SAS: Red Notice (2021) L’ascesa del Cigno Nero

La settimana scorsa è uscita una nuova grande prima visione di Netflix, diretta dal norvegese Magnus Martens, che di solito fa il regista televisivo e questo è il suo primo film fuori dalla sua patria. Ma in effetti SAS: Red Notice sembra più un brutto episodio televisivo allungato a fingere di essere un film.
Per fortuna è entrato in funzione il miglior doppiaggio del mondo e il film è stato presentato come SAS: L’ascesa del Cigno Nero, titolo che non ha assolutamente alcun significato, visto che non c’è alcuna ascesa di alcun cigno nero.

Andy McNab

Divenuto celebre per i romanzi d’azione militaresca con protagonista Nick Stone, il misterioso Andy McNab – ex militare che tra l’altro ha fatto parte del corpo scelto dei SAS, e scrive mascherandosi sotto pseudonimo per ragioni di sicurezza – agli inizi del Duemila ha iniziato a battezzare anche altre altri personaggi per allargare il suo universo narrativo, personaggi come per esempio Tom Buckingham, che fra il 2012 e il 2015 è protagonista di tre romanzi: Red Notice (2012) è il primo della serie, purtroppo inedito in Italia.

Il loro era un piano meticoloso, le loro attrezzature del massimo livello, erano ben preparati, intelligenti e spietati. Ma non avevano tenuto conto… di Tom Buckingham! Ebbene sì, il romanzo di McNab è una tipica storia dieharda, con dei criminali che prendono in ostaggio un treno nel tunnel della Manica, ma mentre credono di avere tutto sotto controllo in realtà fra i passeggeri c’è un soldato del SAS – Special Air Service, corpo speciale dell’esercito britannico – che si defila per iniziare la sua opera di guerriglia alla John McClane. Poteva mancare la presenza a bordo della sua compagna, subito presa in ostaggio dal cattivo di turno, che come sempre parla strano?

Il compito di portare questo romanzo diehardo su schermo è affidato a Laurence Malkin, a cui voglio un gran bene per aver scritto, prodotto e diretto quel piccolo capolavoro di Five Fingers (2006), uno spietato “thriller da camera” che consiste in una guerra di nervi tra Laurence Fishburne che tortura Ryan Phillippe: le cinque dita del titolo si riferiscono alle cinque possibilità per mano che l’eroe ha di non rispondere alle domande del suo torturatore, durante una partita a scacchi che è sia concreta che metaforica.

Esaurito tutto il suo genio con quel meraviglioso e cattivissimo piccolo film, a Malkin non rimane nulla, infatti da allora non ha scritto o diretto altro. E sarebbe stato meglio che avesse continuato così, invece scrive (malissimo) questo che è uno dei più soporiferi film action di sempre.

Il Pianeta degli Andy Serkis

Qualcuno dovrebbe dire a Andy Serkis che ha davvero rotto le palle: Andy, sei bravo con le vocette, sei il Mel Blanc del nuovo millennio, ma Mel Blanc non era un attore, era uno che faceva le vocette. Andy invece è convinto di essere un attore e così non fa le vocette, rendendosi totalmente inutile, oltre che fastidioso con la sua recitazione a punta grossa. Comunque a lui è affidato il compito di aprire la vicenda, dicendo a William di offrire fino a 500 se no tagli pure le gole, e sua figlia Grace è d’accordo invece Oliver come al solito non è professionale né focalizzato sulla missione, quando invece…

Oh, fermi tutti… ma chi cazzo è ’sta gente? Chi è il personaggio di Serkis? Chi è William? Chi è Grace? Chi è Oliver? Perché a un certo punto uno li chiama Cigni Neri? Tante domande, zero risposte: via, a dar fuoco a un villaggio. Perché? Chi è quella gente che sta subendo l’ingiustizia? Sono cattivi? Sono buoni? Zero risposte. A un certo punto ho messo pausa per capire se per errore avessi iniziato a metà film, invece no: semplicemente è un film per lo spettatore che non deve chiedere mai…

Noi, alle motivazioni dei personaggi e alla loro spiegazione, glie dàmo foco!

