[Multi-Recensioni] Natale, libri falsi e ammmòre

Nell’augurare buon Natale a tutti, ne approfitto per parlarvi di un argomento natalizio molto poco noto, a cui il vostro Etrusco preferito ha dedicato una rubrica nel blog “Non quel Marlowe”: nel grande gioco letterario degli pseudobiblia, c’è un sotto-insieme che mi sono divertito a ribattezzare Natabiblia, cioè i “libri falsi di Natale”.

Nell’oceano di filmetti romantichelli che imperversano in TV, fra un’ondata d’ammmòre e l’altra c’è spazio anche per secolare gioco degli pseudobiblia: visto che i protagonisti dei film d’amore sono molto spesso scrittori di successo (ovviamente scrittori d’ammmòre), è facile incontrare trame che ruotino intorno a libri falsi, anche di ambientazione natalizia.

In questo santo giorno vi offro una panoramica di Natale, libri falsi e ammmòre, attingendo dalle recensioni dell’altro mio blog.

Ricordo che tutti questi film sono introvabili se non nelle repliche televisive.


Small Town Christmas (2018)
di Maclain Nelson

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«E mentre camminava lungo le strade decorate di Derryville, Amanda finalmente si sentì a casa. Un luogo tranquillo, armonioso dove tutti conoscono le storie degli altri, buone o cattive che siano, e dove non è possibile incrociarsi senza fermarsi a salutare. Derryville era la casa che aveva sempre cercato. Guardandosi attorno Amanda capì che Derryville era il massimo durante il periodo natalizio. Sorrise per l’eccitazione, sapendo che sarebbe stata lì per le festività annuali, ma quest’anno sarebbe stato diverso: quest’anno sarebbe andata ben al di là dell’albero di Natale e dei soliti regali, perché quest’anno avrebbe aperto il suo cuore all’amore.»

Questo brano è tratto dal capitolo 12 di “Small Town Christmas“, l’imperdibile romanzo d’ammmòre della scrittrice esordiente Nell Phillips (Ashley Newbrough), letto in una presentazione in libreria davanti a gente immotivatamente entusiasta dell’evento.

Nell Phillips (Ashley Newbrough): romanziera circondata dal proprio romanzo

La Phillips ha scritto un intero romanzo basato su una città che non ha mai visto ma che un suo amico che non vede da anni gli ha raccontato, tempo prima. La cittadina si chiama Springdale, dove la bontà si taglia col coltello e l’amico perso di vista si chiama Emmett Turner (Kristoffer Polaha).

Ecco un altro estratto da quello che viene presentato come il capolavoro del momento, un libro la cui trama l’autrice così riassume: «È la storia di una donna in carriera che è finita in una piccola città per le vacanze, e lì potrebbe trovare l’amore»: ahhhh che tramona eccezionale! Soprattutto nuova e fresca…

L’espressione falsa e tirata di chi deve fingere che questa sia una bella storia

Mentre continuano a citarsi brani dello pseudobiblion della Phillips, dimostrando la totale nullità di un romanzo che tutti i personaggi fanno a botte per gridare quanto sia geniale, con sguardi falsi come il Natale di Springdale, lo psicopatico dell’ammmmòre Emmett è vittima di un altro inciampo di sceneggiatura.

Lo psicopatico del Natale e la nuova vittima del suo ammmòre

Mentre si vomita ammmmòre, zucchero e bontà in ogni scena, da metà film in poi il povero “libro falso” che dà titolo al film scompare per sempre, e che Nell Phillips sia una scrittrice non ha più alcun peso nella vicenda: è solo una donna innamorata che fa di tutto per portare il suo uomo nel suo mondo, come recita Woman in Love di Barbra Streisand.


Pagine d’amore a Natale
(Hope at Christmas, 2018)
di Alex Wright

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La protagonista X deve prendere una decisione importante nella propria vita, si scontra con il belloccio Y, lo odia così poi lo potrà amare, ma lui ha un trauma da cui si sta riprendendo, ammmòre a raffica, personaggi di contorno che dicono cose inutili e fine.

