Lascio la parola ad un mio lettore – che ha scelto di firmarsi Willy l’Orbo – che ci parlerà di un film vintage… anzi, Zintage!
Ricordo che ho dedicato uno speciale alla tetralogia di Best of the Best.
L.
I ragazzi di oggi stanno perdendo il gusto per la lettura, un vero peccato. Un libro, come un film, apre mondi altri, ti trasmette sensazioni uniche, ti fa indossare panni inediti. Certo, bisogna trovare qualcosa di appassionante e magari con una lunghezza adeguata al tempo in cui ci si vuole immergere nella dimensione letteraria: così, un giorno, sono andato su IMDb e mi sono “divorato” la filmografia di Eric Roberts: al confronto la Bibbia è un Bignami. E in una tale, sterminata, distesa di film, cult, film TV, serie televisive, ho trovato anche dell’action: del buon action, cioè I migliori, e del pessimo action, cioè l’insulso seguito Kickboxing mortale.
Io chiaramente ho visto e recensito il secondo, ovvio, cristallino.

Phillip Rhee, Simon Rhee ed Eric Roberts al funerale di Chris Penn…
che curiosamente è l’unico del cast morto sul serio! Gli avranno portato sfiga?
Si inizia con immagini di lottato che sembrano promettere bene mentre degli articoli di giornale ci avvertono che tre reduci della prima pellicola, Alexander Grady (Roberts, per l’appunto), Tommy Lee (Phillip Rhee) e Travis Brickely (Chris Penn), hanno aperto una scuola di arti marziali. Questa aura di normalità tuttavia si dissolve quasi immediatamente quando compare tale Bracus (Ralph Möller) che organizza combattimenti clandestini nel cosiddetto Colosseum e che, soprattutto, si arrabbia perché uno dei suoi scagnozzi ha una pistola: «Cosa vi ho detto? Le pistole non sono virili!».
Pregusto già altre linee di dialogo inenarrabili. Ed in effetti il presentatore dei match esalta la folla con frasi tipo «Hanno le palle d’acciaio!», «Sono malvagi come diavoli», «Ucciderebbero le loro madri!», «Stuprerebbero una suora» («Stuprerebbero una suora!»). Che imbonitore d’eccezione.
Bracus, intanto, è chiamato “sovrano” e “combattente supremo” mentre i lottatori al suo servizio sono detti “gladiatori”: tutto molto parco, tutto molto credibile. Ah, l’amante dell’antagonista lo appella “mio zingaro”. Da sovrano a zingaro in pochi secondi, altro che Napoleone. Il peggio arriva quando assurge a protagonista il figlio di Roberts, Walter, che come il padre persegue la via delle arti marziali. Maddai, la deriva bambinesca, no. Vi scongiuro.
Tra l’altro il piccinaccio non supera l’esame per la cintura nera non riuscendo a spezzare il mattone e tutto ciò assume le dimensioni di uno psicodramma nazionale. Che sarà mai. Il nostro, già scosso, porta più iella di un gatto nero pesto: Travis decide di partecipare ai combattimenti al Colosseum e suo malgrado porta con sé l’infante (brillantissima e coscienziosa idea), sempre Travis, come il peggiore degli sboroni cogl***azzi, sfida Bracus in persona (mentre il pubblico gli dà “affettuosamente” del ciccione) che lo massacra e lo ammazza. I mattoni non si spezzano, la tua madre non c’è più, i tuoi amici sono trucidati, vai alla grande Walter.
Proprio Walter avvisa padre e amico di quanto accaduto ma al primo accenno di scontro con Bracus il fratello di Julia Roberts è spazzato via come un fuscello e pure durante un tentativo di assassinio da parte dei sicari del boss, mentre Phillip Rhee mazzola come si deve, lui si distingue unicamente per il felpato salto tra le mensole della cucina. Proprio un adone, non c’è che dire. A proposito di adoni, ad un certo momento spunta un improbabile parente serpente di Phillip che è ubriaco, rutta, vomita, dice parolacce e cerca di picchiare, senza motivo, i protagonisti; in tutto questo delirio si ripetono due cliché del lungometraggio in oggetto: Eric Roberts ne busca (nel primo film lo ricordavo decisamente più aitante, ma evidentemente il tempo è stato tiranno) e il pandemonio si scatena quando compare… Walter!
Questo ragazzo è un porta-rogna formidabile, altro che anticristo. E forse non è un caso se una vecchina gli regala un amuleto, grazie anziana precettrice, speriamo serva. Mica tanto: subito dopo James viene crivellato. Va’ in paradiso e insegna agli angeli a rutt…no, via, stattene in un cantuccio zitto che è meglio. E Tommy è catturato, di bene in meglio. Però magari tra non molto vedremo quella marzialità che nel capostipite titaneggiava e che qui invece latita come un Messina Denaro qualsiasi. In effetti il nostro combatte contro dei “gladiatori” ma… avversari senza né arte né parte, zero pathos, vittorie di irrisoria facilità.
Pochino per essersi assunti la responsabilità di titolarsi Kickboxing mortale, pochino davvero. E mentre sopraggiunge Roberts, che nelle uniche scene in cui mena si fa abiettamente sostituire da una controfigura, si svolge lo scontro finale tra Bracus e Tommy, scontro sul cui esito do solo un indizio: Walter non è presente nell’arena. E quindi torniamo al consiglio iniziale: leggete, ragazzi, perché se state troppo davanti ad uno schermo a guardare film poi magari incocciate un Kickboxing mortale e vi assicuro che non è un’esperienza piacevole. Parola di lupetto.
P.S.
