[Rai4 in Prima TV] Caccia mortale, Baia del silenzio, Cobweb


Nuovo viaggio tra le recenti prime visioni di Rai4, stavolta di argomento thriller a tinte forti (all’incirca)

Vi invito a scoprire tre thriller (riuscite a dirlo in scioglilingua?) trasmessi in prima TV che vi consiglio… così che possiate evitarli!

I titoli citati li trovate ancora sulla piattaforma RaiPlay, ma non so per quanto ancora.


Indice:

  • Caccia mortale (2021)
    Una famigliola ricca, che però non sa di non esserlo più, va in vacanza in una zona sperduta del Kenya impegnandosi a fondo nel compiere tutti gli sbagli possibili e immaginabili, quasi un manuale illustrativo delle cose più sbagliate che un turista idiota possa compiere, non solo in Africa.
  • La baia del silenzio (2020)
    In una tristissima e grigissima località balneare ligure si rifugia una coppia straniera per affrontare un grave lutto familiare, ma forse no, perché forse è il passato o forse è il futuro, o forse è un pessimo film fatto al volo e in totale povertà di mezzi, soprattutto autoriali.
  • Cobweb (2023)
    Il piccolo Peter è un bambino problematico, chiuso in qualcosa che non sembra solamente timidezza: la supplente scolastica si convince che il ragazzino stia vivendo a casa una situazione troppo tesa per lui, e appena comincia a indagare capisce che c’è qualcosa di parecchio strano nella famiglia di Peter.

Caccia mortale
(Endangered Species, 2021)

Lo avevo già visto nel 2021, all’uscita del DVD Minerva, ma avendolo completamente dimenticato (a ragione) me lo sono rivisto in occasione di questa prima visione di Rai4 dell’11 giugno 2024, rinnovando la sensazione di nauseante pochezza della storia.

La britannica M.J. Bassett (quella che ha diretto Solomon Kane, il film che non cita nessuno!) scrive e dirige una roba vuota da fare al volo e a costo zero, prima di dedicarsi poi a ricche serie televisive. Si va in Kenya, si riprendono bei paesaggi su cui inserire animali fatti malissimo al computer e si torna a casa. Con trenta euro il film è fatto. Spero di cuore non abbiano speso di più.

Papà Jack (Philip Winchester, ormai lontano dai tempi gloriosi di “Strike Back”) porta la famigliola in vacanza in Kenya per soddisfare la particolare passione della moglie Lauren (Rebecca Romijn), che nella vita ama solo spendere grandi paccate di soldi. Infatti appena scopre che il ricco lavoro del maritino petroliere è a rischio, chiede con orrore: «Dovremo badare ai soldi?» come se fosse la disgrazia più orribile che possa capitare a un essere umano.

Per dare alla moglie, e ai due orripilanti figli ingrati al seguito, una vacanza scintillante il nostro papà Jack non bada a spese… cioè non paga niente e porta tutti in una gita abusiva e illegale in un deserto del Kenya dove c’è un cartello, “Vietato l’accesso ai turisti”, quindi perfetto per dei turisti dementi come i nostri protagonisti.

Turisti talmente odiosi che non vediamo l’ora muoiano male

Una volta compiuti tutti gli errori che un turista possa compiere, i quali vanno di pari passo con tutti gli errori che una sceneggiatrice possa compiere, ormai la storia non ha più senso: la famigliola protagonista ha fatto di tutto per morire male e non si capisce perché il film scorra e siano ancora tutti vivi. Come si spiega? Ci manca che si sparino l’un l’altro e poi hanno fatto di tutto, per morire ammazzati!

La tensione dello spettatore è pari a zero, aiutata dagli animali fatti al PC di casa che si muovono come i videogiochi negli anni Novanta, e l’unica emozione che tiene svegli nella visione è l’attesa di veder morire male male male i vari personaggi, che se lo meritano mille volte, invece è un film buonista quindi anche quest’ultimo motivo per vederlo decade.

Devastante su tutta la linea, ma un pregevole manuale per turisti idioti su cosa NON fare, non solo in Kenya ma in qualunque posto si vada.


La baia del silenzio
(The Bay of Silence, 2020)

L’olandese Paula van der Oest scrive e dirige un film “multi-nazionale” basato sul nulla, se non sul risparmio totale, cercando di tirar fuori un thriller psicologico che mette sì paura, ma solo per come è scritto male. Rai4 lo manda in prima visione il 14 giugno 2024.

In Liguria c’è una grigissima e tristissima località balneare che chiamano “Baia del silenzio”, e ci sarà un motivo: non c’è proprio niente da dire, quand’anche ci fosse qualcuno a cui dirlo. Nella desolazione più totale troviamo una coppia con dei problemi. Will (il danese Claes Bang) e Rosalind (l’ucraina Olga Kurylenko) sono una coppia innamorata ma con forse una punta d’amarezza nel loro rapporto: quando lei dà alla luce un figlio, scoppia il dramma. Perché la donna è assolutamente convinta di aver avuto due gemelli in grembo, quindi che fine ha fatto l’altro feto?

