Venerdì 13: la serie (1987) 17 – La sedia elettrica


Continuiamo a parlare della serie TV “Friday the 13th: The Series“, quella senza Jason.

Purtroppo continuiamo alla cieca: in quelle notti d’estate del 1996 Italia1 probabilmente ha mandato in onda almeno le prime due stagioni complete di questa serie, ma i quotidiani dell’epoca non riportano i titoli degli episodi.


Episodio 1×17
?
(The Electrocutioner)

Andato in onda il 18 aprile 1988 (sbaglio o in patria si sono diradate nel tempo queste trasmissioni?), l’episodio è diretto da Rob Hedden e qui tocca aprire una parentesi.

Il regista ucciso da Jason

Negli anni Ottanta Rob Hedden scriveva felice per serie come come “Alfred Hitchcock Presents” e “MacGyver”, poi è stato ucciso da Jason: Barbara Sachs e Frank Mancuso jr. (produttori della Paramount) un giorno gli sono arrivati alle spalle e gli hanno piazzato una proposta che non poteva rifiutare. «Saresti interessato a scrivere e dirigere il prossimo film di Venerdì 13?» Nessuno dovrebbe mai ricevere una simile proposta…

Hadden si ritrova così a scrivere e dirigere Venerdì 13 – Incubo a Manhattan (1989). Intervistato da Steve Newton per “Gorezone” n. 10 (novembre 1989), Hedden racconta di aver fatto questo ragionamento ai produttori della Paramount:

«Guardate, credo che abbiate fatto un insieme di film in cui Jason si aggira nei boschi del campo estivo, cercando adolescenti per ucciderli. Magari potremmo fare qualcosa di differente.»

Che genio, si vede proprio che è la mente eccelsa di cui la saga aveva bisogno. I produttori lo fanno parlare, è il loro mestiere assecondare i pazzi, così Hedden propone le sue due idee:

  1. Jason sale su una nave da crociera piena di adolescenti e parte una trama alla Alien, con tutti intrappolati in uno spazio ristretto.
  2. Jason va a New York, a cercare vittime a Time Square.

I produttori lo guardano come si guarda qualcuno con la scolapasta in testa, e poi esultano: «Be’, perché non le facciamo entrambi nello stesso film?» Mi sa che gli scolapasta in testa ce li avevano i produttori…

«Hot Town, stabbin’ in the city» (semi-cit.)

Con l’ottavo Jason in pratica si chiude la carriera dell’esordiente Hedder, da allora rimasto ad aggirarsi in piccoli prodotti televisivi. Però ha fatto in tempo a sceneggiare The Condemned (2007), film dove l’unica cosa sbagliata è la sceneggiatura.

Ecco dove finisce chi si impantana con Jason

L’oggetto infestato della settimana – scritto e diretto da Hedder prima di portare Jason a Manhattan – è una sedia elettrica (electric chair), venduta da zio Vendredi a un certo dottor Christian Lindheim.

«Venne installata nel 1937 e fu impiegata in 19 esecuzioni, 18 con esito positivo. Nel 1978 un uomo di nome Eli Pittman era stato condannato per aver ucciso una ragazza, la sedia ebbe una certa notorietà dopo che Pittman sopravvisse all’esecuzione. La sedia non venne più usata dopo l’incidente, poi fu venduta ad un collezionista.»

Così ci spiega i direttore del penitenziario federale di Evanclaw, dove un prologo ci ha mostrato la dolorosa sopravvivenza di Pittman (Angelo Rizacos), che poi risultò innocente e fece un lungo recupero in un istituto psichiatrico. Oggi, con il nome di Lindheim, lo trovate a fare il dentista… con i pazienti accomodati sulla sedia elettrica!

Dal dentista io mi sento sempre come su una sedia elettrica

Ora, io soffro fisicamente anche solo al pensiero del dentista, non so se definirla una fobia visto che mi tocca andarci comunque e non faccio scenate, ma lo studio dentistico rimane un’immagine orrorifica per me: aggiungiamoci una sedia elettrica e tutto è amplificato.

