Hellraiser 11 (2022) Vaffancubo!

Non pago di essere tornato a raccontare gli incubi di Freddy Krueger, questo ottobre 2022 dovrò riaprire anche la rubrica su Halloween: visto che siamo qui a farci del male, perché non ne approfitto pure per tornare nelle mani degli Artigiani del Dolore?

Non ho capito quando arriverà in Italia questa nuova orripilante orripilantezza della saga più orripilante di tutti i tempi, Hellraiser, ma ho approfittato di un po’ di febbre per vedermi questa produzione Hulu che promette dolore prolungato: ben due ore di film sono un supplizio che ben pochi cenobiti avrebbero accettato, e complice la febbre hanno fatto molto più male.

La mia premura nel vedere un film che già sapevo sarebbe stata una bojata al cubo (capito? Cubo…) era dovuta al fatto che in uno degli ultimissimi post dedicati a questa saga, nel lontano 2018 (una vita fa!), mi chiedevo perché mai non girassero un Hellraiser con protagonista una Hell Priestess come la statua presentata dalla Sideshow Collectibles quell’anno. Qualcuno deve avermi sentito.

Statuetta rilasciata dalla Sideshow Collectibles nel 2018

La forza di questa immagine non risiede tanto nell’essere la versione femminile di Pinhead quanto nell’avere lì davanti due argomenti di sicuro richiamo, in un film, ma era appunto una vita fa, poi tutto è cambiato, la sensibilità è mutata e il cinema è diventato esclusivamente femminile. Quindi via gli “argomenti”.

Come ripetuto più volte, la saga di Hellraiser fa schifo ai suoi stessi autori e la Dimension Films probabilmente l’ha usata nei decenni solo per motivi fiscali: essendo film di sicuro insuccesso, tengono basse le tasse da pagare negli anni in cui escono. Così, malgrado siano spazzatura che nessuno guarda da trent’anni, al massimo ogni sette anni circa come una maledizione arriva un nuovo titolo. Dopo il tonfo del 2005, ecco che nel 2011 arriva quella buffonata di Hellraiser: Revelations, il primo senza Doug Bradley nel ruolo del consueto Pinhead.

L’unico a guadagnarci da questa uscita del 2011 è stato Clive Barker, che sfrutta l’evento mettendo il proprio nome su una lunga saga a fumetti della Boom! Studios che negli anni racconterà avventure inedite dei cenobiti. Sotto il suo nome, vari autori raccontano di uno “scambio all’inferno”.

Recuperati infatti gli storici personaggi delle origini – Kirsty Cotton e il capitano Elliott Spencer, che nella sua versione cenobita è noto ai fan come Pinhead – i fumetti ci raccontano di come l’angelo infernale rinunci ai suoi chiodi e torni in veste umana, mentre Kirsty subisca una spietata trasformazione per prendere il suo posto. Diventando… Pinnessa!

Ho raccontato questo per dire che sono almeno dieci anni che è stata sdoganata l’idea di una Pinhead donna, ma nessuno l’aveva presa in considerazione. Poi il cinema post-Covid passa a virare ogni film al femminile, perché pare che ora solo le donne vadano al cinema, e quindi se hanno fatto la Predatessa… ci sta tutto un film sulla Pinnessa!

Yatta-Pin!!!!

Inoltre la regola dei sette anni è stata infranta, perché finalmente i fratelli Weinstein hanno tolto le loro zampe dal franchise – chissà, magari servivano soldi per i loro problemi legali – e quindi ora Clive Barker pare interessato al marchio quanto non lo è stato all’epoca in cui poteva fare qualcosa di buono. Diciamo che è il Ridley Scott di questa saga.

Riuscirà la nuova discriminazione di genere a ridare linfa a questa orripilante saga? Allerta spoiler: no.

Presentato al Fantastic Fest il 28 settembre 2022, come detto Hellraiser, l’undicesimo episodio della saga, esce su Hulu l’8 ottobre scorso. Ignoro quando e dove uscirà in italiano.

