Ma per sul serio, come diceva l’Ezio Greggio dei tempi d’oro? Davvero a vent’anni da Lake Placid (1999) e dopo quattro seguiti, siamo ancora qui a parlare del celebre lago infestato da un coccodrillone? Com’è che più lo ammazzano e più torna in vita?
Il richiamo delle bestiacce era troppo forte, e non potevo lasciare monco il mio storico ciclo sui coccodrilli, così appena ho scoperto l’esistenza di una roba dal titolo Lake Placid: Legacy ho dovuto vederla. Me tapino…
Prodotto da gente a caso, il 28 maggio 2018 il film viene trasmesso dalla famigerata Syfy e poi distribuito in home video nei punti più sfortunati del mondo: una cloaca massima come la distribuzione italiana non poteva certo farselo sfuggire, però un po’ si vergogna e ne ho trovato notizia solo in streaming a pagamento su YouTube.
Un gruppo di eco-dimostranti entra illegalmente negli uffici di una grande multinazionale e compie il gesto più pericoloso della contemporaneità: appende una scritta di protesta. Ammazza che violenza!
Questi eco-buffoni si comportano come se avessero affondato i server di facebook e passano alla sfida successiva: mangiare la minestra con la forchetta. No, scherzo, purtroppo è peggio. Un loro amico-nemico li sfida ad andare in un posto, che qualcuno ha messo una taglia di centomila dollari per chi lo fa. No, no, non puzza di minchiata lontano un chilometro, è una cosa davvero plausibile: se ne dubitate, vi rovinate il colpone di scena quando scoprirete che non c’è nessuna taglia su Lake Placid…
Come si fa a recensire un film che non è un film? Come si fa a criticare una sceneggiatura quando non c’è una sceneggiatura? Al bar sotto casa hanno preso un gruppo di aspiranti attori disoccupati, li hanno drogati pesantemente e sbattuti a Lake Placid: recitano tutti così a mille che si teme continuamente un infarto sul set. Tutti si muovono in modo così manieristico che fa male agli occhi, compresa la “quota nera”: il solito attore di colore che ogni film americano è costretto per legge ad inserire nel cast, e che il buon gusto vorrebbe che almeno fosse un attore. Qui c’è solo un esagitato che “fa il nero” a mille.
Ma è niente davanti al protagonista, l’uomo dalla barba più tinta dell’intero universo.
Arrivati a Lake Placid, i nostri baldi pupazzoni cominciano a sospettare che ci sia qualcosa di strano: forse il vedere la vegetazione circostante ricoperta di budella umane potrebbe essere un indizio, ma non sono tipi così svegli. Infatti si infilano subito nei sotterranei…
Ora, io capisco che l’ABC dell’horror sta nell’infilare i personaggi in corridoi bui, in cui si separano per passare interminabili parti di film a camminare da soli dicendo «Chi c’è là?», ma mi spiegate perché un lago dovrebbe avere dei corridoi bui? Ma dove sono? Sott’acqua? Mica s’è capito…
Una volta che mi sono reso conto che il vuoto pneumatico di questo peto lacustre mi stava risucchiando ogni energia e cominciavo a perdere conoscenza, sono andato avanti veloce, scoprendo che così il film è anche più comprensibile. Tanto il 70% dell’azione vede personaggi che camminano al buio, quindi andare avanti e indietro non fa alcuna differenza.
Alla fine si vede un’ombra, che forse potrebbe essere un coccodrillo. Fine del film.
Nell’inutile confronto finale, una tipa sale su un bulldozer, e scatta un confronto finale tipo Powerloader vs Alien Queen… seeee, ma scherziamo? Così questo sembrerebbe un film, poi la gente non capisce. Cos’è il powerloader? I giovani d’oggi che ne sanno? No, si tratta di una tipica citazione mancata che è la forma più misera di cinema, perfettamente in tono con il resto della storia. Infatti il coccodrillo muore di nausea, e anche gli spettatori corrono lo stesso rischio.
Incredibile che il regista di questa roba sia Darrell Roodt, quello che dirigeva John Barrett e Michel Qissi in Fino alla morte (1992): da allora ha sfornato decine di robe indefinibili, dimostrando ancora una volta che il cinema marziale anni ’90 tanto disprezzato era il meglio che un’intera generazione di cineasti poteva tirar fuori.
Lo stato di putrefazione del cinema è tale che negli anni Dieci del Duemila la stragrande maggioranza dei film fa così schifo… che i precedenti filmacci girati in Bulgaria addirittura sembrano migliori! I seguiti di Lake Placid sono capolavori di divertimento, in confronto a questo scopettone del water usato, eppure alla loro uscita era chiaro che fossero una stupidata in confronto ai film capostipite del decennio precedente.
È un crollo verticale di decennio in decennio verso la Grande Latrina del Cinema: i film per i canali a pagamento. Non esiste forma di vita inferiore a quella…
Lasciate morire quel povero coccodrillo, invece di metterlo in produzioni così devastantemente brutte e noiose. Lasciate morire la saga di Lake Placid, piuttosto che insultarla così…
L.
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Ma ma… Io credevo che ne avessero fatto solo tre. Non c’è fine al peggio. Fortunatamente tra poco esce The Crawl al cinema.
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Il Lago Placido è un posto ospitale, accoglie tutti! Pure le anaconde 😀
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Mmmh stai cercando di dirmi che hanno fatto pure dei seguiti su serpenti giganti?
