Lo stile dell’amico Sam Simon di recensire un episodio a settimana di una serie TV mi ha fatto riscoprire un piacere che ormai avevo perduto da molti anni: aspettare sette giorni per ogni singolo episodio di una serie, invece di divorarmeli tutti in rapida sequenza, con il rischio di non ricordare poi nulla. (Mi è successo per esempio con “X-Files”, che ho visto tutto insieme per dimenticarlo un secondo dopo!)
Visto che “Firefly” è una serie semi-inedita in Italia – tutti conoscono solo il film, che odio visceralmente per quanto male fa alla serie – è un’occasione per ricordare quella meravigliosa ondata fanta-seriale di inizio secondo millennio, quando era ancora possibile trovare la “robba bbuona” in TV.
Primo ufficiale Zoë Washburne
«Io e Joss [Whedon] abbiamo parlato molto poco del personaggio, mi ha detto giusto un paio di cose che per me sono di gran valore: è una militare di carriera ed ama suo marito. Dopo è toccato a me aggiungere sostanza al personaggio, carne, cuore e mente: ho adorato avere questo tipo di fiducia.»
A parlare è l’attrice Gina Torres che, nel suo contributo al saggio Firefly – The Official Companion (2006), racconta in pratica di aver creato lei quasi da zero il personaggio. «Era importante che Zoë rimanesse in qualche modo un mistero, che durante ogni episodio venisse rivelato uno strato della sua personalità, così che potesse essere sempre disponibile un elemento di sorpresa o anche di stupore».
«Il suo lavoro è andare d’accordo con tutti ed assicurarsi che le cose vadano via lisce: cioè tutto quello che Mal non sa fare. […] Riguardo al suo particolare girocollo, mi piace pensare sia uno dei lacci degli scarponi che indossava durante la guerra.»
«Ancora oggi mi sento onorata che Joss abbia visto in me qualcosa, quel giorno, e mi abbia dato fiducia nel creare Zoë.»
Nello spazio, nessuno
può sentirti galleggiare
Nel saggio Firefly – The Official Companion (2006) Tim Minear – co-creatore, co-produttore e co-sceneggiatore della serie, in questo caso anche autore unico dell’episodio – racconta che al momento di scrivere questo Bushwhacked (trasmesso originariamente il 27 settembre 2002, poi in Italia il 10 marzo 2006 su Canal Jimmy con il titolo Il sopravvissuto) ancora non era andato in onda il primo episodio della serie, The Train Job, quindi tutto era ancora maledettamente in bilico. Visto che la Fox si dimostrava molto, ma molto dubbiosa sugli elementi western (diciamo pure che li detestava), Minear opta per una vicenda diametralmente opposta: una classica fanta-storia da “relitto spaziale”.
La vicenda si apre con l’equipaggio della Serenity che gioca a una sorta di fanta-basket, il che è davvero curioso. Va bene, l’episodio è scritto e diretto da Tim Minear, ma devo credere che non sapesse come il suo amico e collega Joss Whedon avesse lavorato ad Alien, la clonazione (1997), di cui “Firefly” è la versione televisiva, dove – ma guarda a volte la coincidenza – c’è una scena di basket coi pirati spaziali?
Oppure è una vendetta? Infatti due anni prima (il 23 ottobre 2000) era andato in onda l’episodio 1×04 di “Andromeda” dove un protagonista risvegliato dopo 300 anni gioca a basket con un pirata spaziale nero dai capelli rasta: una roba che grida Alien, la clonazione a pieni polmoni, e così Minear vendica l’amico Whedon.
A un certo punto l’allegria a bordo viene interrotta dal ritrovamento di un relitto spaziale, che teoricamente avrebbe dovuto contenere quattordici famiglie ma da cui non arriva alcun segno di vita.
Saliti a bordo per controllare, la situazione si fa subito tesissima, sia perché aggirarsi in una nave oscura e misteriosa mette sempre quel friccicore addosso, sia perché è chiaro che chiunque ci sia stato… ora sta galleggiando!
Dubito che la scena del palloncino rosso sia una citazione da IT (1986) di Stephen King, anche se mi diverte pensarlo, è più un modo per far capire come sulla nave ci fossero state famiglie con bambini e ora ci sia solo il vuoto totale.
Gli effetti personali dell’equipaggio sono tutti lì, compresi i piatti con il cibo: è come se qualsiasi cosa sia successa… sia stata fulminea.
«Non so perché si siano disturbati a inquadrare del cibo andato a male: ragazzi, era tosta stare su quel set.»
Questo commento di Joss Whedon dal citato saggio lascerebbe pensare che non si sia reso conto della citazione da Aliens (1986) – peraltro, guarda caso, un film uscito lo stesso anno del romanzo IT – è quindi tutto un mio dietrologismo da fan alieno malato?
Accetto quindi l’idea che Whedon non abbia colto i richiami alieni che l’amico e collega Minear ha inserito nell’episodio, perciò è solo una trovata assolutamente originale il fatto che i protagonisti alla fine trovino tutti i coloni… pardon, tutti i passeggeri raccolti in un unico spazio, aggrediti da forze disumane.
