Bloodmatch (1991) Cinema marziale d’autore


Il giovane Etrusco diciottenne in quel periodo, nei primissimi anni Novanta, aveva come seconda residenza la grande videoteca di via Tuscolana a Roma, dimora di tante emozioni marziali: la scuola era un inferno, ma la consolazione era che poi dopo l’ultima ora si poteva andare in Paradiso, nella via lì vicino.

E quel giorno il Paradiso sfoggiava un nuovo film, con in locandina una spremuta di attori marziali di rara coattaggine: Bloodmatch (1991).

Dove la coattaggine inizia per Z

La Number One Video lo ha portato nelle nostre videoteche nel 1993 e sono più che sicuro che Italia1 abbia seguito di lì a poco, anche se non sono riuscito a trovarne traccia, mentre la Stormovie (all’epoca della sua prima grafica, però, quindi niente “S” sulla costa!) lo presenta in DVD nel 2005 con il consueto titolo italiano Bloodmatch. L’ultima sfida.

I laici, cioè i non devoti alla religione marziale, credono sia scontato che in Italia un film esca in DVD, perciò non si rendono conto dell’incredibile onore che ha ricevuto questo minuscolo filmetto, ad avere un’edizione DVD nel Paese più ingrato e indifferente al culto marziale.

Applausi per il menu del DVD!

Come abbiamo visto, la storica amicizia fra Michel Qissi e Van Damme si è conclusa proprio quando la stella del belga stava brillando maggiormente, e quindi gli anni Novanta si aprono con Qissi che deve farcela da solo, non avendo però alcuna carta in mano: per anni ha lavorato dietro le quinte non accreditato (o almeno così la racconta lui, intervistato da Scott Adkins nel 2023) ma all’epoca noi malati marziali lo conosciamo solo come comparsa. Quindi non stupisce trovarlo anche qui come comparsa.

L’attore marocchino ha già lavorato con Albert Pyun sin dai tempi di Cyborg (1989), dov’era ufficialmente “allenatore di Mr. Van Damme” ma in realtà (sempre secondo lui) aveva voce in capitolo a tal punto che ha fatto aggiungere scene marziali in un film post-apocalittico che non ne prevedeva. In effetti Pyun probabilmente non aveva capito che era nato un nuovo genere in rapida esplosione, nelle videoteche e in TV, quindi non mi stupirebbe se fosse vero che è stato Qissi ad aprirgli gli occhi, anche quando nel 1991 i due tornano a lavorare insieme a Kickboxer 2, dove Qissi è attore ma anche coreografo dei combattimenti.

Lo stesso anno il nostro marocchino preferito fa una comparsata in questo minuscolo film prodotto da Pyun, ritagliandosi l’ambitissimo ruolo di “tizio che si prende un mare di botte ad inizio vicenda”.

Qissi che ci prende la sveglia nel deserto, nei primi minuti di film

Il prologo nel deserto – ambientazione cara a Pyun – serve a farci capire che il protagonista Brick Bardo (Thom Mathews, uno degli attori feticci del regista) ha una vendetta da attuare ai danni di chi ha incastrato suo fratello.

Torturando Qissi si fa dare i nomi dei quattro che hanno incastrato il fratello e via, parte la vicenda. Tutta al buio!

Un vendicatore… oscurato!

Dopo un assolato prologo sotto il sole battente, la luce si spegne e Pyun crea un film oscuro, fatto solo d’ombre dove al massimo ci sono volti che fuoriescono in parte dall’oscurità, «trafitti da un raggio di sole» (per citare Quasimodo), e appunto è subito sera.

Gli unici raggi morenti di semi-luce Pyun li riserva per Max (Marianne Taylor), la spietata aiutante di Brick…

Il sorriso dolente di un’eroina tragica

… e ovviamente per il suo attore feticcio Vincent Klyn: non è un film di Pyun se non c’è lui!

Se c’è Pyun alla regia, tranquilli che Vincent Klyn è nei paraggi

Finiti questi raggi di sole pallido, inizia l’oscura miseria umana.

Dal buio fuoriescono le vittime, trafitte da un raggio di sole

Quattro personaggi si svegliano nell’oscurità: noi già sappiamo che sono i quattro obiettivi della vendetta di Brick ma loro dovranno capirlo man mano. Non so se Pyun abbia scelto a caso oppure avesse selezionato in maniera oculata gli attori, fatto sta che sono dei “magnifici quattro”.

Da sinistra, nella foto in alto:

  • Thunderwolf, all’epoca controfigura marziale un minimo nota;
  • Hope Marie Carlton, eroina d’azione di serie Z ad honorem dopo Savage Beach (1989)
  • Benny “The Jet” Urquidez, campione del ring passato poi alla coreografia e a volte anche alla recitazione
  • Dale Jacoby, attore marziale noto dell’epoca, molto prolifico in quei primissimi anni Novanta

Sono nomi che oggi non diranno nulla agli spettatori, ma in quel 1993 in cui il giovane Etrusco ha noleggiato il film in videoteca erano tutti volti noti, compagni di viaggio marziale che scaldavano il cuore.

