Visions (2015) Ho visto un Blum…

Dopo la bella sorpresa dell’ottimo Get Out (2017) e il divertente Auguri per la tua morte (2017) ho aperto un credito alla Blumhouse: film come The Darkness (2016) e Split (2016) me l’avevano fatta catalogare come una delle infinite case produttrici di inutili filmacci che di horror non hanno proprio nulla. Però poi ho cominciato a guardarla con un altro occhio, e spararmi il ciclo Insidious ha ampliato il credito: vuoi vedere che Jason Blum cacciando pochi soldi in realtà sta stimolando gli autori a divertirsi con le storie, che tanto più di quello non otterranno? In fondo i quattro Insidious hanno tantissimi difetti ma Leigh Whannell ha provato anche qualche nuova strada, così come Auguri per la tua morte prende un copione già scritto identico dieci volte e ci gioca, divertendosi in una variazione su tema.

Dopo i disastri inguardabili di filmacci costati 100 milioni di dollari (ogni riferimento al devastantemente brutto Alien: Covenant e al giusto divertente The Predator è puramente voluto), vuoi vedere che invece il nostro Blum ha capito la Verità del cinema? Che i registi sono come Soldatino, il cavallo dell’avvocato De Marchis che meno mangia e più corre, in Febbre da cavallo (1976).

La Blumhouse è andata in tilt!

Portato in DVD e Blu-ray nell’agosto 2017 dalla Midnight Factory, specializzata in horror banali ma fatti bene (anche provenienti dalla Russia), becco per puro caso Visions trasmesso da Cielo in seconda serata mercoledì 19 settembre 2018: avevo messo la pen drive a registrare i mostracci in prima serata (che se tutto va bene presento domani) e questo è venuto subito dopo.

Un titolo “visionario”

Il californiano Kevin Greutert fa un po’ di tutto nel mondo del cinema, e ogni tanto pure il regista, come in Saw 6 (2009) Saw 3D (2010) ed Oscure presenze (2014): averli visti tutti e non ricordarne una sola scena non la imputo una mancanza del regista bensì dei relativi sceneggiatori. E, a tal proposito, qui abbiamo Lucas Sussman, che l’unico altro film scritto è Below (2002), all’epoca spacciato come filmone dell’anno ma che invece ho trovato di una noia vacua disarmante. Sarà l’occasione di riscatto per lo sceneggiatore?

Ma quanti nomi ha la Blumhouse?

Siamo nella regione dei vini in California, dove Eveleigh (Isla Fisher) e suo marito David (Anson Mount) hanno comprato una piccola industria vinicola dando fondo ad ogni risparmio. Hanno però bisogno di cambiare vita, dopo un brutto incidente d’auto che quasi si portava via Eveleigh.
La donna ora è incinta e per non rischiare problemi con il bambino si rifiuta di prendere quei tranquillanti che tutti le impongono – compreso il dottor Sheldon Cooper, cioè un inspiegabile ed inutile cameo di Jim “Big Bag Theory” Parsons – e la situazione si scalda quando è chiaro che sta avendo delle visioni. Cosa sta vedendo?

Fidatevi del dottor Cooper

A questo punto il film l’abbiamo già visto, è un tema trattato ed abusato all’infinito e qui non c’è alcuna differenza. La donna vede cose, incontra gente, vede gente e incontra cose. Chi sono quelle ombre che le capita di vedere? E quelle luci? E quelle monete dritte sul comodino? Ma soprattutto, che ce ne frega a noi? Il fatto poi che ogni singolo personaggio la tratti come una mentecatta che ha bisogno di essere rinchiusa rientra perfettamente nella trama che abbiamo già capito.
Mettiamola così, se non fosse per la meravigliosa fotografia di Michael Fimognari – un autentico capolavoro! – il film annoierebbe di brutto fino alla fine. Ma…

L’attacco del manichino assassino!

Se per tutto il corpo del film ci si limita ad una minuscola variazione sul tema, ad un certo punto è come se tutti si svegliassero e iniziasse il divertimento. Non vi rivelo niente, ma d’un tratto ci si rende conto che quello che sembravano riempitivi, scene noiose buttate là e anche abbastanza banalotte, che tanto abbiamo capito dove va a parare il film… Ecco, scopriamo che non era lì, che andava a parare!
Il finale del film secondo me riscatta tutto, anche se rimane la dicotomia di un prodotto noioso per tre quarti e vispo e intrigante nella parte finale. Non sto dicendo che è roba nuova, mai vista, ma almeno è roba viva, e visto che si parla di fantasmi è un bel controsenso.

Davvero un rude awakening

Il mio consiglio dunque è di vedere il film ma di tenervi pronti ad una maggioranza di scene scontatissime prima di un finale molto meno scontato del previsto. Potrei anche dirvi di “andare veloce”, ma il problema è che nel finale si tirano le fila di tanti indizi lasciati durante il film, che se avete perso rischiate di non capire o comunque di non apprezzare.
Quindi sta a voi decidere se vale la pena affrontare un film un po’ noioso per gustarsi un bel finale.

L.

