The Mummy’s Curse (1944) La vendetta di Ananka

È arrivato in Italia il nuovo film di Tom Cruise, The Mummy, e quindi è il momento di un bel Ciclo Mummie a blog unificati (cliccate sull’immagine sotto per saperne di più).

Il tema è agli sgoccioli e non è che si possa abusare del favore del pubblico: è il momento di mandare la mummia a dormire e dare un taglio alle sue bende.
Già un mese dopo l’uscita di The Mummy’s Ghost la Universal passa un piccolo budget – 123 mila dollari, che però diventano 127 a fine riprese – al prolificissimo Leslie Goodwins per andare a girare qualcosa che assomigli ad un film. Per aiutarlo gli mette a disposizione il set con la giungla preparato per il film Gung Ho! (1943) e vari altri set già pronti da sfruttare, fra cui ancora quello di Inferno verde (Green Hell, 1940) già ampiamente utilizzato dalla saga.
Girato in tempi record (dodici giorni!), il 22 dicembre 1944 arriva nelle sale americane The Mummy’s Curse, che risulta ancora inedito in Italia.
Da notare che il giorno di Natale del 1944 il film è stato presentato in double-bill (doppio spettacolo) con House of Frankenstein, dove c’era sia la “nuova mummia” Lon Chaney jr. sia la “vecchia mummia” Boris Karloff.

Mi sa che il povero Lon Chaney non ce la fa proprio più…

Il precedente film si chiudeva con la mummia Kharis che trascinava con sé in una palude la donna che ormai si era trasformata in Ananka, anche se priva di conoscenza.
Ricordo che la principessa egizia Ananka è il McGuffin storico di questo filone, cioè l’elemento scatenante della trama anche se non appare mai. (Per darvi un’idea di cosa sia un McGuffin, pensate al Keyser Söze de I soliti sospetti: è il centro della trama eppure non lo vediamo mai. O no?)
È dal 1932 che ‘sta mummia cerca di riportare in vita la sua amata principessa ma, film dopo film, c’è sempre qualcosa che glielo impedisce. Ananka la conosciamo nel ’32 che è già morta e sepolta e attrice dopo attrice si ritrova “posseduta” dal suo spirito… fino a quest’ultima materializzazione.

Lon Chaney jr., il regista Leslie Goodwins e la bella Virginia Christine
dal saggio Women in Horror Films, 1940s (1999) di Gregory William Mank

Sono passati 25 anni dal precedente film e siamo nel localino ameno di Tante Berthe (Ann Codee), allegra cantantina che intrattiene i clienti con il suo fisico da scaricatrice di porto e la sua avvenenza da lanciatrice di martello.
Siamo in una Louisiana hollywoodiana dove tutti parlano come turisti francesi in America. Perché essere nati in un luogo anglo-francofono significa che parli inglese con fortissimo accento francese, giusto? In fondo Van Damme s’è finto cajun in Hard Target (1992) proprio per giustificare il suo fortissimo accento.
Però Van Damme era uno straniero che parlava inglese, cioè una lingua non sua: chi nasce in Louisiana credo che sappia parlare inglese meglio di uno straniero…
Per fortuna all’improvviso arriva uno schiavo nero che parla alla sì, badrone, così il quadro degli stereotipi è completo.

Invece del fazzoletto, mi sa che Lon preferirebbe una bottiglia…

Con un livello di dabbenaggine assente nei titoli precedenti, qui la produzione butta a casaccio attori e personaggi assicurandosi solamente che siano il più razzisti e buffoneschi possibile.
Il concetto è che l’ennesimo ridicolo sacerdote del culto di Arkham, Ilzor Zandaab (Peter Coe), ha il compito di riportare in vita la mummia, riportare in vita Ananka e via con tutto l’ambaradam dei precedenti film, con tanto di foglie di Tan che riportano in vita.
Così dopo 25 anni d’un tratto rispunta fuori Kharis la mummia ma soprattutto la principessa Ananka, che nel precedente film si era trasformata e aveva tutti i capelli bianchi ed era vecchia ed era rugosa: si sa che il fango della Louisiana ringiovanisce, così quella che esce dalla palude è la splendidamente affascinante Virginia Christine, che un paio d’anni dopo inizierà la sua sterminata carriera televisiva.

Questa sì che una principessa Ananka!

Davvero impressionante la scena in cui la donna fuoriesce dalla palude in forma di mummia e poi, agitandosi e contorcendosi, si trasforma in avvenente giovane donna: eh no, purtroppo quest’ultima parte della scena non la vedremo mai.
Che sia stata girata è sicuro, lo racconta anche l’attrice stessa, ma sembra che la Maledizione della Mummia preveda che ogni film della saga abbia una sequenza che finisce sul pavimento del montaggio: girata a fine agosto 1944, questa scena è scomparsa nel nulla ma ha lasciato una storia davvero inquietante dietro di sé.
Appena firmato il contratto, Virginia Christine venne chiamata dal Maestro Jack Pierce che alla Universal era signore assoluto dei mostri: voleva studiarla per capire quale sistema innovativo poteva creare per trasformarla in mummia e soprattutto il sistema di girare una scena in cui “ringiovanisce”.