Dritto, sparato, senza numeri o sottotitoli, tanto è inutile

Capiamo subito che Riley McKendry (Odessa A’zion) è la nuova Kirsty Cotton ma con una differenza: non ha Clive Barker a scriverla, quindi è un personaggio in caduta libera sin dal primo fotogramma. È donna, e la cultura contemporanea ci insegna che solo per questo è geneticamente superiore agli uomini, infatti sta con un pittore fallito e perdigiorno che però c’ha un fisico palestrato da paura. Perché va be’ superiori, ma i muscoli so’ muscoli.
Trevor (Drew Starkey) è un bel faccino ma non ha neanche un quattrino, così propone a Riley di risolvere i loro problemi di soldi andando a rubare nei container al porto. Certo, mi pare un’ottima idea, soprattutto una soluzione durevole nel tempo: ammazza quanto è superiore Riley! Non sembra quasi scritta da sceneggiatori maschi…

Malgrado il piano di Trevor sia a prova di bomba, cioè arrivare al porto e poi inventarsi qualcosa, non ci crederete ma il colpo va male: dentro il container scelto non c’è un cubo… Anzi, no, un cubo c’è!

Quanti ricordi…

Torna così la scatola di Lemarchand, mai nominata e anche un po’ diversa nella grafica: qualcosa mi dice che non li volevano pagare i diritti allo storico creatore Simon Sayce, malgrado dal 2017 non sia più tra noi: ora insegna agli angeli a creare cubi infernali.

In ricordo di Simon Sayce, il creatore della scatola di Lemarchand

Riley intanto inciampa in tutte le pessime scelte narrative che finora erano affidate ai colleghi maschi, che facevano la figura dei beoti, invece lei è donna e quindi è tutto giusto. Litiga con tutti e scappa di casa portandosi dietro una borsa al cui interno c’è solo la scatola rubata al porto: neanche un rossetto, neanche un caricabatterie, niente, solo la scatola che non ha idea di cosa sia.
E siccome si vede che è cambiata l’aria, che quei brutti maschi prevaricatori ora devono lasciare spazio alle donne geneticamente più intelligenti, Riley ficca il dito nella scatola.

Lo disse Crepet, lo confermò Baricco, quando vedo un buco… io ce lo ficco! (il dito)

Siamo sicuri che il nuovo pubblico femminile apprezzi le solite trovate narrative stupide e buffonesche ma portate avanti da attrici invece che da attori? Non sarebbe stato meglio creare personaggi non cialtroneschi, invece di limitarsi a cambiare il loro genere?
A quanto pare i personaggi rimangono stupidi, al di là dei loro genitali, e quindi Riley è come Totò nel vagone letto di Totò a colori (1952): «Quando vedo un buco, c’entro dentro».

Totò, anticipatore di tutto il cinema fanta-horror successivo

Possibile che ben tre sceneggiatori – di cui mi vergogno a citare i nomi – abbiano concepito una trama che parta dal solito personaggio “toccone”? Eppure è il minore dei mali, perché a proposito di mali non posso non notare che ora tutti i cenobiti sono donne, anche un po’ asiatiche che fa tendenza. Quindi ora anche i cenobiti erano “troppo maschi” per il nuovo cinema contemporaneo? C’è da dire che il nuovo “politicamente corretto” è davvero un supplizio.

Una cenobita davvero alla moda, politicamente corretta e inclusiva

Sebbene David Bruckner diriga con mano sicura e in modo pregevole un film che sembra aver avuto qualche soldo da spendere, in realtà quando arrivano i cenobiti diventa manifesta la poveracciata totale: i loro costumini di gomma andrebbero bene per dei cosplayer, ma non rendono neanche per un istante l’idea del dolore e del supplizio eterno alla base dei personaggi originali.
Non parliamo poi della Pinnessa con un impianto al collo che sembra proprio un collarino elegante: cenobita sì, ma non rinuncia alla propria femminilità.

