The Tracker (2019) Dolph e la vendetta italiana


Scusa Seagal, ma oggi è il compleanno di Dolph Lundgren, e il nostro svedesone preferito ha sempre la precedenza garantita su questo blog.

Oggi Dolph nostro compie 66 anni e quindi è doveroso omaggiarlo con un suo recente lavoro: The Tracker. Vendetta personale.

A parte un’edizione DVD Cecchi Gori dove in locandina Dolph sembra un vecchietto che si è perso al parco sotto casa, non ho trovato altra distribuzione nostrana, malgrado sia un film praticamente italiano.

Il nostro eroe infatti viene sempre più spesso in Italia, e ci regala emozioni di potenza inaudita: cosa sentite nel vostro cuore se dico… Dolph Lungren e Anna Falchi… vi lascio qualche momento per riprendervi.

Dolph ringiovanito e sua moglie Anna Falchi: tanta roba da digerire…

L’antefatto si svolge a Taranto nel 2003, malgrado negli uffici della polizia ci sia la foto di Giorgio Napolitano, presidente solo dal 2006. Aiden Hakansson (Dolph Lundgren) e la sua famiglia si stanno gustando la tarantella, che tutti ballano a Taranto, quando la mafia rapisce la signora Hakansson (Anna Falchi): i cattivi cercano di ricattare il marito ma nella confusione la donna muore e così il nostro eroe rimane in un attimo senza famiglia. (E la figlia? Boh, gli sceneggiatori se la sono scordata.)

Passano quindici anni e Hakansson torna a Taranto, perché pare ci siano degli sviluppi sul suo “caso”. Quale caso? Non so’ morti tutti? Va be’, intanto Dolph ne approfitta per farsi ’na tazzulella ’e cafè, anche se sappiamo che dell’offerta italiana l’attore preferisce il Fernet.

«’Na tazzulella ’e cafè / e mai niente ce fanno sape’» (cit.)

Che il caso di Hakansson sia tutt’altro che chiuso lo dimostra il fatto che è stato trovato “suicidato” il commissario che seguiva le indagini, e dopo essersi accorto di essere seguito da un uomo armato il nostro eroe capisce che la sua presenza non è gradita, segno che i cattivi lo temono.

Visto che la polizia non solo brancola nel buio ma è a forte sospetto omertà, Hakansson decide di fare indagini per conto proprio, in maniera sottile, discreta e con mani di velluto: indossa una mantellina verde e comincia a girare con un fucilone di precisione con cui spara alla gente.

Giustizia sommaria nello stile di Dolph

Durante il prologo la voce di Hakansson ci spiega la differenza fra un cacciatore e un “localizzatore”: applausi per la resa italiana di tracker, visto che da noi è sempre più raro trovare film che parlino italiano!

«Il cacciatore uccide la sua preda: il localizzatore la comprende. Si fonde con la natura, ne percepisce la potenza, sente il suo richiamo. Localizzare è una responsabilità sacra.»

Quindi il nostro eroe cerca di fondersi con l’ambiente tarantino per dare la caccia… pardon, per “localizzare” il suo obiettivo. Certo, girare con un fucilone non è proprio il massimo della mimetizzazone, ma anche uno svedesone di due metri a Taranto non passa certo inosservato.

Va’ come il localizzatore si fonde con l’ambiente

Ma chi sta cercando Hakansson? Con una sottigliezza di grana grossa il cattivo si chiama Lupo. Capito? L’eroe che dà la caccia al Lupo… Questa è sottile, eh? Ci vuole un po’ per capirla…

Comunque fa piacere trovare nel ruolo di cattivo il nostro storico Bruno Bilotta, caposaldo del cinema di genere italiano.

Grande Bruno, che porta alta la bandiera dei cattivi italiani

Grazie all’aiuto del nuovo commissario in città, il giovane Graziani (Marco Mazzoli) che è fuori dal giro degli “infiltrati” locali, può formarsi una curiosa coppia di giustizieri che ricorda i bei tempi de Il giustiziere della notte 3 (1985), quando cioè un giustiziere che sparava ai cattivi veniva affiancato da un tutore dell’ordine, che invece di fermarlo si univa alla “crociata anti-crimine”.

Certo, una cosa è l’accoppiata esplosiva Charles Bronson / Ed Lauter, un’altra è Dolph e un tizio qualsiasi, ma tocca accontentarci.

Una strana coppia di strambi giustizieri

Il belga Giorgio Serafini, ben noto a chi segue questo blog, ci aveva abituato a prodotti sì rozzi ma comunque intrattenenti, come Hard Rush (2013), Blood of Redemption (2013) e A Certain Justice (2014), tutti film spernacchioni ma con Dolph Lundgren che se la gode un mondo e regala oro a tre prodotti altrimenti inguardabili. Il tempo passa, Serafini perde smalto (e budget) così come Dolph non ringiovanisce, perciò qui abbiamo una storia al minimo sindacale e un protagonista che si muove stancamente, meno esplosivo del solito ma soprattutto poco “giocherellone”, quando invece è la firma di Dolph: più il film è sgangherato, più lui appare scintillante. Temo che siano ormai chiusi quei tempi.

