Mad Max 2 (1981) La Legge di SpongeBob


Solamente un pazzo può confessare nel 2024 di non aver mai visto i primi film di una saga che gode di una sorprendente (e sconfortante) fama: un pazzo… o una Leggenda.

Con l’uscita nelle sale italiane di Furiosa (2024), è il momento che l’Etrusco leggendario salga a bordo della sua Interceptor rombante e cominci sfrecciare per la desertica Victoria australiana del futuro, a caccia di un motivo valido per definire questa saga anche solo vagamente sufficiente. (Allerta spoiler: non ce ne sono!)

Tutti al mondo amano alla follia la saga di Mad Max, tutti si trancerebbero le dita per dimostrare il proprio eterno amore verso questi film: eccovi le recensioni dell’unico essere umano al mondo che trova inutile e fastidiosa questa saga. Perché io sono Leggenda.


La minuscola distribuzione italiana

Mad Max 2 esordisce nelle sale australiane il 24 dicembre 1981 (mi dice IMDb) per arrivare negli Stati Uniti solo nel maggio 1982, ma intanto il 30 marzo è finito sul tavolo della censura italiana, che comincia a prenderlo a schiaffi.

Il 21 maggio 1982 il film riceve sparato un divieto ai minori di 18 anni «per le numerose sequenze violente, brutali e raccapriccianti», ma il distributore (la PIC, cioè Warner Bros) ricorre in appello per scendere almeno ai 14 anni, senza riuscirci. Come nel primo film, bisognerà aspettare Reteitalia per far magicamente scendere il divieto, dopo aver stagliuzzato la pellicola. Infine, dal 1991 ogni divieto scompare.

da “La Stampa” del 26 agosto 1982

La PIC (cioè Warner) lo porta nelle nostre sale dal 26 agosto 1982 con il titolo Interceptor. Il guerriero della strada: i nostri connazionali dell’epoca avranno capito che era un seguito del film omonimo? Di sicuro i giornalisti l’hanno capito, come dimostra “La Stampa” del 27 agosto presentando il film, stupendosi che il cinema australiano abbia un seguito in Italia, specificando che fino a un paio di anni prima era qualcosa di impensabile. (Ma è una opinione o ci sono dei dati per dirlo? Mah…)

«Il nuovo mondo [così il giornalista chiama l’Australia. Nota etrusca.] si è collegato senza mezze misure con Hollywood. Anche Interceptor – Il guerriero della strada, che riprende personaggi e situazioni del precedente Interceptor del ’79, ricalca pari pari il genere western e magari il più recente filone pazzo “on the road”.»

Stando al giornalista, il consueto Piero Perona, il primo film non avrebbe riscosso particolare interesse in Italia, ma essendo più commerciale del compaesano Picnic ad Hanging Rock (1975) ecco che può imporsi meglio nella nostra distribuzione. Non sono riuscito a capire se Perona stesse dicendo che il pubblico si è fatto più di bocca buona quindi preferisce le auto rombanti alle rocce antropomorfe di Weir, se la potente Warner Bros plagia il pubblico italiano con i suoi prodotti o se l’Australia si rivela più intrigante di Hollywood, magari un insieme delle tre o nessuna.

Roberto D’Agostino sul “Radiocorriere TV” (n. 38, 1982) mi spiega che i critici italiani amano stroncare sonoramente i film americani (o comunque i successi stranieri) «con criteri dichiaratamente protezionistici», preferendo – nelle parole del giornalista – Innamorato pazzo o Pierino contro tutti a I predatori dell’arca perduta solo per proteggere la produzione italiana. Quindi le critiche negative ricevute nel nostro Paese dai film di George Miller sono dovute ai critici prevenuti che ce l’hanno con i prodotti popolari, che incassano e quindi piacciono al pubblico? Viene lasciato intuire: perché allora non dirlo chiaramente? Curiosamente quel 1982 chi critica i critici dei Mad Max poi però non parla bene dei film…

Nel 1985 la Warner Home Video lo presenta in VHS con divieto ai minori di 18 anni, poi arriva Reteitalia che taglia scene e abbassa il divieto, così l’11 ottobre 1988 Italia1 può mandarlo in prima serata e in prima visione. Quando ancora il primo film è inedito in TV!

