Scott Adkins – The Art of Action (2020)

Non ringrazierò mai abbastanza Marco Figoni per avermi fatto conoscere, intorno a Ferragosto, l’iniziativa che Scott Adkins aveva iniziato un paio di mesi prima sul suo canale YouTube , cioè una sorta di talk show in streaming chiamato “The Art of Action“.
Ringrazio anche Sam Simon e Zio Portillo per avermelo segnalato in seguito: è bello avere tanti “informatori”!

Dal 28 giugno 2020 l’attore marziale londinese ha iniziato a presentare sue interviste a titani del cinema marziale: non è un prodotto professionale, è una chiacchierata fra amici e appassionati – anche perché Adkins ha combattuto con tutti nell’ambiente! – che stilisticamente migliora puntata dopo puntata.
Da Ferragosto ad oggi mi sono gustato tutti e tredici gli episodi, tredici ore che rappresentano la più spettacolare Storia del Cinema Marziale Occidentale che esista, raccontata dalla voce stessa dei protagonisti. E non vedo l’ora di gustarmi i prossimi episodi, per tornare ad aggiornare questo post.


Presentazione degli intervistati

1. Marko Zaror, l’atleta cileno balzato all’attenzione mondiale come valente avversario di Boyka in Undisputed III (2010). La sua specialità sono i piccoli film indipendenti come Redeemer (2014), il redimimo!, dove mostrare le proprie grandi doti marzial-acrobatiche. Nell’intervista, fra le altre cose, racconta di come abbiano fatto di tutti per farlo sembrare al suo meglio, perché la regola è che più è spettacolare il cattivo, migliore sembra il buono.


2. Kane Kosugi, figlio del grande Shô Kosugi (il più grande ninja del cinema) e grandioso avversario di Adkins in Ninja 2. Shadow of a Tear (2014). Racconta di cosa abbia significato crescere con un padre ninja e le sue sortite nel cinema da adulto: curiosamente non viene citato il suo dimenticabile ruolo protagonista in Tekken 2 (2014).


3. Tony Jaa, il piccolo grande lottatore acrobata thailandese che ha incantato Adkins sin dall’esplosione di Ong-bak (2003) e con cui ha lavorato in Triple Threat (2019). Vengono passate in rassegna alcune grandiose scene marziali dei film di Tony, svelati diversi trucchi e il trucco più grande di tutti… è che non ci sono trucchi! La follia totale dei thailandesi ha fatto nascere scene impossibili da girare in Occidente, per l’altissima pericolosità.


4. Michael Jai White, il montagnoso atleta newyorkese che ci rivela come un lottatore possa cambiare nel fisico a seconda dell’addestramento: ecco perché a volte sembra snello a volte una montagna umana. Ricorda che in Undisputed 2 (2006) ogni volta che sul set pompava un po’ i muscoli arrivava Adkins a fermarlo: già Boyka era la metà di Michel, se poi si pompava il russo diventava inverosimile come minaccia!


5. Gareth Evans, il giovane regista gallese che ha rivoluzionato il mondo del cinema marziale “da straniero”. Ritrovatosi in Indonesia per regista di documentari, da sempre appassionato di cinema marziale, è nata l’idea di entrare in un mondo che l’ha portato, con The Raid (2011), a riscrivere da zero.


6. Loren Avedon, il fenomenale atleta californiano dalle gambe volanti. Un giorno per caso ha risposto al telefono della palestra dove si allenava: Van Damme e McKinney avevano mollato la saga No Retreat, No Surrender e i cinesi cercavano atleti occidentali, c’è qualcuno disponibile? Loren approfitta al volo e qualche giorno dopo è in Thailandia con il regista Corey Yuen a girare Artigli di tigre. Il ritorno (1987), una parata marziale da rifarsi gli occhi, grande successo dell’epoca. Con il nuovo millennio e la scomparsa del cinema marziale ha preferito rimanere uno stuntman, anche per stare vicino alla famiglia.


