Dopo Il mutante (2002) la nostalgia canaglia m’ha spinto a tornare ad attingere a quella secchiata di DVD comprati a un euro nelle prime bancarelle del 2020, che poi erano anche le ultime: è passato solo un anno eppure sembra una vita fa.
Da quello scrigno di nequizie fuoriesce Backflash, uscito in un vago 2001 e distribuito un po’ a casaccio.
L’unico passaggio televisivo sicuro è giovedì 22 marzo 2007, in seconda serata su Sky Cinema 1 con il titolo Backflash. Doppio gioco.
La copia in DVD che ho trovato su bancarella è una DNC senza data, ma a Natale di quel 2007 del passaggio televisivo il film viene regalato in allegato alla rivista “Win Magazine” n. 108.
Il regista e sceneggiatore Phil Jones chiama un po’ di volti noti a partecipare a una roba terribile, un tipico noir all’americana con eroe destinato a seguire la donna fatale fino all’inferno, con una borsa piena di soldi che fa muovere tutti i personaggi. Roba freschissima, come se fossimo ancora negli anni Trenta, però è tutto raccontato in modo così lento e noioso che non puoi non aver voglia di far volare il DVD fuori dalla finestra.
Mi sono astenuto dal farlo solo perché c’è Robert Patrick, che non gli si può non voler bene.
Qui interpreta Ray Bennett, il tipico personaggio in cerca di emozioni forti che finirà nei guai e rischierà più volte la vita, fregato come un tonno sott’olio dalla donna fatale che in fondo sta disperatamente cercando.
E in quanto a fatalona che porta guai, la giovane Jennifer Esposito ha tutte le carte in regola.
Girando nel deserto in cerca di capire cosa fare della propria vita, Ray incontra Harley appena uscita di galera, ed è chiaro che i due sono destinati a delinquere insieme. Harley è tosta, sicura di sé e determinata, Ray è un bamboccione inconsapevole del mondo e con scritto in fronte “vittima sacrificale”.
Perciò Harley vede in lui il complice perfetto in un colpo per fregare dei soldi al boss fuori di testa O’Malley, interpretato da uno spaesato Colm Meaney appena sceso da Deep Space Nine.
A completare la carrellata di volti noti in ruoli minuscoli c’è pure Melissa Joan Hart, che si prende una pausa dalla serie “Sabrina, vita da strega” e si diverte a cambiare pelle: da streghetta buona a patologa senza licenza che riempie i cadaveri di droga da trasportare. Giusto per sgranchirsi un po’.
La trama procede lentamente e in modo noioso, temo che l’autore volesse creare un’atmosfera da “nero francese” ma c’è troppo sole e troppo deserto californiano per riuscirci: sono lontani i tempi del capolavoro Red Rock West (1993), lì sì con il deserto a fare da sfondo perfetto per un noir classico.
Molto più delle fiacche trovate di sceneggiatura, tutte più che prevedibili, è vedere come il protagonista passa da scemotto e vittima designata a “pistolero” giustiziere, agevolato da una scelta di vestiti sempre più consoni al personaggio. Ad essere proprio onesti Robert Patrick non è che si impegni molto a livello espressivo, limitandosi a fare la faccia da scemo all’inizio e quella da cazzuto alla fine, lasciando invece al vestiario simboleggiare la crescita del personaggio.
Visto finalmente dopo averlo incrociato per vent’anni, questo film non merita attenzione e come detto l’avrei già buttato via se non fosse per Patrick. Diciamo che un euro è un prezzo forse un po’ altino per il film, ma lo stesso sempre siano benedette le bancarelle.
L.
Facce giuste, metodi sbagliati. Povero Patrizio non è mai riuscito a sfondare per davvero, il T-1000 deve avergli aperto un po’ di porte ma nessuna era quella giusta. Cheers!
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Robert ha lavorato tantissimo, appare ovunque eppure nessuna è l’occasione giusta: sembra una regola fissa del cinema, azzeccare il primo ruolo ti rovina tutti gli altri!
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bellissime le copertine di Win Magazine, accattivanti proprio!
