Joker. Wild Card (2015) Statham fa (male) Burt Reynolds


La settimana scorsa avevo promesso che lunedì avrei affrontato questo film, invece poi… me ne sono totalmente dimenticato. O forse è stato il mio subconscio che ha cercato di proteggermi da una visione troppo spaventosa. Così ho preferito parlare male di Mad Max, un’attività molto più divertente.

Recupero ora, anche perché devo fare delle scuse pubbliche. Infatti ho chiuso la recensione di Black Jack (1986) anticipando il fatto che nessuno può fare peggio di Burt Reynolds: scusa, Burt, sono stato ingiusto con te. In questo remake-fotocopia Jason fa così peggio che addirittura tu migliori al confronto!

C’è stato un momento in cui il britannico Simon West era il nome più caldo in città, poi ha lasciato parlare il suo lavoro e si è parecchio freddato, ma diciamo che come regista è un ragazzetto in gamba: come tutti i migliori ha iniziato dai videoclip, e poi ha esordito con quella sciocchezzuola di Con Air (1997) – vi rimando al suo fan numero uno, Cassidy Air! – e poi con Nicolas Cage ha lavorato di nuovo in Stolen (2012): lo spazio fra queste due date è dove il talento si è parecchio appannato.

Di West mi piace The Mechanic (2011) e I mercenari 2 (2011) ma temo che non dipenda dal regista, comunque è chiaro che in quel periodo ha fatto amicizia con il connazionale Jason Statham, che ormai non era più lo Statham dei tempi d’oro, ed è nato un terzo film insieme: la Morte Nera che ha insozzato le carriere di entrambi, Wild Card (2015).

Al suo arrivo nelle nostre sale, il 5 agosto 2015, la Koch Media dev’essersi detta: come possiamo rovinare ancora di più questa robaccia inguardabile? Ecco l’idea: ribattezziamolo Joker – Wild Card. Perché quel “Joker”? Che cacchio c’entra? Forse perché nella locandina originale il protagonista è incastonato in una carta del Jack di picche? Boh.

Il MACC ha voluto fortemente che io guardassi questo film, così me l’ha messo in catalogo libero su Prime Video, insieme ad altri madornali errori di Jason, da Safe (2012) a Redemption (2013).

Durante la visione anch’io volevo accendere del fuoco…

Quel settembre 2015 in cui ho visto questo film per la prima e unica volta ormai da tempo Jason lo consideravo il fantasma di ciò che era stato: il Transporter ormai era un burattino manovrato solo dai peggiori autori in circolazione, infognato in produzioni da schiaffi in faccia, perciò l’obbrobrio di questo Joker non mi ha stupito, solo nauseato.

Eppure non sapevo la parte peggiore del film, anche perché non è riportata nei crediti: questa robaccia è la fotocopia del filmaccio con Burt Reynolds, uguale scena per scena, con l’aggiunta che riesce a sbagliare quel poco che invece Burt aveva azzeccato.

L’hanno rifatto uguale giusto un’anticchia…

Con la trovata truffaldina di far risultare sceneggiatore William Goldman, e di spacciare il film come tratto dal suo romanzo Calore (1985), la Lionsgate non sente il bisogno di specificare che sta ricalcando un vecchio film, non un romanzo, limitandosi a limare qualcosa.

Fra le pochissime differenze c’è il fatto che il protagonista è britannico, come viene specificato una sola volta, e questo è tanto e poco: tanto male e poco bene.

L’unico pregio di Black Jack (1986) è il suo essere terribilmente fuori moda e, a voler pensare bene, è proprio ciò che il protagonista rappresenta. Burt Reynolds incarna un personaggio di un’altra èra che ha capito di essere un dinosauro, il tipico americano che vive a Vegas come fosse in un film di Frank Sinatra e si rende conto che tutto è cambiato, sono arrivati gli anni Ottanta e Sinatra infatti non sta più bene.

Tutto questo crolla davanti a un giovane britannico: che cacchio ci fa a Las Vegas a vivere come in un film di Frank Sinatra? Un ex SAS che è escluso possa incarnare quel cuore caldo della poetica crepuscolare che invece era il forte di vecchi attori al tramonto, come appunto Burt: perché Nick Wild – versione moderna di Nick Escalante – è così stanco di Las Vegas? Burt non aveva bisogno di dirlo, perché erano tempi in cui un’intera generazione stava crollando con lui: questo britannico del 2015 che cacchio c’entra? A chi sta parlando? A tutti i britannici che vivono a Las Vegas?

A parità di cialtronata, almeno il primo film non spiegava niente perché dava tutto per scontato: qui niente è spiegato perché è solo spazzatura.

