Giorni di fuoco (1998) Tanti auguri, Dolph Lundgren


Compie 65 primavere il nostro svedesone preferito, quindi è necessario chiamare qualche amico a festeggiare insieme:

Torniamo indietro a tempi più semplici, quando Keoni Waxman era solo un trentenne hawaiiano di belle speranze che aveva esordito nel rutilante mondo della regia di piccoli film: non era ancora il personale scendi-letto di Steven Seagal, come sarà dal 2009 in poi. Erano anni in cui la Nu Image Films di Avi e Danny Lerner non si chiamava ancora Millennium Films ma già era regina assoluta del cinema d’azione di cassetta, quello dove Dolph Lundgren era di casa.
Con lo svedesone la Nu Image ha appena presentato The Peacekeeper (1997) ed è chiaro che la collaborazione non può che continuare felicemente, malgrado i distributori italiani non saranno sempre attenti. Comunque i film Nu Image con Dolph almeno sono arrivati in italiano, mentre altri Eroi della Z che la casa ha utilizzato negli stessi anni rimangono inediti.

IMDb dice che questo Sweepers è uscito prima nelle videoteche argentine (dicembre 1998) e poi in quelle americane (maggio 1999): non ho trovato altre tracce di distribuzione italiana se non una VHS CVC, arrivata intorno al 2000, e un DVD sempre CVC dell’ottobre 2005, entrambi con il titolo Giorni di fuoco.
In realtà ignoravo l’esistenza del DVD finché un amico collezionista dolphiano me l’ha fatto scoprire nel luglio 2020.

Addirittura il titolo italiano nel DVD: che sciccheria!

Una scritta iniziale ci spiega che nel 1998 le associazioni per i diritti umani di tutto il mondo sono impegnati nella rimozione delle mine anti-uomo, grazie anche all’interessamento di personalità come Lady Diana (che però era scomparsa il precedente 31 agosto 1997), ma queste lodevoli iniziative non arrivano in tutti i Paesi: per esempio non arrivano nell’Angola del 1993… E grazie al cacio (sui maccheroni), se agiscono nel 1998 come fanno a intervenire nel 1993? Temo che la traduzione italiana della scritta iniziale sia un po’ confusionaria.
Comunque il succo è che l’Angola, con le sue ricchissime miniere di diamanti, è finita nelle mani dei ribelli dell’UNITA, «un esercito rafforzato nei suoi ranghi da mercenari stranieri la cui arma preferita era la mina anti-uomo». L’ONU fischietta e fa la vaga, quindi gli unici a correre in aiuto dell’Angola sono squadre speciali di sminatori chiamate Ordine Umanitario di Cavalleria. Credo di capire che questa roba sia vera, anche se scritta male.

Cavalieri sminatori sin dal Medioevo!!!

Non ho capito, con un intero Paese in mano ai mercenari l’unica cosa che fanno è togliere le mine? E quelli poi le rimettono, quindi a che serve? Boh, diciamo che serve a gustarci Dolph sminatore! A lui basta fare la faccia brutta che le mine scappano da sole.

«Io ti smino in due!»

Il metodo usato dall’Ordine Umanitario di Cavalleria è semplice. Dolph cammina, intuisce la presenza di mine mediante doti paranormali che non ci vengono spiegate, e ci ficca sopra una bandierina rossa invisibile a occhio nudo. E l’amico gli dice pure “bravo”.

Se questo è il sistema di sminamento, siamo tutti morti

Ricordiamo che la Nu Image Films aveva a disposizione armamenti e mezzi militari da far invidia a Hollywood, quindi Dolph non può passare troppo tempo fermo a setacciare il terreno col coltellino: è ora di far esplodere cose e sparare alla gente. Sono già passati sette minuti senza morti, che figura ci fa la casa coi fan?

Basta parlare, è il momento di sparare!

In mezzo all’attacco dei ribelli e alle esplosioni di elicotteri e carri armati – che la Nu Image ha i depositi pieni, tocca usarla ’sta roba – sul campo rimane a zampe stirate il figlioletto dell’eroe, che non sapeva fosse lì.
Chiuso il doloroso prologo, facciamo un salto di cinque anni e siamo a New York… Come New York! E tutto il pippone sull’Angola in mano ai ribelli? Già finito?

