Cinema d’assedio 12. Dredd & The Raid

Compie cento anni il cinema d’assedio, e per l’occasione ripresento – arricchendo l’apparato fotografico – lo speciale a puntate che ho curato su ThrillerMagazine nel 2013: speciale che poi ho raccolto nell’eBook gratuito Dieci contro mille. Il grande cinema d’assedio.
Scegliete voi se seguirlo a puntate qui, ogni mercoledì, o “bruciare le tappe” con l’eBook.


12. Dredd & The Raid

(da ThrillerMagazine, 28 giugno 2013)

Abbiamo iniziato questo speciale con una corsa al remake se non al plagio bello e buono: quale miglior modo di chiuderlo se non con un ennesimo remake non dichiarato? Gli ultimi due film di questo ciclo non solo condividono l’essere ignorati dai distributori italiani [almeno all’epoca in cui scrivevo, N.d.R.], ma anche essere strettamente legati l’un l’altro… cioè sono uno il remake fedele dell’altro, anche se con qualità profondamente diversa.

Nell’ottobre 2010 il londinese Alex Garland (noto per la storia di 28 giorni dopo) sotto l’egida della Dredd Production deposita una sceneggiatura dal titolo Peach Trees. Gli “alberi di pesco” a cui si riferisce il titolo sono gli enormi grattacieli che svettano nelle Megacity dell’universo di Judge Dredd: quella sceneggiatura diventa il film Dredd. Girato fra novembre 2010 e febbraio 2011 nel Sud Africa, fra Johannesburg e Città del Capo, il film viene presentato solo nell’estate del 2012, in anteprima al celebre Comi-Con di San Diego. Come mai questo ritardo? Mistero…

Intanto dall’altra parte del mondo la casa indonesiana Merantau Films gira Serbuan maut, scritto e diretto dallo scozzese Gareth Evans. In malese il titolo significa “Raid mortale”, e quando nel settembre 2011 la pellicola viene presentata al prestigioso Toronto Film Festival – esattamente un anno prima di quando verrà presentato Dredd – vanta il titolo The Raid. Redemption.

La legge è lui, ma non sembra fregare a nessuno

Perché è importante sottolineare tutte queste date e presentazioni? Perché serve far notare come Dredd sia stato scritto circa un anno prima di The Raid? Semplicemente perché i due film sono identici. Non simili, non “ispirati” uno dall’altro: sono identici. Judge Dredd a parte, ovviamente.

La corrotta Megacity, piena di colori e di rumori, non è molto differente dalla grigia e piovosa Jakarta: entrambe hanno interi quartieri totalmente in mano alla criminalità locale.

Dredd e Anderson contro tutti

Poco importa se Judge Dredd (Karl Urban) e la sua recluta in prova Anderson (Olivia Thirlby) entrano in un grattacielo per una piccola effrazione, mentre l’agente speciale Rama (Iko Uwais) organizza con i suoi uomini un raid in un palazzo strapieno di criminali. Non importa se a gestire l’intero peachtree di Megacity sia la big boss Ma-Ma (Lena Headey) e che a gestire il palazzo di Jakarta sia il big boss Tama (Ray Sahetapy). Il risultato è lo stesso: appena i tutori dell’ordine sono entrati, il super-criminale chiude ogni uscita e sguinzaglia loro addosso valanghe di criminali. Nessun posto dove scappare, nessun posto dove nascondersi: solo cruda e violenta azione.

Come abbiamo visto il piccolo film indonesiano è nato dopo la grande produzione americana, ma la differenza è abissale: è la testimonianza lampante di come non servano né soldi né grandi lanci per creare un capolavoro. The Raid con il suo milione di dollari di budget è costato trenta volte di meno di Dredd (che vanta circa 35 milioni di budget!), non ha grandi scenografie ed anzi le rarissime inquadrature dell’esterno sono di schifo e degradazione: non certo la lussureggiante Megacity del film americano. Ma mentre Dredd è un film immobile, incapace di creare anche la pur vaga emozione, The Raid è fra i migliori action movie che siano mai apparsi su schermo.

Riunitisi dopo il successo di Merantau, l’atleta-attore di Jakarta Iko Uwais e il coreografo-attore giavanese Yayan Ruhian si rincontrano guidati con mano sicura di nuovo da Evans: questo sodalizio regala le più incredibili, dure, sporche e sorprendenti sequenze di close combat mai viste in un film. Niente tonnellate di inutili proiettili, come amano gli americani, ma scontri all’ultimo sangue con ogni tipo di oggetto possibile usato come arma.

Mad Dog spacca!

È una storia d’assedio “in movimento”, perché per la totalità della durata del film i buoni sono assediati dai cattivi, ma mai in uno spazio solo: tutti si muovono e tutti si scontrano e tutti trattengono il fiato in attesa dello scontro successivo. Niente di tutto questo si trova in Dredd, sebbene la storia sia la stessa e proceda in modo pressoché identico.

Iko Uwais, sporco e cattivo

Mille altri film d’assedio sono rimasti fuori da questo speciale, ma ci sarà magari modo in futuro di parlarne. Non resta che attendere il prossimo settembre con l’uscita in patria di The Raid 2: il cinema d’assedio continua…

L.

