The Fifth Commandment (2008) Rick Yune ci crede, ma solo lui!


Continua il “lunedì marziale” con i DVD della Blue Swan, casa dall’agire misterioso: sceglie accuratamente i titoli da distribuire in Italia o fruga tra i secchi della spazzatura dei mercati esteri? Ancora non sono riuscito a capirlo.

Nel marzo del 2016 presenta in DVD italiano The 5Th Comandament (The Fifth Commandment, 2008) e mi chiedo: la Blue Swan aveva capito che dall’anno successivo Jesse V. Johnson si sarebbe distinto per i suoi tanti prodotti marziali?

A parte malati marziali come me, ben pochi all’epoca avevano sentore fossero usciti prodotti come Pit Fighter (2005) o Alien Agent (2007), e a parte il minuscolo The Package (2012) quel 2016 Johnson non aveva fatto molto altro: dal 2017 di Savage Dog inizia la collaborazione con Scott Adkins tanto da diventare il suo regista preferito – Accident Man (2018), Debt Collector (2018), Triple Threat (2019), Missione vendetta (2019) – e titoli sparsi tipo White Elephant (2022): tutti titoli dalla regia anonima perché Johnson temo dovrebbe fare altro nella vita, ma di sicuro è un nome noto nell’ambiente.

La Blue Swan l’aveva saputo capire in anticipo per cui ha portato questo film in Italia? Non riesco proprio a capire se sia una casa oculata o spari a casaccio.

Che numero ha il comandamento “Non fare filmacci”?

Dopo varie comparsate televisive e piccoli ruoli al cinema, lo statunitense di origine coreana Rick Yune decide di cucirsi addosso un ruolo da divo d’azione: ai tempi della scuola faceva il modello ed è stato il primo asiatico ad essere fotografato per Versace (dice IMDb), ma ora è il momento di rinascere eroe marziale.

Sarebbe bello scoprire se Yune si è scritto questo filmetto marziale senza pretese prima o dopo essere stato ingaggiato per Ninja Assassin (2009), perché la coincidenza è curiosa: in pratica sono due film che partono dallo stesso spunto ma a personaggi invertiti.

Per la sonnacchiosa e inefficace regia di Johnson, Rick Yune si scrive una tipica storia ninja, che viene ossessivamente ripetuta dal 1980 in avanti: il protagonista e l’antagonista sono stati cresciuti ed addestrati dallo stesso maestro/figura paterna, ma uno è venuto su buono e l’altro cattivo. Vi suona familiare? La particolarità è che qui Rick Yune interpreta l’allievo buono, in Ninja Assassin quello cattivo.

Però sono ingiusto, Yune da sceneggiatore arguto cambia in corsa la trama, forse sapendo che sta presentando roba stantia, ma andiamo con ordine.

Il modello che volle rinascere eroe marziale (senza riuscirci)

Assistito al massacro di una famigliola cinese nella Chinatown del 1976, l’assassino di professione Max (Keith David) adotta il piccolo Chance superstite e, con il tempo, lo addestra a diventare un fenomenale lottatore nonché pure lui assassino a contratto.

«La vita è un continuo movimento: trova il tuo ritmo, e sarai invincibile.»

Ma Max ha un figlio naturale, Miles (Bokeem Woodbine), che però non gli dà le stesse soddisfazioni e ben presto lo caccia via. Ora, trent’anni dopo, Chance riceve l’ingaggio per uccidere Angel (Dania Ramirez), cantantina pop protetta dalla guardia del corpo Miles.

Una cantante jenniferlopeziana

A metà vicenda Yune decide di buttarla un po’ in caciara, così dopo una scena palesemente ispirata a Guardia del corpo (1991) i due “fratelli” uniscono le proprie forze: invece di combattersi come vuole il canone ninja, decidono di superare le proprie diversità e unire le forze contro li nemico comune.

Per uccidere Angel infatti vengono ingaggiati due killer amanti: Collateral e Damage. Non ho capito quali dei due sia Roger Yuan, comunque interpreta il killer sopravvissuto che ora vuole far fuori Chance e Miles, oltre alla cantante, per vendicare la morte della propria compagna omicida.