Ringrazio Willy l’Orbo per aver recensito il film.
L.
– Altri post di Willy l’Orbo:
- Death Match (1994) La versione di Willy l’Orbo
- Il ritorno di Kenshiro (1995)
- Lo Squartatore (1995)
- Potenza virtuale (1997)
- Back in Action (1993) Una spietata coppia di vendicatori
– Ultimi post di arti marziali:
- [Death Wish] Out for Blood (1992)
- My Name is Princess (2022) Ragazze di menare
- [Death Wish] Pazze come api punitrici (1981-85)
- Hard Justice (1995) Giustizia spietata
- Blood Brothers (1990) American Kickboxing
Le pistole non sono virili… perché, stuprare una suora lo è?
Sceneggiatore o traduttore: uno dei due dovrebbe essere picchiato sul muso con un giornale arrotolato!
Questo è uno dei lati degli anni ’90 che non mi manca: il testosterone privo di direzione.
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Erano frasi in libertà che i doppiatori italiani non si sforzavano molto di rendere dignitose. Per fortuna chi, come me, guardava ed ancora adora questi film pensa solo all’azione e non ai dialoghi… se no sarebbero tutti da bruciare sul rogo 😀
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Peraltro, il rogo è molto più virile delle pistole 😛
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ahaha giusto 😀
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“Testosterone privo di direzione”…mitico :-)! Un ottimo esempio di sintesi iper-corretta e calzante!
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A si me lo ricordo con per il bambino minchione e Chris Penn che muore peccato che non come nel film di Ken Shiro e si Eric Roberts non fa una mazza (rivisto nel bello A 30 secondi dalla fine )
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Ehhh, quello sì che è uno dei filmoni della vita! Qui siamo su un altro universo, neanche parallelo. Roberts fa giusto il figurante per attirare spettatori, ma il protagonista è già Phillip Rhee pronto ai successivi due sequel.
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…e io giustamente, privilegiando il trash, ho incentrato la rece su Eric Roberts! Lapalissiano.
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Il fratello di Julia Roberts è davvero un attore dalla filmografia folle e soprattutto sconfinata, Willy dice bene, la sua pagina imdb su carta, richiederebbe almeno un paio di volumi di quelli belli grossi 😉 Cheers!
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In TV mi faceva morir dal ridere il suo anchorman vanesio della sit-com “Perfetti ma non troppo”. Bei tempi…
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Peccato non ci sia molto action (a naso), altrimenti avrei aperto un ciclo con lui!
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La sua parentesi marziale è nata e chiusa con “I migliori”. Poi va be’, combatte pure in “DOA” (2006) ma è imbarazzante…
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C’è un filo non rosso, ma marrone, che unisce i film dal vivo tratti da picchiaduro: street fighters, mortal kombat, dead or alive e pare anche the king of fighters… ma l’ultimonon l’ho visto 😛
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Purtroppo l’ho visto io, e confermo il colore che hai scelto 😀
Ho anche aperto la category “Cine-Game” per presentare filmacci degni del Zinefilo, ma sono troppo brutti per rivederli…
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XD
Un vero peccato, ma capisco cosa provi… ho anche dimenticato Tekken!
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Ah ecco, dovrei applicare anche a lui la category, che ho parlato dei due terrificanti film…
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Grazie per le info!
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E niente:
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🙂 🙂 🙂
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Si comincerebbe anche bene e così si spererebbe di continuare, in effetti, ma la speranza è costretta a calare le brache all’arrivo di Bracus il Sovrano/Combattente supremo che detesta le pistole perché per lui la virilità risiede in un altro tipo di canna che non ha niente a che fare con un’arma da fuoco (e qui non me la sento di dargli torto), la stessa canna che da sovrano gli permette pure di sostenere il ruolo dell’amante zingaro a tempo pieno. Perlomeno non ne fa uso come arma impropria durante i match, altrimenti assisteremmo a degli autentici combattimenti del cazzo… di metafora virile in metafora virile, non è poi così campato per aria vedere i lottatori al suo servizio come “gladiatori” visto che, essendo per l’appunto dei suoi sottoposti, devono per forza avere tutti una spada più corta della sua. Quanto al presentatore, cos’altro avrebbe potuto dire ancora quel poveraccio per esaltare la folla? “Vanno contromano in motorino col battistrada liscio”? “Bucano le gomme da masticare ai bambini”? “Fanno colazione tutte le mattine con uova fresche quando sono ancora dentro la gallina”?
Certo che, a pensarci bene, una certa importanza il ruolo di Walter forse ce l’ha: senza la sua nefasta influenza -capace pure di rendere un mattone più resistente ad ogni suo colpo… e l’amuleto della vecchina, poi, se l’è di sicuro messo su al contrario- i nostri sarebbero rimasti tutti vivi e integri (compreso il parente sboccato dal rutto e vomito facili… ah, probabile che fossero questi, gli effetti speciali), Eric Roberts si sarebbe ricordato dei suoi trascorsi marziali (oltre alla tecnica del Salto della Mensola Felpata) dando manforte a Rhee e destinando quindi Bracus e gladiatori a un rovinosa sconfitta nell’arco di venti-trenta minuti al massimo a partire dai titoli di testa. Ecco, alla fine quella sfiga ostacolante era necessaria, altrimenti tutto filava via talmente rapido e liscio da non garantire più un minutaggio adeguato al film, facendolo diventare un cortometraggio 😀
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ahahaha sei imprescindibile ^_^
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Ahahah, speravo in un tuo intervento che mettesse a fuoco proprio la figura di Walter, sogno realizzato :.-) 🙂 🙂 !
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