The Extendables (2014)

extendablesLeggendo l’omaggio del blog Il Cumbrugliume per il trentennale del film Cobra, scopro che l’attore caratterista Brian Thompson – che adoro perché ha fatto Lionheart (1990) al fianco di Van Damme e quindi risplende di luce riflessa – ha scritto, diretto e interpretato un curioso film: The Extendables, uscito in patria il 3 agosto 2014 e che io sappia inedito in Italia.
Il titolo è palesemente un richiamo a I Mercenari (The Expendables, 2010) di Stallone, già parodiati dalla Asylum con la deliziosa versione femminile Mercenaries (2014). Poteva Il Zinefilo resistere alla visione di un piccolo gioiellino metacinematografico? Ovviamente no…

Come si può capire, si tratta di un piccolo film quasi amatoriale...

Come si può capire, si tratta di un piccolo film quasi amatoriale…

«La domanda che più di tutte mi è stata posta è “Com’è stato lavorare con Tizio e Caio?” Le risposte corrispondono a complimenti spesso intercambiabili, che raramente spiegano le vere esperienze.»

Ho visto attori che voi non potreste neanche immaginare...

Ho visto attori che voi non potreste neanche immaginare…

A parlare è Brian Thompson stesso nell’introduzione che si ritaglia, dove spiega come per tutta la sua carriera sia stato martellato da domande del tipo «Com’è stato lavorare con Stallone? Schwarzenegger? Seagal? Van Damme?», tanto che avrebbe voluto intitolare il film Wilt WW, cioè “What’s It Like To Work With…“, “Com’è stato lavorare con…”
Il film dunque rappresenta il punto di vista personale di Thompson su come sia stato lavorare sul set con vari attori famosi, tutti fusi in un unico personaggio: il grande Vardell Duseldorfer. Ok, nome geniale! Ci sono in pratica tutte le icone anni Ottanta…

A 55 anni, Brian è ancora ben conservato!

A 55 anni, Brian è ancora ben conservato!

Il povero Duseldorfer (Brian Thompson) sta vivendo l’inferno per cui sono passati tutti gli action hero: prima sei un mito, poi appena la tua stella si appanna tutti ti voltano le spalle. Le trasmissioni di gossip massacrano il divo e vanno ad intervistare suoi colleghi – come Martin Kove e Kevin Sorbo, che si prestano ad un delizioso cameo – che lo spernacchiano sonoramente.

Vardell Duseldorfer è un idiota: parola di Martin Kove

Vardell Duseldorfer è un idiota: parola di Martin Kove

La fallimentare prova al botteghino del suo film Fascist Time Machine è stata una spinta nel baratro.

Voglio assolutamente questo film al cinema!

Voglio assolutamente questo film al cinema!

Tutti danno per ritirato Vardell Duseldorfer, ma lui ha ancora una cartuccia da sparare: la realizzazione del film che segnerà il suo ritorno nell’Olimpo delle star. Hard Time on Mars, da girarsi in Uzbekistan.
Tutta la storia è dunque ambientata in un set cinematografico dove VD fa mille capricci e si lancia in mille idee folli che rendono impossibile la vita alla troupe e infinito il tempo delle riprese.

Lavorare con VD è un incubo: parola di Kevin Sorbo

Lavorare con VD è un incubo: parola di Kevin Sorbo

L’unico vero attore sul set è il sofisticato Sir Jeffrey (Ian Patrick Williams) che però non riesce a trovare lavoro e si è ritrovato costretto ad accettare la ridicola parte del film. C’è lo sceneggiatore disperato che non riesce a stare dietro ai tagli della storia – un divertente piccolo cameo del mitico Mark Dacascos – e vari altri personaggi similari.

Questa sceneggiatura è un incubo: parola di Mark Dacascos

Questa sceneggiatura è un incubo: parola di Mark Dacascos

Una parte esageratamente lunga della storia è dedicata ai problemi erettili della star, che ogni tre per due lascia il set per andare a spupazzarsi qualche donnina nella propria roulotte. Visto che non ci riesce, deve inventarsi mille ridicole pantomime per dimostrare alla troupe di essere ancora un abile amatore.

extendables_gSe da un lato l’operazione è lodevole e l’idea di Brian Thompson è geniale, dall’altra forse avrebbe dovuto chiamare uno sceneggiatore bravo a smussare un po’ il prodotto. Risulta tutto privo di equilibrio, essendo esagerato in ogni scelta, ma forse è proprio questo il “messaggio” che l’attore-regista-sceneggiatore-produttore ha voluto lanciare.
VD è un demente decerebrato che contravviene alle basilari regole auree del cinema di dementi, quelle spiegate da Robert Downey jr. in quel manuale di cinema che si chiama Tropic Thunder (2008) di Ben Stiller: lo stupido non dev’essere troppo stupido, altrimenti lo spettatore non lo capisce.

Brian sicuramente si toglie parecchie soddisfazioni e mette a nudo le debolezze, le pervesioni e le stupidità delle star del cinema che ha incontrato, però sono cose che lui conosce e gli spettatori no: che siano tutte cose vere lo sa solo lui, allo spettatore sembra solo un idiota che dice e fa cose idiote, non si crea alcun legame e ci si annoia solamente.
In mano ad un bravo sceneggiatore magari sarebbe diventato un bel film, così invece rimane un prodottino girato in modo dilettante da un bravo caratterista che prende in giro le star che ha incontrato.

L.

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11 risposte a The Extendables (2014)

  1. cumbrugliume ha detto:

    Ahahah, l’hai guardato davvero! Bene, così hai evitato a me questa immonda visione 😉

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  2. benez256 ha detto:

    Aaaaaah nonono questo non me lo posso perdere. Già un film che si intitola “gli estendibili” è imperdibile. Poi con delle chicche come la macchina del tempo fascista è tutto da godere…

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  3. Giuseppe ha detto:

    Un “film” del genere, a partire dal titolo, è già di per sé una battuta più battuta di quelle che io potrei mai fare per l’occasione (e bravo Brian!) 😀

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  4. loscalzo1979 ha detto:

    C’è del genio in ciò comunque

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  5. Pingback: [Eroi Z in TV] Brian Thompson | Il Zinefilo

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