Soddisfatta dalla miniserie Death Valley, la Dark Horse Comics di Mike Richardson lascia che Alan Grant continui il discorso iniziato nell’universo di Terminator, e nell’agosto del 1999 parte una nuova miniserie: The Dark Years, con i disegni di Mel Rubi.
L’azione si divide fra la New York del Capodanno 1999 in attesa che inizi un nuovo anno ricco di promesse, dove tutti sono erroneamente convinti che inizi un nuovo millennio col Duemila – lo sapete tutti che il millennio inizia dal 2001, vero? – e il solito inflazionato 2030, dove i soliti ribelli sfuggono alla solita Skynet che manda loro addosso i soliti T800.
Durante una fuga rocambolesca da un Terminator, Sarah Connor rimane ferita e John dovrà portarla in ospedale mentre un T800 è intenzionato a farli a fettine; il John del futuro invece trova un nuovo alleato in Norden, che aveva già incontrato nella Death Valley, e nella donna misteriosa da questi salvata dalle macchine: Selina.
Il John del ’99 corre per tutta New York cercando di seminare il Terminator, mentre quello del futuro organizza un colpo fatale in un rifugio dove Skynet sta portando avanti strani esperimenti.
Gli “strani avvenimenti” sono in realtà un sistema nuovo di zecca escogitato da Skynet per infiltrarsi tra i ribelli: invece di costruire persone, è decisamente più proficuo “riprogrammare” la mente di alcuni umani condizionandoli a lavorare per le macchine. Questo significa che non basta aspettarsi un traditore che sembri umano, perché ora è umano.
Malgrado questa ottima trovata, quattro numeri sono troppi per una trama praticamente inesistente: John scappa nel presente e organizza un attacco nel futuro. Stop.
Curiosamente nelle note finali la Dark Horse stila la lista dei fumetti di Terminator apparsi fino a quel momento di tutte le case, cioè esattamente i post che avete letto finora ogni mercoledì. La novità è che viene specificato che SOLO Death Valley e questo The Dark Years rispettano la continuity della saga mentre gli altri sono tutti apocrifi: non mi sembra affatto che le altre storie siano in contrasto – a parte ovviamente la nascita di Jane Connor! – si incastrano perfettamente tra di loro, anche quelle delle altre case!
Una mossa campanilista che non mi aspettavo, dalla Dark Horse dell’epoca.
L.
- Cyber-Tracker 2 (1995) Dagli archivi segreti di Italia1
- [Italian Credits] Terminator 4 (2009)
- [Italian Credits] Terminator 2 (1991)
- [Italian Credits] Terminator Genisys (2015)
- Trancers 1 (1984) Un poliziotto del futuro
- Quando Michael Biehn non era più in T2 (1991)
- Quando Michael Biehn era in T2 (1991)
- Terminator Saldapress 2 (novembre 2019)
- Terminator 6 (2019) Noo fate!
- [Soundtrack] La saga di Terminator
Ma perché hanno delle idee buone, e poi non le portano avanti? Cavolo questo è andata proprio sprecata, poteva essere un ottimo spunto. Cheers!
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Forse la DHC temeva una migrazione dei propri lettori verso le case concorrenti, “colpevoli” di aver trattato lo stesso franchise? Perché l’accusa di apocrifia regge poco, specialmente davanti a lettori attentì che continuità e non-contraddizioni tra una storia e l’altra le vedono eccome… meglio sarebbe stato portare avanti l’idea della riprogrammazione mentale, invece di fare le pulci alla continuity esterna alla casa editrice.
P.S. Io un Terminator, ai tempi, l’avrei spedito a tutti quelli si che esaltavano per il “cambio di millennio”, “vivere nei primi anni del nuovo millennio”, ecc. ecc. (come se a loro cambiasse davvero qualcosa) 😛
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Il nuovo millennio era la moda del momento, dimenticata in fretta come ogni altra moda, senza lasciare alcuna traccia. O magari lasciando tracce in opere di cultura popolare come questa 😛
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