Les mains de Roxana (2012) La signora orlac

«E se la tua mano destra ti fa cadere in peccato, tagliala e gettala via da te.»
(Vangelo di Matteo, 5,30)

Per festeggiare il centenario de Le mani di Orlac (1924) continua la sottorubrica dedicata alle mani che hanno aperto la via ad un’intera narrativa.


I mostri sono sessisti?

Perché non esistono “mostre”, cioè mostri cinematografici femminili? Sarà un altro aspetto (sicuramente il meno studiato) del celebre sessismo cinematografico? O forse un effetto combinato di edonismo delle attrici, che non ci stanno ad apparire brutte su grande schermo (nomi noti hanno ricevuto addirittura premi per il coraggio di apparire truccate da “non belle”, altro che mostre!) misto con il gusto del pubblico, che premia i maschi brutti ma non le donne brutte? È discriminazione?

I mostri sono sempre brutti, le “mostre” sempre affascinanti

La Universal dei tempi d’oro sfornava maschi mostruosi a secchiate, ma i canoni femminili non li toccava: la moglie di Frankenstein era una giovane splendida attrice (la mitica Elsa Lanchester) con semplicemente un’acconciatura audace. Il massimo del tentativo nel campo della mostruosità femminile potremmo identificarlo in Nina (Jane Adams), l’infermiera gobba de La casa di Dracula (1945), il film che chiude l’Era dei Mostri. Il problema è che, lungi dall’essere “mostruosa”, Nina è così dolce, buona e tenera che ti vien voglia di abbracciarla e coccolarla, non di darle fuoco come si usa fare coi mostri Universal.

La prima “mostra” Universal viene sprecata così, senza motivo

Vogliamo aggiungere al novero la Strega dell’Est delle varie versioni de Il mago di Oz? Più che una “mostra” è semplicemente una maschera per bambini. Vogliamo parlare delle vampire e licantrope sparse? Entrambe le specie hanno regalato donne giovani, belle e allergiche ai vestite, come quella lupa di tua sorella nel film omonimo del 1985, cioè Sybil Danning.

Davvero le licantrope vogliamo considerarle “mostre”?

Diciamoci la verità, le “mostre” servono a mostrare belle attrici svestite e provocanti, e temo che persino nei neo-puritani anni Duemilaventi difficilmente vedremo attrici che accettino di dissacrare il proprio corpo in video: la narrativa dei “corpi dissacrati”, degli arti scorporati e dei corpi menomati è tutta al maschile. Ci sono felici eccezioni ma sono appunto solo questo, eccezioni.

Una delle felici eccezioni arriva da madame Orlac: il modo con cui la Francia si riappropria (maluccio) del suo romanzo di culto.


Le mani di madame Orlac

Non ho trovato tracce di distribuzione italiana del film televisivo francese Les mains de Roxana (2012), ed è davvero un peccato sia rimasto inedito da noi: potete vederlo completo su YouTube, ma solo in lingua originale francese. (Però su OpenSubtitles.org si trovano i sottotitoli inglesi.)

Dopo quasi un secolo di maschi, Orlac è ritratto da una donna

Il pianista di successo Stéphen Orlac si trasforma qui nella violinista di successo Roxana Orlac (Sylvie Testud), e che i soldi per il film siano pochini lo si capisce subito, visto che la protagonista suona al buio e poi il montaggio alterna sequenze di pubblico illuminato che applaude.

Una violinista di successo… che suona per trenta secondi e poi mai più!

Il successo ha un costo altissimo, per esempio dopo un’esecuzione bisogna incontrare gente fastidiosa e rilasciare sempre le stesse dichiarazioni vuote, così una sera Roxana decide di svignarsela dagli impegni che le ha preparato la sua sorella-manager Elena (Micky Sébastian), personaggio che sostituisce la moglie di Orlac nel romanzo.

Durante la sua “fuga” la donna ha un terribile incidente in ascensore che le maciulla entrambe le mani.

Per sfuggire al successo, Roxana ha perso ciò che la rendeva di successo

La situazione è disperata e il medico di famiglia, il professor Bremmer (Gérard Desarthe), non lascia speranze alla donna: le sue mani sono troppo distrutte per salvarle, bisognerà amputare e impratichirsi nell’uso di protesi.

Il momento è duro e Roxana è a pezzi, quindi facilmente malleabile dal misterioso professor Bernard Christiansen (Jean-Marie Winling).

Un misterioso dottore dal nome più che esplicativo

Do per scontato che il suo nome sia una divertita strizzata d’occhio a Christiaan Barnard, il celebre chirurgo sudafricano che nel 1967 ha eseguito il primo trapianto di cuore: uno dei tasselli fondamentali nella narrativa dei “corpi dissacrati”, che però parlava di trapianti d’organi da molto prima, perché l’immagine precede sempre il reale.

