Congo (1995)

Congo«Le scimmie di “Congo” schiacceranno i dinosauri?» Così il 22 agosto 1994 il quotidiano “La Stampa” sottolineava l’alternarsi di film tratti da romanzi di Michael Crichton, autore sui cui all’epoca l’editoria italiana puntava molto.
Il romanzo Congo (id., 1980) ha conosciuto in Italia 36 ristampe, da quella prima edizione Vallardi 1981, di cui almeno venti dopo l’apparizione del film Jurassic Park. Mi piace segnalare che nel 1997 Congo è tra i quattro romanzi che inaugurano in edicola la collana “SuperPocket” (Longanesi), in una Guerra del Pocket che prima o poi dovrò raccontare (nel mio blog-database “Gli Archivi di Uruk“).
Tornando a quel 1994, tra il settembre e il successivo febbraio la Paramount Pictures manda in Sud Africa un gruppo di noti caratteristi a girare in location d’effetto: Costa Rica, Kenya, Tanzania, Uganda… insomma, il giro turistico completo.
Sono tutti guidati da Frank Marshall, regista in pieno stato di grazia dopo l’enorme successo di Aracnofobia (1990) e Alive. Sopravvissuti (1993): dopo questo film… la sua carriera è finita…

Uè, gorilla parlante: tieni ssssigarèt?

Uè, gorilla parlante: tieni ssssigarèt?

Sceneggiato da John Patrick Shanley – che anche lui s’è fregato la carriera, dopo successi come Stregata dalla luna (1987) e Un detective… particolare (1989) ma anche roba strana come Joe contro il vulcano (1990) – Congo esce in contemporanea Canada-USA il 9 giugno 1995 e arriva nelle sale italiane il 28 settembre successivo (checché ne dica IMDb).
La Paramount lo porta in VHS quasi sicuramente già nel 1996 (anche se la data non posso darvela per certa), comunque la riedizione ufficiale in VHS e DVD è del 29 maggio 2000 a noleggio, in vendita dal 14 giugno successivo, e c’è un’altra ristampa in DVD del 2 ottobre 2002.

Momento sympathy...

Momento sympathy…

Nel ’95 ero un violento e affamato cultore di cinema, e credevo ancora che potessero esistere riduzioni cinematografiche che sapessero esaltare un romanzo: ho presto cambiato idea, e questo film non è una eccezione.
Il romanzo lo ricordo con grandissimo piacere, non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine sebbene il “difetto” di Crichton: cioè gli spiegoni alla Martin Mystère. Se un personaggio si gratta i pantaloni, Crichton passa i successivi capitoli a raccontare la storia dei pantaloni dal Pleistocene ad oggi…
A parte questo, ripeto, Congo lo ricordo come una splendida lettura e una storia appassionante: lo sceneggiatore John Patrick Shanley si mangia il romanzo, lo defeca e si basa su quello per scrivere ‘sta porcata di film.

Comparsata di Bruce Campbell

Comparsata di Bruce Campbell

Bruce Campbell trova un diamante azzurro in Sud Africa… Un momento, Bruce Campbell???? Curiosamente è un periodo di camei per il nostro Bruce, e così fa capolino in Mister Hula Hoop (1994), Pronti a morire (1995, in sequenze poi tagliate), The Demolitionist (1995) e poi questo film.
Qui fa la particina del figlio del riccone R.B. Travis (il mitico Joe Don Baker, che venne lanciato interpretando lo sceriffo Buford Pusser), che in Sud Africa scopre un diamantone azzurro ottimo per i laser. Chi è che non ha bisogno di diamantoni per i laser?
Però muore misteriosamente, così il riccone – preoccupato per il diamantone, mica per il figlio – manda una spedizione a vedere cosa sia successo: una spedizione guidata dalla fidanzata del figlio, la dottoressa Karen Ross (Laura Linney).

I due protagonisti, totalmente inutili

I due protagonisti, totalmente inutili

Inizia un’intera metà del film dedicata alla difficoltà del raggiungere una località nell’entroterra sudafricano, per via dei tumulti politici che funestano da sempre quella zona. È anche un’occasione per buttare in video una secchiata di caratteristi: strizzate l’occhio e scoprirete che ogni attore con una battuta, in questo film, lo avete già visto in almeno altri venti titoli!
Tra tutti i neri che fingono un accento sudafricano, c’è il capitano Munro Kelly (un sempre bravo Ernie Hudson) e tra i suoi uomini si può vedere il titanico Adewale Akinnuoye-Agbaje: quest’ultimo nel ’97 sarà il terribile detenuto Simon Adebisi della serie TV di culto Oz, dove Hudson invece ricoprirà il ruolo del direttore.

Ernie Hudson è sempre a suo agio

Ernie Hudson è sempre a suo agio

Visto che si è deciso di spalare letame sul romanzo, c’è bisogno di un coglione con un accento da coglione che si muova da coglione e dica cose da coglione: ecco pronto Tim Curry.
Per un qualche strano motivo, un attore mitico e un uomo di spettacolo inarrivabile come Curry viene sempre chiamato dal cinema a fare ruoli stupidi o ridicoli: dopo Rocky Horror non c’è mai stata una sola occasione in cui abbia fatto una figura dignitosa al cinema. (A parte, se vogliamo, il ruolo del maggiordomo in Signori, il delitto è servito: il film del gioco da tavola Cluedo!)
Qui Curry ha l’orribile ruolo di Herkermer Homolka, riccone dal nome stupido che dice di essere romeno e ha sovvenzionato la spedizione perché conta di trovare il tesoro di Re Salomone. O mio Dio mio Dio mio Dio… Quando nel ’96 mi ritrovai davanti alla TV e sentii questa minchiata, mi sgorgò dall’esofago un “vaffanculo” la cui eco arrivò fino in Congo…

Povero Tim Curry, sempre in ruoli buffoneschi

Povero Tim Curry, sempre in ruoli buffoneschi

Ogni singola trovata del romanzo, a volte scientifica a volte fantascientifica, viene “hollywoodinizzata” in un miscuglio ridicolo di escrementi gettati sullo schermo.
La città di Zinj è così impossibile da raggiungere… che quattro deficienti in barchetta la raggiungono in un’ora di viaggio. Le scimmie assassine sono nascoste lì da milioni di anni… però escono fuori in pieno giorno ogni tre per due. I diamanti sono così rari e sconosciuti a ogni umano… che stanno lì per terra: non bisogna neanche scavare!
Insomma, la grumosità degli escrementi di questo film è davvero imbarazzante.