Però sappiamo che contro la famiglia Lewis viene emesso un red notice, notizia che rimbalza su tutti i TG internazionali, che è proprio un notizione di quelli che ti fanno sgranare gli occhi, e ti fanno chiedere: che cazzo è un red notice? Altra domanda, zero risposte. Il miglior doppiaggio del mondo ormai non ha più voglia di tradurre e lascia le parole dei film in lingua originale, che gli frega? Siamo in Italia, la lingua ufficiale è l’inglese, no?
Capisco che i traduttori italiani non abbiano tempo per andare alla Biblioteca del Congresso di Washington per fare ricerche, ma a me è bastato andare su Wikipedia per scoprire che red notice è un mandato di cattura emesso dall’Interpol: al miglior doppiaggio del mondo pesava il culo per dire “mandato di cattura” invece di red notice? Evidentemente i nostri geniali doppiatori partono dal presupposto che tutti noi spettatori abbiamo grande confidenza con i vari tipi di mandati dell’Interpol.

Cambiamo scena, va’, che già mi rode assai, con ’sto film. Passiamo a Tom che parla amabilmente con un maggiordomo che Sophie non l’ha presa bene, eh lo so, Sophie è fatta così, Tom, devi capirla, ma che fai, ti sposi? Eh mi sa di sì, che dici questa stanza la riverniciamo? Ma sì, dài, però pensaci tu, va bene? Ah, un’ultima domanda… chi cazzo è Sohpie? Chi cazzo è Tom? Chi cazzo è il maggiordomo, che appare per trenta secondi e scompare per sempre? Dove siamo? Che succede? Quanti siete? Un fiorino per avere un cazzo di sceneggiatura in questo film!

Qualcuno mi dice chi cazzo è ’sta gente che appare in video?

Ho piena fede che Andy McNab, narratore professionista di ventennale esperienza, nel suo romanzo abbia spiegato chi sia Tom Buckingham, mentre in questo film è un fantasma, un essere ectoplasmatico con la faccia anonima e totalmente inespressiva di un tale a nome Sam Heughan, che dal nulla appare, nulla dice, e nel nulla torna.
Ma si scrive così un film? Almeno il protagonista vuoi farci capire chi cacchio sia? No, centoventi minuti di noia supersonica e non c’erano trenta secondi da dedicare a spiegarci chi sia il McClane della situazione.

Dopo una mezz’oretta capiamo che quella tizia che esce fuori dal nulla come se fosse nostra amica da sempre, Sophie (Hannah John-Kamen), priva di qualsiasi introduzione e che sembra una comparsa sullo sfondo prima di capire che sarà co-protagonista della vicenda, è la fidanzata di quel fantasma di Tom, il quale vuole chiederla in sposa. Non puoi chiedere a una donna di sposarla se non a Parigi, è noto che in nessuna parte del mondo ci si sposa se prima la dichiarazione non viene fatta a Parigi. Ma Parigi dove? È grandicella come città, Parigi centro? Sulla Senna come Woody Allen? O davanti a Notre-Dame, che lì ingobbirsi per la dichiarazione è pure un omaggio a Quasimodo?
Questo stupido e fetente stereotipo americano purtroppo viene ripreso da questa produzione britannica – che in fondo crea un prodotto brutto e stupido proprio come fosse americano! – e così via, tutti nel tunnel della Manica in attesa che il fantasma sposi la comparsa.

Questa macchia nera su sfondo buio pare sia il protagonista

Finalmente arriva Grace, il Cigno Nero. Che vuol dire “Cigno Nero”? Bella domanda: indovinate quante risposte avrete? Bravi: zero carbonella. In fondo tutti noi abbiamo letto il romanzo di McNab, no? Perché perdere tempo a spiegarci chi cazzo sia ’sta gente che arriva a secchiate e spara frasi a casaccio. Il vice parla al capo, il capo parla al superiore, ma chi è il capo? Chi è il vice? Chi è il superiore? Scusa, sceneggiatore Malkin, fai capire qualcosa anche a noi? No, dovete leggervi il romanzo, perché questo film non spiega un cazzo a nessuno.
Sappiamo solo che Grace, la super-cattiva di non si sa cosa e non si sa perché, ha il volto di Ruby Rose ed è subito chiaro che distruggerà il film esattamente come ha distrutto tutto ciò che ha avuto la disgrazia di averla nel cast. Curiosamente l’attrice era stata lei stessa eroina dieharda l’estate scorsa, in The Doorman (2020), quasi abbia fatto l’abbonamento al genere, ed ora è passata a minacciare l’eroe diehardo.

