La Universal Pictures è una grande casa specializzata nella distribuzione capillare delle porcate prodotte dalle più infime case in circolazione: ormai se vedete sui DVD il suo logo sappiate che al 90% è spazzatura economica raccolta in giro per il pianeta.
Così la grande Universal non si lascia certo sfuggire l’occasione ghiotta di distribuire un prodottino della Lleju Productions, casupola che ogni tanto tira fuori un film: così, tanto per passare il tempo. Se ogni tanto ci azzecca e tira fuori un gioiellino come Unthinkable (2010), capita anche che tiri fuori un film pencolante e mal riuscito come In the Blood (2014) con l’ex mma fighter Gina Carano.
Capita però anche che getti sullo schermo una busta di spazzatura andata a male dal titolo Cat Run.
Vi è mai capitato di ricordare la locandina di un film ma nessun altro particolare per identificare quel film? Io avrei scommesso mille miliardi che si chiamava Cat Run un ottimo piccolo film degli anni Novanta interpretato da una stuntwoman promossa attrice, con lei in locandina che penzolava da un tir in corsa. Era un film inedito in Italia che ho visto tempo fa in lingua originale, con questa brava action woman che sfuggiva agli inseguitori saltando sui tir e lanciandosi in scene d’azione molto pericolose.
Quando ho visto che sul canale in chiaro Cielo davano questo film del 2011, altrettanto inedito fino a poco tempo fa, ho pensato ad un remake moderno o a qualcosa comunque di simile. Non solo scopro di ricordare male, che non esiste altro Cat Run al mondo sebbene fino a poco tempo fa avrei scommesso la mia vita su questo titolo – come faccio allora a conoscerlo se non esiste? – non solo scopro che questo Cat Run ha la stessa gradevolezza di una carogna in autostrada sotto il sole, ma scopro anche che Cielo è un canale assurdo che spero non dover mai più vedere in vita mia.
Sono nato nel 1974 quindi ho fatto in tempo a vedere l’origine delle televisioni private di Berlusconi, in un periodo totalmente privo di “garanti” e menate varie, in un’epoca dove iniziavi a vedere un film o un telefilm e non era affatto scontato che dopo gli spot pubblicitari si ritornasse a quello che stavi vedendo!
Ho vissuto un’epoca in cui anche sul settimanale a fumetti “Topolino” ci si lamentava della troppa pubblicità – in una storia in cui Paperino per vedere un film giallo impiegava una notte intera! – un’epoca in cui era impossibile vedere qualsiasi cosa in diretta: bisogna registrare su cassetta e rivederlo “mandando avanti” la pubblicità.
Ecco, siamo tornati indietro ma credo che la situazione sia anche peggiore: neanche ai tempi della prima Rete4 c’erano cinque interi minuti di spot televisivi ogni 15 di trasmissione!
Cielo, Nove, TV8 e questi inutili “nuovi” canali – di cui non c’era alcuna necessità – sono delle fogne di spot a loop chiuso. E ogni tanto trasmettono pezzi di bojate per giustificare la loro esistenza.
Chiusa la geremiade sul canale Cielo – che, ripeto, spero di non dover mai più vedere perché è davvero peggio del Berlusconi anni ’80 – tocca parlare di questa spazzatura girata da un regista che riesco ad odiare ogni volta di più: John Stockwell.
Non so perché continui a dirigere invece di limitarsi a fare l’attore, e non so perché riesca spesso ad avere grandi nomi nel cast – tutti inutili, tutti sprecati. La mia prima delusione di questo regista risale al 2002: ma santo Hitchcock, hai quella pataccona di Michelle Rodriguez, che tutti nel mondo stanno ammirando in Girlfight (2000) e Resident Evil (2002)… e le fai fare da tappezzeria surfista in Blue Crush (2002)? Ma che l’hai chiamata a fare? È come avere nel cast la lottatrice Gina Carano e farle fare un film dove NON combatte… tipo il citato Into the Blood…
La recente fatica del regista che ho avuto modo di subire infastidendomi è Kickboxer: Vengeance (2016), ma tutti i film citati sono Kubrick in confronto all’abominio di Cat Run…
L’americano Anthony (Scott Mechlowicz) fa il cuoco nel Montenegro… e già qui avrei dovuto cambiare canale, ma va be’. Lo viene a visitare il black buddy Julian (Alphonso McAuley), che fa il simpatico risultando gradevole come se ti tirassero addosso «uno straccio bagnato di merda» (per citare Il vostro caro Dexter). Qualche lettore di fumetti potrebbe ricordare “Nick Raider” della Bonelli: avete presente la “spalla nera” Marvin? Ecco, siamo a quei livelli di simpatia imbarazzante.
