Bloodfist 6 (1995) Livello zero

Concorde lascia il posto alla New Horizons ma la Z di Roger Corman rimane intatta: nuovo episodio della saga non-saga, con Bloodfist VI: Ground Zero.
Uscito nelle videoteche americane nel gennaio 1995, nel 1997 BMG e Number One Video lo portano in VHS italiana con il titolo Livello Zero (probabilmente ad indicare il livello qualitativo del prodotto), titolo ripreso quando nel 2007 la mitica Stormovie lo presenta in DVD.

Il film è disponibile su Prime Video.

Titolo ottimista: la qualità è ben al di sotto dello zero!

Il loro era un piano meticoloso, le loro attrezzature del massimo livello, erano ben preparati, intelligenti e spietati. Ma non avevano tenuto conto… del fattorino!
Malgrado gli assomigli parecchio, questo purtroppo non è un film propriamente diehardo, sebbene presenti molti degli elementi distintivi del sotto-genere.

Base missilistica nucleare A-14 di Ellsworth, malgrado le fenomenali misure di sicurezza – che consistono nel contare sull’onestà di chi entra, in mancanza totale di qualsiasi altro controllo – un gruppo di criminali riesce ad entrare semplicemente aprendo la porta, sebbene un cartello specificasse “Vietato l’accesso ai malintenzionati”.
Il gruppo è formato da tutti i finalisti del Premio Babbeo 1994, il cui premio consisteva nel fare un filmaccio inguardabile prodotto da Roger Corman. Manca solo il primo classificato, che poteva scegliere di non partecipare a questa umiliazione pubblica.

Randall Shiro Ideishi e la sua recitazione appena accennata

Questo gruppo di criminali dal volto sempre deturpato in espressioni esagerate e farsesche è guidato da un tizio che non ho voglia neanche di cercare come si chiami, tanto è inutile.
La dinamica è in tutto e per tutto quella di Die Hard (1988): il gruppo di criminali penetra nello stabile utilizzando varia tecnologia, il quattrocchi si mette a smanettare al computer, il bruto bruteggia in giro e il capo che parla strano… be’, si limita a parlare strano.

I capelli stupidi rappresentano alla perfezione il capo dei criminali

Di cosa questo gruppo di babbei non ha tenuto conto? Dell’elemento inaspettato: il McClane dei poveri.

Secondo te questo allarme significa che dobbiamo allarmarci?

In questo sesto episodio il nostro eroe Don ‘The Dragon’ Wilson si presenta come fattorino militare, ma tranquilli che c’è il trucco: è un super-soldato addestrato che però hanno degradato a fattorino perché nell’ultima missione ha salvato mille persone con una mano sola, mentre con l’altra si scaccolava, attività fortemente vietata nell’esercito.
Giunto nella base per consegnare non si sa cosa, Nick Corrigan (Wilson) capisce subito che dei criminali hanno preso possesso dello stabile: gli allarmi che suonano potrebbero essere un indizio, ma lui si fida di più dei propri sensi di Dragone.

Questo è il famoso Calcio Volante del Gobbo di Notredame

Purtroppo mancano alcuni elementi fondamentali per definire diehardo questo film. Per esempio i cattivi non hanno alcun ostaggio caro al protagonista, cosa che nel sotto-genere aumenta il coinvolgimento emotivo del personaggio, così come hanno un unico piano, al contrario dei cattivi diehardi che di solito mascherano da rivendicazione ideologica una semplice rapina.
In effetti però Doorman (2020), con Ruby Rose dieharda, aveva i cattivi focalizzati su un unico obiettivo, mentre qui la missione è lanciare dei missili in nome di Allah quando invece alcuni dei criminali preferirebbero più soldi e meno missili. Diciamo che è un simil-diehardo.

Oh, fermi tutti, al sesto film hanno azzeccato un’inquadratura!

Oggi il regista Rick Jacobson lo trovate a firmare grandi produzioni televisive come “Spartacus” o “Ash vs Evil Dead“, e ha all’attivo anche parecchi episodi di passate serie di culto come “Hercules”, “Xena” e “Baywatch” – per non parlare dello schizzato “Cleopatra 2525” prodotto da Sam Raimi – ma la sua carriera è iniziata nel rutilante mondo dei filmacci marziali da videoteca.

Al contrario degli altri registi di Corman, che non hanno mai capito il cinema marziale risultando sempre incapaci di gestirlo, Jacobson è stato subito in grado di intuire quali fossero le peculiarità del genere, anche se da qui a saperle gestire non è un percorso facile.
La sua seconda regia in solitaria è Dragon Fire (1993), un ottimo piccolo prodotto fanta-marziale che mette subito in chiaro come Jacobson abbia capito le dinamiche della regia marziale e soprattutto che il rallentatore spacca: del film non frega niente a nessuno, ciò che conta è che i combattimenti siano gagliardi e le tecniche principali siano mandate al rallentatore.
Da quel mitico Dragon Fire arrivano anche un paio di caratteristi, come Randall Shiro Ideishi – il criminale asiatico urlante della foto in alto – e Michael Blanks, un colosso nero degno fratello del mitico Billy Blanks.