Con Ruby Rose becchi la quota donne e quota lesbo, ma almeno scrivetele un copione

I Cigni Neri, chiunque essi siano e qualunque siano le loro motivazioni, entrano nel treno e cominciano a sterminare la gente, sparando ad altezza uomo e ammazzando tipo cento persone. Così, tanto per presentarsi. In fondo è un film totalmente privo di motivazioni, quindi rimane solo da sparare. Finita la mattanza, si passa ad uccidere singolarmente le persone, facendo in modo che soffrano. Perché questa crudeltà? Lo sapete: zero risposte.
All’apice della cattiveria, un padre viene massacrato davanti agli occhi della figlia ragazzina, poi però… scatta qualcosa. Grace d’un tratto diventa Santa Maria Cigno Nero e guai a chi le tocca quella ragazzina, che diventerà il fulcro dell’intero film. Ma mi state prendendo in giro?

È ovvio che la stupida trovata serve solo perché così il McClane di turno, che si porterà via la ragazzina, darà un dolore alla cattiva, che per vendetta troverà la sua fidanzata e il copione classico potrà andare avanti, però siamo ad un livello narrativo più basso di una barzelletta sui Carabinieri: almeno lì alla fine si ridacchia, qui si piange e basta.
Grace, dopo averle massacrato il padre, vuole così bene a ’sta ragazzina (muta come ogni altro personaggio, che mica abbiamo i soldi per pagare attori parlanti!) che cerca un dottore per curare la pellicina alzata di un suo ditino, e guarda caso la fidanzata dell’eroe diehardo è dottoressa: ah, che bello quando la sceneggiatura è scritta così bene…

Il primo che avvista lo sceneggiatore apra il fuoco

Quel fantasma del nostro eroe si impegna anima e corpo a non muovere mai un solo muscolo facciale, Sam Heughan sono novanta chili di macinato con dei vestiti addosso, ma forse esagero: il macinato ha un motivo d’essere, Sam Heughan no.
Scende dal treno, sale sul treno, corre al fianco del treno, si infila sotto il treno, gira intorno al treno, finché dopo due ore mi faceva male la fronte, perché il sonno mi colpiva così forte che la testa mi sbatteva sulla scrivania.

Fermi tutti, ha alzato un sopracciglio! Ammazza che attorone!

Malgrado questo sia un prodotto britannico, è pura spazzatura americana, una busta di frattaglie maleodoranti dai cui strappi secernono luoghi comuni e stereotipi mefitici. Capisco che il cinema puzzi parecchio, in fondo è morto da vent’anni, ma direi che la necrosi americana ha raggiunto anche la Gran Bretagna, che finora invece non ne sembrava così affetta.
I cattivi lanciano minacce stupide, il traditore tradisce – ma va’? – il cattivo è tutto cattivo, il buono è tutto buono, i poliziotti sono tutti stupidi, i cattivi dicono frasi stupide, abbiamo la nostra bella dose di “Ora ti uccido” buttati a casaccio, e per finire il solito pietoso combattimento con Ruby Rose, un fuscello di quindici grammi che vogliono farci credere sappia affrontare avversari grandi dieci volte più di lei. Ho finito gli aggettivi sprezzanti per ’sta roba.

Chiunque vinca, noi perdiamo

Capisco che ci sia grossa crisi, ma qui non è un problema di budget: il problema è che ormai i film sono mortalmente noiosi, perché scritti malissimo. Non serve un Premio Nobel per girare un onestissimo piccolo filmetto diehardo, con il buono che salva gli ostaggi di un treno, se c’è riuscito Steven Seagal vuol dire che anche due muschi su una parete possono farlo.
Però, che Crom li maledica, non puoi fare un film senza spiegare chi cazzo siano i protagonisti, perché sappiano fare ciò che fanno, perché facciano ciò che fanno e che tipo di rapporto ci sia fra di loro. Non puoi scrivere un film dando per scontato tutto, parlando di Cigni Neri – che ancora non ho capito cosa siano – parlando di gente che nessuno conosce e di protagonisti anonimi che entrano in scena, parlano di Sophie, di John, di Bob, di George – ma chi è ’sta gente? – e poi se ne vanno.

Dal geniale autore di Five Fingers non mi aspettavo questo puro letame fumante di sceneggiatura, ma è anche vero che è la Maledizione di Ruby Rose, l’attrice che basta la sua presenza a rovinare tutto: forse dovevano intestare il film alla sua Ascesa, quella sì che mette paura.

