z.
Torna anche Sir Wilfred (Patrick Macnee) ma solo in video, giusto il tempo per ricordare a Mark che ora è lui il fiero detentore, curatore e gestore della «collezione segreta di strani manufatti» (secret collection of strange artifacts), un insieme di oggetti maledetti che fa subito stuzzicare la mia curiosità: dopo il Museo degli Artefatti dei coniugi Warren e il vault di “Venerdì 13” sono molto sensibile alle tre M (Museo dei Manufatti Maledetti).

Per accedere a questo, di Museo, bisogna però risolvere un intricatissimo enigma… che a Sarah bastano due secondi per farlo, per puro caso. Ammazza che protezione d’acciaio!

Per approfondire la citazione scacchistica, rimando al mio CitaScacchi

Cosa troviamo nel Museo ricevuto in eredità da Mark? Proiettili d’argento, che è proprio la base…

… una parrucca di capelli bianchi e un coltellaccio…

… che viaggiano insieme alla chiave del Bates Motel: applausi per Hickox!

Paletti di frassino sparsi, armature a caso, una cassa con svasticona che fa pensare all’Arca dell’Alleanza…

… ma soprattutto un «ex morto vivente» che fa sorgere varie domande. Era vivente, poi è morto, poi è diventato morto vivente… e ora, che è “ex”, è morto sul serio?

Mentre ci interroghiamo se sia una maschera da hockey simil-jasonica quella insanguinata (“Essere o non essere Jason?”)…

… arriviamo agll’oggetto che attira l’attenzione dei nostri eroi: «un apri-porte dell’èra cartagriana» (a Cartagrian time door opener). Accompagnato da istruzioni su pergamena.

Qualcuno sa cosa sia quest’èra cartagriana? Va be’, nel dubbio vale la pena usare questo oggetto sconosciuto trovato in un museo misterioso per viaggiare nel tempo: cosa mai potrà andare storto?

Com’era facile prevedere, smaneggiare con il tempo non è mai una buona idea, infatti i due amanti si perdono in altre dimensioni e Mark subisce l’orrore più allucinante che si possa concepire… gli spuntano due baffetti da sparviero!

Noooooooooooooo!

D’un tratto Mark si ritrova in casa Frankenstein, a dover sfamare la creatura del barone ma soprattutto a consultare la sua… Beginners Guide to Re-animation.

Per approfondire questo pseudobiblion, vi rimando al mio “Non quel Marlowe

Il nostro eroe si ritrova dunque nei panni di Henry Clevell, l’amico del barone Frankenstein, e Sarah è ovviamente Elizabeth, la moglie del barone. Chi manca? Ah già, la celebre creatura, e per l’occasione scopro che sotto il franken-trucco batte il cuore marziale di Stefanos Miltsakakis. Se questo nome non vi dice nulla non preoccupatevi, significa che avete speso gli anni Novanta in attività proficue. Chi invece li ha passati ad esaltarsi e studiare il cinema marziale di cassetta porta nel cuore il montagnoso greco, la cui principale attività nella carriera cinematografica… è stato picchiare Van Damme!

Un Frankenstein marziale è il sogno di ogni bambino!

Stefanos è il barbaro post-atomico che mena Jean-Claude in Cyborg (1989)…

Il primo di tanti scontri fra Van Damme e Miltsakakis

… il legionario che lo insulta all’inizio di Lionheart (1990), il killer russo che lo stropiccia nell’ascensore di Maximum Risk (1996)…

Due amiconi in ascensore

… e quello che si è visto la propria donna uccisa da Van Damme, e quindi per forza deve menarlo, a bordo del treno di Derailed (2002). Tranquilli, Stefanos ha avuto l’onore di menare anche altri divi marziali dell’epoca, anche perché è alto cinque metri e ha più muscoli di Hulk: non potrebbe fare altro nella vita.

Se c’è da menare pure Phillip Rhee, Stefanos non si tira indietro

Scoprire che al lungo elenco di attori menati da Stefanos va aggiunto anche Zach Galligan coi baffetti è qualcosa che mi scalda il cuore.

Va’ come scalda il cuore Stefanos!

Nell’intervista alla citata “Cinefantastique” Hickox spiega che questi viaggi dimensionali gli piacevano così tanto che trovava una inutile perdita di tempo inframmezzarli con scene nella nostra realtà. «Tutta la roba “vera” era uno spreco, perciò in questo film ci saranno forse sette minuti di “realtà”», quindi si passa da un viaggio all’altro senza mai tornare nella nostra dimensione.