Invece di mettere stop al secondo minuto di film, formattando immediatamente la pen-drive dove l’ho registrato – che se no chi se le vede quelle dieci ore di pubblicità? – il Zinefilo si immola e prosegue. Scemo e Più Scemo si chiedono: e mo’ che famo nel Montenegro? Ideona: apriamo un’agenzia investigativa! Si vede che gli sceneggiatori sono gggiovani, perché era dagli anni Ottanta che a nessuno veniva voglia di fare l’investigatore…
Il primo “caso” è di ritrovare la scomparsa Catalina Rona: capito? Catalina… Cat… Catalina in fuga… Cat Run… Capito il livello del film?
Dalla falsissima locandina qualcuno potrebbe erroneamente pensare che la spagnola Paz Vega abbia del fascino: vi correggo subito, non ne ha. Certo, il suo fisico da maschio dodicenne rachitico potrebbe intrigare qualcuno, ma preferisco di gran lunga la comparsa popputa che delizia le prime sequenze con le sue giunoniche doti recitative lasciate libere di sballonzolare. (Ma ne saprete di più nel Zinnefilo!)
Durante un festino a luci rosse con un senatore americano – è noto che i potenti americani per toccare le donne nude volano fino in Montenegro! – il bieco capo della sicurezza Carver (Karel Roden) spara a tutte le donne nude. Ma come, l’americano c’è volato fin lì solo per quello!
L’unica donnina allegra a salvarsi dalla festa è proprio Cat, che nella sua fuga – capito? Cat Run – si porta via un hard disk contenente il filmato della sorveglianza. Perché ogni donnina che balla nuda per i senatori americani nel Montenegro è in grado di sapere dove siano i filmati della sorveglianza ed è in grado di sganciare un hard disk senza rovinarlo.
Mentre Cip e Ciop investigatori fanno e dicono cose stupide alla ricerca di Cat, il bieco Carver sguinzaglia alla ricerca della donna una pericolosa killer: Helen Bingham (Janet McTeer). All’apparenza è una signora per bene, ma in realtà è una spietata omicida torturatrice. E qui il film inciampa di brutto.
Ok, Stockwell vuole prendere lo stile di Lock & Stock (1998) di Guy Ritchie – e figli vari – fonderlo con lo stile di Smokin’ Aces (2006) e frullare tutto perché sembri una tarantinata. Il risultato è sgradevole oltre ogni dire.
Quello che è iniziato come un buddy movie e che prosegue seguendo il genere “due amici cazzoni che incontrano personaggi strani, che fanno cose stupide ma poi risolvono il caso battendo i super cattivi” contrasta fortemente con il torture porn in cui si cade con lo sgradevolissimo personaggio del killer Helen, unica protagonista del film.
L’assassina si lascia andare a lunghe sequenze troppo esagerate per rientrare in un film che non sia splatter: i particolari dei denti trapanati e dei testicoli evirati sono fastidiosamente gratuiti e fanno cadere l’asse della bilancia del film. Siamo passati da Lock & Stock a Saw l’enigmista!
Stockwell smerda quanto ha già smerdato facendo dell’assassina la vera protagonista – e facendole uccidere l’universo: superata la ventesima vittima ho smesso di contare – mentre la Cat che dà il titolo in pratica si vede sì e no dieci minuti.
Dire che Cat Run è un film brutto sarebbe come dire che Hitler era un birbantello: questo di Stockwell è un film che andrebbe condannato al Tribunale dell’Aja per crimini cinematografici contro il buon gusto.
Per fortuna le quindici ore di spot televisivi che sono andati in onda ne hanno resa impossibile la visione a chiunque… tranne che ai folli zinefili!
L.