Nell’aprile 1999 la Warner inserisce il titolo nella sua deliziosa collana di DVD snapper, quelli a libretto con la copertina di cartone di cui sono diventato folle collezionista. Dal 2015 il film è raccolto nel cofanetto Mad Max Anthology.


La Legge di Spongebob

Se il film SpongeBob. Fuori dall’acqua (2015) ci ha insegnato qualcosa, è che ci vogliono pochi secondi a finire nella barbarie post-atomica: non serve neanche l’atomica. Basta il furto della ricetta segreta del Krabby Patty.

«Benvenuto nell’Apocalisse, Squid! Spero ti piacciano i vestiti in pelle aderenti»

George Miller sicuramente si è alimentato di cultura popolare dei suoi tempi perciò conosceva benissimo i dettami del genere con cui andava a giocare: in un’epoca dove su grande schermo i temi ecologisti assumevano toni apocalittici – dalla saga del Pianeta delle Scimmie a 2022: i sopravvissuti (1973) – il tema dell’umanità in un’epoca post-apocalittica era ampiamente trattato in lungo e in largo. Pure con mostri animati a passo uno come il mio amato L’ultima odissea (1977).

Non avrei neanche bisogno di citare eroi solitari che si aggirano in auto (chi ha detto 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra, 1971?) o bande di criminali pittoreschi fra cui si aggira un guerriero solitario (chi ha detto Gli avventurieri del pianeta Terra, 1975?); non servirebbe citare le storie di guerre simboliche lottate su variopinte auto rombanti (chi ha detto Anno 2000: la corsa della morte, 1975?) o di scontri all’ultima sgasata con grandi scene di moto acrobatiche (chi ha detto Deathsport. I gladiatori dell’anno 3000, 1978?).

Gli anni Settanta sciabordano di avventure dal sapore western-post-apocalittico a bordo di bolidi rombanti, cosa ci sarebbe di nuovo in questo Mad Max 2?

La risposta salta subito agli occhi: una regia fottutamente scintillante! Lo dico subito: Mad Max 2 l’ho trovato di una nullità abbacinante, ma lo scontro finale a tutta velocità è stato qualcosa di unico, impensabile nei film che ho citato finora.

L’eroe solitario, silenzioso, opaco, sfumato e soprattutto nullafacente

Immagini in libertà ad inizio vicenda lasciano supporre che questo film sia un seguito del precedente, infatti il protagonista Max (Mel Gibson) ha una gamba malandata per il colpo ricevuto da Toecutter, soffre per la perdita della famiglia e ora si consola con un cagnolone.

Ci sta, l’eroe non fa più parte dell’autorità costituita ma si è messo per conto suo a dare la caccia ai teppisti, quello che non torna è il fatto che fra la vicenda del primo film e questa il mondo è totalmente cambiato: Mad Max era ambientato un pochino nel futuro, qui siamo nel post-atomico più spinto, quello cioè che andava più di moda: quello che alterna elementi fantasy con tecnologia moderna.

Ah, quante battute potrei fare su chi reciti meglio, ma mi astengo…

Va be’, ho capito che non devo farmi domande, se il primo film mi ha insegnato qualcosa è che Miller della trama e della sceneggiatura se ne sbatte altamente. Abbiamo dunque Max che continua a fare quello che fa da sempre: il nulla più totale.

Ecco l’eroe impegnato anima e cuore nello stare fermo

Ci ho provato, ho resistito, per la prima ora di film mi sono ripetuto il mantra “Ora arriverà una trama vera, non può essere solo una serie di immagini in movimento”, poi mi sono arreso: se Mad Max almeno riproponeva la stessa storia di Appuntamento con l’assassino (1975), anche se priva di dialoghi e di contenuti, qui non c’è niente: sono solo immagini colorate che passano sullo schermo.