Due assassini da fumettone, scritti in punta di penna…

Purtroppo la mia copia in DVD risulta fallata, perché il disco si interrompe a metà, quindi ho dovuto proseguire la visione con altre fonti ma non mi sembra di aver perso gran che.

Johnson è un regista di maniera, non tira fuori un briciolo di stile neanche morto, ed è di quelli per cui i combattimenti vanno tutti massacrati da un montaggio serrato, perché così sembra chissà quanto sono bravi gli attori. Purtroppo è una concezione vecchissima che solo i peggiori ancora sposano, e per fortuna lavorando con Atkins – che più volte si è speso sull’argomento – il nostro Johnson ha cambiato stile.

Malgrado risulti campione di taekwondo (dice IMDb), Yune non fa gran che nelle scene di lotta, soprattutto nel combattimento finale con Roger Yuan, che è un professionista di lunga data e sa bene come muoversi: lo spettacolo non è esaltante e per essere un film nato per creare un mito marziale direi che è un discreto buco nell’acqua.

Può darsi benissimo che sia tutta colpa del pessimo Johnson, incapace di girare una scena marziale in cui si capisca qualcosa al di fuori di un confuso agitar di membra, ma di certo il regista ha fatto lo stesso con altri divi e questi si vedeva subito che erano bravi atleti, al di là delle pessime scene in cui Johnson li infilava. Yune non sembra altro che un modello, fa le pose e le facce da modello, mi sembra che l’espressione “attore marziale” contenta due termini che non c’entrino molto con lui.

Temo che The 5th Commandment non sia stato il lancio che Yune sperava, né ci aiuta a capire l’operato della Blue Swan: ha davvero colto in anticipo il fatto che Jesse V. Johnson sarebbe stato un regista molto attivo negli anni a seguire oppure ha raccattato il primo film economico trovato in giro? Rimane il mistero.

L.

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12 risposte a The Fifth Commandment (2008) Rick Yune ci crede, ma solo lui!

  1. Cassidy ha detto:

    Jesse V. Johnson davvero nome attivissimo, ma forse non ci ha creduto nemmeno lui, il che è ironico visto il titolo quasi religioso del film 😉 Cheers

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  2. Claudio D'Armini ha detto:

    Sul manifesto lui pare più impegnato a mettere in mostra il bel fisico da modello che altro (infatti più che volante sembra sdraiato) ed effettivamente è un bel ragazzo. Lei invece pare l’unica cosa che sappia fare mostrare il culo.

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  3. Madame Verdurin ha detto:

    Ho guardato la locandina “dai curatori delle scene d’azione di Crank” e pensavo lo avesse fatto Maccio Capatonda…

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  4. Giuseppe ha detto:

    No, la tua copia in DVD non è fallata: devi aver sicuramente comprato la rarissima edizione “The 5th Commandment director’s cut” voluta fa Johnson che, essendosi accorto di non avere esattamente firmato un capolavoro, ha tagliato l’intera seconda metà del film con la frase di lancio “Ma se già la prima metà del film non è granché, per quale motivo vorreste vedervi pure il resto?” 😜

    P.S. I criteri di scelta della Blue Swan restano avvolti nella nebbia (e questa nebbia avrebbe già dovuto diradarsi da un bel po’, ormai)… 😕

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Jesse non è il migliore dei registi possibili, il protagonista non è il migliore degli attori possibili, la pellicola non è il migliore dei film possibili…ma ho scoperto di averlo, secondo te resisto??? Nonostante quanto detto sopra…ne dubito (ergo: lo vedrò!)! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sono curioso poi di avere la recensione Orba ^_^
      Fra noi ci capiamo, è un film da avere assolutamente in collezione, e il marchio Blue Swan me lo rende ancora più sfizioso, ma oggettivamente è una roba che stupisce sia davvero riuscita ad essere distribuita nel mondo.

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