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25 risposte a Visions (2015) Ho visto un Blum…

  1. Zio Portillo ha detto:

    Credo di averlo visto, più per la (bella) presenza della Fisher che per altro, ma non lo ricordo molto. Giusto qualche flash con la Longoria (vicina di casa?) e Sheldon Cooper medico. Però ricordo il finale e il suo twist diverso dal solito e non sgamabile. Diciamo che ho visto film molto di peggio di questo.

    Molto interessante invece il discorso su Blum e sul suo budget striminzito che costringe gli sceneggiatori e i registi a spremersi le meningi. Può essere una chiave di lettura interessante e che condivido in pieno.

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  2. Evit ha detto:

    Con la recensione mi hai incuriosito, con la battuta “i registi sono come Soldatino” mi hai quasi ucciso.

    Blumhouse sti sta piano piano riscattando con film che rimangono piccoli ma godibili. Spero che non provi a fare il salto al blockbuster, quello che costò la vita alla Cannon

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Purtroppo l’evoluzione sembra per forza quella: film di merda, ne azzecchi uno buono, due carini, fai salto e ritorni nella merda.
      L’abbiamo visto con la Asylum, che nel 2010 aveva riscattato anni di lordume iniziando a fare film divertenti che facevano impazzire tutti (molto prima di Sharknado), così si è montata la testa e ora fa film molto più di merda di quanto ne facesse prima.
      Il percorso è tracciato, è sicuro al 100% che Blum tornerà nella spazzatura, tutto sta a goderci il suo periodo d’oro 😉

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      • Evit ha detto:

        Quando ti chiami Blum e la tua massima aspirazione è “un’inaspettata sorpresa” (tipo Get Out) chiaro che la merda rimane il tuo pane quotidiano 😄
        Però molto più rispettabile di certi vecchi rincoglioniti, Scott ce l’ho con te.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Basta pensare sempre a Scott per trovare geniale chiunque altro 😀
        Così come basta pensare a quanto Blum ha puntato su quella inutile buffonata di “Split” per capire che rimane sull’orlo del baratro destinato a caderci dentro, appena la fortuna smette di fargli azzeccare film.

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  3. Evit ha detto:

    Tra l’altro il prossimo episodio della nostra serie “i videocommentatori” sarà proprio su un film della Blumhouse che sembra avere qualcosa in comune con questo: le parti noiose che poi si spiegano alla fine.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ho notato che è un nuovo genere narrativo: “Prima te le rompo, poi te le riaggiusto”.
      L’altro giorno ho visto “Ghost Stories”, il filmone di fantasmi che per fortuna è già dimenticato. E’ una merdina per il 99% del film poi arriva il colpone di scena finale che non vale niente e ti accorgi solo di aver buttato via tempo.
      Diciamo che è un genere dove è facile fallire, se il colpone di scena finale non è all’altezza della rottura di palle del resto del film. Per questo ho apprezzato questo titolo di Blum, sia per una fotografia da applauso che ti tiene compagnia durante la noia, sia perché ha un finale che secondo me merita la visione.

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  4. Cassidy ha detto:

    Un Blum che mi manca? Cavolo devo andare a cercarmelo! Grazie per le citazioni ma soprattutto per l’analisi, Jason Blum sembra l’allenatore della palestra di provincia, che toglie tutti i fronzoli agli atleti che si porta a casa. Per ora si sta muovendo con astuzia, mettendo le mani sul film povero per eccellenza ovvero “Halloween”, che poi è il padre nobile del metodo con cui Blum produce i suoi film, budget bassissimo alti incassi. Dovesse andare bene quello, non escludo di vedere Blum allungare le sue manine su altre saghe famose. “Split” è già stato un azzardo, e il suo seguito “Glass” lo sarà ancora di più, insomma è chiaro che le aspirazioni siano l’espansionismo, ma per restare in campo strettamente horror, considerando la concorrenza di robaccia tipo “The Nun” o “Slender Man” (costati entrambi molto di più) sta vivendo di prepotenze 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ah be’, se la concorrenza è il Conjuverse o gli horrorini da barzelletta, Blum diventerà il Re assoluto 😀
      Visto che gli Halloween storici per puzza arrivavano a 3 milioni di budget, i 5 di Blum sembreranno una sciccheria, ma l’importante sarà la trama: se azzecca un buon Halloween – anche solo minimamente decente – Jasone avrà davvero trovato il Vello d’Oro e sarà King Blum ^_^
      Lo aspettiamo tutti al varco…

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  5. Austin Dove ha detto:

    Because when i shop the world gets better.
    Isla Fisher è sempre qualità.

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  6. Vincenzo ha detto:

    da fan di Sheldon non posso definire inutile nessun suo cameo…
    anzi ti dirò che vedrei il film solo per quello 😉
    (ma del resto ognuno ha i suoi problemi 😀 )

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  7. Il Moro ha detto:

    Devo dire, francamente, che non so se ho voglia di vedere un film noioso per tre quarti solo per il finale…

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  8. Giuseppe ha detto:

    Mi associo al dubbio: Blum o non Blum, prima di iniziare a sopportare tre quarti di noia per arrivare ad un unico quarto di sorpresa decente devo rifletterci per bene 😉

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  9. Pietro Sabatelli ha detto:

    Concordo su tutto, anche se personalmente mi ha lasciato davvero pochissimo alla fine..

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