«I’m an englishman in Vegas» (semi-cit.)

Dunque Nick Wild (Jason Statham) sogna la Corsica (così non si può accusare di remake il film, visto che Burt sognava Venezia!), però per andarsene da Las Vegas ha bisogno di almeno 500 mila dollari: ammazza, ma vuole trasferirsi in Corsica o se la vuole comprare?

Fa piccoli lavoretti – gli stessi identici di Burt Reynolds, pari pari – aiuta l’ex amante a vendicarsi, e ho apprezzato che si specificasse l’identità della donna, rimasta invece ignota nel vecchio film. Va dal boss demente Danny DeMarco (stavolta con la faccia da infame di Milo Ventimiglia), fa sfogare la ragazza pestata poi via, ad aiutare Cyrus Kinnick (Michael Angarano) con lezioni di vita di rara inutilità.

Si vede che è cattivo dal pizzetto nero: ecco la qualità della sceneggiatura

Per fortuna ci viene risparmiata la lunga parte in cui insegna al ragazzo a dare pugni, però rimane l’inutile e mostruosamente brutta parte in cui il protagonista vince continuamente al casinò, guadagna mille miliardi di miliardi e non gli bastano mai, perché in Corsica se non hai almeno mille fantastiliardi non ci compri manco il caffè, e poi perde tutto. Una piccola chiacchierata tesa con il boss Baby (Stanley Tucci) e fine del film più brutto in assoluto della carriera di tutti gli attori coinvolti. E ce ne sono davvero tanti, in minuscoli ruoli assolutamente inutili.

Li avete riconosciuti, gli occhi di Sofia Vergara?

Dalla mia prima visione ricordavo un film brutto e deludente, ora – avendo visto l’originale – la mia stima è crollata molto più in basso: ma che senso ha fare ’sta roba? Perché prendere un film già scritto male, ma male male male, ma male male male male male male (scusa, hai detto “malino”? No, male male male) e scriverlo peggio?

500 mila dollari? E so’ pochi! I’ so’ Joker, ah, I’ so’ Joker!

Faccio un esempio. Quando il vigliacco DeMarco accusa Nick di aver sparato ai suoi uomini, il boss Baby ride: lo sanno tutti che Nick non usa mai armi da fuoco bensì esclusivamente lame. Questa scenetta era pessima nell’originale, perché MAI il protagonista è mostrato ad usare lame, qualcosa che sicuramente era nel romanzo ma poi è stato portato malissimo su schermo. Però prima della scena era stato detto che Nick usa solo lame, quindi è sì una scena scritta male ma comunque ha un senso.

Nel remake-fotocopia MAI viene detto che Nick usa le lame, quindi la reazione di Baby non ha alcun senso: è un pezzo di sceneggiatura tagliato male dall’originale e appiccicato con poca colla. Visto che già l’originale era pessimo, questa operazione del 2015 è il Male assoluto: quello che sta distruggendo il cinema, mentre tutti pensano agli effetti speciali.

Stanley Tucci col parrucchino: simbolo perfetto del film

Jason sta facendo di tutto per superare in peggio questo film, ma sebbene non faccia che sfornare film dimenticabili (e giustamente dimenticati), dubito che riuscirà a sfornare una robaccia più robaccia di Joker. Wild Card, semplicemente perché è la congiunzione astrale di una serie di orripilanti scelte narrative che amoreggiano e generano demoni.

Addirittura IMDb dice che, non accreditati, a gestire quei trenta secondi di scene d’azione c’è Corey Yuen e la sua squadra: solo dei debiti contratti con la mafia locale può giustificare il coinvolgimento del maestro Yuen in ’sta roba!

In realtà forse è vero. A un certo punto Jason lancia una sedia al cattivo che gli corre incontro e quest’ultimo inciampa e cade: è una tipica trovata di Hong Kong, la usano a valanga Jacki e Sammo, storici “compagni di classe” di Corey Yuen, quindi il pettegolezzo di IMDb potrebbe essere vero.

Davvero c’è Corey Yuen nascosto dietro le rare scene d’azione?

Chiedo dunque di nuovo scusa a Burt Reynolds, che mi ha stupito perché seppur pessimo in Black Jack (1986) comunque ha un suo motivo d’essere, mentre Jason buttato a casaccio in Wild Card (2015) sta lì solo a compiere il peggior errore della sua vita, riuscendo addirittura a farmi rimpiangere il mio odiato Transporter 3 (2008).

L.

P.S.
Per le voci italiane del film, rimando al mio “Dizionario del Doppiaggio“.