Nella Grande Mela il senatore Sheppard (Greg Melvill-Smith) è vittima di un gruppo di attentatori che usa le stesse strane mine scoperte da Dolph in Angola. Una volta sventato il colpo il senatore vuole vederci chiaro, perché c’è il rischio che si ripeta l’operato di quegli «arabi che hanno fatto saltare il World Trade Center». Aspetta… ma è il 1998!
Scopro così che le Torri Gemelle avevano già subìto un attentato di matrice araba nel 1993, di cui onestamente non avevo memoria. Però certo che quella frase, pronunciata così vicino all’11 settembre 2001, mette i brividi.

L’agente Boccuccia è pronta all’impegno!

Grazie alle indagini dell’agente dell’FBI Michelle Flynn (Claire Stansfield, da poco sopravvissuta al figlio di Wes Craven), sappiamo che prima del bando sulle mine anti-uomo gli americani hanno commissionato a un certo Michael Lewis la creazione di una “mina intelligente”, dotata di PTC (Personal Tracking Device) e quindi capace di attivarsi anche senza contatto fisico: il modello A-6 Butterfly, infatti, sente che ti stai avvicinando ed esplode da solo.
Visto che queste mine sembrano essere state create in Angola, l’agente Flynn parte per la finta città sud-africana ricostruita a Johannesburg insieme a fidi artificieri professionisti, gente espertissima che… Niente, tutti morti, manco il tempo di inspirare. Ammazza che esperti!

Ci sarà mica un qualche americano del posto esperto in mine anti-uomo? Qualcuno che magari ancora soffre per la morte del figlio e ce l’abbia a morte con le “mine intelligenti” A-6? Guarda a volte la coincidenza… c’è.

Chi ha segato lo sgabello di Dolph?

Quella che inizia è una tipica avventura alla Nu Image Films, una di quelle storie piene di spari ed esplosioni in terre esotiche – in realtà sempre e solo sudafricane – che Italia1 e addirittura la RAI dei tempi d’oro regalavano a noi zinefili.
Qui in più c’è la naturale simpatia di Dolph Lundgren, che non si è mai preso troppo sul serio e sa bene come conquistare i suoi fan giocando con loro: qui è lontanissimo dall’essere un eroe d’azione, sembra anzi una parodia dei film action anni Ottanta di Margheriti.

Ehm, Dolph, scusa… mi sa che t’hanno fregato il grilletto della pistola

Attenzione, però, che quando c’è da fare la roba seria Dolph non si tira indietro. Siamo in anni in cui John Woo dètta legge e quindi Dolph si lancia a corpo morto per una rampa di scale impugnando due pistole, roba che Chow Yun-fat deve solo stare che muto!
Mi piace l’idea che il giovane Keoni Waxman (che qui però si firma Darby Black, forse per sembrare più americano) abbia voluto omaggiare Supercop (1992) rifacendo l’inseguimento finale sul treno, solo che qui è Dolph a saltare sui vagoni con la moto mentre è la ragazza a seguire in auto, mentre nello storico film Jackie rimaneva in auto e Michelle Yeoh volava con la moto.

Mentre Dolph vola come Michelle…

Jackie e Claire stanno comodi in auto

Si spara, si esplode, si salta dai treni in corsa, elicotteri esplodono via come se gliene avanzassero a secchiate, insomma: la Nu Image Films al suo meglio. E tie’, c’è pure la mina a farfalla, che sembra un’invenzione ma scritte finali ci dicono essere tutto vero, con le dovute proporzioni.

Le mine intelligenti con le ali pare siano vere

Se volete gustarvi un Dolph d’annata, che gioca con lo spettatore e almeno una scena a torso nudo la regala sempre alle spettatrici, questo Giorni di fuoco fa per voi, mentre gli estimatori della Millennium Films possono gustarsi le fasi primigene della mitica casa erede spirituale della Cannon.

Auguri, Dolph, e torna a giocare con noi.

L.

