Wu xia (2011) Dragon

Come posso resistere quando Rai4 presenta in prima visione, giovedì 13 gennaio 2022, un film con Donnie Yen e Takeshi Kaneshiro? Peraltro un film distribuito dalla Eagle Pictures ma che non trovo in home video: spero in future ristampe.

Presentato il 12 maggio 2011 al Festival di Cannes (dice IMDb, confermato dal sito ufficiale), Wu xia esce in patria cinese il 4 luglio successivo: non è riportata alcuna data su HKMDb, ma secondo IMDb è uscito ad Hong Kong il 28 luglio 2011. Temo che l’estrema “cinesità” del film sia poco simpatica ai curatori del sito.
Rai4 lo presenta con il titolo internazionale di Dragon, terribilmente generico.

Un titolo originalissimo, mai usato prima…

Il film è diretto da quel Peter Chan che poco prima ha firmato quel capolavoro di The Warlords (2007) e il decisamente sopravvalutato Bodyguards and Assassins (2009): diciamo che l’ambientazione storica è il suo forte, e questo film ne è la conferma.
Una scritta infatti ci informa che siamo nel 1917, in un piccolo villaggio nello Yunan, al confine sudoccidentale della Cina. Una realtà contadina, una vita semplice dove Liu Jin-Xi (Donnie Yen) fa il cartaio.

Il vostro amichevole cartaio di campagna

Essere cartaio significa “creare” la carta, quindi vediamo Liu Jinxi intento nei vari passaggi che porteranno alla creazione di un “foglio”, dall’estrazione di certe piante alla loro trasformazione in “polpa”, quindi il protagonista è un mite artigiano di una società rurale, povera ma onesta? Sì e no: diciamo che lo è… finché qualcuno non lo fa incazzare!

Mai stuzzicare il cartaio che dorme

Un giorno arrivano a bottega due criminali che ci vengono spacciati come i più pericolosi della regione, il che è strano visto che sembrano due teppistelli che cercano malamente di rapinare una bottega sperduta nella campagna: non sembrano proprio i geni del crimine come invece verranno dipinti.
Liu Jinxi non vuole guai e si nasconde, all’apparenza temendo di essere vittima dei due balordi, poi però si ritrova coinvolto e nel cercare di schivare i colpi dei due malintenzionati… i due finiscono per rimanerci secchi, per pura casualità. Anzi di più, per propria colpa, visto che in pratica si uccidono per sbadataggine. Non stupisce che l’ispettore Xu Baijiu (Takeshi Kaneshiro) senta puzza di bruciato.

Un nuovo caso per il Poirot della campagna cinese

Scatta una parte deliziosamente “rashomonide”, con lo stesso incidente raccontato in modi diversi, ma al contrario rispetto al classico di Kurosawa: lì il sopravvissuto si faceva bello millantando grandi doti nel combattimento, quando invece era stata una semplice zuffa dove aveva vinto per puro caso; qui il sopravvissuto afferma di essere sopravvissuto per caso ma ci sono prove che potrebbero identificarlo come molto più “tosto” di quanto sembri.

La letale tecnica marziale nota come facehugger

Con una regia ispirata e trovate visive da applauso, questa prima parte del film è così scintillante che stupisce sia stata subito abbandonata, in favore di un tema più classico: il fenomenale guerriero che ha appeso i calci al chiodo e si ritira a vita modesta, in seno ad una famiglia amorevole. Un classicone del western, mi viene in mente il mitico La pistola sepolta (1956) con Glenn Ford, ma certo non nuovo anche al cinema cinese, visto che potrei citare La sfida degli invincibili campioni (1969), che inizia con il fenomenale spadaccino monco che si è ritirato a vivere in campagna con la donna amata.
Guarda caso, anche il protagonista di Dragon è uno spadaccino che si è ritirato a vivere in campagna con la donna amata, finché il passato non torna a bussare alla porta, per colpa dell’ispettore impiccione. Non ho citato a caso lo spadaccino monco, perché Liu Jinxi esce fuori essere il figlio del perfido Jiaozhu… interpretato niente meno che da Jimmy Wang Yu.

