Negli anni Quaranta il tema delle Jungle Girl è bollente e tutti vogliono partecipare. Così una casupola sconosciuta, nata e morta per questo film, affida all’austro-ungarico István Székely (americanizzato Steve Sekely o S.K. Seeley) il compito di dirigere una veloce cosetta che rimanga in tema: vent’anni prima di dirigere il mitico Il giorno dei Trifidi (1963), Sekely crea Blonde Savage.
Il film arriva sugli schermi italiani il 30 luglio 1948, distribuito dalla Pathè-Incom con il semplice titolo Bionda selvaggia. Con 139 lire di pomeriggio e 200 di sera, gli spettatori potevano assistere al film preceduto dal documentario Gino sei grande, «il giro di Francia completo (da Parigi a Parigi)».
Gira un paio d’anni nelle sale per poi scomparire nel nulla: chissà se qualcuno potrà mai ascoltare il doppiaggio italiano di questo film dimenticato…
L’avventuriero Steve Blake (Leif Erickson) è il classico eroe dei film americani: gira il mondo senza paura, con il capello perfetto e la spavalderia di chi si sente sempre a casa propria, soprattutto a casa degli altri.
Durante un viaggio in Africa insieme all’amico Hoppy (Frank Jenks), cioè l’immancabile spalla comica, cade con l’aereo in mezzo alla foresta e subito è circondato da aborigeni urlanti. Catturati, i due uomini vengono trascinati davanti alla regina della tribù: la bianchissima e biondissima Meelah (la 18enne canadese Gale Sherwood, che abbandonerà prestissimo il cinema).
«Mila, così ha nome l’orfanella, è una graziosa bionda platino, che nelle ore d’ufficio siede in un trono ornato di due corna smisurate e veste, come vuole l’etichetta, un succinto prendisole. Quando abbia attizzato col canto la furia guerriera dei suoi sudditi, ha fatto tutto, la Costituzione non le chiede altro. Le faccende gravi, o come si dice, le rogne, toccano sempre al primo ministro.»
(da “La Stampa”, 31 luglio 1948)
Meelah e il suo fidato primo ministro Tonga (Ernest Whitman) finiranno per scontrarsi con il perfido Mark Harper (Douglass Dumbrille), proprio l’uomo che anni prima ha preso possesso delle risorse della zona uccidendo i genitori della donna.
Con l’aiuto paternalistico del bianco Steve Blake, anche gli stupidi selvaggi potranno resistere al cattivo di turno e rimanere nella loro terra.
Un filmetto improvvisato ma perfettamente calato nello stile dell’epoca: razzismo a iosa e luoghi comuni come se piovesse. La regina della giungla è particolarmente inutile e il suo ruolo è del tutto secondario: è giusto una nota di costume da mettere in locandina per vendere il film.
Una curiosità. Il 24 aprile 1948, cioè tre mesi prima dell’arrivo di questo film nelle sale italiane, la milanese A.R.C. porta in edicola la testata a fumetti “Pantera bionda”, scritta da Gian Giacomo Dalmasso e disegnata da Enzo Magni, pronta a scatenare polemiche e denunce per il costume discinto della protagonista.
Avrò modo di parlare del personaggio quando affronterò l’oceano delle Jungle Girl a fumetti, ma lo cito qui per dimostrare che il biondo era nell’aria!
L.
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Mi ricordo di aver visto un film della RKO che faceva propaganda per l’arruolamento nell’esercito della Seconda Guerra Mondiale,comunque anche Kate Perry nel video Roar fa la jungle girl,adesso vedi questo link http://rover.ebay.com/rover/1/724-53478-19255-0/1?ff3=4&pub=5574731222&toolid=10001&campid=5336070184&customid=&mpre=http%3A%2F%2Fwww.ebay.it%2Fitm%2FUltra-Rare-Lakers-vs-Celtics-and-the-NBA-Playoffs-Megadrive-PAL-CIB%2F322569771053%3FssPageName%3DSTRK%253AMEBIDX%253AIT%26_trksid%3Dp2060353.m1438.l2649 e non svenire per il prezzo
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Ammazza, novemila sterline per un videogioco???? E che cacchio c’è dentro? 😀
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Una cartuccia del gioco preferito di Cassidy il basket,il prezzo è dato dalla rarità della versione Pal(Europa).
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Penso che un biglietto per Celtics-Lakers degli anni ’80 costasse meno del videogioco 😉 Cheers
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Ahahah misteri del collezionismo di basket 😛
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Davvero niente male questa Gale, su “Mila e Shiro” sono morto dal ridere però 😉 Bellissimo ciclo, sulle Jungle Girl a fumetti magari riesco a sfornare qualcosa anche io, tra le vignette se ne possono scovare tantissime. Cheers!
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Sarà un aiuto prezioso: non vedo l’ora ^_^
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Dai, non son tanto razzisti: i selvaggi nemmeno cacciano in pentola i demoni bianchi!
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Però hanno gli ossi al naso 😀
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ma tutte queste “Jungle Girls” cresciute circondate da selvaggi di colore… inZomma… un “cavalla golosa” ci stava tutto, no?
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Di sicuro in qualche modo bisognava passare le notti là nell’Africa nera… 😛
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“Ci dica, Ministro Tonga, come passa la sua notte di solito quaggiù nell’Africa nera?”
“Beh, direi che non Meelah passo niente male” 😛
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ahahah ci sta tutta, e chissà quella foresta quante ne ha viste, di notte 😛
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