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24 risposte a Giorni di fuoco (1998) Tanti auguri, Dolph Lundgren

  1. Cassidy ha detto:

    Giorni di tuono, giorni di fuoco, giorni di Dolph. In effetti dal cappello dello svedesone sembrerebbe uno dei film di Margheriti, solo che è molto meno accurato, solo con le date hanno fatto un mezzo casino 😉 Anche a me viene un colpo quando sento parlare dell’attentato al World Trade Center prima del 2001, negli Stati Uniti la notizia aveva avuto molta più attenzione, poi è stata declassata dagli eventi futuri. In ogni caso non avevo mai sentito questo film, però Dolph è stato diretto anche da John Woo in vita sua, quindi può permettersi anche certi momenti d’azione, per quanto scimmiottati 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non ho trovato notizie di passaggi televisivi, come al solito la distribuzione italiana non è gentile con Dolph e questo è uno dei suoi tanti film che si trovano solo a cercarli con fatica, anche se tocca comunque ringraziare: i suoi colleghi dell’epoca alla Nu Image Films sono spesso inediti da noi.
      E’ un film divertente e senza impegno, puro Dolph allo stato brado, con tante sparatorie ed esplosioni nello stile Nu Image. Da vedersi per sghignazzare insieme al nostro svedesone preferito.

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  2. Il Moro ha detto:

    Questa commistione di elementi reali con le spacconate da filmaccio è intrigante!

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  3. Kukuviza ha detto:

    Mamma mia! Già solo nel trailer succede di tutto e mi pare di capire che non solo nel trailer, come invece succede per altri filmacci, magari anche più blasonati!
    Oddio, ma il metodo di Dolph sulle mine è tipo quello del camopo minato sul pc!!! 😀
    Comunque Dolph mi sembra bene in forma, anche col cappello stile Crocodile Dundee, purtroppo non come nel film che ho beccato io, ma me la sono cercata!
    Comunque ho letto sull’insta di Dolph che si è di recente operato a una caviglia che gli dava fastidio da molti anni, quindi magari appena si ripiglia fa un filmone di quelli giusti!

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  4. Lory ha detto:

    Io ti spiezzo! 🥊 Oops, ho sbagliato film! Auguri Drago!

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  5. Vasquez ha detto:

    Una citazione a quello stesso attentato del ’93 alle Torri Gemelle c’è anche nel terzo Die Hard (e mi sembra anche giusto visto che è ambientato al World Trade Center). L’unico spezzone che ho trovato in rete è questo https://youtu.be/mBZDV3OHPhg dove il titolare del canale la spaccia per “una previsione in Die Hard” (la pigrizia di non andare su google e pigiare due tasti…)
    Auguri Dolph!!!

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Auguri grande Dolph! 🙂
    E grazie Lucius per questo omaggio, per il fatto che quando lo zinefilo apparecchia con lo svedesone è sempre festa e perché non conoscevo (e ovviamente non ho visto) questo film (cercherò di rimediare!), insomma grazie per un sacco di cose! 🙂
    E poi Angola, “ti smino in due”, esplosioni come se non ci fosse un domani, mine a farfalla…spettacolo! 🙂

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  7. Sam Simon ha detto:

    Auguri Dolph! Però questo film mi sa che non lo recupero, nonostante gli elicotteri che esplodono che sono sempre un bel vedere…. Mi piace anche la critica sociale ai campi minati, suppongo che il messaggio si perda un po’ nelle esplosioni a profusione cortesia della Nu Image, ma almeno è un argomento degno di essere discusso! :–)

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  8. Giuseppe ha detto:

    1) Non importa con quale tipo di mina abbia a che fare, Dolph riesce a sminarle tutte solo con lo sguardo
    2) Alla pistola di Dolph non serve il grilletto, basta che lui dica BANG per far uscire il proiettile
    3) Dolph, prima di sedersi, sega sempre gli sgabelli, perché quando si discute attorno a un tavolo non si deve sembrare presuntuosi guardando gli altri dall’alto in basso
    4) Per Dolph quello lassù non è uno stunt: lui il treno lo prende sempre così, saltando sui vagoni con la moto
    5) Auguri Dolph! 😉 👍👏👏👏

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