Siamo in un mondo dove non c’è più petrolio né benzina, quindi tutti vanno in auto e in moto, sempre. Ma dove vanno? A cercare benzina. E poi che ci fanno? Fanno il pieno per andare in auto e in moto. Per andare dove? A cercare benzina. E poi che ci fanno? Fanno il pieno per andare in auto e in moto. Per andare dove?… e via così, nell’infinito della follia. Oh, il titolo dice “Mad”, no? È onesto.

Se non altro il titolo è onesto sulla qualità della trama

Mentre Max si impegna anima e corpo a rimanere immobile, tenendo alta la sua bandiera di “eroe nullafacente”, ci sono due gruppi di gente vestita male che estrae petrolio dal deserto: quindi il petrolio è così facile da estrarre? E visto che è così pieno di petrolio, perché non vanno due metri più là ad estrarlo? No, devono stare vicini vicini così possono farsi la guerra.

L’unica cosa buona che deriva da ’sta roba è che ora ho capito certi risvolti di un “Nathan Never” d’annata che mi era molto piaciuto, il numero 14 del luglio 1992: Terra bruciata, che è chiaramente la versione bonelliana di Mad Max 2 solo che Michele Medda lo scrive meglio. Per esempio usando una trama e una sceneggiatura, concetti sconosciuti a George Miller.

Mmmm… quell’autista ha un volto familiare…

Una delle fazioni è vestita di bianco quindi sono i buoni, perché si vede che l’universo di Mad Max si impegna nella profondità dei concetti, invece quelli vestiti di nero e che fanno tante boccacce… indovinate un po’? Sono i cattivi: chi l’avrebbe detto?

«La benzina, sangue della nostra libertà.»

I cattivi hanno una guida morale che si meritano, un filosofo postapocalittico che chiamano Lord Humungus, «eroe delle terre perdute, l’ayatollah di tutti gli ultimi guerrieri» (The Warrior of the Wasteland, the Ayatollah of Rock’n’Roll-ah!, gli ultimi due termini pronunciati per far rima).

Entra in scena il più babbeo dei pittoreschi cattivi del film, con indosso una maschera da hockey così da citare… Ah no, aspetta, Jason indosserà la sua iconica maschera da hockey solamente l’anno successivo, in Venerdì 13 parte III: Week-end di terrore (1982)!

«Will the real Jason Voorhees please stand up?»

Stando ad IMDb Mad Max 2 esce nei cinema americani nel maggio 1982, mentre il terzo Venerdì 13 esce ad agosto: il tempo è risicato, ma forse Jason sta davvero citando Lord Humungus! In fondo aveva appena ricopiato Mario Bava, si vede che Steve Miner era uno attento alle idee che giravano.

Intanto, a Crystal Lake, a qualcuno fischiano le orecchie…

Il resto l’ho trovato disarmante, una non-trama veicolata da una non-sceneggiatura che va dappertutto per non giungere mai a niente: sembra una parodia ma dove non si ride mai. Ho dovuto concentrami fortemente per scacciare via le mille domande che mi affollavano la mente durante la visione, tutte prive di risposta.

Perché hanno la tecnologia per distillare la benzina dal petrolio ma non per cucirsi dei vestiti veri? Dove trovano i pezzi di ricambio per le tante auto, moto e furgoni? Perché la donna guerriera è stata doppiata da un uomo che fa la voce femminile? Perché continuo a farmi domande su un film che chiaramente non ha alcun senso? Per fortuna dopo più di un’ora di agonia arriva la parte bella. La fine.

Ohhh, arriviamo al succo del film!

L’inseguimento finale, narrativamente puro nulla avvolto da niente – ma perché i buoni vogliono andare al mare per sentirsi liberi? Liberi da cosa? E liberi come? E una volta finita la benzina che si portano dietro, che fanno? Ne distillano di nuova dall’acqua salina? – è così appassionante che finalmente ho trovato un elemento interessante della saga, meritevole di essere visto.

