In queste settimane ogni lunedì vi ho presentato un filmaccio Cine-MMA, una formula inventata dal campione argentino Héctor Echavarría: una trama semplice, di solito copiata da Van Damme (Kickboxer e Lionheart a manetta) ma il forte sta nei grandi nomi di veri lottatori nel cast. Non importa che non sappiano recitare, l’importante è che facciano i coatti e menino come fabbri.
Questo genere ha spopolato nel 2010 ed ora viene ripreso, con molta più qualità tecnica, da alcune piccole case che affidano a John Stockwell – già autore dell’escrementizio Cat Run (2011) e del deludente Into the Blood (2014) – il compito di fare un remake-reboot di un film mitico. Lo stesso film rifatto più volte, con tanto di tecniche uguali, da Echavarría (che è il Van Damme argentino).
Il film è ovviamente il mitico Kickboxer (1989) e, anche se Stockwell non ha neanche il 10% della visione marziale di David Worth, il risultato è buono: tanto che è già previsto un seguito nel 2017!
Presentato il 14 luglio 2016 al canadese Fantasia International Film Festival, il film esce negli USA il 2 settembre 2016 e la Eagle Pictures lo porta in Italia il 1° febbraio 2017.
Riecco Kurt Sloane, nostro vecchio amico che da 27 anni prende sveglie a destra e a manca. Lo interpreta Alain Moussi, atleta-stuntman fisicamente ineccepibile.
Bussa ad una porta di una casupola in Thailandia… e gli apre l’mma fighter Georges St-Pierre, vero lottatore che abbiamo incontrato in Never Surrender (2009) e Death Warrior (2009). Che ci fa un lottatore canadese in Thailandia?
Visto che Georges fa il duro ma ci prende un sacco di schiaffoni, subentra T.J. Storm, vero artista marziale che fa pure l’attore di film e videogiochi: per il mondo videoludico fa anche da “modello” per titoli d’azione.
Questi subentra allo sconfitto St-Pierre e butta giù facilmente Kurt Sloane. Era questo che cercava Kurt? Di prendere la sveglia dall’altra parte del mondo?
No. Kurt sta cercando il maestro. Sta cercando Tong Po…
Non me ne voglia Michel Qissi, gli voglio bene perché è stato uno dei più mitici cattivi del cinema marziale, ma quando entra in scena Tong Po 2.0, la release 2016 del cattivissimo che fa malissimo, ti vibra ogni osso del corpo. Perché Tong Po ti rompe le ossa pure a distanza…
Non stimo Dave Bautista come attore, penso che faccia pessime scelte di film – tipo l’inguardabile L’uomo con i pugni di ferro (2012) e The Scorpion King 3 (2012) – ma è innegabile e inequivocabile che è una montagna di cazzuto cazzutismo che migliora con il tempo.
Due metri di pura coattaggine, due braccia che è come se avesse due ragazzini muscolosi appesi alle spalle, sguardo che ti mena con le pupille. Insomma, è il cattivo definitivo: mille punti per Master Po!
Master Po guarda i suoi allievi lottare mentre assiede… va be’, è assiso sul trono. E qui scatta la lacrimuccia, perché mi sembra di tornare agli anni Novanta – quando esisteva in Italia il cinema marziale – e in TV passava Kickboxer 4 (1994), con Tong Po seduto sul trono ad ammirare i partecipanti al suo torneo. (Il film era uno scopiazzamento plateale de I 3 dell’Operazione Drago con Bruce Lee.)
Kurt nottetempo si presenta nella stanza del Re Po con una pistola, e viene giustamente redarguito: perché un comportamento così viagliacco, lui che è fratello del campione Eric Sloane? (Interpretato dal Compianto Darren Shahlavi, atleta di grande talento scomparso proprio durante le riprese di questo film. E visto che Eric Sloane è destinato a perire… be’, la scelta attoriale è quanto meno inquietante!)
Scopriamo così che Kurt Sloane, proprio come lo interpretava Sasha Mitchell in Kickboxer 2 (1991), gestisce una palestra di ragazzi ben voluta nel quartiere, ma è anche manager di suo fratello Eric. Lui ha caldamente sconsigliato di accettare la provocazione di una donna il cui nome è un programma, Marcia (interpretata dal mio amore Gina Carano), e di non andare a Bangkok a sfidare Tong Po.
Indovinate come va a finire? Andiamo, il film Kickboxer (1989) l’avete visto tutti, no? No? Vergogna!
Eric è spavaldo e affronta Master Po, che lo piega come un pacco, gli applica un francobollo in fronte e lo spedisce nel mondo dei più. Ok, nel 1989 si “limita” a lasciarlo paralizzato qui invece gli tira il collo come una gallina, ma qualcosa di diverso dovevano pur fare, no?
Mentre piange il fratello, scopre che prima dell’incontro si è allenato con un certo Durand e va a rimproverarlo. Però è interpretato da Jean-Claude Van Damme in splendida forma, che sta cercando di recuperare gli ultimi 25 anni di errori clamorosi facendo a 56 anni quello che non voleva fare a trenta, dando ragione alle mie lamentele degli ultimi 25 anni. (Son soddisfazioni.)
Essendo Durand simpatico a priori, Sloane decide che l’unico modo per vendicare il fratello è battere Tong Po sul suo stesso territorio. Così comincia la versione 2016 del training montage del 1989 che tutti noi amiamo. (E se non lo ricordate, amatelo a priori!)