Collezione Dolore-Supplizio 2022: collier in oro per tutte le agonie

Raccolti i suoi amici, personaggi inutili che stanno lì solo per essere ammazzati uno alla volta, Riley con l’allegra brigata va a chiudersi nella magione di Rolan Voight, perché da accurate indagini risulta sia partito da lì il cubo.
L’idea di un intero edificio a forma di cubo e quindi “mobile” come la scatola di Lemarchand è carina, ma preferisco di gran lunga l’astronave-cubo di Hellraiser IV (1996).

Idea caruccia, ma preferisco l’astronave-cubo

Chiusi nella casa a fare la loro cosa, i personaggi finalmente sono liberi di muoversi nella vera struttura del film, cioè tizi che passano da una stanza all’altra in un’unica location, che si risparmia. Ogni tanto si dà la caccia ad un cenobita usando il sistema dei tunnel comunicanti di Alien 3 (1992), si dicono un mare di baggianate e dopo decenni di mythology farlocca si inventano il cubo a fasi alterne.

Stando al film, infatti, ogni volta che la scatola di Lemarchand cambia forma si attiva qualcosa nella dimensione infernale. Per esempio nella prima conformazione il suppliziante è spinto a portarsi una mano alla cabeza, con la seconda si porta una mano alla cintura, e dopo un movimento sexy si arriva alla bomba! Cioè il boss finale di questa storia: il Leviathan, nient’altro che il terribile “triangolone” nel fondale brutto di Hellraiser II (1988): almeno hanno avuto la decenza di rifarlo con grafica migliore.

Mai avrei pensato che riciclassero questa roba!

In due ore di tempo i poveri sceneggiatori non sono riusciti a trovare spazio per spiegare nulla, quindi per capire chi siano i cenobiti e la scatola di Lemarchand vi consiglio di rivedere almeno il primo film, anche perché è l’unico della saga che meriti di essere visto. (Tranquilli, spettatori post-Covid, protagonista è una donna quindi è ancora politicamente corretto!)

L’unico sforzo degli sceneggiatori (tutti maschi) è stato di virare al femminile tutti i personaggi: in questo Hellraiser gli unici maschietti, tutti sullo sfondo, o sono babbei o sono infami, o entrambe le cose. Tutti i personaggi protagonisti sono donne, è la nuova discriminazione di genere, quella che era (giustamente) criticata quando era a vantaggio degli uomini, invece ora è giusta perché è vantaggio delle donne.

Siamo donne: oltre i chiodi in testa c’è di più!

Discriminazione di genere a parte, il problema del film è ovviamente l’essere scritto malissimo e non riuscire a stare sulle proprie gambe, visto che parla di niente e dopo due ore niente è ciò che è stato detto. Un inutile chiacchiericcio senza spessore messo lì solo per far vedere che nel cinema c’è spazio per le donne e magari se ci saranno abbastanza spettatrici la saga continuerà sotto questa nuova forma, in attesa di scoprire quale nuove identità di genere andranno di moda in futuro.

Magari il prossimo Hellraiser sarà tutto interpretato da attori canini, e avremo così… i canobiti!
Chiudo specificando che questa mia battuta è comunque meglio dell’intero film.

L.

P.S.
Per me la Regina del Supplizio rimane Valentina “Il nome della Rosa” Vargas e il suo sguardo che uccide in Hellraiser IV (1996).

«È tempo di fare un altro gioco»

P.P.S.
Per una recensione più positiva rimando al “Bollalmanacco“, e per una “mezzo e mezzo” alla “Bara Volante“.

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20 risposte a Hellraiser 11 (2022) Vaffancubo!

  1. Cassidy ha detto:

    Io l’ho pensato, tu lo hai scritto quindi non mi ripeto ma riassumo: il cinema non tratta più certi “argomenti”, peccato aggiungo anche 😉 Detto questo perfettamente d’accordo, un film in bella copia, che sa un po’ troppo di compitino, sono felice che la regia sia la parte migliore, ma così, somiglia un po’ troppo ai tanti (troppi!) seguiti di questa saga. Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Se già la saga inizia a ingaggiare registi veri è comunque un passo avanti: appena ingaggiano un vero sceneggiatore inizierà la vera rinascita infernale 😛
      Malgrado oggi sia politicamente scorretto, ho idea che un “Hellraiser” con la Hell Priestess e i suoi “argomenti” guadagnerebbe di più di questo di Hulu 😀