7. Daniel Bernhardt, lo spilungone svizzero che in gioventù era così simile a Van Dame che era scontato prendesse le redini della saga Bloodsport con ben tre seguiti. Anche lui con il nuovo millennio ha dovuto scegliere: fare l’attore o lo stuntman. Non essendosi mai considerato un attore, è entrato in quella che oggi è la squadra numero uno del settore e lo potete vedere prendere botte da tutti i divi di Hollywood, da Keanu Reeves (Matrix 2) a Charlize Theron (Atomica bionda) fino a Margot Robbie (Birds of Prey).


8. JJ Perry, il texano matto autore delle più grandiose e spettacolari scene marziali acrobatiche di sempre. Quando nei film di Mortal Kombat vedete qualcuno fare cose folli, è Perry che gliel’ha detto! Nel video racconta la sua formazione e il suo concetto di cinema, ribadendo che un regista di solito non è in grado di gestire sia il film normale che le scene d’azione, e c’è sempre bisogno di una seconda unità che si “sporchi per bene le mani”. È l’inventore dello stile di Boyka, per il quale Adkins non smette di ringraziarlo.


9. Chad Stahelski è noto per la trilogia di John Wick, ma il video ci ricorda che da giovane si menava con Daniel Bernhardt in Colpi proibiti 2 (1996), era sotto il mascherone di Nebula in Cyborg Terminator 2 (1995) e lo trovate come stuntmanstunt coordinatorfight choreographer di parecchi film. Con lui la discussione è molto tecnica, verte sull’importanza di lunghe prove prima di girare così da risparmiare sui costi e altri aspetti tecnici molto interessanti.


10. Mark Dacascos, l’uomo volante hawaiiano che ha infiammato i cuori di tutti noi fan marziali anni Novanta: scopriamo che voleva farsi monaco Shaolin, prima di scoprire che le ragazze gli interessavano più della meditazione. Ci racconta la sua vita fino allo sbarco nel cinema e l’intervista verte su capolavori come Solo la forza (1993) e Drive (1997).


11. Richard Norton, la guardia del corpo australiana delle grandi star, che Chuck Norris ha portato nel cinema, chiamandolo per The Octagon (1980). Nell’intervista si parla principalmente della sua esperienza ad Hong Kong a venir menato da Sammo Hung (Bambole e botte, 1985) e Jackie Chan (City Hunter, 1993), ricordando poi i tanti scontri con Cynthia Rothrock.


12. Cynthia Rothrock, la furia bionda regina dell’azione marziale al femminile. Nell’intervista racconta il suo arrivo quasi casuale al cinema, con Yes, Madam! (1985), e di come si sia trovata bene a lavorare ad Hong Kong, malgrado la pestassero a sangue film dopo film. Negli anni Novanta cambiò agente e questi gli disse di lasciar stare l’estero e focalizzarsi su prodotti americani, palesemente incapaci però di valorizzarla: è più che evidente una nota di rimpianto nell’attrice, per aver visto appannarsi sempre più la sua stella in pessimi film americani, mal distribuiti, quando invece era un’eroina d’azione di grandi successi asiatici.


13. Benny “The Jet” Urquidez, il campione californiano del ring che saltuariamente è apparso in video ma principalmente ha lavorato come allenatore e coreografo. Nell’intervista si analizzano i suoi storici combattimenti contro Jackie Chen, ne Il mistero del conte Lobos (1984) e Dragons Forever (1988), poi si passa al suo lavoro come allenatore e coreografo di Patrick Swayze per Il duro del Road House (1989), che all’epoca fu un film parecchio di successo. Non ci speravo, invece mi ha commosso la citazione finale del mio amato L’ultimo contratto (1997), dove John Cusack deve affrontare il perfido killer Urquidez in scontri sporchi ma spettacolari.


14. Dolph Lundgren, il nostro svedesone preferito che racconta la sua formazione marziale, di come abbia preso la negatività di un’infanzia con un padre violento e l’abbia trasformata in positività mediante il karate, di come da guardia del corpo innamorata della cantante da proteggere – che era Grace Jones, anche se sembra più una storia con Whitney Houston! – si sia ritrovato a fare un provino per… Rambo 2! Dirottato su Rocky IV, inizia la leggenda. Aneddoti a valanga da Red Scorpion (1989) e Il Punitore (1989), ma il momento più bello è quando trent’anni di distanza Dolph vede alcuni combattimenti dal film Resa dei conti a Little Tokyo (1991): era da quando l’ha girato che non lo vedeva, e ride imbarazzato.