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Eh sì. Quattro laghi placidi, tre anaconde e poi il super-filmone che li fa scrontrare: “Lake Placid vs Anaconda” (2015) Era il modo migliore di finire, o di iniziare una collaborazione divertita, invece purtroppo hanno scelto il liquame del nulla…
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Adesso ho paura. Vado a leggermi il tuo articolo.
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no sul serio questo film non è uscito in DVD ma solo in streaming a pagamento su Youtube non ci posso credere
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E’ un fenomeno che sto notando sempre più spesso, come se i distributori volessero risparmiare la massimo. Già è tanto se li doppiano 😛
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Come scrive The Butcher, il tuo ciclo sta per avere un nuovo capitolo con “Crawl”, questo ho avuto il coraggio di iniziarlo, ma é una robetta triste di ben poco conto, molto meglio il tuo post, ma di gran lunga! Cheers
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La delusione di questo ennesimo film “placido” è stata cocente, non volevo parlarne ma non mi andava di lasciare il ciclo monco.
Non ho più la forza di seguire i filmacci tipo crawl, quando uscirà in home video o in streaming ci penserò 😛
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😂😂😂 Mi sono troppo divertito a leggere la rece, con la tua ironia sei davvero un nobilitatore di filmacci altrimenti inguardabili! Il bello è che nonostante il genere mi attiri, nonostante tolleri la Z più profonda, nonostante abbia visto i sequel precedenti…ne farò a meno di questo! 😉
P.s. Grazie per la citazione di Fino alla morte!
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È assurdo come un bravo regista marziale sia caduto così in basso: quella strepitosa epoca cinematografica ha tirato fuori il meglio da tutti! ^_^
Tutti i seguiti di Lake Placid sono migliori di questa inutile noia, ti consiglio di cuore di evitare il film…
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Almeno nelle ingiustificabili gallerie sotto il lago si fossero imbattuti in una comunità di uomini-coccodrillo esperti di arti marziali, in omaggio al passato di Roodt 😉… No, calma, questa poteva quasi essere un’idea e siffatti pseudo-finti-infimi sequel di idee NON ne devono assolutamente avere, mai, altrimenti dove starebbe poi quel minimo di soddisfazione nel recensirli senza pietà? 😜
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Qualsiasi idea sarebbe stata una idea, invece solo il vuoto deve guidare il nuovo cinema…
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Il film sembra bruttarello forte, ma le battute erano carine XD
Ma non sarebbe meglio fare il film senza storia dall’inizio? Tipo che metti dei trentenni che fingono di essere ventenni, vanno in comitiva in vacanza, uno di loro (la final girl?) salva un gattino dall’albero, così lo spettatore sa che è buona, e poi lu mandi in giro a folleggiare e farsi mangiare dal bestio. Fine.
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Infatti la parte peggiore del cinema di genere è che deve spiegare cose che già sanno tutti: perché non saltiamo direttamente al succo? Se un film ha un coccodrillo assassino in copertina, saltiamo tutta la parte in cui la gente dice “NO, non è possibile ci sia un coccodrillo assassino nel lago” e andiamo subito alle vittime e alle idee per fermarlo. Così magari ci sarebbero film più succosi…
Bei sogni, purtroppo irrealizzabili 😛
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Io sono un fan delle storie, anche complesse, ma se non sei capace, falle il più possibile semplici. Offri due indizi sul perché la gente vada in un posto e faccia le sue cose, taglia i dialoghi inutili e imbarazzanti e vai avanti. Non superare l’ora e venti di durata, soprattutto: quel tempo va riempito con storia e divertimento, se non sei capace, fai meno 😦
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Saggissime parole!
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10 euri??? E la citazione di aliens è proprio sfacciata!
Ma a me è piaciuta di più la tua citazione di Young Frankenstein di Mel Brooks! X–D
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Purtroppo quella di Aliens è solo una citazione mancata, nel senso che ha i mezzi per attuarla ma non lo fa, quindi… è imperdonabile! ^_^
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Mi sono perso un paio di capitoli per strada… Corro a leggere i tuoi vecchi post che tanto di sto filmaccio non mi frega un beneamato!
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ahah se ti capita, vediti qualcuno dei Lake Placid che almeno ti fai due risate 😛
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preparati per la maratona Monster Night inizia mercoledi prossimo
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Finora stanno facendo tutta roba vecchia, già recensita..
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ma quand’è che questo film uscirà in DVD tipo su Amazon
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Mi sa che il marchio Lake Placid non interessa più ai nostri distributori…
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adesso questo film è disponibile anche su PRIME VIDEO ma per ora è a pagamento.
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Ah però, Prime sta facendo campagna acquisti 😛
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Pingback: To the Death (1992) Fino alla morte | Il Zinefilo
Non esagero se dico che Lake Placid lo conosco a memoria…. e allora come mai non sapevo nulla di tutti questi sequel?? Grazie Lucius, mi sa che ora so come passare la mia giornata… Non a guardare questa monnezza, ovviamente, intendo a leggere i tuoi post! XD
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ahahah non so se ti ho aperto un mondo di divertimento o di dolore 😀
Il primo film lo trovo delizioso, i seguiti sono pura serie Z, dimenticata dalla TV e forse a ragione 😛
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