– Ultimi film con Jason Statham:

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14 risposte a Joker. Wild Card (2015) Statham fa (male) Burt Reynolds

  1. Cassidy ha detto:

    Gli oocchi della Vergara battono il parrucchino di Tucci, due a zero. Così come Reynold batte Giasone come un tappeto, nel confronto diretto. Grazie per l’ari-citazione! 😉 Cheers

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  2. Jena Plisskin ha detto:

    Impossibile non riconoscere gli occhi di Sofia 🙂 Il brutto del copiare è copiare male, imparato a scuola e nella vita. Non capisco lo spreco di manovalanza, teoricamente tutti giusti nel posto sbagliato, magari se si facevano venire una storia passabile, non dico buona, poteva uscire una bombetta. In questo caso avere il pane ma non i denti. PS: a questa Jena le scene d’azione di Transporter 3 erano piaciute, il film meno effettivamente. Il secondo dei Blues Brothers ? Quale secondo ?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Essendo schifato dal film non voglio leggere il romanzo originale di Goldman, che invece magari è buono: perché invece di rifarsi al libro hanno deciso di ricalcare passo per passo un film che è solo un enorme sbaglio? Avrebbero potuto cambiare qualcosa, avendo un giovane britannico invece di un vecchio americano, avrebbero potuto rimaneggiare una trama nata nel 1985, che nel 2015 è più imbarazzante di quanto lo era nel film del 1986, invece niente, remake-fotocopia senza anima. Poi dicono che la gente non va più al cinema…

      Grazie a tutti i film successivi, mostruosamente brutti, ho dovuto rivalutare tantissimo “Transporter 3”: le scene d’azione mi sono piaciute già all’epoca, era proprio il film in sé che mi dava la nausea, con lui e lei che parlano di roba da mangiare per tutto il tempo. Ma certo se paragonato alle robe in cui Jason si è infilato dopo, ad avercene di film come quello 😛

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      • Jena Plisskin ha detto:

        In effetti ho rivalutato alcuni film di Besson, all’epoca sembravano pacchianate ora li vedo come se fossero oro. Non escludo non ci capissi nulla all’epoca…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Credo semplicemente che un tempo la qualità media era talmente alta che potevamo permetterci di storcere il naso davanti a certi film magari non proprio eccezionali, poi invece abbiamo visto cose talmente orribili che viene naturale rivalutare tutto 😛

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  3. Madame Verdurin ha detto:

    Ricordo che durante la visione del film ero del tutto attonita: non solo tra una scena e l’altra non c’era legame logico-consequenziale, e i personaggi agivano a casaccio, ma cambiava anche del tutto il tono senza motivo, da buffonata a tarantinata a indefinibile. Davvero insalvabile e ingiustificabile!

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  4. Vasquez ha detto:

    Questo film non ha nessun senso, da qualsiasi parte lo si guarda non si capisce di che parla, dove vuole andare a parare e perché.
    Il motivo dell’aggiunta di “Joker” al titolo secondo me è perché il “jolly” (“joker” per gli americani) è la carta “matta” nelle carte a semi francesi, quindi la “Wild Card”, a differenza delle carte italiane, dove la matta (cioè la carta che può assumere qualsiasi valore) è il dieci di denari.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Quindi dovrebbe essere il nome del regista, perché solo un matto poteva girare una roba simile 😀
      Scherzi a parte, veramente è un film senza trama: voglio sperare di cuore che il romanzo originale non sia così devastante, visto che l’autore ha firmato un sacco di roba buona, ma chissà, magari aveva il conto del droghiere da saldare in fretta 😛

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Film visto di cui non ricordo nulla e se penso che c’è il mitico Jason l’unica spiegazione possibile è che sia stata una visione davvero scadente! 😮😉

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  6. Giuseppe ha detto:

    Davvero, nonostante quello che ti scrissi (negativamente) a riguardo nel commento di tre anni fa a proposito di “Transporter 3”, questa triste scopiazzatura di Simon West con un Jason Statham ultrasprecato te lo fa rivalutare non poco (tanto che forse, oggi, quel DVD lo prenderei)… 😣

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ho notato questo effetto con la saga di Alien. Quando è uscito “Alien la clonazione” non mi è piaciuto, poi è uscito “AVP” e l’ho rivalutato, poi è uscito “Predators” e ho rivalutato “AVP”, poi è uscito “Prometheus” e ho rivalutato “Predators”, poi è uscito “Covenant” e ho rivalutato la morte…
      Il cinema offre così tanto letame, che tutto ciò che non ci è piaciuto nella vita in realtà sembra molto più bello, ora 😛

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