Non ero emotivamente coinvolto in alcun modo, nessun personaggio ha fatto nulla per risvegliarmi dal sonno quindi non parteggiavo per nessuno, ma è una scena talmente potente a livello visivo che ha un fascino innegabile.

E la famiglia Toretto… muta!

Non solo ho capito da dove arrivano le parti migliori dei primi Fast and Furious, ma mi spiego anche la parte finale di Doomsday (2008) del mio odiato Neil Marshall, dove Rhona Mitra è una Mad Max decisamente più intrigante. Quell’inseguimento finale è l’unica scena che mi sia piaciuta del film, e ora mi spiego anche perché.

Anche a bordo di una Bentley Continental GT si può fare Mad Max!

Può una sola scena giustificare un intero film? A quanto pare sì, anche se non per me, ma tanto io non faccio testo: questa roba è venerata dal mondo intero quindi chiaramente è a me che manca qualche cromosoma per riuscire anche solo a concepirne l’esistenza.

Le immagini in azione sono splendide: ci fosse anche una sceneggiatura sarebbe bellissimo!

Il film si chiude con un tentativo di mythology che credo non sia andato a buon fine, visto che teoricamente Max dovrebbe uscire di scena per lasciare spazio ad altri personaggi, ma con il crescente successo di Gibson era chiaro che così non poteva essere, come vedremo la settimana prossima.

L.

P.S.
Per una recensione positiva vi mando da Mad Cassidy e Mad Simon!

– La saga di Mad Lux:

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27 risposte a Mad Max 2 (1981) La Legge di SpongeBob

  1. Cassidy ha detto:

    Se anche tu, in quanto Mad Lux, hai riconosciuto la forza di quel finale, mi basta, anche perché dopo l’assalto alla diligenza di John Ford, c’è solo Miller con questa incredibile sequenza. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Una scena maestosa e coinvolgente, non si discute, che per il 1981 era davvero tanta roba: nessuno dei fanta-western-atomici (o varie sfumature simili) dell’epoca poteva contare su una visione così potente e dinamica. Mi sa che si dovrà aspettare la saga dei Toretto per avere di nuovo su schermo lunghe scene costruite interamente su veicoli in corsa.

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  2. Fabio ha detto:

    Giustamente a Miller piace portare in scena gli inseguimenti rombanti su strada,altrimenti non mi spiego questo ipotetico medioevo post-atomico,nel qui intro viene specificato l’estinzione dei carburanti è la cessata funzione di tutti i macchinari su qui l’umanità faceva affidamento…..in realtà si vedono mezzi ovunque,insomma è uno di quei casi “prendere o lasciare”,chiaramente a George questi dettagli non interessavano,il fatto che sia sempre ambientato nel deserto rende anche difficile fare un effettivo confronto con l’estinta civiltà,insomma qualche scheletro di antiche città abbandonate,ma solo strade è dune desertiche. Nei film successivi è con l’aumento dei budget,le contraddizzioni di questo post-apocalittico mondo teoricamente senza senza tecnologia aumenteranno sensibilmente,specialmente con gli ultimi film,compreso “FURIOSA” che ho già visto!. PS-Come tutti penso,pure io ho notato una comparsata di Jason in questo film,ma molto più loquace,è di certo se i buoni vestono in bianco,i cattivi adorano il fetish è il sadomaso(mi devo ancora riprendere a distanza di anni da Vernon Wells,urlatore seriale e con le chiappe scoperte!),olre ad avere chiaramente scorte abbondanti di lacca spray e tinta per capelli eh eh!.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ il deserto più riccamente popolato mai visto, quello di Mad Max 2 😀
      Nel primo aveva ancora ancora un senso, era ambientato nell’immediato futuro di una cittadina sperduta nella desertica Victoria, versione australiana della Frontiera con tanto di banditi e pistoleri solitari: qui ambientarlo a forza di un impossibile futuro post-atomico fa saltare tutto. Ma è chiaro che Miller non bada né alle trame né alle sceneggiature 😛

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  3. Madame Verdurin ha detto:

    Paragonando Mad Max a Spongebob mi hai fatto morire! Non ho visto nessuno dei classici della saga (di Mad Max, di Spongebob invece li ho visti tutti ovviamente!), solamente Fury Road, che per la verità mi è piaciuto molto.