Malgrado ogni fotogramma di questo inutile filmetto sia ricopiato di netto da ogni altro filmetto romantichello esistente, i crediti ci informano che addirittura è tratto da un romanzo: possibile esista un libro così inutile e vuoto da non avere alcuna differenza con un romantichello? Purtroppo sì, per quel poco che mi è capitato di leggerne, sono romanzi scritti pensando ai filmucoli in TV, rivolgendosi infatti allo stesso pubblico.

Questo film dunque è tratto da Hope at Christmas (2017) della prolifica autrice statunitense Nancy Naigle, che dispiace scoprire essere del tutto inedita in Italia: davvero un gran peccato…
Ma attenzione, perché è proprio da lei che arriva il gran divertimento di questo film…

La vostra nuova libreria preferita

La protagonista Sydney (Scottie Thompson) con sua figlia tornano al paesino natale, a Natale, e subito si infilano nella libreria “The Book Bea“, gestita da Bea Peabody (Colleen Winton). La libreria è grandicella, ma ha una strana particolarità: c’è un libro dalla copertina rossa che ha il vizio di sbucare fuori in ogni inquadratura: chissà come mai…

Un libro che vi consiglia Bea in persona

Il romanzo in questione è “Christmas Joy” (2016), della stessa autrice da cui è tratto il film. Ma non finisce qui, perché malgrado gli occhi ipnotici da robot assassina di Sydney guardino altrove, la nostra protagonista sta sfogliando e leggiucchiando un altro romanzo della Naigle, “Until Tomorrow” (2017): quanti soldi ha messo la scrittrice per essere pubblicizzata in questo modo?

Pure l’attrice è stupita di così tante marchette

Arriviamo al reparto pseudobiblia della libreria di Bea, nota perché sa sempre consigliare il libro giusto al lettore giusto. È lei infatti che consiglia caldamente alla protagonista “Mistletoe Mountain” di James M. Howell, romanzo che lei ovviamente adora sin da subito.

Un nuovo grande pseudobiblion d’ammmmòre

Mentre non sembra andare bene la relazione con Mac (Ryan Paevey), perché lui le ha nascosto parte del suo tristissimo passato e questo non va bene – tranquilli, fanno pace a fine film in due secondi – la nostra Sydney legge il romanzone d’ammmmòre seduta in poltrona, accanto alla stufa.

Una scena così finta che fa male agli occhi…

Curiosamente la nostra lettrice non aveva fatto caso alla terza di copertina, e solo una volta finito il romanzo scopre la foto e la biografia dell’autore: dalla foto Sydney riconosce Mac, così chiamato come diminutivo del secondo nome MacLaren, e qui l’ammmòre schioppetta nel camino.


Un incontro speciale
(Matchmaker Christmas, 2019)
di Brian Brough

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Maggie (Emily Rose) lavora come redattrice per la casa editrice Red Lake Publishing e sta affiancando un autore di punta con il suo romanzo “Le cime dei Wilmington” (The Wilmington Heights), che a naso mi sembra il solito romanzone romanticone.

Si avvicina la cena di natale della casa editrice e non puoi presentarti senza accompagnatore, così la capa di Maggie le chiede di organizzare un po’ di appuntamenti con maschi abbordabili. Diciamo che si sta un po’ esagerando con il “potere rosa” dei filmetti di genere: ormai sono la semplice versione femminile dei filmacci maschilisti d’annata.

Cosa succede se la capa mette gli occhi sul nuovo scrittore della casa, Jaxson Jones (Corey Sevier), che guarda caso in passato è stato fidanzato di Maggie? E che succede se fra i due ci sono ancora questioni irrisolte?
Sappiamo già cosa succede, secchiate di ammmòre dozzinale, scritto male e recitato peggio.

La bionda Maggie, la sua capa in cerca di manzi e una libreria che… vende un solo libro!