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  2. babol81 ha detto:

    Ahahaha mammasaura, gli hai fatto barba e capelli!
    Del tuo post condivido lo spessore cartavelinico dei protagonisti, soprattutto DELLA protagonista, caratterizzata giusto dalla pazzia derivante dall’uso di droga e stop, e non ho apprezzato l’assenza di un minimo di disagio sessuale perverso… per il resto, come sai, a me non è dispiaciuto, l’ho trovato esteticamente gradevolissimo (scenografie, costumi e make up per me sono affascinantissimi e anche il regista sa il fatto suo) e poi vabbé Goran Visnijc, >sbav!<

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Dopo il viaggio doloroso nella saga suppliziante, con titoli girati in Bulgaria da passanti che si fingevano registi, con filmatini amatoriali spacciati per produzioni Dimension Films, è chiaro che questo prodotto Hulu fa faville: ha un vero regista e pure bravo, ha vere scenografie e non sagome di cartone e per di più veri attori, anche se comunque incastrati in ruoli sterotipati mefitici.
      I costumi invece mi hanno deluso, perché i supplizianti sembrano modelle in sfilata, i loro costumi non rendono minimamente l’idea alla loro base, cioè l’estasi del supplizio eterno. La voglia di fare le cenobite “stilose” e non personaggi sporchi come quelli del 1987 le ha rese fotomodelle, non supplizianti.
      Comunque potrebbe essere un primo passo nella giusta direzione: appena riescono ad ingaggiare un vero sceneggiatore, magari – che so – con un’idea invece che un mucchio di luoghi comuni buttato a caso, la saga potrebbe persino rinascere. Anche perché ha dieci titoli fra i più brutti e fetenti della storia del cinema: fare di meglio è dannatamente facile 😛

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  3. Lorenzo ha detto:

    Ahah post mitico, periodicamente salta fuori il film su cui il Zinefilo si accanisce senza pietà, quando c’è qualcosa che lo irrita.
    Io credo di essermi fermato al numero IV, ma ho dimenticato tutto persino del primo.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Visto che dopo il quarto la saga comincia davvero a fare male, arrivando a livelli di nefandezza al di là di qualsiasi sopportazione umana (il decimo episodio andrebbe vietato perché è contro i diritti umani!), ho il dente abbastanza avvelenato con questa saga, quindi vedere un’altra pessima storia (anche se diretta molto bene) che fa finta di riverginare il franchise solo perché usa un cast femminile, che fa tendenza, mi fa ancora più male.
      Il problema della saga non è il sesso dei personaggi, è che è scritta male di brutto: qui il regista è bravo ma rimane una storia inutile e scritta male.

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  4. Fabio ha detto:

    La sensazione plasticosa stile cosplayer del make up dei film horror contemporanei come questo ennesimo “Hellraiser” e’ presto detto,bava…..bava e umidita’,serve la lecca bavosa e la sensazione di fetida umidita’,una lezione fondamentale nel trucco e gli effetti speciali per l’efficace resa sullo schermo,basta chiedere agli effettisti dietro “Aliens” e “Tremors”,il problema di molti film horror nuova generazione,e che hanno puntato tutto sull’eleganza della regia rinunciando al marciume,il film originale del 1987 era si ben diretto,ma era anche visceralmente sudicio,sporco,putrido e brulicante di vermi(letteralmente!😈),ora in questi casti tempi moderni il dolore elevato a piacere,la perversione e la sporcizia,e’ stata sostituita dalla regia cool e fighetta,ma fine a se stessa,dato che spesso dietro l’eleganza si nasconde il preciso obbiettivo di mascherare la mancanza di creativita’,uno specchietto per le allodole,una mera distrazione,il film originale badava all’essenziale rinunciando al superfluo,ora e tutta apparenza,insomma il classico “tutto fumo e niente arrosto”😏!!!.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Davvero difficile non scorgere in questo nuovo (nuovo?) “Hellraiser” un semplice prodotto fighetto per spettatori fighetti, ma è anche vero che da più di trent’anni Hellraiser non è più quell’Hellraiser. Da dieci film non esiste più niente che abbia un qualsiasi vago legame con Barker, ma almeno la sofferenza rimaneva: ora semplicemente non c’è più, c’è solo una bella apparenza, contro i filmacci zozzi che hanno dominato la gestione Weinstein del marchio degli ultimi trent’anni.