15. Jude Poyer, nome che non conoscevo ma che esce fuori stare dietro un numero impressionante di coreografie stunt di Hong Kong. Una discussione molto interessante, che analizza storiche sequenze di Jackie Chan e mostra scene assurde di film poco noti.


16. Phillip Rhee: è un piacere scoprire che io e Scott condividiamo il momento in cui abbiamo scoperto I migliori (1989) e lo amiamo nello stesso modo! Rhee è un grande ma purtroppo crede di aver inventato il pit fight con Best of the Best 2 (1993), forse dovrebbe vedere più film marziali. Comunque racconta un incredibile aneddoto: dopo il secondo film venne chiamato da Oliver Stone che voleva produrre per la Warner un film con la regia di John Woo: la casa non si fidava di ’sto tizio di Hong Kong e mandò tutto all’aria. La Universal colse la palla al balzo e chiamò Woo, che così ha diretto Senza tregua (1993) con Van Damme. Mi spiace per Rhee, ma onestamente era parecchio al di sotto del Van Damme dell’epoca.


17. Jeff Speakman, grande tormentone dell’epoca, quando tutte le case cercavano il loro attore marziale personale e la Paramount si affidò a questo giovane esperto di kenpo karate. Purtroppo il video passa più tempo a parlare di kenpo che di cinema, ma ci regala un ghiotto aneddoto. A Jeff venne proposto un film che adorò, la Paramount pagò fior di scrittori per buttar giù una sceneggiatura ma poi cambiò il direttore e questi cedette a due spicci il copione alla Fox, e Speakman si ritrovò a fare filmetti invisibili con minuscole case. Quel film che Jeff doveva interpretare… si chiamava Speed (1994)!


18. Steven Seagal, nel più brutto video della serie. A Steven non va di parlare e racconta solo roba sui grandi maestri che ha conosciuto. Quando si tratta di cinema si parla ovviamente solo di roba di 25 anni fa, prima che morisse, e dice solo cose stupide. Però il video sarà amato dagli immotivati fan del personaggio.


19. Andy Cheng, storico appartenente al Jackie Chan Stunt Team, lo si può vedere apparire in un mare di film di Jackie dagli anni Novanta in poi, ma qui si parla anche del mio amato US Seals II (2001), dove Andy ha avuto massima libertà per creare un cattivo pittoresco e marziale. Con la difficoltà di un cinese che parla inglese, racconta un aneddoto dal set di Rush Hour 2 (2001) in cui stava per morire prima che Jackie stesso lo salvasse.


20. Vidyut Jammwal, l’indiano dalle grandi capacità marziali che mi ha fatto sperare nell’esistenza di un cinema marziale in quella terra (da cui il ciclo Indiani di menare), scoprendo che invece Vidyut è un unicum. Qui racconta alcune sue scene di grande impatto, come in Commando 2 (2017), e si presenta nella sua grande simpatia.


21. Sam Hargrave, il grande appassionato ed atleta marziale che a forza di colpire duro nel cinema ha raggiunto grandi vertici, visto che è il co-autore di Atomica bionda (2017) e ha firmato il recente grande successo Extraction (Tyler Rake, 2020). Qui racconta i suoi inizi, i cortometraggi – come quando ha impersonato Richard Norton in un divertente rifacimento tra amici del celebre combattimento di Bambole e botte (1985) – e di come abbia portato una visione rivoluzionaria nel cinema di genere di serie A.


22. Gary Daniels, un protagonista indimenticabile del cinema marziale anni Novanta, che si racconta con grande simpatia e che parla di come con la fine dell’epoca marziale si sia impegnato di più nelle arti marziali “vere”, dato che in video ci è potuto andare poco. A sorpresa scopriamo che il ruolo di Bryan Fury in Tekken (2010) sarebbe dovuto andare ad Adkins invece è stato scelto Daniels, così come scopriamo che originariamente doveva fare la semplice comparsa muta ne I mercenari (2010) ma è piaciuto così tanto a Stallone che ha ottenuto un po’ più di spazio.