P.S.
Qualcosa ci sarebbe da dire sul doppiaggio italiano di The Raid, ma questo argomento lo lascio allo specialista di Doppiaggi Italioti.

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36 risposte a Cinema d’assedio 12. Dredd & The Raid

  1. Zio Portillo ha detto:

    Ho letto THE RAID e mi sono alzato in piedi con la mano sul cuore! Questo post me lo devo leggere con calma. A più tardi!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Si tratta solo di qualche riflessione scritta in un momento in cui il film era praticamente ignoto in Italia, a parte qualche appassionato talmente pazzo da vedersi film indonesiani sottotitolati. Curiosamente le stesse persone a cui ho gridato che The Raid era il più grande capolavoro della storia del cinema marziale, poi mi hanno detto la stessa cosa quando il film è arrivato in Italia, dimenticandosi che glielo avevo consigliato anni prima…

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      • Zio Portillo ha detto:

        Faccio mea culpa perché non ci credevo neanch’io fin quando non l’ho visto. Mi pare che lo consigliarono a bomba quelli de I 400 Calci…
        Mio modesto parere da inesperto del settore: l’unico film che può starci dietro a “The Raid” è “The Protector” con Tony Jaa che mena tutti al ristorante. Poi il mio cuore metterebbe Boyka… Ma stiamo andando off topic…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        E’ una classifica molto difficile perché parliamo di prodotti di una qualità altissima, ma ovviamente anch’io quando ho visto The Protector la prima volta – in thailandese, non capendoci una mazza – sono stato fomentato: ormai gli asiatici fanno più piani sequenza degli occidentali! (Nel DVD italiano ci sono i piani sequenza scartati per quella scena, un vero splendore!)
        Al di là di classifiche e top ten, sono tre prodotti che presentano in modo splendido tre stili marziali molto diversi ma lo stesso spettacolari. Non si può dire se sia meglio lo stile mma-acrobatico di Boyka, il thay-acrobatico di Tony Jaa o il duro silat di Iko Uwais (e Mad Dog), sono bellezze diverse che hanno trovato sfogo in film splendidi in modi diversi.

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  2. Evit ha detto:

    Dredd saltato a piè pari. Anche visivamente interesse zero. Come diceva la tua vignetta, lui è la legge ma non frega a nessuno.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Eppure stavolta avevano la trama giusta e il personaggio rispettoso del fumetto (non togliendosi mai il casco), in più una supercattiva e una superbuona. Insomma, sulla carta è roba buona, ma poi vai a vederlo… ed è “americanata” a livelli esponenziali. Con la stessa identica trama gli indonesiani invece hanno fatto un capolavoro che rimarrà per sempre negli annali del cinema d’azione, a dimostrazione che il cinema americano è il peggior nemico di se stesso 😛

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      • Evit ha detto:

        Ahah, sì, molto curiosa questa osservazione che hai portato nell’articolo: stessa trama, diverse le risorse, diversi i risultati. La dimostrazione che più soldi non vuol dire miglior prodotto.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non dimentichiamo il gusto. Il cinema asiatico può mostrare cose che all’Occidente è vietato, e non parlo solo di violenza, parlo di gusto. Da noi dev’essere tutto impostato e il buono non può mai sporcarsi le mani. (Sono lontani gli anni ’80.) Quindi vediamo Dredd impegnato a non fare nulla, mentre il corrispettivo indonesiano può spiaccicare teste e menare i nemici come zampogne.
        Se poi parliamo di visione e concezione della scena siamo in universi lontani. Dài ad un asiatico una stanza piena di criminali ed un frigorifero e ti tirano fuori una scena che non te la scordi più (storia vera!). Mentre invece il concetto dell’azione americana è uguale a se stesso sempre, in ogni film, quindi nei titoli di testa già sai esattamente cosa succederà, quando succederà e come succederà. E non vieni mai smentito.
        Peccato che “The Raid 2” cerchi di allisciarsi troppo il gusto occidentale, tirando fuori un prodotto patinato e palesemente tarantiniano: eppure Quentin ama (e copia) il cinema asiatico quando è asiatico, non quando scimmiotta l’occidentale…

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      • Evit ha detto:

        Me li immagino sul set in Indonesia: “abbiamo questo frigo. E basta. Cosa possiamo farci?”

        Non so se ti ricordi ma parlai del doppiaggio italiano di The Raid in un articolo ormai lontano. Ancora mi sogno a notte quel “officer” tradotto come “ufficiale”.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ah, non lo ricordavo. Lo vado e recuperare e ti linko ^_^

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      • Evit ha detto:

        Lo dicevo giusto per curiosità. Mi è tornato in mente solo ora.