Il secondo viaggio i nostri eroi lo fanno separati, e qui “cado dalle nubi” come Checco Zalone: possibile che una decina di anni fa, quando ho visto il film, non mi sia accorto… che la seconda avventura dimensionale di Sarah è una parodia aliena??? Per parlarvi di Hickox che si diverte a raccontare di mostri citazionisti che «vengono fuori dalle fottute pareti» vi rimando al mio blog alieno: oggi infatti esco in contemporanea con quattro miei blog!

Per l’episodio-parodia di Aliens, con Monika Schnarre nei panni di una Ripley sotto tono,
rimando al mio blog alieno

Mark intanto finisce in un film horror anni Sessanta, quindi in bianco e nero, a fare da assistente a suo padre investigatore del paranormale, a forma di Bruce Campbell.

La casa ha le pareti che si distorcono e spinge la gente al suicidio come Gli invasati (1963) e sputa sangue dai corridoi come Shining (1980): sarà una citazione mista? Risponde la citata “Cinefantastique” che considera questo episodio una dichiarata ricostruzione de Gli invasati da Shirley Jackson. Insomma, a Hill House ci sono stati proprio tutti!

«Abbiamo ripreso uno dei miei film preferiti, Gli invasati, con una splendida parodia tutta girata con lenti Split Diopter da 18 millimetri, che supera la scena della cucina del primo Waxwork», ci spiega Hickox: «abbiamo portato la mutilazione umana a livelli mai sognati prima».

Persino Bruce Campbell è stato a Hill House, la casa infestata più abitata di sempre!

Riuniti, Mark e Sarah si perdono di nuovo nella dimensione medievale, con il film che sembra più simile ai parchi divertimenti di Westworld (1973). Rapita la donna e portata nel castello, per la singolar tenzone il nostro Mark riceve aiuto e una spada da David Carradine, da cui sarebbe meglio non accettare mai niente.

Quando accetti consigli da David Carradine, allora sei proprio messo male

Dopo il meno ispirato degli episodi citazionistici il nostro Hickox perde la testa e inizia a citare la qualunque: mentre Mark fa a spadate con l’ex ballerino Alexander Godunov i due si ritrovano nel laboratorio del dottor Jekyll, poi – con Mark vestito immotivatamente alla Tony Manero ne La febbre del sabato sera (1977) – si ritrovano nel centro commerciale assediato dai morti viventi di Zombi (1978) di Romero, per finire poi nella Londra notturna di Jack lo Squartatore. E poi che fai, non la fai una visita a Nosferatu che ghermisce Drew Barrymore?

In tutte le versioni Nosferatu ghermisce una sola donna, in quella scena, perché ora le donne sono due? Stando alla citata “Cinefantastique” Drew Barrymore era passata a visitare il set e si è ritrovata a fare la vittima del vampiro, in una piccola comparsata a malapena visibile.

Appena Drew si è presentata, l’hanno subito sdraiata!

Dichiaratamente Hickox non aveva alcun interesse a tirar fuori una trama che sembrasse omogenea, come nel primo film, era interessato solo a una serie di scenette parodistiche di film famosi, e visto che nelle interviste per il primo Waxwork ha citato espressamente i Monty Python mi dà l’idea che si sia divertito a immaginare cosa avrebbero fatto loro con i film in questione.

Impossibile giudicare il film in sé, visto che non esiste alcun film, ma i vari siparietti citazionistici e parodistici sono irresistibili, divertenti e pieni di volti noti, quindi è il film perfetto per una nottata estiva sbarazzina, con tanto sangue, oggetti maledetti e citazionismo senza limitismo.

L.

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30 risposte a [Notte Horror 2023] Waxwork 2 (1992)

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  4. loscalzo1979 ha detto:

    E vabbé, oltre per la citazione aliena, vale solo per la presenza del buon Bruce, direi

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  5. Giuseppe ha detto:

    Davvero non avevi riconosciuto subito la citazione aliena? 😛
    Certo che in questo sequel si fa fatica a star dietro alla sarabanda di citazioni continue nonché alle ospitate famose, come quelle di Bruce Campbell o dell’ex bassista degli Spandau Ballet Martin Kemp (dalla discreta carriera attoriale cinetelevisiva) che, in qualità di barone Von Frankenstein, era qui forse un po’ più riconoscibile di Stefanos Miltsakakis nei panni della sua creatura… 😉
    P.S. I giovani d’oggi non ricorderanno più i Budini Molli di Francesco Salvi, ma quello che importa è che ce ne ricordiamo noi 😀 😀

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ho il forte sospetto che all’epoca, interessandomi solo il cinema delle mani monche, abbia interrotto la visione di questo film una volta uscita di scena la mano assassina, quindi in realtà è la prima volta che vedo questa geniale parodia aliena, il che è davvero un gran peccato. Mi piacerebbe aggiungere questo film allo scaffale della mia videoteca dedicata agli “scopiazzi alieni” ma siamo in Italia e non esiste alcun DVD, quindi mi toccherà conservarlo digitale in attesa di qualche fortuito recupero delle nostre distratte case.