Appena tornato dall’Argentina (plausibile sostituto del Sud Africa!), il chirurgo afferma di essere amico giovanile del padre di Roxana e di avere la soluzione perfetta per lei. Christiansen infatti ha messo a punto una tecnica unica, ignota a qualsiasi altro chirurgo, capace di trapiantare mani con una perfezione tale che la donna non noterà la differenza.

Nessuno può salvare le mani di Roxana, ma Christiansen può darle le mani di qualcun altro.

La soluzione risiede nelle “mani dell’altro”

Mi preme sottolineare un difetto della storia, cioè il fatto che la professione di Roxana scompaia del tutto dalla narrazione dopo i primi trenta secondi: il fatto che lei sia violinista non ha alcun peso nella vicenda. Mai, neanche per un secondo, la donna prende in considerazione il fatto che ora non potrà più suonare il violino, mai ci viene mostrata anche solo a pensare alla musica che è stata la sua intera vita fino a quel momento, mai si affronta la sofferenza di Orlac nell’aver perso la possibilità di esprimersi. Semplicemente Roxana è la vittima di un incidente che, come faremmo tutti noi, pensa solo a recuperare un minimo di normalità.

Il problema è che non sembra esserci nulla di normale, nelle sue nuove mani.

Tornano in scena le mani di Orlac

Qui il regista e sceneggiatore Philippe Setbon decide di seguire il romanzo originale e mette in scena la macchina per far sparire le cicatrici, semplicemente perché – immagino – non avesse idea di come sistemare le mani di Roxana, ma il problema è che non siamo più negli anni Venti del Novecento quindi certe trovate fantascientifiche all’epoca di grande fascino oggi risultano un po’ debolucce.

Cicatrici degne di un film Universal del secolo scorso

Roxana non sa da dove vengano le sue mani, né lo chiede, finché cominciano ad aumentare i “vuoti” da cui si risveglia, momenti cioè in cui si rende conto di non ricordare ore intere appena passate. Cos’ha fatto in quelle ore? E perché… è sporca di sangue?

Quando le sue mani diventano violente nel pettinare sua figlia, Roxana si rende conto che quelle che indossa potrebbero essere “mani cattive”… e con una volontà propria.

Mani che diventano cattive

Setbon crea una bella atmosfera, con una protagonista sempre più dubbiosa sull’essere un assassina – che colpisce mediante le mani di un’altra – aiutata dal capitano di polizia Almeida (Loup-Denis Elion), che prima indaga su di lei poi se ne innamora, cercando di aiutarla a dimostrare di non essere lei l’assassina.

Il problema è che quando i nodi vengono al pettine ed inizia l’ultima parte del film, tutto crolla, come se Setbon a forza di rimaneggiare pesantemente il romanzo di Maurice Renard alla fine… non abbia più saputo come uscirne! La vicenda è così profondamente diversa che l’autore avrebbe dovuto trovare nuovi elementi per giustificare i nuovi fili narrativi, e onestamente non mi sembra ci sia riuscito.

Anche lo sceneggiatore avrebbe avuto bisogno di nuove mani, per scrivere meglio

Solo verso la fine esce fuori il nome dell’olandese Livia Van Heusden, a cui apparterrebbero le mani di Roxana: non abbiamo il tempo di fare mente locale e sospettare l’intervento (paranormale?) di questa Livia. Mentre nella storia originale sappiamo subito che le mani di Orlac sono appartenute ad un assassino, qui non lo sappiamo mai né facciamo in tempo a sospettarlo perché nel momento esatto in cui nasce il sospetto viene subito stroncato, da uno “spiegone” ridicolo che dimostra tutta l’incapacità di Setbon di trattare l’argomento.

La gestione dei personaggi è pessima, l’aver gettato nel calderone troppi fili narrativi è una pessima idea e un finale imbarazzante fa capire che l’autore brancolava nel buio e ha chiuso a casaccio una storia che gli è palesemente sfuggita di mano. Ed è un gran peccato, perché almeno fino a metà film ha tirato fuori un ottimo prodottino.

Le mani sono giuste, è la storia che non va

L’attrice Sylvie Testud è molto brava a rendere l’“alterità” delle proprie mani, a ritrarle come fossero estranee al proprio corpo, anch’esso estraneo visto che potrebbe aver compiuto delitti all’insaputa della propria coscienza. Un tilt emotivo-psicologico molto intrigante, per questo dispiace che l’autore non abbia saputo gestirlo fino in fondo.