Comunque si, Robert Patrick sottovalutato e dimenticato 😥
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All’epoca approfittai anch’io di un paio di uscite in omaggio con quelle riviste, in particolare “Kickboxers” col giovane Van Damme: come si poteva resistere? 😛
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Eh, quanto mi mancano le uscite allegate in omaggio con Win Magazine! D’accordo, non è che andasse sempre a meraviglia (vedi appunto qui, con un Robert Patrick a un passo dal minimo sindacale) ma, a quelle condizioni, qualche sola isolata ci poteva pure stare 😉
E, adesso, spero di poter tornare il prima possibile alle “bancarellate” che ancora si potevano fare poco più di un anno fa…
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E pensare che in quell’inizio 2020 mi lamentavo perché ormai le bancarelle “buone” (cioè con libri e film) erano super-mega-rarissime: ora che sono estinte possiamo solo ricordarle con un minuto di silenzio…
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Dalla recensione traspare potente la noia che si prova nel vederlo, ma, nella migliore tradizione Willy, la mitica combinazione bancarelle & Robert mi fa andare controcorrente e, avendo constatato che si annida nei miei archivi, cadrà presto tra le mie grinfie bramose di Z! 🙂
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E’ un film che mi è passato davanti davvero tante volte, credo sia stato più distribuito di quanto meriti, e sono curioso di sapere poi che ne pensi: mi sarebbe piaciuto qualcosa di più ruspante, di più Z, ma non si può avere tutto 😛
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Vedrò e, come sempre e ben volentieri, avrai i miei riscontri 🙂
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Pingback: [Archeo Videoteca] Backflash (2001) | nonquelmarlowe
Ho scoperto questo film grazie al tuo post. La locandina che hai messo in apertura faceva presupporre che si trattasse di un crime con Jennifer Esposito: adoro il crime e adoro Jennifer Esposito, quindi decisi di comprare il dvd su ebay senza aver letto una sola riga di ciò che avevi scritto su di esso (perché volevo arrivare alla visione totalmente “vergine”).
Ebbene, stamani ho finalmente visto il film, e mi è piaciuto un casino. Ho adorato in particolare un dettaglio che di norma viene trascurato nei film di serie B, ovvero i personaggi di contorno: il medico legale e il proprietario del motel fanno solo qualche breve comparsata, ma sono così simpatici da rubare la scena ai protagonisti in ogni scena in cui appaiono. E’ molto difficile creare dei personaggi sopra le righe senza farli diventare patetici o fastidiosi: lo sceneggiatore di Backflash ci è riuscito in pieno, quindi ho dato a Backflash un convintissimo 7 su imdb.
SPOILER WARNING
Nel tuo post scrivi che gli sviluppi di trama sono tutti ampiamente prevedibili: secondo me invece ce n’è almeno uno che lascia davvero a bocca aperta, ovvero la rivelazione finale per cui Robert Patrick non era un fessacchiotto che si lascia turlupinare dalla femme fatale Jennifer Esposito, ma era d’accordo fin dall’inizio con il tipo a cui lei aveva fregato i soldi. Avrei preferito un finale romanticone in cui lei fugge con lui in Costa Rica? Sì. Ma anche così Backflash rimane un film davvero strepitoso.
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Sono contento che ti sia piaciuto e certo hai corso un bel rischio, perché invece potevi prendere una bella fregatura 😛
Purtroppo confermo l’impressione per cui i colpi di scena sono scontati, ma forse perché ho visto più film di quanto il buon gusto prevederebbe quindi certe dinamiche mi sono capitate sotto gli occhi in abbondanza: chissà, magari se avessi visto il film nel 2001 l’avrei trovato meno prevedibile, ma non ne sono molto convinto. A partire dalla scelta di un attore noto per i ruoli da cazzuto chiamato a fare il fessacchioto: è chiaro che la cosa puzza sin da subito 😀
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Hai ragione, volendo poteva essere quello l’unico indizio del fatto che il protagonista era meno sprovveduto di quel che sembrava. Grazie per la risposta, e buona Domenica! 🙂
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