Il registino Michael Winnick ha un sogno e una perversione: il sogno è quello di fare un film che plagi le origini del Punisher; la perversione è di riempirlo di vecchi attori d’azione falliti.
Minuscole ed evanescenti casupole produttrici realizzano sia il sogno che la perversione, e due grandi case italiane esperte in filmacci sono subito pronte a distribuire il tutto nel nostro Paese, sempre affamato di porcate.
Sto parlando di Code of Honor, uno delle cento minchiate che Steven Seagal sforna ogni anno.
Il film è disponibile su Prime Video.
Uscito in patria il 6 maggio 2016, le nostrane Minerva Pictures e 01 Distribution fanno a botte per distribuirlo dal 17 novembre successivo.
Forgiato dalla guerra del Vietnam, quando torna a casa scopre che la propria famiglia è stata sterminata dalla mafia e visto che la polizia non ha intenzione di fare nulla diventa egli stesso un implacabile giustiziere: no, non sto parlando del Punisher ma di Mack Bolan, il primo vero grande eroe action letterario moderno che, nel 1969, dà il via alla narrativa d’azione.
È inevitabile che gli eroi successivi ne copino le gesta, come per esempio l’anti-eroe a fumetti Frank Castle, il Punisher, che ha reso famoso a livello internazionale questo spunto: non so se lo sceneggiatore e regista Michael Winnick volesse omaggiare Bolan o Castle, comunque usa la stessa identica idea per questo film. Ovviamente in salsa un miliardo di volte più cialtronesca.
Così il colonnello Robert Sikes (Steven Seagal con i suoi peli sempre più neri, ogni anno che invecchia) che mentre era in Afghanistan – cioè il nuovo Vietnam – la sua famiglia veniva sterminata per sbaglio dalla malavita. Visto che la polizia non ha fatto nulla, Sikes ha iniziato una guerra personale ai criminali e li sta ammazzando tutti, uno alla volta, fulminandoli con il suo sguardo da balena spiaggiata.
Diversamente dai citati eroi, qui Punisher Seagal ha un antagonista, l’agente speciale William Porter (un Craig Sheffer invecchiato malamente) che lo insegue per fermarlo, malgrado lo stimi per averci combattuto insieme.
Il terzo “buono” – cioè tutore dell’ordine – è il detective Peterson (Louis Mandylor) che cerca di fermare tutti per far cessare gli omicidi.
Non poteva mancare la ciliegina sulla torta, non poteva mancare il super-cattivo: rullo di tamburi, perché abbiamo sua maestà James Russo con tanto di baffoni spioventi alla Fu Manchu. Fa così dannatamente ridere che si rischia davvero la morte…
In mezzo ad attori un tempo noti che cercano di raschiare il fondo del barile, a sorpresa la trama risulta leggermente più complessa e strutturata rispetto alle cento fetecchie annue che Seagal sforna a getto continuo, e abbiamo addirittura un doppio colpone di scena carpiato. Non fraintendetemi, siamo sempre a livelli di Z spinta, robaccia che farebbe arrossire di vergogna un serial killer, ma è lodevole l’impegno nel cercare di inventarsi qualcosa di simpatico in questo montarozzo fumante di attori un tempo bravi.
Al netto della cialtronaggine dell’esecuzione, questo film lo stesso lo considero un gradino più in alto rispetto alla media delle spanzate seagaliane: spero che dopo tutti questi decenni di nulla sia il primo vagito di una novella ricerca di qualità da parte del nostro Pizzettone nero…
Nel ruolo della “mammina” in pericolo c’è la svedesona Helena Mattsson, l’ultima delle storiche “bonazze bionde dallo spazio” in quanto protagonista di Species IV (2007).
È sicuramente un bel vedere ma il suo ruolo è ovviamente del tutto marginale.
Da lodare infine la scelta di ridurre praticamente a zero l’impegno marziale di Seagal, perché dopo mille film imbarazzanti anche lui avrà capito che si sta ricoprendo di ridicolo, a fare da trent’anni le stesse identiche tre stupide mossette. Qui accenna qualcosa nel finale, ma poi si vergogna troppo e si butta da una finestra (storia vera!): che bello sarebbe se facesse così in ognuno dei sue duemila milioni di film…
L.
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Povero Stefanone imbolsito, ormai va avanti solo per il nome. Ho visto dieci minuti di questo e mi sono bastati…
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Il suo nome misteriosamente ancora vende, visto che sforna milioni di film ogni anno… Dopo i Cerchi nel Grano, Seagal è il nuovo grande mistero della storia 😀
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Da ciò che so, è un’autorità nell’aikido, del tipo che è lui a insegnarlo ai giapponesi, ma non ho mai verificato.
