[Serie TV] Stumptown (2019) Dal fumetto con difetto

Diciamocelo, il 2020 è iniziato da schifo e continua a peggiorare, eppure c’è una luce di speranza: siamo infatti appena entrati nell’èra di Greg Rucka in TV!

Tutti abbiamo amato Cobie Smulders in ruoli da “donna tosta”, non sempre arricchiti di una dose di umorismo e di sentimento: è la donna perfetta per interpretare un’ex soldatessa il cui guscio coriaceo custodisce un cuore che batte, ma anche una boccaccia che la mette spesso nei guai. Insomma, Cobie Smulders è perfetta per interpretare una delle mitiche donne a fumetti di Greg Rucka.


Le donne a fumetti di Greg Rucka

All’incirca nel 2013 mi riammalai di Febbre da Punisher, anche perché la testata “Devil e i Cavalieri Marvel” (Panini) stava portando in edicola la saga in cui Frank combatte ferito con i titanici e mastodontici disegni di Marco Checchetto. Proprio perché ferito, Frank deve abbassare gli scudi ed accettare l’insperato aiuto di un alleato molto particolare: una sposa di sangue in cerca di vendetta, un’ex soldatessa che per la prima volta non è solo pari a Castle… è lei stessa una Punitrix! Ma chi è quella donna che ha l’ardire di portare un teschio sul petto? E soprattutto… chi sta scrivendo questo capolavoro di storia?

I Punitori Frank Castle e Rachel, disegnati da Marco Checchetto

Da lì al 2015 parte un mio personale viaggio alla scoperta di Greg Rucka, lo scrittore di San Francisco che ama creare personaggi femminili indimenticabili, quando è lasciato libero: quando invece lavora per grandi case, con cioè pochissima libertà, crea sempre personaggi femminili, sì, ma altamente dimenticabili.
Dubito che anche il fan più incallito di Star Wars ricordi Shara Bey, che Rucka crea nel 2015 per Shattered Empire, mentre forse Yelena Belova, la Vedova Nera bionda, ha avuto un po’ più di notorietà, anche se la sua parabola finirà malissimo. Ma al di là delle donne a fumetti che Rucka gestisce da ospite – come una pessima Wonder Woman per la DC e un’ottima Elektra per la Marvel – il suo forte sono i personaggi femminili creati da lui per piccole case. Lì sì che ci regala oro.

Rowan Black, detective Wicca

Dalla detective magica Rowan Black di Black Magick, alla criminale senza nome di Felon che anticipa di dieci anni la trama del film Faster (2010) con The Rock, dalla mercenaria fantasy Tessa di Dragon Age fino alla donna che ha lanciato l’autore: Carrie Stetko di Whiteout, da cui il pessimo film del 2009.
Il mio viaggio del 2015 fra Le donne di Greg Rucka, per il blog “Fumetti Etruschi” mi ha portato ad amare lo stile dell’autore e le sue donne grintose e dal gran cuore. Non è solo una mia opinione, visto che in un’intervista del 2010 Shelley Smarz così si è presentata all’autore:

«Prima di tutto, come aspirante fumettista, come fan e come femminista vorrei dirti grazie per aver scritto così bene di donne forti.»

È quindi con immenso piacere che ho scoperto che una di loro è arrivata in TV.


Agenzia investigativa Greg Rucka

La nascita tardiva in Italia delle TV private e relativo slittamento temporale di molte serie televisive fa sì che uno del 1969 come Rucka e uno del ’74 come me siano in pratica cresciuti guardando gli stessi programmi, anche se in momenti diversi. Quella irresistibile faccia da schiaffi di James Garner ha folgorato il giovane Rucka con la serie “Agenzia Rockford” (The Rockford Files), passando poi ad amare gli investigatori privati che hanno riempito gli schermi degli anni Settanta e Ottanta: da “Simon & Simon” a “Magnum P.I.”, per citare due titoli riportati dallo scrittore stesso nelle sue note di una delle sue uscite di “Stumptown”.

«Gli investigatori privati erano ovunque, sulle tre reti quasi ogni sera della settimana e facevano esplodere gli scaffali delle librerie, trascinati in non piccola parte dal successo della serie “Spenser” di Robert B. Parker, che aveva riscosso un moderato successo in TV»

In Italia quel “moderato” successo era decisamente superiore, viste le repliche di Rete4 dell’investigatore interpretato da Robert Urich, i cui romanzi uscivano nelle edicole italiane grazie a “Il Giallo Mondadori”.

