Direct Contact (2009) Millennium Dolph!

Da quanto tempo non parliamo nel blog del nostro svedese preferito? Rischiamo la sua furia, ad ignorarlo troppo a lungo.

È dunque il momento di rispolverare uno dei suoi film minori, quelli minuscoli e distribuiti malissimo: Direct Contact, scritto da Les Weldon e diretto da Danny Lerner, cioè i mitici ragazzi terribili della Millennium Film (figlia della Nu Image Films).

Schermata del titolo dal passaggio su Rai2 del 13 maggio 2017

RaiCinema lo porta in DVD dall’aprile 2009 ma quest’edizione scompare subito nel nulla: di fatto è oggi un film inedito in home video italiano.
Appare distrattamente nella notte di martedì 22 luglio 2014 su Rai4 dopo di che conosce giusto qualche replica, sempre di notte.

Il film è disponibile su Prime Video.

Ma questo… non è il carcere di Undisputed?

L’eroe della vicenda, Mike Riggins (Dolph Lundgren nostro, gagliardo e tosto), lo incontriamo in una prigione che è in tutto e per tutto identica a quella della saga di Undisputed, che il decano Avi Lerner stava producendo proprio in quegli anni. Ipotizzo che abbiano voluto sfruttare per questo film ambienti e fondali già pronti, ma visto che Direct Contact vede una scena iniziale in carcere… c’è pure la versione sfigata di Boyka!
Riggins infatti mentre mangia viene infastidito da un detenuto bullo, con l’accento russo e i baffi strani, e dovrà sistemare la questione come solo Dolph sa fare. Cioè a sganassoni.

Dolph mette sempre il dialogo al primo posto

In quella prigione russa Riggins viene raggiunto da Clive Connelly, che lavora per l’ambasciata americana, il quale gli garantisce la libertà se però accetta di sbrigare un lavoretto sporco nella zona, qualcosa per cui gli americani non possono risultare coinvolti.
Riggins un po’ si annoia in carcere quindi accetta, sebbene l’avrebbe dovuto far insospettire il fatto che Connelly ha la faccia di Michael Paré.

Michael Paré: la faccia di uno degno di fiducia…

La missione è liberare una certa Ana Gale (Gina May) dalle grinfie di un signore della guerra (warlord) di nome Vlado Karadjov (Vladimir Vladimirov, che in realtà di mestiere gestisce le location per il cinema!), una missione facile facile per cui Riggins ha già un paio di idee.

Lo strumento giusto per il lavoro giusto

In un attimo la donna è liberata, ma il nostro eroe scopre che Ana è parecchio contraria alla propria liberazione, visto che assicura di non essere mai stata rapita: c’è qualcosa di poco chiaro in tutta questa operazione, e vuoi vedere che quella faccia da infame di Connelly ha fatto l’infame?

Uno scontro da cartolina

Malgrado si parli di Russia e di Mar Nero, come al solito il film è girato interamente a Sofia, la nuova Hollywood del Duemila, così la scena madre del film inizia con Dolph e Paré seduti nella piazza antistante la Cattedrale di Aleksandr Nevskij, che potete trovare facilmente nei tantissimi film bulgari del Duemila.
Quella che però segue è una scena di grande effetto, perché i ragazzi della Millennium Film hanno da tempo accordi con le Forze Armate bulgare per usare mezzi militari d’ogni sorta con cui condire i propri film d’azione.

Manca un sottomarino nucleare poi c’è tutto!

Mentre Riggins fugge in moto, per le piazze di Sofia appaiono carri armati e mezzi blindati vari che distruggono tutto nell’inseguirlo, con esplosioni ovunque e un elicottero a tracciarne la fuga. Fino a quel momento il film era un prodotto minuscolo che sembrava girato nel pianerottolo di casa Lerner, invece d’un tratto è più “spendaccione” di un filmone americano. Finita però la scena, si torna sullo zerbino di Danny Lerner e la storia ritorna infinitesimale.
La vicenda è terribilmente poco interessante, anche perché è solo un diversivo tra le varie ottime scene di blindati ed esplosioni – diciamo pure che la sceneggiatura serve solo a riempire i buchi fra una esplosione e l’altra – quindi non possiamo che gustarci il nostro Dolph che è il primo a disinteressarsi della vicenda e a divertirsi un mondo, ammiccando e gigioneggiando in giro.

Benvenuta nella Z di Dolph, baby

Non è certo fra i film di Dolph da ricordare, è un prodotto particolarmente svogliato semplicemente perché punta tutto sull’innegabile efficacia di un paio di scene madri “esplosive” ma poi non fa nulla per intrattenere lo spettatore nel resto della vicenda.
Diciamo che è da vedere per gustarsi Dolph che gigioneggia, come suo solito, e per un dispiegamento di forze militari in ambito civile da sgranare gli occhi.