      Una volta scoperto Stefanos non ho avuto più occhi che per lui! Soprattutto sognando un film dove la creatura di Frankenstein avesse conoscesse marziali: sarebbe stata una storia grandiosa! ^_^

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      • spooky72016 ha detto:

        Tra l’altro in questo film Bruce Campbell ha la voce di Gianni Bersanetti, doppiatore storico di David Duchovny. Quindi tutto torna, tutto ha un senso. Speriamo davvero in una pubblicazione almeno in dvd, anche se ho ancora la registrazione di Italia 1 proprio dalla “Notte Horror” del 1993 (con introduzione di Linnea Quigley!) vorrei metterlo a fianco al dvd del primo.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Cooooooooooooooooosa??????? E sganci così questa bomba????? E perché Linnea avrebbe introdotto il film????
        Sai che ora hai l’obbligo morale di comprare un cavetto per digitalizzare le VHS e salvare per il mondo quella tua inestimabile registrazione???? E subito dopo mandarmi almeno al schermata del titolo italiano per il database ^_^
        Scherzo… ma neanche tanto! Ti invidio quella registrazione e spero davvero che la salverai in qualche modo, visto che già troppo materiale dell’epoca è andato perduto per sempre.

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      • spooky72016 ha detto:

        La schermata del titolo te la passo volentieri (dove?) , ma purtroppo è stata digitalizzata con mezzi poco professionali (dovrei trovare il tempo di rifare il tutto). Il perché di Linnea è una bella domanda… forse Mediaset (che era ancora solo Fininvest) gli aveva fatto girare qualche clip per introdurre i film?

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ho cancellato il precedente commento senza firma, per pulizia 😉
        Qualsiasi cosa ti vada di condividere non esitare a contattarmi a lucius.etruscus@gmail.com
        Fra CEI (Conservatori di Edizioni Italiane) ci piace condividere materiale ritrovato e la cerchia si allarga sempre di più ^_^

        Riguardo a Linnea, essere apparsa sempre nuda nel “Ritorno” di O’Bannon sicuramente l’ha fatta notare da Fininvest che l’ha subito tenuta in considerazione per lanci e segnalazioni 😛

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  6. Cassidy ha detto:

    Da fan dei Monty Python e del cinema horror, mi sono sempre goduto questo folle giro al museo (parte seconda), la trama non è di casa, ma le trovate come il tuo post sono da appluso, con una mano sola, quindi direi schioccando le dita 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Rimpiango di non aver conosciuto prima questo film, ma non troppo: se l’avessi visto ai tempi in cui l’ha trasmesso Italia1 non avrei capito buona parte delle citazioni, quindi è un film che apprezzo in età più adulta 😉

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  7. Sam Simon ha detto:

    A me sembra che si siano divertiti a farlo e che, come sceivi giustamente, se preso come il divertissement che è, può far passare un’ottima serata all’insegna del “ma questo è inserire titolo di film famoso“! :–D

    W la Notte Horror!

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  8. Willy l'Orbo ha detto:

    Per un appassionato come me di carrellate, hai idea di cosa possa suscitare un film che è una carrellata di citazioni??? Opera divertentissima, che rivedrei a più riprese, anche solo qualche sketch per ricevere la giusta dose di appagamento! 🙂

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  9. Obsidian M. ha detto:

    Magari questo è meno “film” del primo, ma ho come l’impressione che si mille volte più divertente…

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  10. Pietro Sabatelli ha detto:

    Prima dovrei recuperare il primo, altrimenti non avrebbe senso.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sono film totalmente slegati, non c’è alcun legame perché l’autore voleva semplicemente mettere insieme un gruppo di parodie di film famosi, quindi puoi vedere tranquillamente questo film ignorando il precedente, e viceversa 😉

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  12. Austin Dove ha detto:

    che bell’articolo! un film da guardare sicuramente^^
    a proposito di mani semoventi: oggi mi sono riguardato La famiglia Addams!

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  13. Bilbo ha detto:

    Alt ! La svastica sulla cassa è in realtà un Manji, un simbolo sacro giapponese che indica l’ immortalità ( o il ciclo infinito delle cose ) e che si trova in tutti i templi buddisti .
    I nazisti copiarono il simbolo rovesciando gli uncini al contrario, particolare da cui sono subito accorto che quello sulla cassa non era una svastica .
    Per il resto Nosferatu così cicciottello sembra lo zio Fester

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