«Poi mia madre mi diede La strada di mattoni gialli (1977, in Italia dal 1983) di Stuart Kaminsky e così mi resi conto che le avventure che vedevo nella “scatola magica” in realtà erano tutte nate dalle pagine di libri: passai gran parte dei miei anni scolastici tra fumetti e fantascienza, dal fantasy ai romanzi di investigatori privati.»

Stando a Rucka, il genere “investigatore privato” è la naturale evoluzione di un genere ancora più americano: il western. Chiusa l’epopea della Frontiera agli inizi del Novecento, è nato il mito dell’investigatore, lupo solitario che si aggira in un altro tipo di Frontiera – quella dove la legge non arriva – e risolve problemi più come farebbe un pistolero o un cowboy, che un tutore dell’ordine.

La prima scelta di carriera del giovane Rucka è diventare romanziere, e inizia a scrivere storie di investigatori privati come la serie di Atticus Kodiak, il cui primo titolo (1996) è arrivato in Italia nel 2008 per BD Edizioni come Io ti proteggerò.
Intanto ad una fiera di fumetti del 1998 si presenta timidamente allo stand della Oni Press con un progetto sotto il braccio: si intitola Whiteout (1998) e sarà un grande successo, giunto anche (male) al cinema.

Da allora la Oni Press dà carta bianca allo scrittore. Nel 2009 Rucka studia a menadito Portland, sua città d’elezione e presenta al disegnatore Matthew Southworth una documentazione incredibile, con la descrizione perfetta dei luoghi dove ambientare le scene del fumetto Stumptown, con protagonista una grintosa investigatrice privata dal nome assurdo.


L’importanza di chiamarsi Dex

La serie TV viene presentata in anteprima al San Diego Comic-Con il 25 settembre 2019, occasione in cui l’attrice protagonista ha dichiarato:

«Prima di tutto, grazie Greg Rucka. Ho letto il copione per prima, il copione dell’episodio pilota, e quando ho scoperto che era tratto da un fumetto mi sono letto tutte le sue uscite e mi hanno venduto il progetto.

Ad un attore non capita spesso l’opportunità di fare battute, picchiare un tizio in faccia e fare cose matte alternate a scene molto drammatiche. Non ti capita spesso, è una cosa rara in cui essere coinvolti, perciò ero molto emozionata del progetto.»

Il cast della serie allo stand di Kevin Smith (al centro, con la maglietta IMDb)

L’attrice sembra nata per interpretare Dexedrine Callisto Parios, detta Dex, una delle donne per cui Greg Rucka è noto.

Il fumetto ci porta a Coast City, Portland (Oregon). Dex è titolare della locale agenzia investigativa Stumptown, ma quello è solo un lavoro, la donna è ben altro: è una giocatrice irriducibile, e ovviamente perde in modo regolare. Sue-Lynne – l’anziana proprietaria del casinò locale – la conosce bene ma non per questo le può permettere di non pagare le perdite, e ormai Dex ha quasi 18 mila dollari di debito con lei.

Stumptown1cÈ ovvio che l’investigatrice squattrinata non potrà mai pagare, ma almeno potrà essere utile professionalmente: la giovane Charlotte, nipote della proprietaria, è scomparsa senza lasciare traccia, forse è scappata di casa o forse no. Dex dovrà investigare, e così magari Sue-Lynne sarà magnanima nel riscuotere il debito.

Comincia così l’avventura dell’investigatrice più svogliata e meno professionale di Portland, che vive sola con il fratellino down Ansel e per abitudine pesta i piedi alle persone sbagliate… come per esempio il riccone Hector Marenco, anche lui alla ricerca di Charlotte.
Perché tutti cercano la ragazza? E perché Charlotte – come recita il divertente titolo che appare alla fine degli albi – è fuggita portando via lo shampoo… ma lasciando la sua auto?

