The Legionary (1998) Fuga all’inferno


Continuo a recensire i DVD che ho trovato su bancarella lo scorso Natale 2023, e per l’occasione mi rivedo dopo vent’anni questo Van Damme anomalo: tutto questo tempo mi servirà per avere un’opinione diversa sul film? (In realtà dal mio database ho scoperto che ho rivisto il film nel 2013, senza averne alcuna memoria.)

Sto parlando di Legionaire di Peter MacDonald, che la Andrea Leone Films distribuisce in italia con un titolo anglofono seguito da inutile sottotitolo: The Legionary. Fuga all’inferno.

Non l’ho mica capito se è un film francese o che se la tira da francese

Uscito in giro per il mondo nel 1998, riceve il visto italiano il 21 maggio 1999 arriva in sala sei giorni dopo. Ci resta due o tre mesi, poi riappare su Tele+1 dal 31 maggio 2000 (quando credo di averlo visto la prima volta) e il 29 novembre 2001 va in onda nella prima serata di Rai3.

Intanto nel luglio 2000 esce in VHS e DVD CVC, ma su bancarella ho preso la ristampa in DVD MHE del 2006.

Quel gran mattacchione del pugile Alain negli anni Venti

Siamo a Marsiglia nel 1925 e tocca assistere a venti minuti di storiella che serve a farci capire il motivo per cui il pugile Alain Lefevre (Jean-Claude Van Damme) dovrà scappare e arruolarsi nella Legione Straniera. Sia Van Damme che Sheldon Lettich risultano autori del soggetto, e quest’ultimo anche co-sceneggiatore insieme alla misteriosa Rebecca Morrison, e non stupisce, visto che vengono riciclati temi già apparsi (meglio) nel loro celebre Lionheart (1990), che già aveva un legionario protagonista e un incontro truccato che non finiva come voleva il boss di turno.

Indovinate chi invece doveva finire a tappeto, su ordine del boss?

Archiviata la pratica, che ammazza lo stile e il ritmo del film, andiamo in Marocco a conoscere i legionari, nuovi compagni d’arme di Alain. E partiamo bene visto che c’è Adebisi! Chiunque abbia avuto il coraggio di vedersi le quattro stagioni di “OZ” lo porta inciso a fuoco nel cuore, Adebisi, tanto che mi è impossibile giudicare anche solo sufficienti tutte le altre prove attoriali di Adewale Akinnuoye-Agbaje, visto che il suo personaggio della vita l’ha già fatto in TV nella migliore serie carceraria mai apparsa e che mai apparirà.

Ma pure fuori da “OZ” porti quegli strani cappelli storti?

Appena arrivati nella Legione, le reclute non hanno neanche il tempo di ritirare la divisa che il sergente maggiore Steinkampf (Steven Berkoff) spiega la situazione: la tribù dei Rif è un insieme di tribù berbere messo insieme dal capo Abd-El Krim (Kamel Krifa, amico di Van Damme che appare spesso in piccoli ruoli nei suoi film). Questi guerrieri del deserto, che il sergente chiama amabilmente «fotti-cammelli» (camel humpers), sono guerrieri fenomenali che hanno già ucciso più di 15 mila legionari: sapranno le nuove reclute fare meglio dei loro colleghi?

Non è un film con Van Damme, se non c’è un cameo di Kamel Krifa

L’addestramento è duro ma in fondo scopriamo che le reclute sono tutti dei pezzi di pane, teneroni cuccioloni che si aiutano a vicenda e si consolano, e il più puffoloso di tutti è Alain, che si sacrifica per tutti, benda i piedi sanguinanti dei commilitoni – anticipando quella vergogna ignominiosa di We Were Soldiers (2002) con Mel Gibson – e se sono stanchi li porta sulle spalle: ammazza che sceneggiatura sottile e che personaggio protagonista assolutamente credibile.

Il bel lavanderino, che lava i fazzoletti per i legionari del deserto

Finalmente si va in missione per non si sa dove, a fare non si sa che, poi arrivano i berberi, tutti si lanciano in gesti eroici e quindi vengono puniti dal sergente maggiore (ma perché?), e va bene così perché in questo modo Alain e i suoi amichetti pucciosi possono far vedere quanto sono duri (di gomma).