Il tempo passa, Rosalind diventa un’artista che si specializza in quadri che ritraggono le proprie ecografie e robe varie, il marito è preoccupato e si rivolge al suocero Milton (il britannico Brian Cox) che però lo consola: Rosalind sta benissimo, deve solo riposare. Lo dice pure sua madre Vivian (la sudafricana Alice “Borg Queen” Krige). Tutti ripetono a Will che va tutto bene, ma chiaramente non è così, infatti un giorno Rosalind scappa lasciando un messaggio dietro di sé: «Bugiardo!»

Per le vostre vacanze, vi consiglio una landa desolata e silenziosa

Tutto è confuso, tutto è incasinato, non si capisce mai la linea temporale a cui si sta assistendo, tutto è silenzioso per prestar fede al titolo del film, tutto è vago ma soprattutto buttato a casaccio, perché l’autrice vorrebbe creare un thriller hitchcockiano senza riuscire neanche a scrivere una normalissima storia, quindi è tutto un pastrocchio lento e vuoto inframmezzato da scene forti e intense che però cascano dal cielo senza struttura. Teoricamente ci sono un paio di colpi di scena da saltare sulla sedia, ma gestiti talmente male che l’effetto è drammaticamente ridotto.

Gli attori sono tutti bravi e la produzione gira mezza Europa per raccontare una storia che ambisce ad essere di largo respiro, quando in realtà è solo piena di silenzio a basso costo.

Da evitare accuratamente, a meno che non siate completisti di Olga Kurylenko.


Cobweb (2023)

Firmato da due giovani alle prime armi come il regista Samuel Bodin e lo sceneggiatore Chris Thomas Devlin, la perizia tecnica del film purtroppo non corrisponde a quella narrativa, o meglio: la storia è intrigante e si sente che in mano a gente brava sarebbe diventata roba forte, invece rimane un prodottino piccolo ma comunque piacevole, principalmente per l’ottima resa visiva. (O almeno quel poco che si intravede nella fioca luce che domina la scena!) Rai4 lo presenta in prima TV il 19 giugno 2024.

Il piccolo Peter (Woody Norman) è infelice, forse perché come padre ha Antony Starr di “The Boys”! Però dovrebbe consolarsi con l’avere per madre Lizzy Caplan, che adoro e che purtroppo incontro pochissimo, essendo un’attrice prevalentemente televisiva e non vedendo io le serie TV che nascono a miliardi. Avevo sperato che The Last Rites of Ransom Pride (2010) fosse il suo esordio nella serie Z così da incontrarla più spesso, invece niente.

Peter dunque è un bambino chiuso, che a scuola parla poco ed è vittima dei bulli. Appena arrivata la supplente signorina Devine (Cleopatra Coleman), si accorge che i disegni del piccolo sono pieni di terrore e addirittura chiedono aiuto: cerca di parlarne con i genitori, i quali però non solo si dimostrano indifferenti alle preoccupazioni della supplente, ma risultano particolarmente ostili. Intanto il ragazzino nella sua cameretta continua a sentire la voce di una bambina: sarà mica il fantasma di quella scomparsa tempo prima nel quartiere?

Non rivelo altro della trama, che riserva qualche sorpresa simpatica, anche se non impossibile da prevedere, ma segnalo di fare attenzione alla casa in cui si svolge la vicenda: una vera co-protagonista al pari con gli altri attori.

Il bambino che ascoltava la carta da parati

Se la storia è poco più di uno spunto lasciato grezzo, lo stile visivo è molto ricercato e d’effetto, anche se forse un po’ troppo buio: in pratica l’intera seconda parte del film, che si svolge completamente nella casa, è uno schermo nero in cui ogni tanto pare di scorgere delle luci. Per fortuna la trama si capisce da sola senza bisogno di vedere ciò che succede.

La gestione degli spazi, la sensazione che la casa sia “viva”, la costruzione delle scene e delle inquadrature… Insomma, il giovane Samuel Bodin è un regista coi fiocchi, per me il film merita una visione solo per la sua messa in scena: la sceneggiatura non è curata quanto la regia, ma alla fin fine è veloce e pulita, non se la tira da filmone dell’anno, quindi mi sento di dare parere positivo.

E le zucche di Halloween della famigliola protagonista sono davvero inquietanti!



L.