Non manca la solita rissa da bar, anche se finalmente sono riusciti ad inventarsi qualcosa di nuovo: non vi dico niente, dovrete vedermi il film!
Vi dico solo che l’avversario è Cain Velasquez, mma fighter dei pesi massimi… Spettacolo assicurato!
Per l’occasione il bravo fight choreographer Larnell Stovall – noto ai lettori di questo blog – si lascia ispirare ai combattimenti resi celebri da Tony Jaa, copiandone di peso molte tecniche: c’è pure il combattimento a dorso d’elefante!
Alain Moussi è un ottimo atleta ed è bello vedergli ripetere identiche le tecniche di Tony Jaa, anche se ovviamente siamo molto lontani dalla qualità del thailandese: diciamo che Moussi è un bravo imitatore.
Dove paradossalmente il film delude è nel combattimento finale, dove cioè si dovrebbe raggiungere l’apice marziale della pellicola, dove il protagonista dovrebbe tirare i colpi migliori e dove la cazzutaggine, la coattaggine e la gagliardiaggine si incontrano e vanno ad ubriacarsi.
Invece le parti buone di questo fiacco scontro finale sono quelle ricopiate dal film del 1989: quelle nuove sono deludentissime. Dopo un intero film a dirci che Tong “Ti Spacco il Culo” Po è una montagna che ammazza la materia con la sola forza del pensiero, bastano due mossettine da ballerino della domenica per batterlo?
Quella che dovrebbe essere la super tecnica finale, il colpo talmente cazzuto da rimanere negli annali del cinema marziale a simbolo dell’intero film, è una minchiata da sbattersi la mano in faccia e gridare «Ma proprio qui doveva svaccare ‘sto film?»
Preferisco pensare al divertente video finale, dove il Kurt Sloane del 1989 balla con quello del 2016.
A parte la delusione finale, il film è divertente, le location thailandesi sono sempre belle, gli attori divertiti e divertenti, Van Damme in splendida forma, Bautista cazzutissimo e perfetto, gli altri attori-atleti azzeccati.
Cosa si può chiedere di più ad un film? Forza, tutti in coro: Nat su kao, Nat su kao…
L.
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L’ho visto giusto ieri sera… sufficiente! Non mi è piaciuto granché Moussi come protagonista, se devo dire il vero. Per il resto concordo con la tua recensione, se ne parlerà presto anche dalle mie parti!
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Atleticamente è in gamba ma ovviamente non ha la stoffa del protagonista: pur il Van Damme dell’89 non era certo un attorone, ma poteva contare su un mondo diverso., quando cioè le arti marziali spaccavano!
Mi aspettavo qualcosa di più, ma visto che ormai questi fillm sono rarissimi tocca accontentarsi 😛
Ti leggerò con piacere 😉
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Sei una sicurezza 😉 Volevo vedere il film nel week end ma causa casini vari non ci sono riuscito, conto di recuperare il prima possibile, ti ho letto un po’ a balzelli, prometto di ripassare a leggere tutto dopo la visione, in ogni caso se ha il tuo benestare, dormo tra due guanciali 😉 Cheers
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ahhahah poi ti interrogo, eh? ^_^
Scherzi a parte, non è un filmone ma si lascia guardare: e poi in tempi di magra bisogna sapersi accontentare 😛
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Ma io direi che più che zigulì:
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Non essendo esattamente John Stockwell un regista marziale, bisogna riconoscergli una certa abilità nell’aver svaccato SOLO nel finale… per il resto, però, il ragazzo almeno dimostra di aver studiato 😉
P.S. Tong Po: attenti, che se ne avesse piene le palle… può usare anche quelle per menarvi 😛
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ahahah QUELLO sì che sarebbe stato un final fight spettacolare: Kurt a terra… e Tong Po che lo prende a palle in faccia 😀
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Ma infatti, caro Lucius… cosa si dovrebbe volere di più?
Forse il fatto del finale ammosciato è figlio dei tempi che sono: negli anni ’80 e ’90 si caricava di più… Però va bene, dai^^
Moz-
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Visto che hanno toccato un classico, mi aspettavo qualcosa di più di un semplice “action moderno”, cioè povero e girato sommariamente. Bautista rimane l’unico motivo per vedere il film…
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Per me è già cult a prescindere^^
Moz-
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Anche per me… PRIMA di vederlo! 😀
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Dio ragazzi. Per me questo film è qualcosa di inguardabile. Combattimenti ridicoli, Stockwell non sa proprio girare se non c’è il mare e due fighe in bikini, e ritmo da telefilm anni 80. Kickboxer 4 resta del lotto il più folle e migliore, ma anche il più brutto della serie, il 3, si mangi a colazione questa roba. Peccato per Van Damme.
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Poteva essere un omaggio invece per me è la prova della morte totale del medium cinema: la dozzinale mediocrità è ormai regola fissa e inviolabile, e anche un minuscolo filmetto anni Ottanta è diecimila volte migliore di un qualsiasi prodotto dal Duemila in poi. La volgare pacchianeria dell’immagine sporca qualsiasi soggetto, e attori e registi improvvisati (e incapaci) fanno il resto.
Addirittura lo zoppicantissimo “Kickboxer 5”, con un giovane Mark Dacascos, è da Oscar in confronto a ‘sta roba…
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