Dieci anni dopo Rucka trasforma questa prima avventura del personaggio nell’episodio pilota della serie TV, limando qua e là per creare una tipica “storia delle origini”. Dex non è già un’investigatrice, è semplicemente allo sbando dopo una brutta esperienza privata e nel pieno del disturbo post-traumatico che si è portata dall’Afghanistan. Perciò l’indagine un po’ rafazzonata che le vediamo fare non è l’operato di un’investigatrice poco professionale bensì l’improvvisato agire di una ex soldatessa che non sa bene dove mettere le mani, mentre è ben capace di piazzare i pugni.
Sarà proprio questa prima avventura a farle nascere l’idea di mettere ordine nella sua vita diventando una “vera” investigatrice.

Dexedrine Callisto Parios, detta Dex: calamita per gli schiaffoni!

Al momento di trasformare il fumetto in serie TV c’è bisogno di un gioco alchemico che cancelli ogni buona idea, seguendo una curiosa regola per cui in televisione non può esistere nulla che non sia “già visto”. Dex sembra resistere un po’… ma poi cede sotto i colpi degli sceneggiatori televisivi.

Il primo episodio è perfetto, perché è quasi una fotocopia della prima avventura a fumetti e quindi si gioca tutti gli assi che Greg Rucka aveva in mano: piccole idee deliziose, giochi narrativi, invenzioni per condire il personaggio e tutto il buono che rende il fumetto un gioiellino. Poi però si parte con la serie “vera”, e i giochi cambiano. Parecchio.

Il sorriso beffardo della Dex televisiva (© 2020 American Broadcasting Companies)

Più vanno avanti le puntate più Dex perde per strada tutte le novità e i giochi narrativi che Rucka le ha dato, acquisendo sempre di più i canoni e i luoghi comuni asfittici che rendono banali le serie TV. Malgrado nelle note finali a fumetti Rucka in persona affermi in modo lapidario che il personaggio narrativo dell’investigatore lavora solo – «per questo si chiama “investigatore privato” – a quanto pare il formato televisivo impone un aiuto. O forse più. Così arriva il poliziotto “bollente” Hoffman (Michael Ealy) e l’amico Grey (Jake Johnson), che aiutano sempre più nelle indagini: indovinate un po’? Ebbene sì, da un autore noto per creare personaggi femminili unici e fuori dagli schemi… cadiamo nella melma del più vecchio stereotipo americano, una protagonista contesa da due uomini.

Puntata dopo puntata si aggiungono personaggi scritti appositamente per la TV, quindi totalmente privi della frizzante inventiva del fumetto, mandando Dex sempre più in secondo piano in una specie di “Grey’s Anatomy investigativa” dove si consumano amori e fatti strani. Sono arrivato alla settima puntata, e ormai i casi su cui indagare sono assolutamente secondari, visto che l’attenzione si divide fra così tanti personaggi posticci e i loro problemi da stereotipo televisivo che non c’è spazio per altro.

Gli inutili comprimari di Dex (© 2019 American Broadcasting Companies)

Ci vuole poco ad affezionarsi ai personaggi e a proseguire nella visione della serie, anche se con il pilota automatico, però il problema è che avendo amato il fumetto originale vedo le profonde differenze – leggi “difetti” – che la serie TV presenta, spazzando via regolarmente tutte le belle idee che hanno reso unica la Dex di carta e trasformando la Dex televisiva in una normalissima investigatrice del piccolo schermo, quando la forza del fumetto sta proprio nel contrario: cioè l’essere priva di quegli stereotipi televisivi che rendono le serie spesso banali e scontatissime.

Non mi sento dunque di consigliarvi la visione dell’intera serie, ma il primo episodio merita sicuramente, perché rispecchia la narrativa di Rucka al meglio dei limiti televisivi.


Conclusione. L’èra di Rucka

Perché dico che il 2020 è l’èra di Greg Rucka? Perché sta per uscire una sua nuova serie, “The Old Guard” con Charlize Theron, e sono state annunciate due altre sue donne indimenticabili.

Siete pronti per la cecchina Tara Chace?

Sylvia Hoeks pare interpreterà la cecchina Tara Chace di Queen & Country, purtroppo con Ridley Scott alla regia, mentre la notizia che più mi riempie di speranza (mi auguro non malriposta) è l’annuncio dell’uscita della più invincibile delle donne di Greg Rucka: Forever detta Eve, la guerriera potenziata di Lazarus. In mano ai nomi giusti, rischia di diventare la serie del decennio… Ma scommettiamo invece che finirà tutto in una versione fantascientifica di “Grey’s Anatomy”?