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9 risposte a [Rai4 in Prima TV] Caccia mortale, Baia del silenzio, Cobweb

  1. Fabio ha detto:

    Al solito,io sono l’eccezione,fui uno dei pochi che all’epoca “SOLOMON KANE” lo andò a vedere in sala 14 anni fà,e mi divertì pure parecchio,posseggo ancora la vecchia edizione blu ray della Eagle Pictures,in effetti facendo mente locale,ho visto quasi tutti i film di M.J.Bassett,dai suoi primi film horror,al sequel di “SILENT HILL”,a Megan Fox contro la leonessa,ora sono almeno un paio di anni che sto tenendo d’occhio il suo ultimo film stavolta prodotto dalla mitica “Millennium Films”,è che non si sa ancora quando vedrà la luce,già girato,ma niente data o trailer,solo un poster,ovvero il nuovo adattamento di “RED SONJA”.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sono contento di conoscere un’altra Leggenda ^_^
      Ho una bella registrazione da WarnerTV di “Solomon Kane”, in altissima qualità, e prima o poi dovrò decidermi a portarlo sul blog, ricordando i fumetti del personaggio temo meno fortunato di Howard.
      Le altre robe della Bassett non credo di averle viste, mentre purtroppo “Rogue” l’ho visto, pentendomene subito e cercando di dimenticarlo.
      Scopro invece che la Basett ha diretto diversi episodi dell’ottima “Strike Back”: ecco come ha conosciuto il protagonista di questo film 😛

      Portare Red Sonja al cinema porta una sfiga terrificante, roba da Esorcista!
      Dino il Distruttore nel 1985 ha asfaltato un personaggio che da anni era florido e amato: dopo quell’orripilante film Red Sonja è completamente scomparsa nel nulla: credo sia il primo ed unico caso nella storia in cui un personaggio a fumetti di successo venga totalmente ucciso dal relativo film!
      Dopo quella roba assurda nessuno ha più voluto Sonja, in alcuna forma: ci sono voluti vent’anni perché la povera Diavolessa con spada tornasse in vita, grazie alla Dynamite che ancora oggi, vent’anni dopo, la cura con attenzione.

      Nel corso dei decenni ogni tanto arriva la notizia di un nuovo film, che ovviamente poi non vedrà mai la luce per casini vari, perché Sonja ha giustamente maledetto il medium cinema per come l’ha trattata: una maledizione hyrcaniana porta miseria e disgrazia a chiunque tenti di portare al cinema ciò che non si può portare al cinema. Cioè una donna che gira mezza nuda e prende a calci omaccioni muscolosi: è matematicamente impossibile rendere in video una cosa del genere, sia perché la morale hollywoodiana impedisce di avere una modella semi-nuda per l’intera durata di un film – oggi meno che mai! – sia perché non esiste una sola attrice al mondo che sappia combattere come fa Sonja a fumetti: dovrebbero prendere un’atleta ma i produttori odiano le atlete, perché hanno un corpo da atleta invece di essere anoressiche, quindi nel migliore dei casi avremo una stellina di instagram che fa le faccette e poi un montaggio serrato in cui la controfigura fa robe che non si capiscono. Davvero stiamo aspettando questo film?
      Sonja, pensaci tu: scaglia un sortilegio hyrcaniano sulla Bassett perché passi a progetti meno ridicoli! 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        Quando lei crede nel film che sta realizzando, i risultati si vedono (pensiamo a “Deathwatch” e a “Solomon Kane”, appunto), mentre può andare assai diversamente in casi come questo “Endangered Species”: credo che qui si sia verificato un evento di bollette a tripla convergenza, nel senso che tutti e tre (Bassett, Romjin, Winchester) avevano evidentemente dei conguagli da pagare e questo, alla fine, dev’essere stato l’UNICO motivo per cui hanno scelto di fare il film 😛

        E “Cobweb” si è rivelato essere decisamente il migliore del gruppo, sì 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Dovrebbero creare una nuova categoria degli Oscar: “Miglior film girato per pagare le bollette” 😀

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Visti i primi due: La baia del silenzio è davvero insalvabile, noioso, pretenzioso, poco chiaro…uno di quei film che finita la visione, per rifarmi, avrei voglia di gustarmi la Z più caciarona possibile! Su Caccia mortale condivido tutte, ma proprio tutte, le tue critiche eppure a un certo punto è diventato un “gioco” consistente nel vedere cosa di clamoroso combinavano i protagonisti e questo meccanismo assurdo mi ha regalato qualche (qualche, non esageriamo) sorriso! Il terzo lo devo vedere e sono curioso perché è il migliore del trio odierno! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah è vero, sai? Con “Caccia mortale” si entra in uno strano gioco psicologico per cui si smette di indignarsi per le trovate assurde di sceneggiatura e si inizia a desiderare trovate ancora più assurde: a quanto pare in effetti non c’è limite agli errori che possono compiere i protagonisti, quindi si abbandona l’universo logico e si entra… in quello della serie Z ^_^
      “Cobweb” è visivamente molto bello e intrigante, molto meno dal punto del coinvolgimento: temo che anche in quel caso avrai bisogno di una caciarata per rifarti 😛

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Ahahah, lieto di sapere che Caccia mortale ci ha attirato nello stesso universo parallelo e bislacco! E su Cobweb saprò ridirti se la caciarata si è resa necessaria per “depurarmi”! Ahahah! 🙂

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  3. Sam Simon ha detto:

    Dái, che alla fine il terzo film l’hai (quasi) salvato…! :–)

    Magari quel regista lì ci darà delle gioie in futuro.

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