Quando sulle prime bancarelle del 2020 Mark Dacascos e Rutger Hauer devono salvare la Terra, cacci l’euro e ti porti a casa il DVD!
La famigerata CineTelFilms porta Scorcher nella TV americana il 1° luglio 2002 (dice IMDb) e la Eagle Pictures lo presenta in DVD e VHS a noleggio nel luglio 2002 con il titolo Distruggete Los Angeles!, ma la copia che ho trovato su bancarella è una ristampa delle Edizioni Master, purtroppo senza data.
Ricordo che il film fu venduto anche in edicola, abbinato ad una rivista di DVD, ma non ho modo di fornire altre informazioni.
Stando a FilmTV.it, il film è arrivato su Italia1 il 6 maggio 2006. Purtroppo non ho modo di ricordare se è questa la data in cui l’ho visto nella sua prima televisiva – onestamente pensavo fosse qualche anno prima – ma di sicuro ricordo l’emozione dello scoprirlo nella guida TV: un cast stellare del genere poteva offrirmi solamente grandi emozioni. Che delusione cocente…
Il film è disponibile su Prime Video.
Chi dice che la narrativa di genere non è sensibile alle tematiche ambientali? Questo film del 2002 dice cose che oggi fanno ancora stupire il pubblico dei giornali, che non si aspettava una novità così nuova: sapevate di quella cosa appena scoperta, il riscaldamento globale? Oh, non ci crederete, già qui nel 2002 se ne parlava!
E ovviamente a parlarne è il solito scienziato inascoltato a cui nessuno crede, in questo caso la dottoressa Julie McGrath (Tamara Davies). Quando però le sue previsioni di disastri ecologici si rivelano esatte, ad interessarsi del problema c’è addirittura il Presidente degli Stati Uniti in persona, con la faccia molto poco convinta di Rutger Hauer.
Insieme al generale Moore (G.W. Bailey), il Presidente Nelson (Hauer) non si fa certo sfuggire l’occasione di partecipare ad una convention di celebri caratteristi, a cui aderiscono anche l’onnipresente John Rhys-Davies e il sempre gagliardo Mark Rolston. Se non lo ricordate nel ruolo di Drake in Aliens (1986), correte subito a rivedervi il film!
Una volta riuniti i volti noti, può partire la tramona tipica delle CineTelFilms. Cosa ci ha insegnato la casa riguardo alle trame apocalittiche? Si manda qualche scena a caso di disastri poi si va tutti dentro un magazzino a raccontare minuscole storie personali. E anche qmantiene la promessa.
Una enorme eruzione vulcanica sta per spazzare via Los Angeles – per colpa dei cinesi, ci viene specificato! – e una volta evacuata la città in due o tre fotogrammi in cui si vedono delle macchine in coda, rimane il problema di fermare l’esplosione. Perché la parte della trama che prevede 8 o 9 milioni di abitanti che abbandonano la città è già finita in due fotogrammi…
L’idea è di quelle potenti: come si ferma un’esplosione? Con un’esplosione più grossa. Come ci insegna la Asylum, non esiste situazione che una bomba nucleare non possa risolvere, e quindi andiamo a Los Angeles e ci buttiamo un’atomica. Anzi, due, va’, che vogliamo esagerare!
E chi sarà così pazzo da andare a buttarci la bomba? Servono i migliori, e per “migliori” intendo un gruppo di comparse sfigate che non contano niente e sono chiamate solo per morire come dei povero coglioni. Però a turno potranno dire una battuta, così vengono pagati come attori e non come semplici comparse.
Raccattati quattro tizi a caso dai palinsesti televisivi dell’epoca, in ruoli che semplicemente non esistono sul copione, il capitano Ryan Beckett può partire per andare a chiudersi in un magazzino.
Il protagonista è quel Mark Dacascos che per un ristrettissimo numero di anni ha fatto battere il cuore marziale di tanti (come me) per poi abbandonare per sempre il cinema di menare: come tutti gli altri, è tornato a combattere solo quando era troppo vecchio per farlo, così da poter essere imbarazzante. Spero che le star del futuro stiano prendendo appunti.
