Fit to Kill (1993) Hawaii squadra speciale 2


Come raccontato, quella magica estate del 1995 Italia1 per tre giovedì – 10, 17 e 24 agosto – manda in onda tre film ignoti di Andy Sidaris ribattezzandoli Hawaii squadra speciale I, II e III: come identificare con precisione e sicurezza i tre titoli in questione, se i dati riportati dai giornali dell’epoca sono sparati a casaccio, gli anni sono messi a fantasia, le tramette pura invenzione? Come fare per identificare questi tre film?

Non esiste dunque alcuna certezza che questo Fit to Kill, uscito in patria nel 1993 (mi dice IMDb), sia l’Hawaii squadra speciale 2 indicato da qualche solerte fan su IMDb.

Inedito in Italia in qualsiasi altra forma, dobbiamo solo credere per fede che sia apparso in italiano sui nostri schermi quell’estate del 1995.

Il film che da noi è edito e inedito allo stesso tempo

Arrivati all’ottavo film di questo folle universo narrativo (che di narrativo non ha proprio nulla), è chiaro che la follia sia massima ma quel che stupisce è che i soldi continuino ad essere tanti: la Malibu Bay Films si occupa quasi solo di questi filmettini hawaiiani ma al contrario delle altre piccole case… ingaggia attori a secchiate!

Ciò che subito contraddistingue questo Fit to Kill è che per la prima volta non abbiamo un 70% di vicenda affidato a velivoli che sorvolano località turistiche né a moto che sgommano su e giù per praterie: entrambe queste firme di Sidaris ci sono, sì… ma in versione miniaturizzata! L’autore deve aver fatto qualche contratto con industrie di giocattoli e riempie questo film di modellini.

Venghino siòri, abbiamo le moto giocattolo!

Gli sponsor di Sidaris sono sempre chiari, infatti vediamo dei tizi provare delle armi, una scena totalmente inutile ma il venditore d’armi ringrazia. Modellini, armi, localini notturni e attività varie ben inquadrate, Sidaris è un professionista della marchetta, ma non dimentica cosa gli paga le bollette, perciò vai con le donnine a contorcersi in acqua!

Le nostre eroine passano la vita in acqua: saranno anfibie?

Le nostre agenti speciali hawaiiane Donna Hamilton (Dona Speir) e Nicole Justin (Roberta Vasquez) non riescono a stare vestite per più di pochi minuti, dev’essere un’allergia ai tessuti, ma giustamente possono guardare dall’alto in basso le loro “colleghe di videoteca”: ormai in questi primi anni Novanta è pieno di videocassette di genere con donnine procaci che portano in giro le grazie, ma Dona e Nicole lo facevano già dagli anni Ottanta!

Di nuovo Sidaris è stato un precursore, anche se sicuramente non l’ha capito: se nella seconda metà degli Ottanta era un “corpo estraneo” che fondeva più generi a casaccio, ora è un maestro di pensiero: la fusione di generi con poppe al vento è ormai la regola, con il nuovo decennio. Che sia fantascienza (Beach Babies, 1993, che anticipa Species del ’95), che sia un noir (Pam XXX, 1994) o un filmaccio marziale (Angel Fist, 1993), potete scommetterci che la “quota poppe al vento” sarà gestita a dovere.

Chissà, forse proprio per questo Sidaris ha ridotto la sua, di quota, smettendo il nudismo gratuito: così come ha smesso di mostrare donne armate quando è diventato di moda, ora riduce sensibilmente le donnine nude forse proprio perché lo fanno tutti i suoi colleghi degli scaffali più bui delle videoteche. Ora punta tutto sui modellini telecomandati…

Povere Donna e Nicole: da eroine armate a veline di giocattoli telecomandati

Torna David Avallone, figlio d’arte di un professionista del pulp d’azione, e stavolta non può essere un caso: do per scontato che il giovane autore abbia mandato da Sidaris di sparare le bojate più bojate che gli vengano in mente. Questa è una gara al ribasso alla Z più spernacchiona, e la parola d’ordine è “Se lo spettatore non si butta per terra durante la visione, non è un buon lavoro”.

Tutti gli agenti delle Hawaii vengono convocati per una riunione segretissima dove si parlerà di temi scottanti: dove la facciamo questa riunione? Sidaris e Avallone si guardano, e con uno «’sticazzi» nel cuore creano la scena più genialmente folle del Sidaris-verse. Una riunione di agenti segreti… in una vasca idromassaggio! E due di loro stanno pure coi piedi a mollo, non essendoci altro spazio dove sedersi.

La riunione di agenti speciali più folle dell’universo!

Passando in rassegna l’ufficio di collocamento alla sezione “Volti noti asiatici”, Sidaris ingaggia Aki Aleong che era fra i pochi attori asiatici noti all’epoca che ancora non aveva portato in video. Gli fa fare Chang, un riccone che sta per esporre il preziosissimo Diamante Alexa, che se gli parli ti risponde! (Scusate, non ho resistito…)

Vai Aki Aleong, che mancavi solo tu in questa saga!