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  4. loscalzo1979 ha detto:

    Ti stai calando nel Maxverse un quarto di miglio alla volta

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  5. Vasquez ha detto:

    Quello di Mad Max non è solo il futuro di un mondo post apocalittico, è “un mondo che è andato avanti”, dove si usa la tecnologia che ancora funziona ma si sono perse le conoscenze per farne di nuova.
    Mi dimentico sempre che tu non hai letto La Torre Nera quindi c’è un buco dove dovrebbe esserci questa conoscenza 😛
    Non è che ci sono due gruppi di gente vestita male che estrae petrolio, ma due gruppi di gente (vestita male, ok) che utilizza gli ultimi due pozzi funzionanti, un gruppo lo fa per continuare a cazzeggiare, l’altro gruppo lo fa per sfuggirgli, verso il mare, forse. O forse il mare è una metafora per la Terra Promessa. E Max qui non è che non fa niente, dai…
    Comunque sei terribile 😆 e vorrei azzardare una previsione: secondo me il terzo ti piace 🫢

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il terzo è l’unico che credo di aver visto abbastanza per intero, nei primissimi anni Novanta, quando Tele+1 trasmise la trilogia completa, e non ricordo altro se non una delusione rispetto all’enorme spinta mediatica: dubito fortemente che rivisto oggi possa piacermi, ma magari invece mi sorprenderà 😛

      Anche ammettendo che la Torre Nera (peraltro uscito nel 1982 quindi chissà, magari scritto davvero insieme al film!) attinga allo stesso immaginario, lo stesso Miller dovrebbe sforzarsi un attimo di spiegare il suo mondo, SE (e ripeto SE) c’è davvero una spiegazione, quando invece sia il precedente film che questo lasciano fortemente sospettare che non era la storia ciò che interessava l’autore.
      Io non conosco Victoria o l’Australia in generale: è ricca di pozzi di petrolio che i post-umani hanno qui requisito? Sicuramente il pubblico australiano lo sapeva, io no, quindi sono autorizzato a pensare che invece sia un’invenzione filmica, in mancanza di altre informazioni. 😛

      Come detto, mi manca il cromosoma per capire questi film, il problema è sicuramente mio visto che sono in fortissima minoranza, ma di sicuro Miller non fa nulla per aiutarmi 😛

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      • Vasquez ha detto:

        Ma Miller te lo dice! All’inizio, quando racconta delle guerre e dell’umanità piombata nella barbarie e addirittura costretta al cannibalismo, il resto è una logica conseguenza (l’utilizzo della tecnologia rimasta, l’abbarbicarsi in delle specie di città-fortezze per difendere quel poco che si ha). Forse non te lo spiattella a chiare lettere, però è tutto lì. Poi posso anche capire che sia un tipo di mondo che non piaccia, per carità, ma non credo sia questione di sapere che in Austrialia ci fossero o meno i pozzi di petrolio, anche se sono d’accordo con te sul fatto che a Miller la storia interessi relativamente.

        Però scherzavo riguardo al buco di conoscenza sulla Torre Nera 😅, e semmai è King che ha attinto da Mad Max (come un miliardo di altri), perché secondo me il titolo che gli si rifà di più è “Terre desolate” che è del ’92, ben oltre il terzo capitolo, da cui zio Stevie ha preso anche quelli che nel suo libro sono diventati i Grigi e i Pube.