Certo che con gli anni è diventato un po’ un boiler…
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Sì, questa è la notizia che girava nel 1990 e da allora è stata più ripetuta che verificata. Di fatto, nei film Seagal tira le stesse tecniche da 27 anni, quindi tutta questa autorità nell’aikido rimane solo nelle parole…
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Un giro veloce su Google mostra risultati recenti, anche video, ma ora non ho tempo né voglia per controllarli 😛
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Sì, è considerato “maestro” tutt’oggi, e se rimanesse in palestra saremmo tutti più contenti: il problema è che fa fiumi di film, dove l’essere maestro non serve a niente. John Wayne era bravissimo negli scacchi, ma non faceva film sugli scacchi 😀
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Beh, visto il livello a cui da troppo tempo (e si sa bene quanto già prima non fosse altissimo, eufemisticamente parlando… cercare un minimo di qualità adesso, poi, credo sia leggermente fuori tempo massimo) sono precipitate le sue apparizioni cinematografiche, forse gli converrebbe dedicarsi a tempo pieno a disegnare cerchi nel grano 😛
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A sorpresa dopo fiumi di sceneggiature-spazzatura qui c’è una lodevole ricerca di un minimo di intrigo, che è da apprezzare sebbene l’esecuzione sia ovviamente al livello “Qualità Seagal”.
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Mamma mia ormai Seagal ha una propria gravità! Se prova a fare una mossa di karate potrebbe scatenare un uragano. P.S. ma creare un progetto “I più grandi Steven della storia del cinema?” Già con Baldwin e Seagal ci sarebbe da scirvere un’enciclopedia…
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ahahah questa sì che è un’idea 😀
Comunque hai ragione, qui lo fanno combattere giusto due secondi perché ogni volta che agita una mano una farfalla muore in Cina 😀
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Muoiono in ordine anche un cinefilo e un amante delle arti marziali…
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ahahah giusto ^_^
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Visto…e pentitomi! Film davvero fiacco, sul protagonista credo che “ci” siamo già espressi abbastanza! L’unico senso che gli trovo è quello di occupare le pagine del nostro blog, se non ci fossimo noi… 🙂
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Infatti mi scoccia dare importanza a Seagal, che meriterebbe solo il silenzio, ma è una Z troppo titanica per non parlarne 😀
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Sky lo ripropone a getto continuo per venire incontro a chi, per caso, se lo fosse perso. Ah, Steven Steven,… Quanto ti adoravo da ragazzino quando facevi NICO e DURO DA UCCIDERE. Con la sola imposizione delle mani ribaltavi un centinaio di cattivoni che volevano ammazzare te e famiglia.
Ti sei ridotto a girare nei peggiori luoghi dell’est Europa e YouTube fa video parodia dove tengono conto solo dell’esagerato body-count. I soldi per la tinta in testa non ti mancano e a giudicare dalla stazza, non ti mancano nemmeno i soldi per il cibo. Ma perché? Cosa ti ha spinto ad essere la parodia di te stesso? Perfino il buon Rodriguez ti ha perculato in mondovisione in Machete. Perché Steven? PERCHÉ?
Con stima, da un tuo ex fan.
P.S.: che film era quello con Billy Crystal (mi pare) che fa il produttore cinematografico (o qualcosa di simile) che passa al telefono al figlio Steven Seagal in persona e il bambinetto lo prende per il c*lo dicendogli di tutto e Steven incassa, incarta e porta a casa?
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Ricordo che in “My Giant” (1998), film sul basket che potrei inserire nel mio ciclo, c’è un cameo di Steven proprio al telefono, non so se è quello che dici tu.
Comunque ogni maledetto weekend in TV in chiaro c’è un film di Seagal, e non da qualche tempo: da anni ed anni! (Faccio la guida TV del fine settimana da forse dieci anni, e sono rarissime le volte in cui non c’è un film di Seagal in chiaro…)
Ovvio che con questa copertura mediatica è ancora uno che fa parlare di sé, anche se delle sue decine di film penosi non si ricorda nessuno: tutti lo ricordano quando 27 anni fa faceva le sue cose, ma che nel frattempo siano passati 50 film e 150 chili di solito non si fa menzione 😛
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My Giant e quello che il gigante e interpretato dal pivot Gheorge Muresan ?
Seagal un’oumo che ha rifiutato con nonchalance un servizietto da Gina Gershon,ma l’hamburger no! perchè non fa un film d’assedio in qualche fast food bulgaro?
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Se è MY GIANT mi ricordo solo sta cosa della telefonata tra il figlio di Crystal e Seagal che si prende un fracco di parole e incassa. Il film proprio zero… Lo attendo un lunedì per un ripasso.
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E’ stato l’ultimo che io abbia visto di Seagal, perché nonostante non manchino sempre qualche graziosa fanciulla, ha definitivamente stufato, lui troppo vecchio, film troppo brutti..
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E’ un fiume in piena di filmacci senza sosta: è Rio de Seagal 😀
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In pratica è un film sul Punitore che invece del caratteristico teschio sul petto, come logo ha il pizzo tinto di Seagal 😉 Hai detto bene, uno dei mille titoli che sforna ogni anno, che servono giusto a pagarsi la tintura per il pizzo e poco altro. Cheers!
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ahahha ce la vedo la vernice bianca a forma di pizzo 😀
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a me i film con Steven Segal non piaccino perche sono troppo esagerati e anche perche il genere arti marziali non è il mio genere.
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Eh, magari ci fossero arti marziali: Steven si limita a buttarla in caciara! Da decenni non c’è un solo briciolo di marzialità…
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