Per ricollegarmi all’inizio, madame Orlac è tutt’altro che una “mostra”, le sue mani trapiantate non bastano a renderla un’esponente femminile della narrativa dei “corpi dissacrati”, visto che rimane una donna piacente e non fa facce buffe per rendersi mostruosa agli spettatori, come invece fanno spesso i colleghi “mostri”. Che il sotto-genere debba rimanere esclusiva maschile? Possibile non ci siano attrici disposte ad apparire brutte e repellenti in video?


Epilogo
Le mani del MACC

Non posso chiudere questo ciclo senza citare l’agire del MACC (Motore ad Alta Coincidenza Cinematografica).

Proprio durante queste settimane di festeggiamenti de Le mani di Orlac all’amica Vasquez è capitato di rivedere The Hole (2009) di Joe Dante (per la recensione, vi mando da Cassidy), cascando dalla sedia davanti a una scena che abbiamo visto tutti ma non eravamo pronti a recepire.

Come si chiama il negozio di guanti inquadrato per un attimo?

Joe Dante, uno di noi!

Da un maestro della citazione horror come Joe Dante non mi sarei aspettato di meno: grazie a Vasquez per la segnalazione e al MACC per vegliare sempre su di noi.

L.

Mi sia consentito questo spazio di becera auto-promozione, visto che proprio dieci anni fa il fascino delle «mani cattive» mi ha pervaso a tal punto da scrivere il mio primo ed unico romanzo: Le mani di Madian.
Qualcuno sta uccidendo delle traduttrici mentre uno scrittore di successo afferma che la propria mano destra… non è la sua! I due casi sono uniti da una mano misteriosa che affonda le radici in citazioni letterarie che solo l’investigatore bibliofilo Marlowe (no, non quel Marlowe) saprà cogliere.
Capite che in questo ciclo non potevo resistere a questo pizzico di pubblicità. Il romanzo lo trovate in tutti gli eStore a soli 99 centesimi.

– Ultimi “corpi dissacrati”:

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19 risposte a Les mains de Roxana (2012) La signora orlac

  1. Cassidy ha detto:

    Se escludiamo Charlie Theron citata, che ha creato un precedente hai ragione, al massimo sono mostre sensualissima, il mostro femmina è ancora un tabù che spaventa. Il film non lo conoscevo, ma il finale è da cadere dalla sedia (grazie per la citazione!) Dante sempre più avanti di tutti 😀 Cheers!

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    • Vasquez ha detto:

      Gli appunti che prendo coi tuoi post mi danno sempre tante soddisfazioni, specie coi film segnati per la peste di casa, ormai tredicenne, la cui attenzione non è facile da acchiappare. “The Hole” ci è riuscito benissimo, e ci è piaciuto un bel po’, forse anche da rivedere, quasi un record oserei dire, quindi grazie a Dante, e grazie anche alla Bara 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Con Joe Dante si va sul sicuro: chissà se i suoi capisaldi del passato funzioneranno anche con la nuova generazione. Quando ho visto “L’ululato” con mio padre avrò avuto forse 14 o 15 anni e mi ha terrorizzato, mentre poco dopo ho visto “Piranha”, sempre con mio padre, e abbiamo sghignazzato per tutto il tempo. Ah, e ora che ci penso ero molto più piccolo quando al cinema abbiamo visto “Gremlins”, che mi ha divertito e spaventato in egual misura: avevo forse 10 anni e quel mostrino cattivo finale mi metteva strizza 😛
        Non credo che gli educatori di oggi approvino, ma Dante è stato un mio caro compagno di gioventù ^_^

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      • Vasquez ha detto:

        I due Gremlins non hanno lasciato gran che alla peste, forse si potrebbe prospettare un ripasso… “L’ululato” e “Piranha” non credo possano piacergli, ma non si sa mai co’ questi di adesso, chi dice di conoscere i gusti dei giovani mente sapendo di mentina 😅

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Forse quell’effetto “pupattoloso” non funziona più, nell’epoca digitale in cui i mostri sembrano usciti da videogiochi. (L’ultimo Godzilla è imbarazzante per quanto si muove male, eppure la grafica al computer continua misteriosamente a piacere.)
        E’ dura far apprezzare i classici 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sono molto titubante a considerare “mostra” la Theron, che semplicemente si è truccata come una donna non attraente: sicuramente è tanto per lei, naturalmente bella, ma non ha menomazioni o escrescenze o altro tali da renderla “mostra”. E’ come un vecchio film in cui Robin Wright si è imbruttita dipingendosi un dente di nero per fingere mancasse: i “mostri maschi” dell’horror vanno ben oltre 😛

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  2. Vasquez ha detto:

    Noooo! Ma come fine del ciclo?!? Che peccato, ci stavo prendendo gusto ormai, il venerdi…
    È incredibile come capiti di recuperare certi film proprio al momento giusto, e hai detto bene Lucius: sono effettivamente cascata dalla sedia, mi se ne sono uscite le palle degli occhi, non credevo a quello stavo vedendo, e invece sì! proprio la genialata che ti fa apprezzare sempre di più uno come il Grande Dante! E semmai mi verrà di aprire un negozio di guanti si chiamerà indubitabilmente “I guanti di Orlac”, e tutti quelli che mi chiederanno chi è Orlac saranno costretti a studiare questo ciclo del Zinefilo, davanti all’effigie di Joe Dante e in ginocchio sui ceci 😜

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  3. Andrea87 ha detto:

    Sulle “mostre” hai pienamente ragione, sono tutte troppo dannatamente sexy! Dalla “Bride of Frankenstein” Universal alle “Brides Of Dracula” Hammer, passando per Morticia Addams e Lily de Mostri della TV… fino alle odierne ASMR artist che ti fanno “Posso succhiarti… un po’ di sangue?” xD xD xD

    Ma se anche Sclavi in Dylan Dog ha ritratto la Morte come una donna bellissima, proprio non se ne esce…

    Per i prossimi episodi apocrifi, ovviamente, mi aspetto una digressione sugli episodi di Futurama e dei Simpson (il mini-episodio “Parrucchino infernale” in cui Homer diventa Serpe a causa del trapianto di capelli)

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il tema è sterminato, per questo ci ho messo tanto ad affrontare un argomento dalle mille sfumature e mille titoli, alla fine optando per dei singoli filoni da poter seguire senza perdermi nella foresta 😛

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Chicca finale gustosa, post interessante con film che lo è altrettanto, pur perdendo colpi col procedere, e…se le “mostre” hanno le sembianze di Sybil…mi offro come vittima! Ahahah! 🙂

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  5. Giuseppe ha detto:

    Ma come, siamo già alla fine? Ecco, queste son proprio le cose che fan venire voglia di menare le MANI 😜 Peccato per il film di oggi, in mani più esperte avrebbe potuto costituire un ottimo precedente per altri horror sul tema delle mani trapiantate virato al femminile. Riguardo alle “mostre” vere e proprie, ti segnalo uno dei rari casi in cui non ci si è preoccupati di mantenere intatta la bellezza della protagonista con pochi sbaffi di make-up… https://en.wikipedia.org/wiki/The_Reptile

    P.S. Grazie a Vasquez per aver portato in bella mostra una citazione che, evidentemente, fino ad oggi ci eravamo limitati a “tegistrare” solo a livello inconscio 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      A finire è stato il filone nato dal romanzo di Renard, in attesa di pizzicare in giro nuove apparizioni di Orlac (ma soprattutto delle sue mani!), le mani cattive sono tantissime e ci sarà da fregarsele, quelle mani 😀

      Di “mostre” ce ne sono ma rappresentano una minuscola minoranza, non so se perché il cinema continui ad essere “maschile” quindi non piacciano le donne brutte o perché al contrario siano le attrici a non voler apparire repellenti in video, preferendo trucchi paraculi finto-brutti. Sarebbe da farci un ciclo a parte, e sicuramente mi segno la tua chicca ^_^

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  6. Lorenzo ha detto:

    Circa un anno fa, nei film che segnali ogni settimana, ce n’era uno con la trama simile ma, al posto delle mani, gli organi trapiantati erano gli occhi, e la protagonista se non ricordo male era fotografa… era dei primi anni novanta ma non ricordo più il titolo.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Mi metti in crisi, non mi viene in mente proprio niente con questa descrizione: quando parli di “film che segnalo ogni settimana” intendi nel ciclo del venerdì?

      Da quando ho iniziato finalmente il ciclo sul “Corpo dissacrato” (settembre 2023) ho trattato solo di body snatcher, i cervelli di Siodmak e ora delle mani di Orlac, non ho ancora affrontato gli occhi e anzi non mi vengono in mente titoli, se non “Terrore nel buio” con il dottore che strappava occhi per darli alla figlia cieca.
      Una trama alla Orlac con però gli occhi al posto delle mani proprio non mi viene in mente, e dubito di aver presentato film sui trapianti senza averli inseriti nel ciclo dei “Corpi”.

      Di sicuro ho parlato (non recensito) di “Faces in the Crowd” (2011) con Milla Jovovich che ho visto su Prime Video, dove lei ha un disturbo degli occhi, assiste a un omicidio ma non sa riconoscere l’assassino, così come ho citato “Blink” (1993) dove in effetti (vado a memoria) la protagonista subisce un’operazione agli occhi per vedere ma così l’assassino si convince che lei sappia riconoscerlo, visto che quand’era semi-cieca l’ha visto. (Ho visto il film 30 anni fa, quindi potrei sbagliare.)
      Se ti vengono altre idee fammi sapere, che ora muoio di curiosità 😛

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