Michael Blanks ti spacca in quattro, che due so’ pochi

Tolte un paio di buone tecniche mandate al rallentatore, il film va subito dimenticato, essendo drammaticamente al di sotto di qualsiasi standard qualitativo Corman abbia mai avuto: qualsiasi altro film marziale da videoteca dell’epoca è da Oscar, in confronto a ’sta roba.
Non aiuta avere nel cast Cat Sassoon – della cui sfortunata vita ho già parlato – che malgrado il nome quando la vedi recitare non è «Gatta!» che esclami.

Don “The Dragon” Wilson è tra i produttori del film, perciò il nostro eroe ci crede davvero a ’sta robaccia inguardabile, segno che gli piace essere l’unico gallo marziale del pollaio di Corman e non guarda i film dei suoi colleghi, altrimenti si accorgerebbe di essere fra i peggiori del gruppo.
E purtroppo… la saga continua!

L.

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17 risposte a Bloodfist 6 (1995) Livello zero

  1. wwayne ha detto:

    Il cliché dei parenti tenuti in ostaggio dal cattivo non mi è mai piaciuto. Sia perché è stato utilizzato troppo spesso, sia perché mi dispiaccio troppo per loro, che rischiano la morte per la sola “colpa” di essere imparentati con il protagonista.
    In realtà non sopporto neanche l’altra motivazione principe dell’eroe dei film d’azione, ovvero la vendetta per i parenti morti ammazzati. Sia perché è una versione ancora più radicale del cliché precedente, sia perché non mi piace che sia una motivazione così egoistica a spingere il protagonista. Lui dovrebbe combattere il cattivo in quanto cattivo, non perché c’è un’onta da lavare col sangue.
    Dato che un buon 90% dei film d’azione si basa su uno dei 2 cliché che ho appena menzionato, capisci bene che per me è davvero difficile trovarne uno che catturi la mia attenzione. E lo dico da fan sfegatato del genere. Per fortuna però ogni tanto in mezzo a tanta paccottiglia salta fuori anche qualche gemma.

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  2. Vasquez ha detto:

    Nooooo!!! Come sarebbe a dire che la saga continua?
    Ma percheeeé?!?
    😛

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  3. Lorenzo ha detto:

    Questo l’ho visto settimana scorsa, per non farmi trovare impreparato al momento della recensione 😛
    Dato l’alto contenuto di spari e l’ambientazione militare, caratteristiche che se coniugate in chiave Z in genere apprezzo, non me la sento di stroncarlo del tutto (se devo paragonarlo ad altre opere del medesimo filone).
    Ero convinto che il capo dell’esercito, quello che insisteva col bombardare i terroristi, volesse farlo per eliminare pure Wilson per chissà quale segreto (tipo che era stato lui a degradarlo perché Wilson aveva scoperto un qualche suo traffico losco, roba del genere). Invece si risolve tutto col fattorino che lo sputtana rivelando l’ordine della bambola gonfiabile.
    Poi, ma forse ho capito male io, ha senso bombardare un sito di missili nuclearli per evitarne il lancio?
    Infine, qualche battuta sugli arabi divertente, che oggi sarebbe impossibile fare.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il cinema marziale coetaneo era troppo buono per salvare questo titolo, lo stesso regista con “Dragon Fire” aveva creato un gioiellino, quindi è proprio il Dragone a rovinare i film 😀
      La formula “cammina per corridoio e spara” è ripetuta troppo all’eccesso per potermi anche solo interessare, mentre i cattivi cadono con uno starnuto. Malgrado la totale impossibilità di Wilson di combattere in video, stavolta almeno un paio di scene decenti si riesce ad ottenerle. Anche grazie al colosso Michael Blanks, degno fratello di Billy.

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  4. Cassidy ha detto:

    Siamo passati da copiare male Van Damme a copiare male Die Hard, risultato finale un “Die abbastanza Hard with Dragon”, il cartello vietato l’ingresso mi ha steso dal ridere e grazie per le tante citazioni! Cheers

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  5. Zio Portillo ha detto:

    Ho guardato la locandina con Don che fa la faccia brutta mentre smitraglia e… Mi basta così, grazie. Certo che sbagliare il film pure con un soggetto sicuro come quello di “Die Hard” ce ne vuole!

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Tornato da breve mare mi riaccogli tra le braccia zinefile con Wilson, il fratello di Blanks e la battuta su Cat…grazie di tutto, mi sei mancato! 🙂

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  7. Giuseppe ha detto:

    “Cleopatra 2525”, che ricordi… Mentre questo Jacobson che dirige Don e, in un paio di scene, riesce addirittura a farlo combattere non lo ricordo proprio (presumo quindi che manco questo “Bloodfist 6″ abbia mai avuto uno straccio di passaggio televisivo).
    Certo che le misure di sicurezza di quella base missilistica nucleare… chissà se oltre a “Vietato l’accesso ai malintenzionati” c’erano anche cartelli come “Tassativamente vietato il lancio di missili ai minori di anni 18 se non accompagnati dai genitori” e simili 😀

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sicuramente c’erano anche quei cartelli, anche se non inquadrati 😀
      I film di Corman hanno avuto in Italia una distribuzione pari a zero, per questo mi stupisco che ci siano tanti fan di Roger in giro…

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