Il nostro Jaxson è diventato famoso grazie al successo del suo primo romanzo, “Il fardello della tigre” (A Tiger’s Burden), e ’sta tigre dovrà portarne altri di fardelli. Il romanziere sin da quando ha rotto con Maggie piange ogni notte sul suo cuscino rosa pieno di cuoricini mentre lei, spietata, lo tiene a distanza perché non piace alla famiglia: di nuovo, è la versione femminile di una tipica storia maschilista d’altri tempi. Ah, che aria di cose nuove…
Poi però lei scopre che nel nuovo romanzo di Jaxson, una colata fumante di ammmòre come deiezione d’unicorno, i due personaggi protagonisti sono basati su di loro e lui la ama anima e ccòre, e alla fine lei cede e l’ammmòre spruzza il suo fetore ovunque.

Il tenerone puffolone e la bionda d’acciaio: una storia maschile raccontata al femminile

Come sempre, ma davvero sempre, tutto finisce in un libro, giusto per ricordare che questi immondi filmucoli sono sfornati in serie. La ridicola storiellina fra Jaxson e Maggie diventa un romanzo di successo dal titolo “Love You Always. A Christmas Love Story“. Non sentite anche voi dei conati d’ammmòre?

«Ah, ll’ammore che ffa fa’!»

Un’altra stupidata romantichella ma almeno piena di pseudobiblia.


Un finale natalizio da favola
(Christmas Ever After, 2020)
di Pat Kiely

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La bibliografia della romanziera Izzi Simmons (Ali Stroker) è perfettamente spiegata dai titoli dei suoi tre libri: “Castello proibito” (Forbidden Castle), “Faretra dell’arciere” (Archer’s Quiver), ma soprattutto… tenetevi forte… rullo di tamburi… “Catturata dal lazo dell’amore” (Caught in Lover’s Lasso).

Basta, per me il film finisce qui, non può migliorare oltre dopo averci regalato il miglior titolo di romanzo della storia del mondo: quando il lazo dell’ammmmòre ti cattura… so’ lazi!

Izzi sta scrivendo il suo nuovo romanzo – “Natale nelle Alpi” (Christmas in the Alps), che sembra più un cinepanettone! – con l’ultimo paragrafo che ci regala uno spiraglio sul finale della vicenda romanzata: il protagonista ringrazia l’amata di avergli insegnato e che ora è un uomo migliore per servirla (a better man to serve you). Non è un fidanzato, è un maggiordomo!

Illustrazioni di copertina che meritano di finire in un museo…

Ciò che l’editrice vuole da Izzi è che renda un po’ meno perfetto il suo eroe maschile, Desmond Ranes, che è decisamente sfuggito al controllo dell’ammmòre. La scrittrice accetta di riscrivere il suo romanzo per l’imminente scadenza ma non rinuncia alla sua vacanza natalizia, anche perché la sua amata baita sta per cambiare proprietario.

La scrittrice diversamente abile: di sicuro non è abile a scrivere!

Giunta sul posto abbiamo la solita immancabile scena romantichella, con la protagonista che finisce addosso all’uomo che sappiamo già essere il suo futuro amore. Ma stavolta c’è un particolare: Izzi a momenti ficca sotto con l’auto il modello che ha posato per le sue copertine romantichelle!

Anche in vacanza ci si lascia prendere dal lazo dell’ammmòre

Il film è scritto da Katrina Mathewson e Tanner Bean, coppia artistica che in questi giorni potete trovare alla sceneggiatura della serie TV Marvel “Hawkeye”. Qui il duo fa bene i suoi compiti. È infatti assolutamente da lodare il fatto che nessun personaggio accenni alla condizione della protagonista, e in nessun punto della trama il suo essere su “quattro ruote” ha alcun peso nella vicenda: è la prima storia di vera integrazione che mi capita di vedere, una storia cioè dove una persona diversamente abile viene trattata come una persona, al di là di cosa possa o non possa fare. Esattamente come dovrebbero essere trattati tutti, al di là di tutto.

No, non è decisamente l’inquadratura migliore


Un Natale sotto copertura
(Christmas Lovers Anonymous, 2021)
di Lexi Giovagnoli

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Protagonista è una psicopatica del Natale, che considera il periodo migliore dell’anno e addobba casa con quintali di roba e organizza eventi e tutto il resto. Se però negli altri film di solito la X-psycho di turno passa per personaggio positivo, qui a un certo punto tutti si stufano di Katrina… e l’accannano!

