Il regista e sceneggiatore valenciano Juan Piquer Simón ci porta tutti in un abisso in fondo al mare norvegese, dove una “cosa” ci aspetta famelica. Per l’occasione si firma con il più internazionale J.P. Simon per spacciare la pellicola come film americano.
La grieta (ribattezzato The Rift per il mercato estero) esce in in patria spagnola il 9 marzo 1990 e giunge in Italia già dal 22 agosto successivo come La “cosa” degli abissi: a parte un’edizione in VHS della Columbia Tristar, non ho trovato sue notizie nel mondo dell’home video.
Malgrado il soggetto originale di Simon e un certo Jose Escriva risalga addirittura ad un anno prima di The Abyss, sicuramente l’uscita del film di Cameron nell’agosto 1989 ha dato lo sprint finale: già nel luglio 1989 viene depositato il copyright di The Rift, anche se poi il film esce in sala un anno dopo. Curiosamente, prima di venire distribuito negli Stati Uniti il copyright del film viene cointestato alla stessa Twentieth Century Fox di The Abyss.
Tutto questo non lasci pensare che The Rift abbia molto a che vedere con il film di Cameron, se non la discesa di un equipaggio nelle profondità marine e la presenza di una forma di vita aliena là sotto: è infatti semplicemente uno scopiazzamento da Aliens!
L’ingegnere Wick Hayes (Jack Scalia) ha disegnato ottimi sommergibili ma poi il Governo ci ha messo lo zampino e li ha resi atomici, sebbene non fossero previsti per quell’uso: qualcosa va storto e il Siren I finisce nelle profondità del mare norvegese.
A sorpresa arriva una richiesta di soccorso dal sommergibile, così Hayes viene in pratica costretto a partecipare alla missione del Siren II per andare a recuperare eventuali superstiti.
Guarda a volte il caso, nell’equipaggio ci sono due donne e un nero… e sono tutti in viaggio per rispondere ad una misteriosa richiesta di soccorso… con uno del gruppo che passa parecchio tempo nella stanza del computer… ogni riferimento ad Alien è puramente voluto!
«Escono fuori dappertutto!»: non saranno le “fottute pareti”, ma la citazione da Aliens è perfetta.
Da una missione di esplorazione sotomarina, infatti, il film si trasforma presto in qualcos’altro: l’equipaggio trova negli abissi una grotta dove poter scorrazzare e farsi mangiare dai mostroni, senza chiedersi come sia possibile anche solo respirare ossigeno in fondo al mare…
Negli abissi c’è una razza aliena arrivata da fuori, con tanto di casse e uova fecondate, che in qualche modo è stata stuzzicata dalle radiazioni del Siren I, ma in realtà è tutto molto vago: la sceneggiatura è solo una scusa per ricreare pressoché identiche alcune storiche sequenze di Alien ed Aliens.
L.
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L’idea principale secondo me non era male, mescolare La Cosa con Alien nelle profondità sconosciute del mare, invece che nello spazio o nei ghiacci polari, ma poteva andare per un b-movie anni ’50, non certo per uno z-movie degli ’80. Diverte la frase invitante finale del trailer che “la Cosa ha bisogno di voi per riprodursi ” 😉
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Alcune immagini sono anche molto evocative, non è un brutto prodotto, però certo non raggiunge la sufficienza…
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