L.

– Ultimi film con Dolph Lundgren:

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12 risposte a Direct Contact (2009) Millennium Dolph!

  1. Zio Portillo ha detto:

    Se c’è la storia non ci sono i mezzi, se ci sono i mezzi (inteso come soldi, ma pure come mezzi militari) non c’è la storia,… Insomma, non si può un po’ e un po’? Va bene riciclare gli interni, i costumi e qualche comparsa da “Undisputed”, ma se mettiamo un elicottero e due carri armati in meno, se risparmiamo una cassa di munizioni e col tesoretto che ricaviamo paghiamo uno sceneggiatore per una storia decente ci farebbe schifo?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      All’epoca le energie della Millennium erano tutte concentrate su Boyka, quindi non me ne voglia Dolph ma è stato un bene che non si distraessero con questo suo film 😀
      In fondo è molto in linea con il periodo bulgaro dell’attore, mentre è stata cosa buona e giusta concentrarsi su opere che invece avevano bisogno di maggior attenzione alla sceneggiatura 😛

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  2. Cassidy ha detto:

    La tua didascalia sul carcere è stata la mia reazione, prima di leggere la didascalia (storia vera). La sagra del riciclico insomma, certo che con Parè è Dolph nello stesso film, la Z scorre potente stamattina! 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Visto l’anno, probabilmente la Millennium già stava lì a girare “Undisputed 3” e magari ne ha approfittato per girare una scena carceraria con Dolph. In fondo se Uwe Boll girava ben quattro film in contemporanea, con gli stessi attori e le stesse location, Avi Lerner qui è stato più signore 😀

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  3. wwayne ha detto:

    Michael Paré dev’essere un habitué dei film carcerari, dato che in Maximum Conviction faceva addirittura il direttore del carcere. Tra l’altro il film in questione non ho finito di vederlo, perché mi sono reso conto che non me ne fregava assolutamente nulla delle 2 donne ingiustamente detenute nel carcere di Michael Paré. E quando un film non riesce a generare un minimo di empatia tra protagonista e spettatore, allora non merita di essere visto.
    P.S.: Anch’io ho una mezza idea di dedicare un post – tributo a DMX, quindi ieri mi sono visto un film che ha girato insieme a Steven Seagal: Beyond the Law – L’infiltrato. CHE FIGATA IMMENSA. Tra il 2020 e il 2021 ho visto per intero 5 film di Seagal, e questo è di gran lunga il più bello.

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Wow! Tra ieri e oggi doppia razione di Z e doppia razione di Paré (nel post odierno in versione attoriale), con un Lundgren come ciliegina sulla torta, anzi, come torta (non vorrei la ciliegina ne sminuisse la titanica statura)!
    Sul film, tra l’altro, condivido i tuoi commenti, le esplosioni e il dispiegamento militare sono i suoi punti di forza: in fondo, pure l’affermazione suddetta, non è anch’essa clamorosamente e amorevolmente Z??? 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Pensa che dalla prima visione del film, una decina d’anni fa, non mi era rimasto proprio nulla in memoria, caso strano per Dolph, ma ora capisco perché, visto che le scene più memorabili sono quelle dove c’è la sua controfigura che scappa mentre tutta Sofia salta in aria 😛
      Chissà se un giorno istituiranno un Bulgary Awards, una cerimonia degli Oscar bulgari assegnati a tutti i film girati a Sofia: i nostri eroi della Z sarebbero protagonisti assoluti di quella serata 😛

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Ahahaha! Il Bulgary Awards è un’idea meravigliosa (e meravigliosamente Z)!
        Speriamo che qualcuno ci legga in quel di Sofia e si faccia promotore di questo sogno!!! 🙂 🙂 🙂

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  5. Sam Simon ha detto:

    Almeno ti sei visto qualche blindato! :–D

    Comunque il primo Undisputed secondo me era un signor film del signor Gualitero Collina…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il primo è un film di tutt’altro genere, e se quindici anni fa in Italia fossero arrivati i seguiti avremmo oggi molti più fan di Boyka nel nostro Paese.
      Fra maggio e giugno la Blue Swan colmerà questa lacuna, portando finalmente in italiano “Undisputed 2” e “3”, e allora sì che parleremo di vette altissime del genere marziale 😉

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      • Giuseppe ha detto:

        Che faremmo noi senza tutto l’altruismo e la generosità di quel Cigno Blu? 😉
        Quanto a “Direct Contact”, me lo vedrò giusto per il duetto Lundgren/Parè e le esplosioni, considerato che altro d’interessante nel film praticamente non c’è…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Una visione la merita, anche solo per sghignazzare. E poi si apre con la versione povera di Boyka: impagabile! ^_^

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