L.

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12 risposte a SAS: Red Notice (2021) L’ascesa del Cigno Nero

  1. Cassidy ha detto:

    Osceno, già quando leggo la parola “ascesa” nel titolo italiano mi viene il prurito, poi se vedo Ruby Rose ciao, penso anche la puzza di monnezza. La sensazione che ho avuto? Che fosse tratto dal terzo libro di una serie è abbiano deciso di partire da qui senza spiegare nulla, oppure che facesse tutto schifo e basta, la qualità di questi film da piattaforma streaming sta ulteriormente precipitando. Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      In questi giorni mi è capitato di vedere cose al di là di qualsiasi buon gusto: possibile la capacità più basilare di scrivere una semplicissima storiellina sia così crollata a precipizio? Ma che ci vuole a buttare lì due robette? Manco le basi del mestiere…
      A un certo punto ho davvero messo stop e provato a vedere se mi fossi sbagliato, magari Prime s’era incantato e aveva iniziato a riprodurre a metà film, oppure era il seguito di un film che mi ero perso, ma niente: si comincia a metà storia e si finisce a metà…

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  2. Austin Dove ha detto:

    Andy serkis è gollum?

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  3. Zio Portillo ha detto:

    Credevo che “Five Fingers”, noleggiato a caso secoli fa, l’avessimo visto in 4 ma alla fine noto con piacere che ha lasciato tracce del suo passaggio e che non me lo sono inventato.

    Ma a parte questo, sono sicuro al mille per mille che McNab è uno degli autori che segue mio padre e vorrei chiedergli delucidazioni. Ma, ahimè, so per certo che essendo mio padre un lettore bulimico non si ricorderà nulla di nulla nè dello stile dell’autore nè di altre eventuali avventure di Tom Buckingham… Tocca tenersi il film così com’è. Certo che almeno tradurre un cavolo di “red notice” con “mandato di cattura internazionale dell’Interpol”…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non era necessario specificare “Interpol”, se non c’era spazio nel discorso, bastava dire “mandato di cattura” e tutti avremmo capito, tanto era una notizia buttata là. ma no, il miglior doppiaggio del mondo non traduce più…

      La serie di Buckingham è inedita in Italia, sicuramente tuo padre segue Nick Stone, arrivato credo al 19° romanzo o giù di lì. McNab è un autore professionista che scrive bei libroni, dubito fortemente che non abbia trovato spazio per descrivere i suoi personaggi e le loro motivazioni! 😛

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Lunga vita a Five Fingers, in primis!
    Mentre credo che il film oggetto del post non lo vedrò, sia per conservare un buon ricordo dell’autore della chicca citata sopra, sia perché, stavolta, mi hai convinto! 🙂
    Si vede che hai messo il cuore nello stroncare tale monnezza, non ho sentito quello spirito Z che a volte mi porta oltre le critiche e tutte quelle domande senza risposta mi hanno stordito, nella loro basilare semplicità piuttosto mi guardo i thrillerini di TV8!!! 🙂

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  5. Giuseppe ha detto:

    Possibili eccezioni di Sam Heughan e Ruby Rose (ma arriverà mai il titolo giusto per lei?) a parte, non c’è un attore che non mi vada a genio (Serkis compreso: a furia di voci e motion capture scimmiesche, il pubblico ha finito per dimenticarsi di “Deatwatch” o “Ladri di cadaveri – Burke & Hare”)… in altri film, però, non certo in questo pessimo servizio reso a McNab. Rimanendo in tema SAS, a questo punto molto meglio riguardarsi “Chi osa vince” di Ian Sharp, con il compianto Lewis Collins protagonista…

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  6. giancarloibba ha detto:

    Più divertente la recensione del film! Avendo io scritto recentemente un romanzo diehardo ambientato in gran parte su un treno, ho abboccato come un fesso alla trappola di questa schifezza! Che dire, già mi piaceva, ma adesso al suo confronto Trappola sulle Montagne Rocciose è assurto al rango di capolavoro. E Seagal è Hopkins a paragone dei novanta chili di carne macinata. Davvero, uno dei film più brutti che ho mai visto, dopo Palombella Rossa. 😅

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  7. Ciccio Pasticcio ha detto:

    Una bellissima recensione per un bruttissimo film.
    Condivido ogni singola parola.

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