Poi purtroppo Adkins ha dovuto iniziare il lungo viaggio, in un mondo in pandemia, per raggiungere i set americani del film Castle Falls, diretto e interpretato da Dolph Lundgren, e la serie di interviste si è interrotta. Speriamo che lavori meno a film dimenticabili e presenti più interviste memorabili.

L.

Informazioni su Lucius Etruscus

Saggista, blogger, scrittore e lettore: cos'altro volete sapere di più? Mi trovate nei principali social forum (tranne facebook) e, se non vi basta, scrivetemi a lucius.etruscus@gmail.com
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48 risposte a Scott Adkins – The Art of Action (2020)

  1. Zio Portillo ha detto:

    Mi fa piacere che sta iniziativa di Adkins non si passata sotto silenzio e che molti l’abbiamo notata.
    Per ora ho visto solo 2 episodi. Pian piano recupero tutto.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E’ stata lunga, perché un’ora di intervista piena non è certo un video da vedere al volo, ma avere informazioni direttamente dagli interessati, per la prima volta dalla nascita del cinema marziale, è qualcosa di incredibilmente unico di cui essere grati a Scott 😉

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  2. Sam Simon ha detto:

    Bellissima iniziativa, hai fatto bene a farci su un post! Vedo che ha un notevole numero di views su Youtube, alla fine il passaparola degli appassionati funziona!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Considera che gli intervistati sono le colonne portati del cinema marziale occidentale, gente i cui film ha avuto milioni di appassionati nel globo e MAI i giornalisti se li sono filati di pezza, perché è cinema di cassetta, roba di scarto. Eppure “Matrix”, “John Wick” e “Atomica bionda” sono film fatti dagli stessi autori di quei filmacci marziali da cassetta tanto disprezzati 😛

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Oddio che bellezza! Mai visto così tanto zintage tutto insieme! Considera che ho provato brividi a ogni attore, citazione di film, volto, ricordo di Willy-recensioni 🙂
    Ma sono solo in inglese? (maledetta la mia dabbenaggine linguistica!)

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sappi che ogni video gronda di Willytudine! ^_^
      Sono tutti gli eroi con cui siamo cresciuti che raccontano gli inizi della loro carriera e ricordano aneddoti delle loro scene di combattimento più iconiche.
      Quando senti Loren Avedon raccontare dello scontro con Matthias Hues in “Artigli di Tigre” e con Billy Blanks in “King of the Kickboxers” avevo le lacrime agli occhi! Daniel Bernhardt che ricorda i vari Bloodsport, Norton e Rothrock che raccontano i loro film di Hong Kong… tutta roba che ti farebbe impazzire.
      Purtroppo ci sono solo sottotitoli in inglese (e meno male, se no sarebbero stai guai per me) e temo che in Italia nessuno doppierà le interviste.

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        “Sappi che ogni video gronda di Willytudine”…ahahahaha! Top, ti ringrazio di aver coniato un termine a mia immagine e somiglianza! 🙂
        Il suddetto termine è talmente speciale che ti perdono per aver accennato ad aneddoti che mi farebbero palpitare il cuore per poi chiudere le porte a qualsivoglia doppiaggio italico, mi toccherà frequentare qualche corso di inglese ad hoc…ahahahahaha! 🙂
        Mannaggia comunque, beati i “bilingui” o più semplicemente…gli anglofoni! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Se non ci fossero i sottotitoli sarebbe stato impossibile per me. Scott è londinese e intervista americani del nord, del sud, australiani, thailandesi, svizzeri, gallesi, hawaiiani e via dicendo. Per quanto siano tutti attori quindi abituati a parlare per farsi capire, sarebbe stato impossibile per me capire tutto.
        Dài, che magari poi farò un sunto più ricco di aneddoti. Ti anticipo che Loren Avedon ancora oggi considera Billy Blanks il suo miglior opponente in video. Ti ricordi la tripla tecnica del “Re dei Kickboxers”? Era tutta fatta dal vivo, niente cavi: Billy riusciva a saltare davvero in quel modo davanti agli occhi allibiti della troupe!