        Comunque, basta! Smetto di cercare di convincerti e faccio come Cassidy, accontentandomi di sapere che almeno hai apprezzato la sequenza finale 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Quelle quattro parolette iniziali di Miller non le ho trovate molto “spieganti”, ma è chiaro che tutto è votato a creare le premesse della grande scena finale, che vale l’intero film: tutto quello che viene prima mi sembra solo un riempitivo. A questo punto preferisco un King che invece si sforza di trovare una narrativa più coerente: non escluderei che già la prima Torre Nera sia nata in quel grande calderone post-apocalittico che era l’epoca.
        Per esempio ne “L’ombra dello Scorpione” (1978) – vado a memoria – i protagonisti a un certo punto vanno in moto: a naso ricordo che la trovata è spiegata molto bene e durante la lettura mai mi è venuto in mente di mettere in discussione la trovata. Non perché fosse King (sono sempre stato un apostata) ma proprio perché tutto era spiegato bene.
        In Mad Max non mi sembra ci sia la stessa attenzione ai particolari, quindi durante la visione ho avuto la testa piena di domande per ogni singola scena: giuro che ho cercato di scacciarle via, ma non se ne andavano! 😀

        Comunque mi sembra chiaro che sono un irrecuperabile: considera questi post come la perversione di un “diverso” ^_^

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      • Vasquez ha detto:

        Ti consiglio allora vivamente di continuare a ignorare la Torre Nera, perché specie in quei primi capitoli la coerenza non la fa certo da padrona (neanche all’interno di uno stesso romanzo), anche se so che dopo la conclusione della saga zio Stevie ha proceduto a una revisione totale, aggiungendo, correggendo e limando, in modo da raccordare tutto quello che andava raccordato. Ma io la saga l’ho amata non per la sua coerenza, quindi mi tengo le mie copie non revisionate 😛

        Penso e spero di prendere questi post per quello che sono: degli articoli dove dici che non ti piace Mad Max e spieghi perché, la qual cosa mi sembra più che legittima. E anzi spero perdonerai le mie ingerenze, ma speravo avvenisse l’illuminazione, non so neanch’io perché 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Magari col terzo o il quarto verrò colto sulla via di Damasco, ma per ora non ci riesco proprio 😛

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  6. Lorenzo ha detto:

    L’ho visto una volta sola una decina d’anni fa, me lo ricordo abbastanza bello, soprattutto per la potenza visiva (e i film che citi secondo me sono diversi dall’immaginario di Mad Max): la cosa che non mi convinceva molto era quel nonsense vagamente messianico e piuttosto fastidioso.
    Da questo punto di vista preferivo le imitazioni italiane (“I nuovi barbari” scritto sulla locandina sarà stata l’ispirazione per dare il titolo all’omonimo film?), che non avevano pretesa alcuna di essere film d’autore.

    Comunque sono d’accordo con Vasquez, forse ti è scappato qualche particolare, ma ormai ho capito che ben prima di premere play avevi già indossato la mantellina da Leggenda 😀

    Infine, la scena dell’inseguimento è stata ripresa (ovviamente in peggio) nel finale di “Rage – Fuoco incrociato” 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Se avessi indossato quella mantellina non avrei trovato spettacolare la scena finale: se avessi voluto parlare male a tutti i costi del film non l’avrei manco visto, perché sottopormi a questa tortura? 😀
      Quel poco del film che ho visto da ragazzo non mi era piaciuto quindi certo partivo prevenuto, ma non ho interesse a “mantenere il punto”, semmai il contrario: io vorrei far parte del Mad Max Fan Club, così da avere tanti amici, ma proprio non ci riesco 😛

      Curiosamente da ragazzo mi era molto piaciuta la versione bonelliana di quel Nathan Never, quindi non è il tema che non mi piace, ma com’è trattato 😀

      Anch’io penso che le versioni italiane dei “nuovi barbari” non avessero alcuna ambizione messianica che invece si avverte qui, forse perché da noi quel tipo di cinema è sempre stato più commerciale e meno “elevativa” ^_^

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  7. Giuseppe ha detto:

    Guarda, sono quasi disposto a perdonarti tutto solo per l’avermi citato il numero doppio “Terra bruciata”, che mi ha riportato in quei primissimi anni del Musone dove io provavo ad indovinare i vari omaggi sparsi (e ci riuscivo) senza mai dover ricorrere all’aiuto dei redazionali 🤓 Se poi qui aguzzi bene la vista, in questo secondo capitolo ci puoi trovare pure in po’ di “Farscape”, visto che nel cast c’è una giovanissima Virginia Hey… 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Quei primi anni, il Musone era tanta roba, contavo i giorni che mancano all’uscita successiva e i numeri doppi mi facevano soffrire, perché avrei dovuto aspettare due mesi. “Terra bruciata” lo ricordo con grandissimo piacere, non ho colto i rimandi madmaxiani ma di sicuro la voglia degli autori di rubare da tutto il fantastico la trovavo deliziosa.
      Al volo non ricordo se è venuto prima o dopo, ma capisci che con il doppio numero “Operazione Drago” il Musone di quel periodo mi ha conquistato con tutte le scarpe, e lo porterò sempre nel cuore 😛

      A forza di vederla pittata di blu non avrei mai riconosciuto la Hey al naturale ^_^

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      • Giuseppe ha detto:

        “Operazione Drago” è venuto prima (ricordo ancora lo sfidante Joe Sardus, chiaro auto-omaggio alle origini dei suoi tre creatori): qualche anno dopo ci sarebbe stato il seguito, nei numeri 58-59 (“La vendetta del Drago” e “Il torneo finale”, con più di qualche riferimento ad hoc nei confronti del girato di Bruce Lee per “L’ultimo combattimento di Chen”) 😉

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  8. Willy l'Orbo ha detto:

    Molto interessante l’anticipazione della maschera di Jason! Per il resto, condividendo lo status leggendario di non appassionato della saga, mi sollazza leggere i tuoi post taglienti e mi consola il non essere l’unico sulla faccia della terra a pensare ciò! 🙂

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  9. Anonimo ha detto:

    Zio Portillo

    Dio solo sa quante volte da ragazzino l’ho visto nei canali regionali sto film… Lo davano a ripetizione, almeno una volta al mese. A sto punto, leggendo la storia produttiva e le uscite, mi sa che lo trasmettevano di straforo. Ovviamente non sapevo nulla di nulla di tutti i titoli che citi come pre-Mad Max e che molto probabilmente hanno ispirato Miller (o comunque sono venuti prima). Per me questo era Kenshiro con attori veri. O meglio, era ambientato nel medesimo mondo e tanto mi bastava facendomi uscire di testa.
    Come scritto sotto al primo, di quello mi è rimasto impresso il finale con la sega, la caviglia e il paraurti. Di questo tutta l’ambientazione post-apocalittica, gli spallacci, le maschere, i muscoli, i pazzi furiosi raggruppati in bande,… Dai, ad un ragazzino delle elementari sta roba gli si imprime nella corteccia cerebrale. Marchiata a fuoco.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Allora forse io sono partito male perché quando la trilogia è arrivata su Tele+1 e l’ho intravista avrò avuto sui 20 anni quindi decisamente meno ricettivo rispetto a quando andavo alle elementari 😛

      Su Mad Max che andava di continui sulle TV locali non trovo altra soluzione che una trasmissione pirata.
      Considera che “I 3 dell’Operazione Drago”, il film più famoso di Lee in tutto il mondo, è semi-ignoto in Italia perché è l’unico dei suoi film distribuito da Warner Bros, cioè NON distribuito: dopo anni in sala, i passaggi in TV sono gocce nel mare, rispetto alle tante repliche dei celebri tre film di Lee che vengono via a due spicci.
      Oggi Warner i film con Gibson e Eastwood li fa replicare su Mediaset dieci volte al giorno, ma solo quelli: il 90% del suo catalogo in italiano è roba da collezionisti!
      I passaggi ufficiali di Mad Max nei Novanta sono davvero pochini, più facile che nell’epoca gloriosa delle TV locali molti lo trasmettessero senza stare ad avvertire la Warner 😛

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