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Sei stato eroico, non solo sei arrivato fino ai titoli di coda di un film di John Stockwell, ma hai anche combattuto contro la pubblicità!
Stockwell è un regista di rara inutilità, al massimo se la cava quando deve dirigere belle figliole in bikini, ma non per suoi meriti, più che altro per merito delle belle figliole 😉 Per il resto sfondi una porta aperta, Cielo è la versione discount di Sky, ed io mal sopporto pure Sky. Ho sempre odiato la pubblicità nei film, quando li registravo su VHS, bloccavo la registrazione per eliminare le pubblicità, per fortuna esistono piattaforme come Netflix dove la pubblicità è assente, non vedo un film in tv ormai da anni. Cheers!
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Che m’hai ricordato! Quando trasmettevano un film che volevo conservare toccava usare tecniche ninja per mettere pausa alla registrazione in modo tale da non mangiarsi pezzi di film e non lasciare alcun pezzo di spot: non sempre riusciva bene, ed era un’impresa faticosa 😛
Di questo film mi intrigava il fatto che è inedito in home video quindi era l’unico modo per vederlo: però non sapevo fosse di Stockwell, altrimenti avrei rinunciato subito!
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Esatto la tecnica Ninja 😉 Quando non riusciva, a distanza di anni, rivedendo la VHS, restava qualche pubblicità, ma poche! Perchè allora sulla Rai ad esempio, c’erano solo una manciata di spot relegati al “Fine primo tempo”. Cheers
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Quando mi è capitato, è stato bello ritrovare gli spot d’un tempo: chissà se esistono cofanetti DVD con raccolte di spot divisi per anno! 😀
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Non ci credo. Ieri mentre mi aggiravo furtivo in un mercatino dell’usato davano via il DVD di questo filmone a 1€! E ovviamente l’ho lasciato lì dov’era…Comunque guarda che il Montenegro spacca di brutto!
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Il DVD??? Eppure non risulta da nessuna parte che sia uscito in Italia! È un film talmente brutto che l’hanno fatto uscire di nascosto 😛
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Oh non vorrei aver preso un super abbaglio ma a me sembrava proprio lui!
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L’ho visto passare in tv ma ho preferito passare perché credevo l’avessi già visto e invece no, ma non ci tengo affatto a recuperarlo..
Comunque non sono d’accordo sulla Vega, perché per me è davvero sexy, qui però si vede poco, ti suggerisco Il caso Novack per apprezzarla di più 😉
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Non è proprio il mio tipo, troppo rachitica 😛
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E’ che qui è proprio il “film” a essere rachitico, non lei 😛
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Gli sgradevoli effetti di un frainteso “tarantinismo-guyritchismo” c’è quello di fare film schizzati, dal montaggio spumeggiante e dalla violenza esagerata ma soprattutto immotivata. E’ come se questi registucoli avessero digerito male gli elementi di un certo cinema, che non tutti si possono permettere (e che hanno abbondantemente sfondato gli zebedei), e li avessero poi ripetuti a casaccio perché basta accennare per conquistare i fan tarantino-guyritchiani.
Il risultato va ben oltre il cattivo gusto, è semplice spazzatura che però crea altra voglia di perseguire lo stesso stile. Né Tarantino né Ritchie fanno più film con lo stile che vent’anni fa li hanno resi famosi, ma i loro “figli illegittimi” ancora sì…
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Questi registucoli pensano di saper stupire quando invece fanno principalmente la figura degli stupidi (e nemmeno se ne accorgono)…
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Cioè, lo cerco da una vita (senza motivo alcuno) non riuscendo a trovarlo e mi dici peste e corna così??? Cesso subito le ricerche 🙂 !
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Assolutamente: è puro liquame maleodorante!
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Del resto, cesso e liquame vanno perfettamente d’accordo 😉
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ahaah verità sacrosanta 😀
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Ok:
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Ne è valsa la pena anche solo per la geremiade contro Cielo & friends
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Sarà che non guardo mai la TV, quindi non mi aspettavo una mole così ingente di spot! Pensa che Retecapri non interrompe MAI i film: fa dieci ore di spot continuo al giorno ma quando inizia il film lo trasmette “pulito”. ‘Sti canali fighettini invece massacrano tutto…
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Certi giorni sono peggiori di altri
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