Un milione di proiettili, neanche una scimmia colpita...

Un milione di proiettili, neanche una scimmia colpita…

Irresistibile la scimmia parlante, che al cinema è oro: eppure la gorilla Amy è così ridicolmente improponibile che non ha lasciato traccia nell’immaginario “scimmiesco” collettivo.
Da notare che Amy è interpretata dalla splendida cantante-stuntwoman-insegnante yoga Misty Rosas, il cui corpo mozzafiato rientra nel costume da gorilla nel ’99 per Instinct. Istinto primordiale.

Povera stuntwoman Misty Rosas, per nulla comoda...

Povera stuntwoman Misty Rosas, per nulla comoda…

Scopro dalla Wikipedia inglese che Crichton ha venduto i diritti del suo romanzo alla 20th Century Fox già prima di scriverlo: forse che la Fox voleva fare un altro Pianeta delle scimmie?
Comunque Crichton, pressato dal milione e mezzo di dollari di anticipo per romanzo e sceneggiatura, viene preso da blocco dello scrittore e per concentrarsi si infila in una vasca di deprivazione sensoriale… esattamente nel periodo in cui Ken Russell presenta Stati di allucinazione, dove William Hurt usando quella vasca torna indietro nella scala evolutiva… diventando scimmia!
Il piano era che Crichton girasse il film con Sean Connery protagonista, ma il tempo passa e non se ne fa niente, così evidentemente subentra la Paramount e fa il disastro più disastroso: Congo è un tonfo galattico e viene nominato – a ragione! – peggior film dell’anno.

La scimmia dal braccio d'oro

La scimmia dal braccio d’oro

Cosa salvare di Congo? Nulla. Rimasi deluso in modo cocente quando lo vidi la prima volta nel ’96 (circa), e sono rimasto scandalizzato quando l’ho rivisto nel 2015: vent’anni sono tanti, per cambiare opinione, invece lo considero ancora una porcata…
Andatevi di corsa a leggere il romanzo, e dimenticate il film!

L.

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13 risposte a Congo (1995)

  1. Cassidy ha detto:

    “Bugia bugia bugia dire la CIA” 😉 Mamma mia che classicone sei andato a ripescarmi! 😉
    Poi come sai io vado giù di testa per i film con le scimmie, questo poi, si gioca anche il cameo di Bruce Campbell all’inizio 😉 Aracnofobia era figo, purtroppo non ho mai letto il romanzo, ma prometto di recuperare le mie vergognose Crichton-lacune 😉 Gli voglio bene per motivi affettivi, però hai ragione tu, il personaggio di Tim Curry è una macchietta e il film ha più difetti che pregi, ma non conoscendo il romanzo l’ho sempre considerato un costoso B-Movie, di paragonarlo a Jurassic Park non ci ho mai nemmeno pensato, ne uscirebbe più che devastato 😉 La citazione a “Stati di allucinazione” è bellissima 😉 Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Questa per me è stata l’ennesima prova che non si deve mai leggere il romanzo prima del film, sempre dopo 😛
      La storia è un thriller da serie A, per cui vederla ridotta a filmetto di serie B mi è dispiaciuto allora è anche oggi: però è una secchiate di attori caratteristi da antologia!

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      • Giuseppe ha detto:

        Gli attori caratteristi sono da antologia (e nella bassezza generale nemmeno mancherebbero del tutto, a dire il vero, dei momenti capaci di ridestare momentaneamente l’attenzione: vedi, ad esempio, quando la Linney e Hudson abbattono di persona i proiettili di contraerea) ma per far sì che anche tutto il resto fosse da antologia ci sarebbe voluto Crichton: all’epoca proprio non mi colpì, pure se non avevo letto prima il romanzo… Significativo, poi, che trattandosi di scimmie assassine siano proprio queste (e Amy) che ricordo meno in assoluto.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Le scimmie assassine sono purtroppo creazioni apocrife, che se Crichton avesse scritto la sceneggiatura avrebbe reso in modo totalmente diverso: non lasciano memoria perché sono fatte davvero male…

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  2. Denis ha detto:

    L’attore che parla con Amy mi sembra Dylan Walsh (il dottorSean Mcmanara in Nip Tuck),Tim Curry mi ricordo che prende un cazzotone nella miniera da un gorilla.poteva essere un dignitoso film di serie B.
    Cricthon sarà rimasto a casa a contare i soldi o visto il cast e il budget se tirato indietro.

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  3. loscalzo1979 ha detto:

    Film tutto sommato gradevole, sicuramente si poteva gestire meglio la storia e il cast

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  6. anonymouz ha detto:

    Piccolo trivia proveniente dall’autobiografia di Bruce Campbell: nel contratto di John Patrick Shanley era presente una clausola che vietava ai realizzatori di cambiare anche solo una virgola della sceneggiatura. Letteralmente. Tanto che agli attori era vietato di aggiungere anche solo un “uhm”.

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