Ecco il massimo dell’azione di questo film

Qui a parte qualche spintone e poco altro il nostro eroe non fa molto di fisico, limitandosi a sparare ai cattivi col suo fucile da caccia. Il Lupo poi risulta essere solo una comparsa, e una storia d’azione senza cattivo non ha sapore. Un gran peccato.

L’essere un prodotto pressoché italiano non aiuta questo The Tracker, perché se gli americani non trovano soldi per il budget… figurarsi gli italiani! L’ambientazione tarantina è grigia e squallida, non so se sia un effetto voluto ma è la prima volta che vedo il sud Italia così freddo e glaciale.

Mi piace Taranto, quasi quasi… la spiezzo in due!

A Dolph vogliamo sempre bene e se c’è lui qualsiasi film diventa più divertente, non si discute, ma certo che le sue discese in Italia non aiutano la qualità della sua filmografia.

Tanti auguri, svedesone che fa malone, e ancora mille di questi filmacci!

L.

– Ultimi film con Dolph:

Informazioni su Lucius Etruscus

Saggista, blogger, scrittore e lettore: cos'altro volete sapere di più? Mi trovate nei principali social forum (tranne facebook) e, se non vi basta, scrivetemi a lucius.etruscus@gmail.com
Questa voce è stata pubblicata in Action e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

22 risposte a The Tracker (2019) Dolph e la vendetta italiana

  1. Sam Simon ha detto:

    Auguri Dolph! Alla fine non sono riuscito a partecipare… Però interessante questa sua discesa in Italia a localizzare cattivoni! :–)

    "Mi piace"

    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ormai il nostro povero svedese non può permettersi neanche più la Romania e si ritrova in filmini italiani semi-amatoriali – malgrado Serafini comunque sia un onesto artigiano – ma gli si vuole sempre bene ed è un compleanno che ogni anno va festeggiato ^_^

      Piace a 1 persona

  2. Jena Plisskin ha detto:

    Il suo poco gigioneggiare nel film potrebbe, e ripeto potrebbe, coincidere con il suo periodo di lotta contro il cancro. Ho visto una intervista su youtube dove racconta quanto gli è accaduto. Se il periodo si incastra, non credo avesse molta voglia di divertirsi, sarebbe comprensibile. Cmq vada resta sempre quello che secondo me si è gestito meglio nella Z e quasi sempre ne è uscito sempre alla grande. Buon Compleanno Dolph.

    "Mi piace"

    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non sapevo della malattia, mi dispiace, e forse il suo essere molto più fuori forma del solito potrebbe davvero dipendere da questo, anzi va lodato il fatto che sia sia anche solo messo in gioco.
      Sei tutti noi, Dolph, tieni duro! 😉

      "Mi piace"

  3. Cassidy ha detto:

    Hanno l’accortezza di affiancare ad uno tutto svedese una che è mezza finlandese ma non di verificare da quando è stato in carica Napolitano, benvenuti nella Z il regno di Dolphone nostro, auguri a lui, che la salute lo sostenga ci sono troppi altri film così che hanno bisogno di lui 😉 Cheers!

    "Mi piace"

  4. Pingback: The Tracker (2019) Dolph e la vendetta italiana – giro bloggando … ⛩'Dio é un gemito, é un bacio e la preghiera é il respiro dell'Anima.⛩

  5. coulelavie ha detto:

    Potete considerarlo bello quanto volete ma io so che ha le gambe storte! 3:-)

    "Mi piace"

  6. Lorenzo ha detto:

    Ma il tipo nella foto assieme a Dolph, la “strana coppia di giustizieri”, è Marco Mazzoli dello “Zoo” di Radio 105 😀

    "Mi piace"

  7. Madame Verdurin ha detto:

    Ma quindi Dolph funziona anche un po’ come Alexa, mi localizza il ristorante di sushi più vicino? Buon compleanno Dolph!!

    "Mi piace"

  8. Moreno Pavanello ha detto:

    Ma Mazzoli quello dello Zoo di 105? Mamma mia…
    Da altri commenti vedo che non ascolti la radio, ma fino a qualche anno fa io ascoltavo il suo programma, che era il più seguito d’Italia. In effetti faceva ridere, ma più grazie ai suoi collaboratori che a lui. Una comicità quasi totalmente basata sulla volgarità, comunque, e in questo il programma è pure peggiorato quando i collaboratori di cui sopra se ne sono andati e con loro le idee, e sono rimaste solo le parolacce. Poi forse sono tornati, mi sembra, comunque non l’ho più ascoltato.
    Se in questo film non dice un sacco di parolacce allora la sua presenza non ha senso! 😄

    "Mi piace"

    • Lucius Etruscus ha detto:

      Mi confermi che faccio bene a stare sempre lontanissimo da qualsiasi programma radiofonico 😀
      Comunque qui interpreta un marito affettuoso che sta per diventare padre, un commissario onesto e “de core” che invece di arrestare il giustiziere Dolph si unisce a lui per sventare la banda dei cattivi. Quindi temo che sia stato scelto per puro caso, come attore, se proprio vogliamo chiamarlo attore 😛

      Piace a 1 persona

  9. Willy l'Orbo ha detto:

    Festeggiare il compleanno dello svedesone nostro con un film clamorosamente Z, ambientato in Italia, con strambi giustizieri e nel cast Falchi, Mazzoli, Bilotta??? Se è un sogno non svegliatemi! E auguri Dolph! 🙂

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.