Control (2004) Quando Ray Liotta divenne buono


Continuo a dedicare il giovedì a piccoli film trovati in DVD su bancarella, anche se in questo caso non ricordo in quale bancarella abbia trovato questo piccolo grande titolo, che consiglio caldamente di recuperare.

Stando al mio database, Control (2004) di Tim Hunter, regista televisivo di lunga data che solo raramente si è dedicato al lungometraggio, l’ho visto nel lontano febbraio 2010 perciò gli anni passati sono troppi per ricordarlo, però mi è sempre rimasta l’impressione che fosse stata un’ottima visione, dato poi che gli ho dato voto 6 su 10, decisamente inedito visto che per i miei gusti questi filmetti non arrivano mai alla sufficienza.

La particolarità del film è che si tratta di una produzione della nostra cara Millennium Films, infatti fra i tanti produttori spuntano i nostri amici Boaz Davidson ed Avi Lerner, i degni eredi della Cannon dei tempi d’oro. Stavolta non si tratta di un film d’azione ma lo stesso il “marchio di qualità” si vede eccome.

MHE e CVC lo portano in VHS e DVD italiani nel dicembre 2004 a noleggio, in vendita dal febbraio 2005, data in cui IMDb dice essere uscito il film in patria americana.

Quando la Millennium Films era già la Cannon del nuovo millennio

La vicenda parte dal presupposto che Ray Liotta è un infame. L’attore, che purtroppo ci ha lasciati nel 2022, negli ultimi anni temo non sia stato molto noto come un tempo, ma fra i suoi milioni di ruoli c’è stato spesso quello da cattivo, e per me che in pratica l’ho visto nascere sarà sempre l’infame poliziotto psicopatico di Abuso di potere (1992).

Sono lontani i tempi in cui era un “bravo ragazzo”

Qui interpreta Lee Ray Oliver, un criminale matricolato che ha vissuto una vita di violenza e ora sta ricevendo l’iniezione letale dallo Stato. Cosa c’è di peggio di un’esecuzione capitale? Be’, avere come pubblico Stephen Rea e Willem Dafoe!

Quando Rea e Dafoe assistono alla tua esecuzione, vuol dire che sei un super-criminale!

Durante l’iniezione letale Lee Ray vede tutti i suoi crimini passargli davanti agli occhi, come fosse un vecchio romanzo di Joe Haldeman: All My Sins Remembered (1977), poetico titolo che in Italia nel 1978 Fruttero e Lucentini trasformano immotivatamente in Al servizio del TB II, forse volendo evocare temi spioneschi.

Poi però Lee Ray si risveglia, qualcosa che di solito non succede dopo un’esecuzione capitale: che sia in Paradiso? La faccia di Dafoe che lo guarda rende chiaro che dev’essere invece l’altra parte…

Quando ti svegli dalla morte e c’è Dafoe che ti guarda… stai messo davvero male!

Sul tavolo dell’obitorio Lee Ray viene informato che il neurofarmacologo dottor Michael Copeland (Willem Dafoe) per la casa farmaceutica Hart-Mercer ha creato l’Anagress, un farmaco anti-violenza.

«La sua funzione è alterare la chimica del cervello e reprimere la propensione all’uso della violenza.»

Lee Ray è il ventesimo soggetto che viene segretamente reclutato per fare da cavia al nuovo farmaco: se l’Anagress renderà mansueti feroci criminali disumani come lui, allora sarà la rivoluzione socio-farmaceutica del millennio. Se però Lee Ray per caso fosse No-Vax… c’è una bara col suo nome che lo sta aspettando.

Novello Nikita, giustiziato per finta, Lee Ray accetta di far parte di un esperimento di un qualche organo deviato dello Stato, ben sapendo che poi tanto farà di tutto per scappare. Ma intanto inizia la sperimentazione, mettendo il criminale nella situazione più violenta che esista… il videogioco!

Un clone di GTA per una deliziosa citazione nascosta

La deliziosa sceneggiatura del film è curata da Todd Slavkin e Darren Swimmer, che in quel periodo scrivevano e producevano la nota serie superomistica “Smallville”, e in effetti qui Lee Ray ha molto del super-cattivo da fumetti, che in questo caso si cerca di neutralizzare ma anche di redimere.

Visto che Ray Liotta è il doppiatore del mitico Tommy Vercetti, il protagonista del mio amato videogioco “GTA: Vice City” (2002) – quante ore ho passato ad usare i soldi della mala per comprare immobili, con piscine ed elicotteri, a guidare auto di lusso sfrecciando sul lungomare e a massacrare l’intera popolazione di Vice City! – visto cioè che Liotta è legato al videogioco violento per eccellenza, con relative inutili e sterili polemiche (come raccontato magistralmente da Redbavon), perché non giocare con tutto questo?

Ecco così che Lee Ray viene messo davanti ad una chiara versione di serie Z di “GTA”, dove si ritrova a fare quello che tutti noi abbiamo fatto almeno una volta davanti a un videogioco in cui abbiamo perso la partita: strillare, imprecare e distruggere tutto ciò che troviamo. E l’Anagress… muto!

