Uno dei visitatori più assidui dei miei blog, Denis, è un grande “videogiocatore” e vuole condividere con i lettori del Zinefilo alcuni titoli: gli cedo subito la parola, ringraziandolo per la disponibilità.
Titolo: Eswat City Under Siege
Genere: Platform, action
Anno: 1990
Versione: Megadrive
Casa: Sega
In un futuro non troppo distante il poliziotto Duke Oda deve spazzare le ondate criminali, tramite l’utilizzo di una armatura robotica deve distruggere l’organizzazione criminale E.Y.E.
Come Robocop
Il gioco si presenta come un platform d’azione a scorrimento molto simile a Shinobi dove sparate e saltate tra le varie piattaforme e avete una barra energetica. Nei primi due livelli iniziate con una misera pistola, con cui dovete spazzare i nemici divisi tra criminali, robot vari e altre pattume criminale, ognuno con proprio pattern di movimento e attacco. Superati i due livelli attenete l’armatura robotica, che dispone di cinque armi diverse intercambiabili.
Le armi sono colpo normale, colpo caricato, lanciamisssili, sparo più potente con tre colpi e infine lanciafiamme, che è più una smart bomb, visto che il vostro omino gira su se stesso e non si trova in tutti i livelli.
L’armatura ha anche un barra chiamata burner che serve tenendo schiacciato il tasto del salto attiva il jetpack tipo Iron Man.
Come al solito negli items trovabili in giro ci sono quelli per ripristinare la barra energetica, i vari tipi di sparo e le vite.
La difficoltà è alta per l’alto volume di fuoco e perché se morite perdete uno sparo, e dovete ricominciare o dall’inizio o metà livello: dipende da dove perite.
Il gioco ha otto livelli, con relativi boss finali come Robo Copter, Cyber Destroyer, Unknown, Scientifist e Slime launcer, Sewer Snake, e il boss finale che è una copia di voi stessi dorata.
La grafica e il sonoro sono curati, ma il tallone d’Achille del gioco e la difficoltà alta: penso che nel 1990 tanti avranno scagliato via la cartuccia dalla finestra. L’ho finito barando perché ce l’ho nel videogioco Sega Megadrive Collection e lì si può salvare in ogni momento: per superare un boss in cui avevo solo una barra energetica, dopo ogni colpo facevo un salvataggio! Chi c’è riuscito nel 1990 avendo solo a disposizione tre vite e solo tre “continua” merita un encomio.
Divertivi in questo mischione di elementi presi spunto da Robocop per l’armatura e agli anime Patlabor e Appleseed per gli sfondi e i nemici.
Di questo titolo esistono tre versioni ognuna diversa dall’altra: Megadrive, Master Sistem e Arcade da sala.
Masamune Shirow e Mamorru Oshii Approved
Denis
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Che “rammentoni”! Leggere di videogiochi con i quali ti sei disimpegnato secondo me mette ancor più nostalgia che la visione di film datati! Forse perchè ti ricordi le tante blasfemie sparate 🙂
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E si perchè alcuni erano difficili basta ricordarsi di Ghost n’ Ghoblin,secondo me le software la facevano per due motivi per la longevità e per vendere action replay !
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Beh, se lo approvano i grandi Masamune Shirow e Mamoru Oshii come potrei non farlo anch’io 😉
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