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  5. Il Moro ha detto:

    Non ho mai voluto vedere un film di Hellraiser dopo il secondo, e questo non farà eccezione. Ma la tua recensione me la sono goduta volentieri!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ti sei salvato, perché sebbene il secondo già sia decisamente inferiore al primo, è da Oscar in confronto al crollo totale e verticale dal terzo in poi, dove gli unici a fare davvero paura sono i fratelli Weinstein che hanno prodotto la saga più brutta che sia mai apparsa ad infestare la Terra 😀

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Ho passione per gli slasher, soprattutto quelli che affondano le loro radici nel passato degli anni ’70-’80-’90, mi fa sorridere il termine Pinnessa (come quello, altrettanto azzeccato, di canobiti!) ma questo sequel mette a dura prova, se e quando giungerà da noi, la mia voglia di vederlo sia perché si tratta di una saga che mi ha attirato (concordo dunque con te) nel primo/massimo primi episodio/i salvo poi scemare assai sia perché le derive del politicamente corretto stanno diventando insopportabili; sarebbe un discorso lungo a tal proposito, quindi mi limito a dire che, dopo questo papiro, se me lo ritrovassi tra le mani, so che comunque cederei al supplizio visivo, visto che coerenza??? Ahahah! 🙂

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  7. Austin Dove ha detto:

    e io che pensavo che quei costumi fossero fighi
    ma forse da un fotogramma non ho le sensazioni di chi ha visto il film intero^^

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  8. Giuseppe ha detto:

    Ecco, e così aggiungo anche il tuo alla mia media pesata dei pareri -dal positivo al mezzo e mezzo al pessimo- letti a proposito del nuovo “Hellraiser”, prima di accingermi una volta per tutte alla visione 😉
    Da una parte, credo che la saga meritasse qualcosa di meglio della fogna in cui è stata trascinata senza speranza dalla metà dei ’90 in poi, e quindi un tentativo di riavvio ci sta (anche se, come già detto con Cassidy, avrei preferito veder prima dare a “Cabal” quel seguito mai realizzato e così tanto atteso, ai tempi). Dall’altra, non so quanto sarà davvero permesso osare al nuovo team di responsabili, perché di osare ce ne sarà bisogno eccome se si vuole restituire a “Hellraiser” la perduta dignità…
    P.S. Valentina Vargas, la Regina giusta nel film sbagliato 😤

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Dal punto di vista tecnico si viaggia alto, la saga non ha mai avuto una qualità simile dai tempi dei secondo film, quindi un grosso passo in avanti l’abbiamo fatto: il tempo di trovare uno straccio di trama che non sia roba raccogliticcia e di personaggi con un minimo di spessore e il gioco è fatto. Quindi fai con calma, che per i prossimi secoli non credo avremo molto 😀

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  9. Grendizer ha detto:

    Per me questi fobia del politicamente corretto sparpagliata da internet sta portando tutti a vederlo dove non c’è: anche nel primo HR i maschi erano tutti infami e bastardi, la protagonista era una donna, e c’era pure un cenobita femmina.
    Per non parlare che non ci vedo nulla di strano a vedere sempre più donne protagoniste di film horror, visto che lo sono da sempre state fin dai tempi di Halloween.
    Gli anni 90 erano molto più bacchettoni e politicamente corretti di oggi ( il termine lo inventò l’ex presidente Clinton, se non ricordo male )
    Semmai si potrebbe dire di come la maggior parte degli horror moderni non facciano vedere più sangue e budella per portare più ragazzini al cinema ( ma esistono ancora i cinema ?) quello si.

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