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Io già sulle anticipazioni Loren-Billy sbavo… 🙂
        Farò partire una petizione zinefila per avere un nuovo ciclo col sunto tradotto in italiano degli aneddoti più imperdibili delle interviste suddette, sei avvisato!!! 🙂 🙂

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  4. Cassidy ha detto:

    La puntata su Cynthia Rothrock è incredibile, piena di storie pazzesche sulla sua carriera! Ti ringrazio per il post, stavo seguendo l’iniziativa di Adkins ma qualche capitolo me lo sono perso, almeno qui posso trovarle tutte 😉 Anche l’intervista a Michael Jai White particolarmente ciarlielo, veramente oro puro questa serie di interviste! Cheers

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  5. wwayne ha detto:

    Michael Jai White ebbe l’occasione della vita già a inizio carriera, quando venne scelto per interpretare il protagonista nel cinecomic Spawn. Purtroppo però negli anni 90 la CGI era ancora troppo rudimentale per rendere credibile un film di supereroi, e questo, unito a una sceneggiatura imperfetta, impedì al film di ottenere il successo che ci si aspettava. Memore di quel flop, il creatore di Spawn (Todd McFarlane) ha deciso di dirigere personalmente un secondo film di Spawn, e stavolta non ha scelto come protagonista un semiesordiente, bensì il premio Oscar Jamie Foxx (più il plurinominato agli Oscar Jeremy Renner in un ruolo secondario). Queste scelte di casting sono già ufficiali, ma aspetto a cantar vittoria: il reboot di Spawn è finito nel nulla così tante volte che non mi stupirei di vederlo finire nuovamente in vacca.
    Comunque, anche se Michael Jai White non ha mai realmente sfondato, potrà sempre raccontare ai nipoti di aver recitato ne Il cavaliere oscuro, tra l’altro in una delle scene più memorabili (quella in cui il Joker fa il trucco della matita).
    Inoltre, Michael Jai White ha recitato anche in 3 action da paura:

    Ferite mortali
    Accident Man
    Dragged Across Concrete – Poliziotti al limite

    Due note off topic:
    1) Nel recente (e discreto) horror Gretel e Hansel c’è una scena scacchistica (la strega insegna a giocare ai suoi 2 prigionieri, facendo anche un commento sulla differente libertà di movimento concessa al re e alla regina);
    2) Ieri ho pubblicato un nuovo post, in cui oltre a recensire racconto anche uno degli incontri più decisivi della mia vita… spero che ti piaccia! 🙂

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  6. Giuseppe ha detto:

    Aggiunto ai preferiti seduta stante, ovvio (e pian piano riuscirò a vedermeli tutti, aggiornamenti compresi) 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Dal punto di vista “saggistico” è un’insostituibile fonte di informazioni di prima mano, coi protagonisti che raccontano la nascita e lo sviluppo del cinema marziale occidentale, finora raccontato solo da quelli come noi che l’hanno visto, raramente da chi l’ha fatto, e dal punto di vista emotivo ritrovare così tanti eroi marziali insieme è da palpitazioni ^_^

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  8. Phil ha detto:

    Che roba meravigliosa, non lo sapevo e ora grazie al grande Lucius l’ho scoperta. Iniziativa fantastica, Adkins è un grandissimo, meriterebbe molto di più.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per un grande estimatore come te, qui c’è pane a volontà per i tuoi denti ^^
      Vengono mostrate scene di film che credevo fossero noti solo agli appassionati più malati, ma in fondo Scott è prima di tutto un appassionato malato di cinema marziale, e più è Z meglio è! ^
      ^

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      • Phil ha detto:

        Verissimo, Adkins uno di noi. E mi fa piacere che tutti quelli che ha intervistato si siano prestati per un’iniziativa del genere. Grande davvero.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Considera che a parte qualcuno, gli altri non se li fila nessuno, che il cinema marziale non ha mai interessato giornali o siti, quindi sono più che disponibili. Se pensi che anche una nullità come me è riuscita ad intervistare Loren Avedon e Richard Norton, anni fa 😛
        Spero che ora che il talk show ha preso piede vadano a prendere proprio tutti, anche quelli molto meno noti.

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  9. Phil ha detto:

    Vero, però mi piace proprio perché va ad intervistare gente non scontata. Un dacascos, un JJ Perry, un garet Evans, stahelsky, Michael j White ecc. Non se li filerà nessuno ma per noi è oro colato.

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  11. Anonimo ha detto:

    Adkins è arrivato a Steven Seagal… Genio

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