Morendo nella prima vignetta, inizia la vita di Forever detta Eve

Incrociamo le dita, ed ora: tutti a leggere fumetti di Greg Rucka!

L.

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11 risposte a [Serie TV] Stumptown (2019) Dal fumetto con difetto

  1. wwayne ha detto:

    Su imdb Queen & Country è stato classificato come “announced”: questo significa che non hanno neanche cominciato le riprese, altrimenti avrebbero scritto “filming” o “post – production”. La cosa non mi stupisce, perché adesso Ridley Scott sta girando The Last Duel con gli amici di sempre Matt Damon & Ben Affleck (e infatti su imdb questo film è stato classificato come “filming”). Questo significa che è stato rimandato per l’ennesima volta un film che cerca di fare da oltre dieci anni, quello sui Gucci: l’annuncio dell’ingaggio di Lady Gaga per il ruolo principale faceva presupporre un imminente inizio delle riprese, poi evidentemente questo film è rientrato nel development hell (potresti farci sopra un post).
    Tra l’altro quando il progetto era agli inizi per quel ruolo era stata ingaggiata Angelina Jolie: il fatto che adesso sia stata rimpiazzata con Lady Gaga la dice lunga su quanto sia stato ridimensionato questo progetto con il passare degli anni. Tuttavia, la storia dei Gucci è così sfacciatamente cinematografica che per me ne verrebbe fuori un bel film anche se in quel ruolo ci mettessero la prima che passa.

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  2. Cassidy ha detto:

    Non riesco a pensare ad un’accoppiata migliore di Greg Rucka e Cobie Smulders, lei si sta lanciando (nel limite concesso dalla produzioni contemporanea) in ruoli da tipa tosta, ma i produttori della serie devono aver pensato che il pubblico voglia vedere il resto della avventure di Robin, il personaggio che Cobie Smulders interpretava in “How i met your mother”, infatti è di nuovo al centro di un triangolo amoroso. Peccato, il modo migliore per sprecare il lavoro di Rucka.

    Si parla della serie tv su “Lazarus” da molto, strano non sia ancora cominciata, in un panorama alla ricerca del prossimo “Game of Thrones”, una storia di famiglie rivali in lotta dovrebbe avere la strada spianata, ma per Eve vedrei bene solo la Gina Carano dei tempi migliori. Mi manca ancora “Queen & Country”, tempo di cominciare a leggerlo 😉 Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Infatti superate le prime puntate di “Stumptown” è difficile non sentire echi di Robin. La particolarità della povera Dex è che nelle sue avventure a fumetti viene spesso pestata come una zampogna, visto che ficca il naso dove non deve e dice cose che non deve dire, invece nella serie questo succede solo nel primo episodio, quello più “ruckiano”, poi basta: si passa alla versione meno comica di “E alla fine arriva mamma”…
      Gran peccato.

      Da una parte sono contento che la mia amata Lazarus possa arrivare in TV, visto i soldi che spendono nelle miniserie, ma è anche vero che se devono fare una roba moscia per famiglie è meglio che rimanga un progetto nel cassetto.
      Anche perché visti i tempi sicuramente chiamerebbero un’attrice ragazzina di 10 chili a interpretare la tosta guerriera potenziata, quindi sarebbe solo una grande pernacchia.

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Quando leggo serie tv mi prende quasi l’urticaria (no, non le amo in genere, non c’è nulla da fare) ma poi quando mi piazzi Cobie Smulders il fastidio si tramuta in ammmmorreeee 🙂 🙂 🙂

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  4. Giuseppe ha detto:

    Dex, Tara Chace, Eve: grandi personaggi femminili ad alto rischio di travisamento nel passaggio da fumetto a piccolo o grande schermo… e infatti vedo che con Dex la cosa è puntualmente successa, iniziando a “normalizzarla” dopo l’episodio pilota (quando Cobie Smulders avrebbe avuto tutte le carte in regola per continuare a reggere il ruolo con le promettenti premesse del pilot). Ragion per cui, sulla possibilità che alle altre donne toste di Rucka si possa evitare il medesimo destino, ecco, nemmeno io ci metterei la mano sul fuoco..

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