Se penso che qui siamo solo ad un anno di distanza da quel capolavoro de Il patto dei lupi (2001) mi viene da piangere…
Beckett e i suoi vanno ad infilarsi in un buco dove passeranno il resto del film, un po’ a fare il buco un po’ a buttarci atomiche, un po’ a chiacchierare per far passare il tempo. Come ogni altro film apocalittico, non c’è nulla di apocalittico se non la noia.
Intanto la figlia di Beckett è l’unica rimasta a Los Angeles, giusto per far capire il livello di intelligenza della famiglia. Il suo inutile personaggio serve per creare il pathos: non possiamo sganciare l’atomica se in città è rimasta una ragazza. Capirai che pathos…
Se SpongeBob. Fuori dall’acqua (2015) ci ha insegnato qualcosa, già spiegata dai Simpson, è che una società civile torna alla barbarie in due o tre secondi. Infatti Los Angeles in un attimo si riempie di criminali schizzati e la ragazza finisce vittima del solito maniaco religioso tipico dei film americani, ma su questa piccola sotto-trama stenderei un velo pietoso.
La dottoressa racconta di quando era giovane e il papà non le prestava le dovute attenzioni, che poi uno cresce con il bisogno di affetto e diventa geologa, mentre Beckett invece da bambino ha perso il suo Gigghe robbò che gliel’hanno rubbato gli zinghiri… Non ci voglio credere che siano serviti ben due sceneggiatori per scrivere una sceneggiatura assente ingiustificato.
I personaggi parlottano per ammazzare il tempo e ogni tanto qualcuno muore da stronzo: così, per noia. Alla fine Los Angeles si salva ma il film no: è una vera esplosione nucleare…
Autori improvvisati tirano fuori un prodotto televisivo che oggi corrisponde alla media, ma per il 2002 onestamente reputo parecchio scandaloso. Con un cast del genere sarebbe bastato un minimo di sceneggiatura per avere un piccolo capolavoro, invece che un’inutile pernacchia. Peccato.
L.
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Mi sa che devo vedere SpongeBob: fuori dall’acqua! X–D
Comunque… Drake! Gimli (e Leonardo Da Vinci in due o tre episodi di Star Trek: Voyager, uno dei pochi personaggi a dire una parolaccia, pur se in italiano)! Batty! Alla faccia del cast usato inutilmente!
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Grandi caratteristi chiamati solo a fare da carta da parati: che occasione mancata!
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E, oltre a Drake, Rolston è stato pure Walter Pierce in “Eye of the Beholder”, episodio della settima stagione di TNG (dove il suo sfuggente personaggio faceva correre un grossissimo rischio a Deanna Troi) 😉
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L’ho visto sbucare in tanta bella roba, un giorno dovrò dedicargli uno speciale 😛
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Nooooooooooo! Incredibile, mi era sfuggito!!!
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Pure nell’ultima stagione, quindi l’ho visto relativamente recentemente (mi sono riguardato tutto TNG 4 anni fa)… non ho scuse. :–/
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Sicuramente l’hai visto anche da altre parti, ma non ha un volto che rimane impresso. Mi si è marchiato a fuoco nella mente da ragazzo per il suo Drake di “Aliens”, altrimenti probabilmente non l’avrei mai notato 😉
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Proprio per quello mi sarei aspettato di riconoscerlo, però è buffo come in Aliens sia un tipaccione grosso e rozzo (perfetto per la Vasquez) e invece nell’episodio di Star Trek sia un omino magrino biondino… mi ha ingannato!
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Che bomba che era “Il patto dei lupi”, m’incantavo a guardare Mark Dacascos.
Questo filmetto è una bella occasione per vedere tante facce note tutte insieme, inoltre malgrado Hauer sia vestito come l’attuale presidente Yankee (solo per la cravatta rossa, Rutger aveva uno stile che Mr. Arancione può solo sognarsi) evidentemente non deve averlo visto, considerando che continua a negare e bombardare. Cheers!
