Federal Protection (2002) Assante assente

Ringrazio Willy l’Orbo per avermi fatto conoscere questo film, facente parte della sterminata filmografia di Armand Assante: uno dei migliori eroi della Z.

Curiosamente gli attori li becco “a grappoli”, così per esempio una decina di anni fa mi capitarono per puro caso una secchiata di film con Casper Van Dien, così da diventare adepto di Master Casper e la sua Z, e tempo fa mi capitarono sotto mano diversi film con Assante e devo dire che fra gli attori specializzati in filmetti di serie Z… be’, Armand è sempre un gradino più in alto.

Non so se dipenda dal fascino latino che evoca il suo volto o dalla fortuna di ottenere sceneggiature leggermente migliori rispetto alla scolatura che tocca ai suoi colleghi, ma sta di fatto che mediamente un filmaccio con Assante mi risulta più piacevole rispetto ad altri della stessa categoria.

Con l’inizio della sua carriera nella Z, passo obbligato per molti caratteristi all’inizio del nuovo millennio, Assante è finito nelle mani di Anthony Hickox, che è nato professionalmente partecipando a saghe horror come Waxwork, Warlock ed Hellraiser.
Dopo due film con Dolph Lungren, il regista londinese entra ufficialmente nella serie Z e prima di consacrare il suo crollo con Submerged (2005) con Seagal, si spara ben tre film di fila con Assante, di cui Federal Protection è il secondo.

Uscito in patria nel marzo 2002, il film esce con lo stesso titolo nelle nostre videoteche in VHS e DVD CVC nel giugno 2003, in vendita dal settembre successivo, ristampato poi da MHE. La prima apparizione televisiva è su Rete4 il 20 gennaio 2007 in seconda serata.

Un film da cui Assante è quasi assente

Frank Carbone (Armand Assante) è detto “il cannibale” perché immagino si sia mangiato il suo parrucchiere. Malgrado lavori per la mafia, non è cattivo: sono i suoi capelli satanici che gli instillano cattiveria attraverso i pori della pelle.

Frank Carbone non è cattivo: sono i suoi capelli ad essere satanici

Tradito dal suo migliore amico, Frank sopravvive per miracolo ai suoi aguzzini e, giustamente deluso dal trattamento ricevuto da mamma mafia, decide di testimoniare contro il suo boss, e così può entrare in quella barzelletta nota come “protezione testimoni”.

Ma davvero qualche testimone è stato mai protetto? Non esiste una sola opera di narrativa che mostri un solo successo di questa iniziativa, spero che nella realtà sia invece una pratica che almeno ogni tanto giunga a buon fine.

Comunque ora Frank ha un nuovo nome, una villetta con piscina – alla faccia! – gli hanno dato una spuntatina chirurgica al “naso da pugile” ma soprattutto hanno chiamato un esorcista per gestire quei capelli maligni. Ora Frank è il vostro amichevole fumatore alcolizzato di quartiere.

Il vostro nuovo vicino di casa, che spaventa i bambini

Visto che gira tutto il giorno con il petto villoso all’aria, bicchiere sempre in mano e sigaro tra le dita, subito la casalinga disperata Leigh (Angela Featherstone) si innamora di lui, anche perché l’FBI è così intelligente da aver passato alla stampa la foto di Frank in quanto testimone del processo. Così Leigh capisce subito che il suo vicino è un noto criminale mafioso e questo la stuzzica ancora di più.

Si sa, chi va con Frank Carbone impara a carbonare, e così la mogliettina stufa del marito che salta la cavallina in giro decide di risolvere il problema alla radice, sicura che Frank capirà.

Ho preso a mazzate mio marito: ho fatto male? Mi dica lei, che è del mestiere

Tranquilli, il maritino Denny (David Lipper) non è morto, ma ora anzi con l’amante Bootsie (Dina Meyer) – che poi è la sorella della moglie: ah, ’ste sorelle! – decide di sfruttare l’informazione preziosa: e se andassimo dalla mafia a farci pagare per rivelare dove si nasconde Frank Carbone?

Si sa che la mafia è una famiglia accogliente che vuole bene a tutti, così manda subito due tizi a far fuori gli amanti criminali: ma è qui che inizia la parte divertente del film. Perché quello che sembra un noir classico… si trasforma in una commedia nera!

«E dàje de tacco, e dàje de punta, quant’è bona la sora Assunta» (cit.)

Mentre Frank e Leigh vivono una specie di storiella d’amore, ai margini della vicenda, tutto il film si concentra sul meglio, cioè sugli incredibili sforzi e trucchi di Bootsie per fregare due milioni di dollari alla mafia, tra inseguimenti, agguati, sparatorie e inganni da applauso.

I mafiosi non possono nulla contro la furia di Bootsie, ma di situazione paradossale in situazione paradossale si arriva al regolamento di conti finale, dove onestamente Frank è giusto un giocatore secondario di scarsa importanza.

Funziona proprio bene, ’sta protezione testimoni, sì sì…

La trovata del film è quella di farci credere che sia Assante il protagonista mentre in realtà è solo la causa scatenante di eventi tragicomici, è solo la scintilla che incendia una famigliola criminale molto più spietata della mafia. In pratica, il criminale Carbone uccide solo un cattivo nel film: tutti gli altri sono massacrati dalle sorelle Kirkindall!

Un piccolo film delizioso e sorprendente, da gustare per vedere Assante assente, in quanto padre nobile della vicenda che poi lascia spazio a due donne grintose tutte da scoprire.

Grazie ancora a Willy per la segnalazione: ad avercene di Assanti così!

L.

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8 risposte a Federal Protection (2002) Assante assente

  1. Cassidy ha detto:

    Assante avrà avuto la fortuna di trovare trame migliori, ma mi hai venduto il film grazie alla presenza di Dina Meyer, non mi serve sapere altro, inoltre le commedie nere di solito mi acchiappano sempre 😉 Cheers

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Figurati, anzi, grazie a te Lucius, con tutta la Z che ci regali, restituirti tale bendidio con una segnalazione…è il minimo! Tra l’altro anche io, come forse ti avevo già anticipato, l’ho trovato davvero piacevole ed in crescendo soprattutto a partire da quando Bootsie, per citare il tuo commento sopra, prende possesso della storia (la scena del tacco è mitica ma non solo). E comunque anche l’Assante assente, in quei pochi minuti in cui è indiscusso protagonista, rimane nella memoria per i capelli (le tue battute sul loro satanismo e sul parrucchiere cannibalizzato mi hanno fatto scompisciare 🙂 ).
    Or bene dunque, condivido: avercene! 🙂

    Piace a 1 persona

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