Non è per niente una posa “maschia” posticcia e ridicola, no, per niente…

Arrivati a tre quarti di vicenda nasce spontanea una domanda: ma quando comincia ’sto film? L’unica risposta è un’altra domanda: quale film? Nel momento in cui la sua carriera stava crollando nel cesso, van Damme le spara addosso per assicurarsi che non esista alcuna possibilità di rinascita.

Ecco come Van Damme si prende cura della propria carriera, mentre fugge da lui

La qualità diarroica della sceneggiatura è roba da denuncia penale, certe mostruose buffonate le puoi fare se sei Mel Gibson o Tom Hanks, se sei una produzione pezzente da due spicci – infatti il film è ampiamente replicato in TV, che viene via gratis – dovresti avere almeno la dignità di fare altro, parlare d’altro. C’erano mille modi di raccontare bene una storia della Legione Straniera ma uno solo mortalmente sbagliato: indovinate quale hanno scelto?

Gli scontri con i berberi fanno rimpiangere le stesse scene già ampiamente trattate da Stanlio e Ollio nei loro vari film sull’argomento: quando poi arriva una cassa di bombe a mano è chiaro che gli autori stiano ricreando I due legionari (Beau Hunks, 1931), ma sotto acido.

Ora capisco perché alla terza visione continuo a non ricordare la trama del film, perché non esiste, è la preparazione stupida a una storia che per fortuna poi non arriva, visto che evidentemente si sono vergognati. Se non fossi un folle collezionista dovrei posizionare anche questo DVD tra “I Defenestrabili”, in attesa di volare via dalla finestra, invece ci arricchisco la sezione Van Damme della mia videoteca casalinga.

Visto che lo replicano spesso in TV, il mio consiglio è… evitatelo! C’è di meglio da vedere.

L.

– Ultimi film con Van Damme:

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17 risposte a The Legionary (1998) Fuga all’inferno

  1. Cassidy ha detto:

    Ammetto di non aver mai imparato il nome dell’attore, perché per me sarà sempre, eternamente Adebisi (storia vera). Questo film passa in tv spesso e ogni volta mi appassiona sempre meno, ho sempre pensato fosse un modo per mettere in chiaro il legame tra JCVD e la legione straniera, che comunque è sempre presenta nei suoi lavori, quindi tanto vale farci un film sopra no? 😉 Cheers

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  2. Lorenzo ha detto:

    Ho sempre pensato che questo e quello con Roger Moore fossero lo stesso film, mi rendo conto ora che sono due diversi 😀

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In fondo sono entrambi tentativi di Van Damme di fare film “veri”, con tanto di fotografia e pellicola curata, sempre però dimenticando che l’essere incapace di recitare, di parlare e di fare qualsiasi espressione che abbia una minima attinenza con la situazione sono difetti belli grossi, che non disturbano una star marziale ma sono un dramma per qualunque altra carriera 😀
      Qui in ogni scena dialogata Van Damme sembra un demente, perché è circondato da bravi attori che si muovono come esseri umani e sanno parlare, e lui è in mezzo che fa la faccia da ebete, sorridendo quando non c’è alcun motivo di sorridere, mentre si muove come uno che si sia appena svegliato dal coma. Solo tanta tristezza…

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      • Lorenzo ha detto:

        Ma cosa ne pensi di “JCVD”‘ (del 2008)?

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Quello è tutt’altro discorso, l’ho adorato e lo considero un gioiello: l’unico difetto è che doveva essere il film con cui finalmente J.C. smetteva di fare il cazzone e iniziava ad essere sincero coi fan, con quelli come me che non si perdevano un suo film al cinema e compravano tutte le VHS (e quando dico tutte intendo TUTTE, in più copie!) e che non ci stavano ad essere presi per il culo.
        “JCVD” è un filmone che però non è servito a niente, visto che è tornato a fare il cazzone, girando nei Duemiladieci film che non girava nei Novanta: cioè faceva da vecchio le cose che da giovane non voleva più fare.
        Liberissimo di farlo, anche perché c’è la nuova generazione di Netflix che lo considera un attore comico, ed è una carriera che fa bene a seguire. Però gli anni passati a vederlo fare prodotti vergognosi perché voleva fare l’attore serio sono troppi, per me, per fare finta di niente.