Erano anni semplici, in cui ci si menava in serenità

Utilizzando la magistrale fotografia di George Mooradian, che ha lavorato spesso con Pyun ma mai così bene, il regista tira fuori un “cinema marziale d’autore”, dove la trametta è ridotta all’osso (firmata da un misterioso K. Hannah, che do per scontato essere uno pseudonimo di Pyun stesso) e i combattimenti marziali non sono dei migliori, ma tutto è splendido, fotografato da applauso.

Una delle poche, ma pregne, apparizioni di The Jet

Benny “The Jet” Urquidez è uno dei pochi veri lottatori che abbiano saputo fare bene il passaggio dal ring allo schermo, capendo subito cosa funzionasse in video e cosa no, dettagli che sono sfuggiti a tanti altri suoi colleghi, convinti che bastasse ripetere davanti a una cinepresa le tecniche che tiravano sul ring, sbagliando di grosso.

Qui crea dei puri combattimenti da intrattenimento, falsissimi e agonisticamente ridicoli ma pura ghiottoneria per fan marziali, con tecniche di gamba a iosa e montaggio tipico dell’epoca.

Quando si tira di gamba, lo spettatore è sempre contento

Brick affronta sul ring uno alla volta i quattro ostaggi perché vuole sapere quello che ha avuto l’idea di incastrare suo fratello, screditarlo facendolo finire in disgrazia: tutti e quattro hanno presentato prove false, ma solo uno ha avuto l’idea. Scontro dopo scontro, calcio dopo calcio, Brick strapperà loro la verità.

Nessuno scenderà vivo dal ring, finché la verità non sarà rivelata

Malgrado la trama esile e spesso pencolante – la guerra tra “federazioni di kickboxing” non sembra proprio roba per cui ammazzare! – il risultato è un gioiello, un film nerissimo sia a livello di atmosfera che di luci, una vicenda pesante che peggiora di momento in momento.

Mi piace vedere Bloodmatch come un esponente del grande genere “la caduta del giusto”, dove una vittima reagisce in maniera tale da diventare carnefice, e il colpone di scena finale è degno dei noir d’annata.

Il calcio biondo che fa girare il mondo

Dubito che visto oggi Bloodmatch possa piacere a chi non abbia nel sangue tanta follia marziale, o a chi non abbia vissuto quella magica stagione fra il 1989 e il 1995 (circa), ma lo stesso penso che questo film possa intrigare chi sappia apprezzare una buona fotografia e un’atmosfera nerissima, pesante e spesso asfissiante.

Pyun è stato un maestro a tirare fuori un gioiellino come questo dal niente, visto che palesemente non aveva soldi e quindi ha costruito una storia che prevedesse un’unica ambientazione – non ne sono sicuro, ma non mi stupirebbe che quel ring sia di Benny Urquidez stesso! – quindi una volta ingaggiati sei attori (due carnefici e quattro vittime) il film si è fatto da solo.

Lo consiglio per scoprire le magie che all’epoca erano possibili, persino in campo marziale, grazie a un cinema ancora vivo e vivace: oggi questo sarebbe un filmucolo da piattaforma, dimenticato a una settimana dall’uscita (infatti negli USA è finito nella famigerata e pessima TubiTV). Invece è sempre un filmucolo, ma noi malati marziali lo ricordiamo ancora a trent’anni dall’uscita, e lo portiamo nel cuore.

Qissi ha avuto occhio a partecipare come comparsa, ma sarebbe ora di fare altro, come vedremo la settimana prossima.

L.

– Ultimi film di Albert Pyun:

– Ultimi film con Michel Qissi:

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7 risposte a Bloodmatch (1991) Cinema marziale d’autore

  1. Cassidy ha detto:

    Ricordo ii tempi in cui questo era un nome passato di bocca in bocca con un filo di venerazione, anche perché ci troviamo va i facce come appunto The Jet che hai riassunto alla perfezione, il cinema di Pyun ci ha regalato mazzate e gioie! 😉 Cheers

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  2. loscalzo1979 ha detto:

    Non conoscevo e mi hai incuriosito, recupero

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    “Dubito che visto oggi Bloodmatch possa piacere a chi non abbia nel sangue tanta follia marziale, o a chi non abbia vissuto quella magica stagione fra il 1989 e il 1995″, presente! Parlavi di me??? 🙂

    Gioiellino visto, piaciuto amato e nuovamente valorizzato dal tuo esimio post! Spettacolo! 🙂

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