Per spiegarci l’importanza del diamante, ci viene detto che è stato rubato dai nazisti che lo volevano regalare a Hitler, e per questa stupidata partono dei filmati d’epoca, rubati a chissà quale documentario, e poi ci sono pure gli attori vestiti da nazisti che ricreano l’evento: in questo film ci sono tipo mille attori, ma quanti soldi ha speso Sidaris? Va bene che è tutta gente raccolta per strada, sicuramente non ha dato loro più del minimo sindacale, ma comunque parliamo di inquadrature sempre sciabordanti di gente.

Dona e Nicole sono incaricate di proteggere il diamante Alexa, che sarà esposto guarda caso proprio nella loro isoletta, ma non sanno che un gruppo di cattivi è già all’opera per rubarlo. E sono cattivi che passano in tempo in pose plastiche, quindi sono ancora più cattivi.

Vi giuro che questi rimangono un minuto così, fermi immobili!

Il diamante viene rubato e tutti i nostri eroici agenti hawaiiani si mettono a lavoro, il che significa che stanno fermi in pose plastiche a favore di obiettivo, rimanendo svestiti il più possibile: è così che si lavora alle Hawaii.

Ma quindi si sta in bikini pure in ufficio?

Sidaris può aver tolto il nudo gratuito dal suo universo, ma non i suoi tre capisaldi: donnine procaci in costume, armi e battutine allusive da scuola elementare. Tutto simboleggiato in maniera impeccabile dalla scena qui sotto, che andrebbe usata come simbolo dell’intero Sidaris-verse.

Lui guarda la ragazza mezza nuda e… si strofina la canna. Ah, questa è davvero sottile!

Da segnalare la cattiva speciale di questo film, Blu Steele, interpretata da Julie Strain, che ci ha lasciati nel 2021. Definirla un’attrice temo sia esagerato, è una caratterista forte di petto e dall’atteggiamento da dominatrice che farà sempre solo piccoli ruoli. (Poco prima di questo film si è nascosta sotto il pesante trucco mostruoso di Unnamable 2).

Visto che Julie nel 1995 è apparsa su una copertina della collana nostrana “Segretissimo”, per un romanzo del compianto Stefano Di Marino, ed entrambi – autore e modella di copertina – ci hanno lasciati nel 2021 a pochi mesi di distanza, mi pare chiaro che il MACC mi stia lanciando segnali per un ciclo zinefilo su questa attrice…

Sento un ciclo zinefilo che sta prendendo forma…

Le scene d’azione sono sempre più raffazzonate, roba buttata via senza alcuna cura, al massimo tanti spari e tante esplosioni, per il resto nessuno fa gran che: ormai Sidaris va con il pilota automatico, forse perché sa che questi filmetti si vendono da soli, non serve starsi troppo a impegnare.

Con il solito scontro armato nelle frasche hawaiiane si chiude anche questo episodio del Sidaris-verse, con l’autore soddisfatto per aver piazzato prodotti, pubblicizzato attività, fatto battutine allusive e mostrato curve femminili a non finire. Un’altra operazione ben fatta. Appuntamento alla prossima stagione: stessa spiaggia, stesso mare, stessa formula.

L.

P.S.
Il film lo trovate completo su YouTube, in ottima qualità ma solo in lingua inglese.

– Il Sidaris-verse:

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9 risposte a Fit to Kill (1993) Hawaii squadra speciale 2

  1. Cassidy ha detto:

    Guarda caso i giocattoli cosa sono? Elicotteri in miniatura. Continuo a vedere legami tra Sidaris e il suo figlio illegittimo Michael Bay 😉 Per il resto, metto su i pop corn in attesa del ciclo su Julia Strain, in cui la parola chiave è “Pop”. Cheers!

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Una riunione di agenti segreti in una vasca idromassaggio, i modellini, tutto l’armamentario del Sidaris-verse, la citazione di una mia recensione…solito, inimitabile, giovedì da applausi Z! 🙂

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  3. loscalzo1979 ha detto:

    Sidaris abbraccia il metodo Boris: “non lo famo, ma lo dimo”

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  4. Giuseppe ha detto:

    Chiaramente qui Sidaris stava tentando un passaggio rischiosissimo agli occhi del suo affezionato pubblico: quello dalle modelle ai modellini, ma poi deve aver pensato che c’era ancora tempo per rovinarsi ulteriormente la carriera e allora ha deciso di continuare con il suo, di “modellismo” (ragazze, appunto, non giocattoli) 😛 E che dire dei cattivi? Be’, non so voi ma a me quattro tipi/tipe che stanno fermi, immobili a guardarti per un minuto in pose minacciosamente plastiche fanno molta paura (“Perché non si muovono? Perché non parlano? Che vogliono da me? Cosa hanno intenzione di farmi?”)… 😀

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahaha quindi è tutta una sottilissima mossa psicologica per confondere e atterrire i nemici? In effetti se uno si sente fissato in maniera insistente si agita, quindi Sidaris si dimostra più abile di Sun Tzu ^_^
      E sì, questo film dimostra che l’autore dalle modelle è passato ai modellini, vedremo come andrà avanti nel suo universo.

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  5. Pingback: Day of the Warrior (1996) Viale del tramonto (pieno di poppe) | Il Zinefilo

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