Sfido qualunque videogiocatore a non aver mai reagito così!

Molto intrigante la figura del dottor Copeland, che ha dedicato la sua carriera e la sua vita a questo farmaco perché, tempo addietro, un immotivato gesto violento gli ha strappato il figlioletto: da allora si è votato anima e corpo a neutralizzare la violenza nella società civile, o comunque a tenerla sotto “controllo”, come recita il titolo del film.

Non sappiamo cosa sia successo agli altri 19 partecipanti alla sperimentazione, ma Lee Ray sembra reagire molto bene: ripulito da tatuaggi e cicatrici, ribattezzato Joe Monroe, può iniziare una nuova fase della sperimentazione: vivere da persona civile, cioè lavorare duro per una paga misera. Roba tosta, che mette chiunque a dura prova.

Sai che ora YouTube è pieno di interruzioni pubblicitarie? Roba da far diventare serial killer

Tutto sembra andare per il meglio, con Lee Ray ripulito che trova un lavoro e persino l’ammmòre, con Teresa (Michelle Rodriguez in ruolo di contorno), ma non si può sfuggire al passato, e Lee Ray ha fatto troppe cose cattive a troppe persone cattive perché la violenza non lo venga a cercare.

Una particina per Michelle, malgrado fosse già apparsa in Fast & Furious (2001)

Control è un piccolo film da videoteca ma è scritto bene, molto più della media dell’epoca, e ha attori che ancora si comportano come attori, non come cadaveri con le bollette da pagare. Nel 2010 ricordo di essere rimasto stupito dalla qualità di un prodotto così minuscolo e oggi rinnovo quella sensazione: ipotizzo che sia la qualità Millennium Films ad aver compiuto il miracolo.

Non che la storia o la sceneggiatura siano chissà che sorpresa, ma tutto è gestito bene, non ci sono le solite stupidate che ammazzano il ritmo, Ray Liotta è più che convincente nel ruolo di uno spregevole criminale che inizia a sentire rimorso e desiderio di cambiare, e tutto procede in modo più piacevole rispetto alla media di questi prodotti.

Se vi capita sotto mano, vi consiglio caldamente di recuperare questo gioiellino, dato che film ben scritti e ben recitati sono rarissimi in serie A, figurarsi nelle serie B-Z!

L.

– Ultimi titoli Millennium Films:

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13 risposte a Control (2004) Quando Ray Liotta divenne buono

  1. Sam Simon ha detto:

    Grazie del consiglio! Un thriller di quel periodo fatto bene e con attori bravi me lo guardo, se lo trovo! :–)

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  2. Cassidy ha detto:

    Spero che la produzione ti paghi per la pubblicità perché oltre che a Sam Simon lo hai venduto anche a me questa sorta di GTA con attori, anzi con l’attore di GTA, ottima chicca 😉 Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Avere Tommy Vercetti in persona è un valore aggiunto per qualsiasi film 😛
      Scherzi a parte, di solito questi film con volti noti ormai un po’ appannati sono robe fatte al volo per pagare le bollette, invece stavolta è un filmetto molto simpatico che meriterebbe maggior visibilità.

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  3. Jena Plisskin ha detto:

    Liotta, Rea e Defoe non possono fare una combo di merda. Se così fosse sarebbe da denunciare la Millenium per crimini cinematorgrafici, delitto che ahinoi ormai è regola. Grazie, me lo recupero subito, non so dove, ma lo recupero.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sono tre attori che non sono certo nuovi a regalarci pessime prove in pessimi film, quindi averli tutti insieme poteva essere un’apocalisse Z, invece per fortuna è uscito fuori un onesto piccolo film da rivalutare 😉

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Temo di non averlo visto, temo di volerlo vedere e…”temo” che possa piacermi assai!!! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non vorrei averlo esaltato troppo, ma capisci che nel panorama desolato della Z da videoteca dei primi Duemila incontrare un film dignitoso è già una bella sorpresa, se poi ha pure degli attori al bacio allora è un regalo! ^_^

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  5. wwayne ha detto:

    SPOILER WARNING
    Scelsi Control come film con il quale inaugurare il mio 2023 cinematografico, e fu una decisione azzeccata. E’ un film che si mantiene su un livello “medio”, senza infamia e senza lode, finché alla fine non salta fuori un colpo di scena da urlo: il momento in cui si scopre che il protagonista non ha preso nessun farmaco per “diventare buono”, perché tutti quelli che ha ingerito fino a quel momento erano dei semplici placebo. E quindi il merito della sua redenzione è unicamente suo e della sua forza di volontà. Fa apparire sia il personaggio che l’intera storia sotto una luce totalmente diversa. Adoro quando un colpo di scena arriva sul finale e ribalta tutto ciò che hai visto fino a quel momento, quindi ricordo la soddisfazione che provai davanti a questa rivelazione.
    Altri film con questo schema che mi vengono in mente sono Il sesto senso e Serenity – L’isola dell’inganno: ne conosci altri?

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  6. Giuseppe ha detto:

    Ah, ma mi capita sotto mano… tramite bancarella o pensiero laterale, ma stai sicuro che mi capita 😉

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