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      • Giuseppe ha detto:

        Quella di Garland è stata la seconda occasione mancata di portare davvero Judge Dredd sullo schermo: se potevo essere in qualche modo indulgente nei confronti del Dredd di Danny Cannon non lo sono più nei confronti di un film che ha dimostrato quanto quindici e passa anni siano trascorsi per niente, attingendo dal fumetto ancora meno del predecessore, se possibile (cattivi non umani? Non pervenuti, di nuovo. Mettiamoci Ma-Ma, dai, che così risparmiamo sugli effetti speciali. Stando così le cose, c’è da rivalutare non poco il giudice rinnegato Rico di Armand Assante con i suoi cloni)… ragion per cui il ripetuto tradimento della fonte cartacea originale me l’avrebbe fatto rigettare comunque, anche in presenza di un eventuale assedio realizzato e reso su schermo con i controcazzi (alla Evans), perché in ogni caso al posto di Dredd avrebbe potuto esserci un altro personaggio e nulla sarebbe cambiato ai fini della storia. Insomma, per me in un caso o nell’altro il confronto l’avrebbe SEMPRE vinto The Raid 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Infatti di Dredd non è rimasta traccia mentre The Raid ha scritto la storia. Spero che sia la volta buona che decidano di lasciar stare Dredd ed evitare altri ridicoli film sul personaggio.
        Purtroppo anche a tanti anni di distanza non riesco a far pace con il primo Dredd, che mi ha imbarazzato all’epoca e non riesco ancora a vedere senza coprirmi gli occhi. 😛

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  3. Cassidy ha detto:

    Quando i due film erano disponibili soli con i sottotitoli, ho fatto lo stesso errore di pensare che “Dredd” fosse la risposta yankee a “The Raid”, invece con questo pezzo capisco che addirittura la sceneggiatura era pronta prima, il che è ancora più grave!

    Si perché il film con il giudice azzecca finalmente il personaggio, ma resta un film statico, con davvero poco da dire, mentre “The Raid” è una bomba, ho avuto la fortuna di vederlo al Torino Film Festival prima che esplodesse come merita, in sala eravamo veramente pochini. Hai ben riassunto le differenze tra i due film, che sembrano uguali ma non lo sono per i dettagli che contano. Cheers!

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  4. Denis ha detto:

    Finiti gli action hero anni’80 che con la loro presenza tenevano insieme film anche mediocri,invece in Asia hanno sempre rinnovato le facce e The Raid e l’action definitivo degli anni 2000,azione incessante con sgherri che si schiantano nei parapetti in continuazione.
    Comunque esiste un film di assedio mobile e Mad Max Fury Road

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Ma Urban tiene il casco? No, perché il Cupido/Cesare di Xena non è un prodigio di espressività.

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    The raid…mi alzo in piedi ed applaudo!
    Dredd forse no ma sono clemente anche perchè…avendo recensito da poco quello di Stallone…mi pare un capolavoro! 🙂

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  7. Elfoscuro ha detto:

    A me è piaciuto molto questo Dredd, Garland si è rifatto molto a John Carpenter (anche pet la colonna sonora) e Paul Verhoeven. Bello anche il cast, cioè quei tra personaggi che si elevano nel contesto: Urban è abbastanza badass per il personaggio, Olivia è una bona pazzesca ma il suo personaggio regge bene il confronto sulla credibilità, Lena è un po’ un cattivo cartonato (per citarr Leo Ortolani) ma è abbastanza truce.

    Bello anche l’efetto della droga molto accativante cone rappresentato a livello diegetico.

    Io non h)o mai visto The Raid, ma questo resta comunqye un buon film ed i fan do Carpenter piacerà sicuramente…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sulla carta è un film molto carpenteriano, per il discorso dell’assedio “criminale”, ma in realtà è tutto il contrario: tanti effetti speciali, tanta caciara, tante chiacchiere contro zero effetti speciali, zero caciara, zero chiacchiere di Carpenter. Sono sicuro che il regista avesse in mente il grande John, ma il risultato mi sembra proprio all’opposto.

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      • Elfoscuro ha detto:

        Si beh se togli il casco e la pistola e l’ambientazione Dreddiana…non vi è nulla da citare ….però non mi sembra neanche così squallido, nonostante Garland abbia anche scritto di meglio in ambito fantascientifico. Un film ne carne e ne pesce. Ma è stata una bella visione.

        Se ti capita, ma penso tu l’abbia gia letta, da uno sguardo alla recensione di Leo Ortolaninda morir dal ridere..7

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Conoscendo ed amando l’arte di Leo, già rido 😀

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  8. loscalzo1979 ha detto:

    The Raid è probabilmente il film che ha raccolto meglio di tutti l’eredità del cinema d’assedio.
    Non ho trovato un difetto uno nella trama e nelle scene d’azione, godibilissimo ogni volta come se fosse la prima.
    Il Dredd nuovo….. per me non esiste, punto.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah credo che tutti considerino “inesistente” quel film 😛
      Davvero una gran sorpresa, The Raid, e sono contento sia ampiamente apprezzato: spesso i fan marziali devono cercare di difendere prodotti oggettivamente pessimi, ma stavolta i fatti parlano da soli 😉

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  9. Cumbrugliume ha detto:

    Dredd è un film pigrissimo, una occasione malamente sprecata quando sarebbe bastato relativamente poco per portare a casa un risultato sorprendente. Su The Raid qualsiasi parola sarebbe di troppo, è un serio candidato al titolo di miglior film marziale, e non solo degli ultimi anni…

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