E il fatto che l’unico superstite si nasconda nei condotti d’areazione, che Mal si chini e con voce suadente cerchi di convincerlo ad uscire… no, non è Newt, il personaggio di cui Joss aveva appena scritto diverse sceneggiature (rigettate), no, è solo una curiosa coincidenza…
Il relitto non è stato aggredito dagli xenomorfi bensì dai Reavers, i super-nemici della serie, una razza umana che però è stata bandita e da tempo immemore vive talmente ai margini dell’universo da aver dimenticato ogni umanità, diventato belve assetate di sangue. Ma per fortuna la Serenity è intercettata dall’Alleanza, la civiltà… ma siamo sicuri che sia meglio?
Minear, nel citato contributo, ammette di aver voluto scrivere questo episodio per mostrare un po’ la panoramica di tematiche che la serie avrebbe affrontato, così nella prima parte abbiamo il peggio che la galassia possa offrire e nella seconda la legge e l’ordine rappresentato dall’Alleanza: stabilire quale dei due sia peggio sta allo spettatore.
Finire nelle mani dei burocrati dell’Alleanza è un’idea con cui Minear offre allo spettatore un modo per saperne di più sui protagonisti, in quanto vengono sottoposti ad interrogatorio.
«Sto dalla parte che ha perso: non è detto sia la parte sbagliata.»
(capitano Mal)
Noi che abbiamo visto il doppio-pilota sappiamo già tutto, ma Minear si sta rivolgendo a chi ha appena incontrato questi personaggi perciò dal veloce interrogatorio sappiamo qualcosa in più su di loro. Per esempio… Jayne (Adam Baldwin) è un tipo di ben poche parole.
Il “sopravvissuto” non sarà buono e bravo come Newt, bensì un pericolo ambulante come… come… Avete presente Purvis in Alien, la clonazione? Ecco, uguale! Ma ovviamente sono io che sono pazzo e vedo citazioni aliene ovunque. Per esempio è chiaro che i corridoi del relitto non assomiglino per niente a quelli della Nostromo con le grate a terra come “Hadley’s Hope”…
Bando alle mie fissazioni aliene, l’episodio è una ghiotta occasione per fissare la conoscenza con i nostri eroi, anche se possiamo solo scalfirne la superficie, per il momento.
Sono i nostri amichevoli pirati spaziali, un equipaggio variopinto che, come il Mefistofele di Goethe, «eternamente vuole il Male ed eternamente opera il Bene».
L.
– Ultime puntate di “Firefly”:
Non lo so, ci potrebbero essere dei riferimenti ad Alien, ma velati eh, minimi, forse appena accennati 😉 Detto questo la descrizione che viene data dei Reavers li rende spaventosi, il fatto che non si vedano quasi mai poi aiuta, ma ne parleremo anche nelle prossime domeniche. Cheers!
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Infatti è la tecnica regina dell’horror: descrivere ciò che non si vede. Funziona mille volte di più 😛
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Tante citazioni aliene, con una spruzzatina di basket e IT…post ricco di stuzzicanti riferimenti! 🙂
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Ecco perché è una serie consigliata, perché è piena di citazioni giuste 😛
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Ahahah! Si, si, ti sei immaginato tutto, qui di Alien non c’è traccia alcuna!
E BBaldwin è infetto? Come in He X-Files? C’aveva preso gusto! X–D
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Visto che l’attore appare assolutamente identico da vent’anni, non una ruga né un capello bianco, direi che merita davvero un’indagine degli X-Files 😛
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Un Baldwin ben mantenuto! Mandiamo Mulder a investigare… :–D
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“Ma ovviamente sono io che sono pazzo e vedo citazioni aliene ovunque.” No è solo il potere del M.A.C.C che lavora a pieno regime
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Diciamolo pure che questo episodio trasuda “xenomorfità” da ogni singolo fotogramma, per non parlare di quellAlleanza che, in quanto a legge, ordine e civiltà può benissimo competere con una certa Weyland-Yutani 😉 E, a quanto pare, “Alien 4”, una zampatina cestistica l’aveva lasciata pure dalle parti di “Andromeda”… 👍
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Le idee buone viaggiano sempre, e Joss ne ha avute di parecchie buone, anche se non sapremo mai con esattezza quante e quali sono finite nell’Alien 4 che abbiamo visto 😉
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Eh, in quel caso non si può proprio dire che Joss si sia trovato a suo agio, anzi (come ben sappiamo) 😉
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“Mi piacciono quelle alte” dice Johner a Ripley 8 ❤️🏀🎈
Certo che Jayne certe volte è proprio un bastardo, però quando l’ho visto seduto con le braccia conserte senza nessuna intenzione di aprire bocca mi ha fatto fare un risatone 😁
Altra bellissima puntata, veramente tanta roba 😉
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Jayne è un Johner buono, quindi anzi è fin troppo gentiluomo! 😀
In fondo è un realista, dice le cose come stanno e dice le cose che si dovrebbero fare, per questo sembra cattivo ^_^
Comunque sto rinnovando il mio amore per questa serie, con personaggi deliziosi.
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