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Il nuovo presidente è più stile Asylum (nel dubbio, nuclearizziamo!) mentre qui addirittura le bombe sono gettate a fin di bene 😛
Con un cast del genere dovrebbe venire in automatico un film divertente, quindi immagino sia stato massimo l’impegno nel renderlo pessimo e noioso!
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Il tema del riscaldamento globale molto prima che fosse di moda… per caso, trattavano anche di come non si debba esagerare con la carne rossa? Alcuni anni fa, la gente in giro sembrava appena caduta dal pero, alcuni sono persino diventati vegani per una settimana 😛
La Cina come si è resa colpevole del disastro ambientale? Controllando il debito statunitense?
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Era ancora il periodo “cinesi cattivi, causa dei mali del mondo” poi gli americani si sono accorti di dipendere finanziariamente da loro e allora “cinesi amici: la Cina è vicina!” 😀
E’ dagli anni Settanta che le tematiche ecologiste vengono gridate da film, grandi e piccoli, ma curiosamente ogni anno tutti le riscoprono e cadono dalle nuvole. Segno che denunciare un problema non serve assolutamente a niente: solo se c’è da distruggere economie asiatiche abolendo l’olio di palma allora tutti sono concordi 😛
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Detto che “bancarella2020” ci sta regalando, sulle ali confortevoli di Lucius, la settimana più Z di sempre (e quindi un grandissimo evviva!), condivido l’amarezza per questo film. Ricordato che i film “meteo-apocalittici” non sono il mio genere preferito anche nella versione Z, perché dopo poco mi annoiano abbastanza/assai, questa pellicola ha la colpa di mettere su un cast con Dacascos/Hauer/caratteristi doc che avrebbe potuto rendere l’opera trash ma sicuramente godibile (con una sceneggiatura un pochetto meno bolsa e qualche mazzata)…e poi di non farlo! Insomma, ci hanno fatto sperare e poi ci hanno lasciato a bocca asciutta…maledetti pusillanimi! 🙂
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Era davvero difficile sbagliare con un cast del genere, eppure ci sono riusciti!!!
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Questi manco la copertina figa hanno fatto. Sembra la prima pagina del Corriere della Sera del 1988: una tristezza infinita!
Concordo però sul definire “una bomba” “Il patto dei lupi”. Mi sa che è ora di rivederlo…
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Manco le basi del mestiere, direbbe Mario Brega 😀
“Il patto dei lupi” lo vidi al cinema rimanendo folgorato dalla potenza delle scene e dal trovare combattimenti di quel livello in un film ambientato nell’Europa settecentesca: dal regista di “Crying Freeman” non mi aspettavo di meno ^_^
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Anche io ricordo Dacascos nel patto… che cambiamento!
Ma non sapevo che John Rhys Davis facesse le zetate!
(P.S. Sai che ho visto un pezzo di “Natale a Rocky Mountain”? :D)
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Davis ha fatto TUTTO, lo si può vedere sbucare ovunque, compresa la Z più nera, quella che fa male: per esempio faceva il bieco scienziato contro cui combatte il Cyborg Cop 😀
P.S.
Occhio che a guardare nell’abisso natalizio… l’abisso natalizio guarda te!!!
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“Il patto dei lupi”: indimenticabile… Christophe Gans sa il fatto suo, come già Crying Freeman stava a dimostrare.
“Distruggete Los Angeles!”: vorrei dimenticarmi di averlo visto… James Seale non sa nemmeno bene quale film stia girando, però lo riempie di grandi caratteristi sperando che lo spettatore non si accorga di due cose fondamentali e cioè 1) Qui nessuno sceneggia alcunché 2) A Dacascos viene impedito di fare altro che non sia camminare e chiacchierare 😦
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All’epoca ancora non c’era stata l’invasione del Meteo Apocalypse Z, non c’erano mille film identici fatti coi piedi (per non dire altro) che mostravano gente in cantina a fare finta di salvare il mondo: vedere Dacascos impegnato a fare niente in un film dalla noia mortale è stato davvero un gran brutto colpo…
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