Sai, una volta con una mano ti avrei spezzato, e con un piede ti avrei rotto

Tutto lo sforzo di sembrare un film “diverso” dal solito crolla a metà vicenda, quando per non sembrare proprio un film d’altri tempi “riverniciato” si è giocata la carta citazionistica, richiamando il mitico spadaccino monco, ma non solo: per motivi non chiari l’eroe della vicenda, nel tentativo di mandar via il padre cattivo e la sua banda spietata, si taglia via un braccio.
Divertente la citazione dei film che Wang Yu ha reso famosi nel mondo, ma il tutto non fa che sembrare un insieme di furbate per non far notare la pochezza del film.

Tagliarsi un braccio di fronte allo spadaccino monco…

… e lo spadaccino monco muto!

Parliamo sempre di un film con Donnie Yen, mostro sacro del genere e fra i migliori attori marziali in attività, sebbene non certo più un giovincello, quindi la sezione “combattimenti” è sicuramente gustosa, sebbene un po’ sguarnita e con un uso un po’ eccessivo di effetti speciali.
Per l’occasione viene chiamata anche un grande furia come Kara Wai (o Kara Hui Ying-Hung), per dar vita a un’ottima scena marziale, purtroppo priva di qualsiasi significato quindi deludente a livello narrativo.

C’è la furia, la grinta e lo sguardo che uccide: manca solo una sceneggiatura…

Il film è pieno di piccoli particolari molto belli e ben curati, ma il problema è che sono infilati in una trama raffazzonata che non fa che “riverniciare” vecchi temi impolverati: lo spettacolo c’è e lo si apprezza, ma dalle premesse era lecito aspettarsi molto di più.

Tutto bello, ma da un film di Peter Chan con Donnie Yen mi aspettavo molto di più

Non può mancare il momento in cui Donnie, attuale eroe della Cina Popolare, ci regala la sua “pirla” di saggezza:

«Non esiste il libero arbitrio: quando un uomo pecca, il suo fardello è di tutti. Siamo tutti suoi complici.»

Se non esiste il libero arbitrio, come può uno peccare? Se lo fa non è sua responsabilità, visto che non ha scelto liberamente. Boh, finezze filosofiche cinesi…
Comunque il discorso è chiaro: denunciate i “peccatori” al Partito se no siete loro complici. Sembra l’arretrata Russia comunista, invece è la nuova potenza economica che domina il mondo. Era meglio quando si limitavano a menarsi, nei film.

L.

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8 risposte a Wu xia (2011) Dragon

  1. Cassidy ha detto:

    Non si fugge dall’indotrinamento cinese, peccato perché gli elementi del film sarebbero anche ottimi, ma ormai mi mette tristezza vedere queste apologie pro patria, se non altro Donnie Yen sa sempre come coreografare le sue scene di lotta. Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      La prima parte di film è un continuo guizzo di creatività visiva, con tante ottime idee messe al servizio di una storia intrigante, poi però tutto si ferma e si torna a un canonicissimo wuxiapian classico, con in più la “morale”. Peccato, uno sforzicino in più e sarebbe stato un gioiellino di film.

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  2. Zio Portillo ha detto:

    Se l’hanno trasmesso su Rai4 magari faccio in tempo a beccarlo su RaiPlay… Mi hai incuriosito.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per ora lo trovi ancora, a sorpresa senza data di scadenza quindi potrebbe rimanerci per un po’.
      La prima mezz’ora è oro puro, una grande inventività narrativa e visiva, poi diventa più discutibile ma Donnie Yen è sempre un bel vedere 😉

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Quando hai parlato di western le mie certezze si sono un po’ incrinate ma, alla fin fine, venduto! Lo vedrò molto volentieri…cercando di resistere oltre la prima mezz’ora, per cui ho già l’acquolina in bocca! 🙂

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  4. Giuseppe ha detto:

    Già, del resto se esistesse il libero arbitrio chi mai continuerebbe a votarlo, il Partito? Come “pirla” di saggezza una sua (distorta) logica ce l’ha… Meglio concentrarsi sulle legnate marziali di Donnie: a confronto di quella spiacevole e smaccata apologia “patriottica” fanno di certo molto meno male 😉

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