Nello stesso giorno viene licenziata, perché pensa sempre e solo al Natale e non è mai concentrata, e il suo fidanzato la molla, perché non sta mai con lui essendo impegnata in mille iniziative natalizie.

La povera Katrina si ritrova una sera comprensibilmente depressa e mette in discussione tutto il suo storico e patologico amore psicotico per il Natale, scrivendolo in forma di libro. Proprio come i libri che da tempo propone alle case editrici vedendoseli tutti rifiutati.

La mattina dopo, più lucida, chiede alla sorella di buttare via il libro, frutto di una notte di depressione e odio, e invece la sorella cosa fa? Lo spedisce a una casa editrice. All’improvviso da psicotica natalizia Katrina Marks (Brooke Burfitt) si trasforma in autrice di successo del saggio “Di’ di no al ho ho ho” (Just Say No, to Ho Ho Ho). 92 minuti di applausi per il titolo!

Conosciamo poi il “lui” della vicenda, Hunter (Houston Rhines), nome masculo per un corpulento giornalista appassionato di storie di guerra, che però non può raccontare, lavorando in un piccolo giornale locale. Il caso più scottante che gli viene assegnato… è recensire il libro di Katrina! Altro che storie di guerra…

Hunter non sa di essere appena incappato nella notizia dell’anno, nella sonnacchiosa cittadina, visto che Katrina continua la sua ascesa nel favore dei lettori… ma il giornalista la becca a fare acquisti. Sbugiardarla sarà lo scoop che stava cercando.

Intanto però i due, costretti a nascondere la loro psicopatologia natalizia, si sono iscritti ad un sito chiamato “Christmas Lovers Anonymous”, che potremmo tradurre come Anonima Malati del Natale. Come potete ben immaginare, senza saperlo i due iniziano a chattare e… be’, sì, si sente già la forte puzza di ammmmòre nell’aria.

Lo ammetto, mi sono divertito parecchio con questo film, per nulla impostato e banale come purtroppo capita di solito e anzi a mio parere si diverte a giocare con il canone a cui si rifà, cioè il romantichello natalizio.

L.

P.S.
E ora, passate a trovare Sam Simon e il suo post di Natale.

– Ultime recensioni natalizie:

Informazioni su Lucius Etruscus

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31 risposte a [Multi-Recensioni] Natale, libri falsi e ammmòre

  1. Pingback: Trading Places: recensione del film

  2. Sam Simon ha detto:

    Buon Natale Lucius! Dai, qualcosa di decente alla fine l’hai trovato! :–)

    E sappi che mi hai corrotto: sono stato sottoposto alla visione di The Holiday, e mi sono concentrato solo nelle inquadrature di libri e film che abbondano (tutti i protagonisti lavorano come editori o nel cinema). X–D

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  3. Lorenzo ha detto:

    Buon Natale, e grazie per lo svago che regali quotidianamente con il tuo blog 😀

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  4. Cassidy ha detto:

    Tra libri falsi e filmetto di Natale sei più indaffarato di Santa Claus in questo periodo, un abbraccio e grazie per l’indagine, questa è tutte le altre dell’anno, buone feste anche al resto della tribù Etrusca e Zinefila 😉 Cheers

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Post natalizio geniale, titolo ultimo libro altrettanto geniale e, per restare in tema con le multi-recensioni, multi-auguri a Lucius e a tutti i frequentatori zinefili! 🙂

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  6. Conte Gracula ha detto:

    Tanti auguri, Lucius!

    È buffo che nel libro sul cavaliere-maggiordomo venga detto all’autrice che il personaggio è troppo perfetto, dal mio punto di vista, uno che viva solo per servire non è un personaggio, è un robot!
    Ma forse i romanzi rosa da edicola usano standard diversi e l’equivalente romantichello del replicante a uso sessuale è uno standard ideale per lettrici in cerca di “emozioni” e con troppi tabù per rivolgersi ai film a luci rosse 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Stando ai film, più il “lui” è robot meglio è 😀
      Augurissimi di buon Natale.