«Misero in programma la scena del “ringiovanimento” per l’ultimo giorno di riprese – racconta l’attrice, – perché così se mi avessero ucciso nel processo il film si sarebbe comunque potuto completare.»

Ok, quando mi lamento delle condizioni in cui mi tocca lavorare… penserò a questo aneddoto!

Tranquilla, Virginia: al massimo sei già mezza sepolta!

Cosa c’è da dire su questo film? Che ormai la mummia è diventata il fantasma di se stessa, una parodia. Almeno nei primi sequel si poteva apprezzare la messa in scena, certe atmosfere in bianco e nero che hanno un fascino senza tempo, ma ormai siamo caduti nell’umorismo involontario: è davvero il momento di chiudere.
Come in tutti gli altri film la mummia muore alla fine ma stavolta è per sempre… Be’, ora non esageriamo: nel cinema non c’è niente di più breve che un “per sempre”…

Bibliografia

Women in Horror Films, 1940s (1999) di Gregory William Mank
The Mummy Unwrapped (2003) di Thomas M. Feramisco

L.

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11 risposte a The Mummy’s Curse (1944) La vendetta di Ananka

  1. Cassidy ha detto:

    Che poi l’idea della giovane donna mummia che ringiovanisce, diventerà il modello per tutti i film a venire, perché quando si parla di film di mummie al cinema, vediamo sempre le stesse tre scen: Ringiovanimento, qualcuno mummificato e sepolto vivo, e in era più recente, tempeste di sabbia 😉

    Sulla questione accenti sono molto d’accordo, a me fa morire quando nei film americani, personaggi stranieri parlano un perfetto inglese (con accento) pieno di parole complicate, ma poi buttando dentro un “Nein” (nel caso dei tedeschi) o un “Oui” (nel caso dei francesi) al posto di parole semplici come “Si” oppure “No”. Ma ancora meglio, quando due personaggi stranieri, parlano tra di loro in inglese, meraviglioso! 😉 Cheers

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  2. Conte Gracula ha detto:

    Anche allora avevano il vizio di rifare e rifare sempre gli stessi film, peggiorandoli…
    Agghiacciante la storia della trasformazione della mummia in bellona: nel caso l’avessero uccisa nel processo? Alla faccia del sindacato!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E il bello è che Lon Chaney si lamentava che il costume gli prudeva, mentre la sua collega rischiava la vita! 😀
      Ho visto un bel documentario su Chaney e hanno fatto vedere brani dei film del padre, che – come tutte le star dell’epoca – faceva cose assurdamente dannose e si buttava in scena senza protezioni. E’ un mistero come gli attori dell’epoca non siano morti tutti giovani! Trucchi tossici in faccia, stunt senza protezioni e alcol ingollato a litri ogni giorno… e sono morti tutti anziani! E oggi si fa la guerra all’olio di palma…

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      • Conte Gracula ha detto:

        Sui 400 calci, definiscono la recitazione di Tom Cruise nella Mummia “Tom che cerca di uccidersi” perché si fa gli stunt da solo. XD
        Forse quell’uomo dovrebbe smetterla di fingersi un attore e fare solo lo stuntman 😛

        Riguardo a ‘sti tizi del passato che arrivano alla vecchiaia facendo cose folli… bisogna vedere come ci sono arrivati: anche oggi, la medicina ci permette di superare gli ottanta, spesso, ma ci maltrattiamo così tanto da arrivarci un po’ male in arnese, per usare un eufemismo!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Pensa a tutti i pipponi alimentari che tocca subire, dalle erbe al vegano a tutto il resto, e la gente muore giovane lo stesso: Lon Chaney jr. s’è bevuto l’intero Kentucky per tutta la vita ed è morto nel suo letto a 70 anni!

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      • Conte Gracula ha detto:

        Al limite, si può discutere di quanto siano realmente salutari certi regimi (prepariamoci per la shitstorm): so da quando ero bambino che non bisogna eccedere con la carne, ma eliminarla del tutto dalla dieta non ritengo sia salutare. Idem per derivati come uova, latticini etc.
        Ammetto di non essere un dietologo o un medico, ma la laurea non ha mai impedito nemmeno ai titolati di scannarsi tra loro 😕

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Anche perché le mode cambiano ogni giorno. “Hai sentito? Le uova fanno male: devi mangiare due kiwi al giorno su un piede solo”. Mangiare un po’ di tutto senza eccedere – al di là di proprie intolleranze o allergie – è la dieta migliore. Perché in fondo proprio i disturbi alimentari sono un sintomo del benessere e quindi dell’eccesso: come dice Chris Rock, in Africa nessuno è intollerante al lattosio! 😀

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  3. Giuseppe ha detto:

    Dove si dimostra -se mai ce ne fosse ancora bisogno- che gli inevitabili limiti e raffazzonamenti vari dovuti a una serializzazione troppo “stretta” e di volta in volta meno curata possono uccidere persino la Mummia 😉
    Di sicuro, è un peccato che la sequenza del ringiovanimento di Virginia Christine/Ananka ad opera di Jack Pierce sia stata esclusa dal montaggio finale (per non parlare dell’aneddoto sul potenziale grosso rischio dovuto a un innovativo processo di make-up che, da solo, fa venire i brividi assai più del film vero e proprio)…

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