Comunque Pittman/Lindheim nella sua fredda determinazione nel punire chi anni prima gli ha inflitto la sedia elettrica, sembra usare lo strumento anche per assimilare la forza vitale delle sue vittime. Infatti la corrente della sedia sembra polverizzare le persone, poi il dottore si siede e – pare di capire – si ciuccia la linfa vitale. Ma tanto niente è spiegato, come al solito.

Poi però il nostro Ryan capisce che Pittman è un «accumulatore» di energia che poi usa per uccidere i suoi ex carcerieri.

Scene in libertà, senza spiegazione

Anticipando il suo lavoro raffazzonato sul film con Jason, Hedder qui mostra tutta la sua vaga vacuità di sceneggiatore, mostrando robe a caso senza alcuna spiegazione, con una sedia elettrica che non si capisce se sia posseduta o a esser posseduto è l’uomo che la usa per vendicarsi, visto che l’elettricità è dentro di lui. O la prende dalla sedia? Tante domande rimaste nell’aria insieme alle ambizioni cinematografiche di Hedder.

Per fortuna a salvarci dall’elettro-confusione arriva la nostra Robey, i cui capelli maledetti sono stavolta acconciati come Gossamer dei Looney Tunes: vedere per credere!

Il parrucchiere di Robey stavolta si è dato al citazionismo spinto

Anche stavolta nulla è spiegato e tutto avviene per caso, ma perlomeno non è un episodio fastidioso come troppo spesso capita, in questa serie.

Mi rimane però un dubbio amletico: per caso i nostrano Diego Cajelli ricordava questo episodio, visto magari quel lontano ’96, quando ha scritto l’albo di “Dylan Dog” dal titolo Cavalcando il fulmine (n. 433, settembre 2022)? Perché il collezionista che compra una vera sedia elettrica usata per sfruttarne i misteriosi poteri veicolati dall’elettricità mi mettono in sospetto, anche se poi alla fin fine non c’è poi molto da inventarsi sul tema, quindi può essere benissimo una divertente coincidenza.

Un collezionista di sedie elettriche disegnato da Corrado Roi

L.

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17 risposte a Venerdì 13: la serie (1987) 17 – La sedia elettrica

  1. Cassidy ha detto:

    Forse il nuovo Scream farà rivalutare la gita in città di Jason? Non so, in ogni caso per il povero Hedden credo sia ormai tardi. Sul parrucchiere amante dei Looney Tunes ho riso molto (storia vera). Cheers!

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Solito post godurioso, tra possibili coincidenze, somiglianze, citazioni (graditissima quella di The condemned), sedie elettriche, scene in libertà senza spiegazione (mi ha fatto morire dal ridere)…applausi! 🙂

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  3. Vasquez ha detto:

    Ma che razza di puntata tutta strampalata! Penso che l’idea che una sedia elettrica possa essere trasformata nella poltrona di un dentista ti può venire solo se vai in giro con tutta una batteria di scolapasta in testa. E ai pazienti non viene il minimo sospetto che ci sia qualcosa di strano in una sedia da dentista con scolapasta incorporato!
    E anche in questo episodio c’è stata una scena in cui sono caduta per terra dal ridere: la prima volta che fanno vedere il dentista sulla sedia che si accinge ad assorbire la corrente ed esclama: “Energia!” manco stesse ordinando il teletrasporto al capo O’Brian 😆 Le citazioni, quelle imbarazzanti.
    Non lo sapevo che quel personaggio dei Looney Toons si chiamasse Gossamer, ma direi che quei capelli possono venire solo da lì😀

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  4. Austin Dove ha detto:

    ah quindi l’idea di NY era sua
    ti dirò, io di vedere quel film un po’ curioso lo sono pure

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  5. Giuseppe ha detto:

    Quella coincidenza “cajelliana” è venuta in mente pure a me, ma guarda un po’ che coincidenza 😉
    Per il resto, se ripenso a quel “Venerdì 13 – Incubo a Manhattan” allora addirittura quest’episodio finisce per brillare di luce (elettrica, che siamo in tema) propria..-

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  6. Conte Gracula ha detto:

    Quindi, se vai da un certo dentista non torni, accade un certo numero di volte e nessuno ha un solo sospetto su questo affermato professionista. Che per di più, usa una seria elettrica al posto di una banale poltrona da dottore.
    Mi sembra tutto logico e impeccabile XD

    Questa serie la ricordavo meglio 😅

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