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  3. Jena Plisskin ha detto:

    Ah allora è veramente una schifezza. Fan di JVC me lo consigliavano, io ai primi tentativi di visione sbadigliavo a bocca talmente aperta che nemmeno l’entrata del Gran Sasso poteva eguagliarmi. Non credo lo abbia mai finito di vedere e se ce l’ho fatta, i neuroni preposti all’immagazzinamento dei ricordi hanno chiesto asilo politico ad una ameba. Potrei denunciare i produttori per lesioni aggravate.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Io sono fan di Van Damme dal 1990, l’ho amato con violenza e ho speso paccate di soldi per lui, poi però lui ha deciso che voleva diventare attore “vero” e chiaramente è finito tutto: è come se Giovanni Rana decidesse di interpretare il prossimo “John Wick”. Giovanni, tu sai fare tortellini, fai tortellini, lascia stare il resto 😀

      JC è totalmente incapace di parlare in inglese, non è questione di accento, è che è proprio impedito e quindi è impossibile spacciarlo per qualsiasi ruolo che non sia un francese che non sa parlare inglese; è totalmente incapace di recitare, di parlare e di muoversi in una scena: lui ha rivoluzionato il cinema marziale e lì doveva restare, finché aveva le forze. Invece come tanti ha deciso di smettere per poi tornare a combattere a 50 anni, quando è solo motivo di imbarazzo.
      Essere fan spesso significa tifare, cioè applaudire sempre anche quando è ridicolo farlo, quindi non mi stupisce che davvero esistano fan di J.C. che consiglino questa stupidata di film totalmente sbagliato in ogni fotogramma, ma ti esorto a prendere le distanze da questi loschi figuri, perché ti consiglieranno sempre robe che ti faranno male 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Giovanni Rana e John Wick? Vuoi dirmi che il prossimo capitolo si potrebbe intitolare “John Wick: Buon Appetito”? 😛😄😄
        Tornando a noi, qui c’era la possibilità di fare un buon film sulla Legione Straniera se non fosse stato per un piccolissimo particolare: l’aver tentato di costruire il tutto attorno alle ambizioni da attore “serio” di JCVD che, in un tale contesto, è del tutto ininfluente (NON c’è un nuovo Lionheart, qui) e, di conseguenza, pure il risultato finale è del tutto ininfluente (in primis, sulla memoria del pubblico) 😔

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Usare spunti buoni per film d’azione di cassetta per fare un film serio da cinema già è un’idea azzoppata sul nascere, dimenticarsi poi di scrivere una trama – perché “The Legionary” non ha trama, solo un insieme di scene – è ancora peggio. Meglio Giovanni Rana che fa John Wick 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        😄😄
        Pensandoci bene, alla fine ne sarebbe pure venuto fuori un film d’azione di cassetta… Sî, della cassetta di frutta e verdura e l’azione è quella di tirarla addosso ai responsabili 😜

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      • Jena Plisskin ha detto:

        Sempre allontanato fan e santoni, è il mio mantra. Cmq preciso che a me JCVD piace, ma come dici tu quando mena con il suo stile, quando prova a fare l’attore ammetto che il pastore tedesco di mio cognato ha molte più espressioni.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahahah idea per un remake de “Il commissario Rex”: invece del pastore tedesco chiamano il belga 😀
        Il commissario indaga e quando c’è un pericolo J.C., che sta tutto il tempo accucciato, parte a menare i cattivi! 😀

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  4. loscalzo1979 ha detto:

    Visto a memoria su TMC e credo anche su Italia 7…. una noia incredibile

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Van Damme è un pezzo di cuore ma questo film effettivamente non si può salvare, noioso assai, tanto che se lo incrocio in televisione passo oltre e quando si tratta di film dei miei eroi è una reazione anomala! 🙂

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