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      • Giuseppe ha detto:

        Tranne in caso sia il Bruce Greenwood di “The Companion” 😉
        Comunque sto tornando a tranquillizzarmi: su cinque film di Natale ne hai stroncati tre, adesso sì che ti riconosco (a lottare con ardore contro i conati dell’ammmòre) 😀
        P.S. Seriamente, concordo al 100% sulla prima storia di vera integrazione, laddove film più blasonati e con grancassa pubblicitaria enormemente maggiore rischiano ancora di ricadere (e in genere, poi, ci ricadono con tutte le scarpe) in retorica varia e deleteri stereotipi…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Mi spiace di aver dato l’impressione di salvarne due, sono film che non meritano altro se non indifferenza o al massimo del disprezzo 😀
        Di solito i film che vogliono apparire “moderni” finiscono con far passare il messaggio “vedete? anche LORO sono come noi, malgrado la loro disabilità”, e quindi in pratica non fanno che puntare i riflettori sulla disabilità. Qui invece non viene mai citata, com’è giusto che sia: il personaggio è un donna che vive una storia d’amore: le sue condizioni fisiche non hanno alcun peso nella vicenda. Temo però che rimarrà un felice caso isolato.

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      • Giuseppe ha detto:

        Non arrivo proprio a dire che li hai salvati, questo no: più che altro, ecco, non li hai completamente demoliti 😛
        Riguardo al felice caso isolato, credo anch’io rimarrà tale (purtroppo l’ottica “normodotato-centrica” rimane un grosso ostacolo da superare)…

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  7. Lory ha detto:

    Ma noooo! Amore e fetore!?!?
    Puzza d’ammorre!!!! Mi hai fatto morire! Ma hai letto davvero questi libri, o hai guardato questi film, non mi ci raccapezzo tra tutto sto ammore!

    Nel caso lo hai perso ieri, su Iris ore 18,10 danno Contact, ricordi?
    Poi se il cinema coreano è nelle tue corde, su RAI 3, a un orario da vampiri danno Burning – L’amore brucia. Non ci crederai ma ho appena preso il dvd dalla biblioteca, era nella mia lista da un po’…..magari qui l’ammore brucia veramente! 🔥

    Un saluto festoso ! (^。^)y-゜゜゜

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Vedo tutti i film che recensisco, e pensa che quello che ho presentato oggi è solo una minima parte della secchiata di romantichelli librari che recensisco per l’altro mio blog: un oceano di ammmòre zuccheroso e dozzinale, che comunque è solo una minuscola parte dei romantichelli che ogni giorno intasano i canali televisivi 😛

      A proposito di coincidenze, appena mi è arrivato il DVD di “Contact” ho scoperto che lo davano in TV! L’ho registrato ma purtroppo ora IRIS è HD quindi pesa un boato (più di 5 giga!) Oggi lo ridanno e provo a registrarlo di nuovo, magari togliendo la pubblicità pesa meno.
      Sono curioso di confrontare l’edizione DVD Warner 2000 con quella mandata in onda, sicuramente presa invece da Blu-ray o altre fonti.

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      • Giuseppe ha detto:

        Avendo già quel DVD, la mia impressione è che non ci sia stata poi una grandissima differenza fra l’edizione Warner e quella HD trasmessa da IRIS (il mio lettore però riesce a “upscalare” piuttosto bene i DVD, quindi può essere dovuto a questo)…
        P.S. “Contact” e “Il Pianeta Proibito”, niente male come accoppiata 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        La mia speranza è che Mediaset attingesse a qualche fonte chiccosa, magari alternativa all’home video, ma temo non sia stato così.
        “Il pianeta proibito” è sempre un grandissimo piacere ma purtroppo Mediaset lo manda spesso, nella sua versione scintillante: sarebbe bello invece che A) tirasse fuori dagli archivi gli altri film di fantascienza che ha murato vivi e non presenta da tre decenni (la Rete4 dei Primi Novanta sfornava fanta-horror classici a getto continuo!) e B) che ripescasse le edizioni pre-digitalizzate. IRIS in particolare trasmette senza problemi vecchie pellicole italiane – recentemente hanno riesumato a sorpresa “Una donna, una storia vera” (1985) con Sissy Spacek in splendida pellicola d’epoca – quindi non venissero a dirmi che non è loro usanza 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        Usano, altroché se usano, è solo che lo fanno un po’ troppo come pare e piace a loro (ma non a noi) 😛
        Ah, se solo Mediaset iniziasse a ripescare tutti quei titoli delle maratone notturne d’annata: “Cittadino dello spazio”, “Destinazione… Terra!”, “I figli dello spazio”, “La meteora infernale”, “la trilogia de “Il Mostro della Laguna Nera”…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Da ragazzo li beccavo tranquillamente su Mediaset (ma credo fosse ancora Fininvest, all’epoca), ed è stato un bene perché avevo appena scoperto di amare il fanta-cinema d’annata e fra TV nazionali e piccoli canali locali ce n’era a secchiate. Su Italia7 ricordo di aver visto “Cittadino dello spazio”, su un piccolo canale beccai “Quando i mondi si scontrano”, su Rete4 “Tarantola”, su un minuscolo canale del Lazio “Pianeta proibito” (peraltro questi tre citati dal Rocky Horror!) e via dicendo, mentre in edicola facevano a gara per recuperare titoli storici in VHS. Ehh che tempi…

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  8. wwayne ha detto:

    Non ho visto “Un incontro speciale”, ma immagino che tra i 2 attori protagonisti non ci fosse un gran feeling, dato che nella locandina hanno entrambi un sorriso tiratissimo. In un film romantichello il mancato feeling tra i 2 attori principali non è un problema da poco, quindi forse sarebbe stato meglio accertarsi che ci fosse chimica tra loro prima di cominciare a girare. Ma immagino che i romantichelli vengano concepiti come dei prodotti da sfornare in serie più che come dei veri e propri film, e quindi non ci si mette a fare un lavoro accurato né per quanto riguarda il casting né per quanto riguarda tutti gli altri aspetti. Esattamente come gli operai che sfornano in serie i biscotti della Mulino Bianco non si accertano che ciascuno abbia la giusta quantità di zucchero, allo stesso modo i registi di questi romantichelli non stanno a guardare se c’è intesa tra i 2 attori protagonisti: arrivano sul set, girano, incassano quel che devono incassare (poco immagino) e poi si dimenticano per sempre del loro stesso film.

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  9. Austin Dove ha detto:

    ciao^^
    e buone feste 🙂

    penultimo mi sono sorpreso della protagonista disabile, prima volta che ne vedo uno così!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Anch’io, mi ha molto sorpreso ed è un’iniziativa lodevole che sarebbe bello trovare anche in produzioni più blasonate, invece che di storie strappa-lacrime 😛

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      • Austin Dove ha detto:

        cmq ok l’integrazione ma trovo strano che nessuno in quel film faccia accenno alla sua condizione e che tutti gli edifici siano attrezzati, soprattutto d’inverno

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Siamo in America, posso anche credere che l’edilizia urbana non sia in mano a ladri corrotti e mafiosi come in Italia, quindi invece di limitarsi a tirare pipponi a cacchiere come da noi hanno davvero adeguato le strutture, come da quarant’anni si promette di fare senza farlo mai, da noi. Neanche una pandemia con decine di migliaia di morti ha spinto un solo palazzinaro italiano ad adeguare anche solo un metro di struttura, figurarsi quanto gliene frega dei diversamente abili.
        Se un personaggio di un film fosse diabetico o anemico non necessariamente sarebbe un problema medico citato nella sceneggiatura, se non relativo alla vicenda: qui la salute della protagonista non ha peso nella vicenda quindi giustamente non è citata. Tutti i film dovrebbero fare così, se volessero davvero concretizzare l’integrazione 😉

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      • Austin Dove ha detto:

        sìsì concordo
        pensavo infatti all’edilizia

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      • Lory ha detto:

        Beh, presto fatto, se sei interessato a un ottimo film con ragazza disabile ti consiglio ‘Oasis’ . Il regista è lo stesso del film coreano che ti ho consigliato ieri. Un autore di successo e Oasis è anche poco conosciuto. Il regista comunque è Lee Chang-Dong. 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Grazie della dritta

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