50 anni di Vampirella! (5)

Cover di Michael Kaluta

Dopo una falsa partenza nel 1988, la Harris Comics lascia passare qualche anno e poi ci riprova: possibile non si riesca a… riportare in vita una vampira?

«La resurrezione di una vampira popolare non è niente di strano. (Dopotutto, è quello che i vampiri sanno fare meglio, no?) Ma fino alla sua rinascita Vampirella è stata morta per quasi dieci anni: ragazzi, nel mondo dei fumetti è l’equivalente di un’èra geologica!»

Il simpaticone che scrive queste parole non si firma, ma quello che ho tradotto è un passaggio preso dall’introduzione che “The Previews Stuff” scrive per la ristampa del 1993 di un fumetto non certo memorabile ma molto importante nella vita della nostra vampira preferita: Morning in America.

«Nel 1992 grazie a tipi come Clive Barker, Neil Gaiman e Monks & Lisner i fumetti horror sono di nuovo fichi [cool again]. Riuscite a sentire lo scricchiolio di una bara che si apre? Dovreste…»

Grazie a questa rinnovata passione per l’horror a fumetti – che in Italia all’epoca ben conoscevamo, visto che (giusto per citare qualche titolo) nel 1990 la PlayPress ci portava in edicola i fumetti di Freddy Krueger e la ghiotta testata “Hellraiser. Gli incubi di Clive Barker”, degni compagni di viaggio del nostrano Dylan Dog – Harris Comics ci riprova e stavolta si fa aiutare dalla Dark Horse Comics, che nel 1992 è fra le regine assolute del fumetto indipendente. E lo sappiamo tutti come lo è diventata: grazie agli xenomorfi, ma questa è un’altra storia

«Bando alla nostalgia. Gli anni Settanta sono finiti: il poliestere è morto, Vampirella è viva! Il luttino è finito: fate iniziare il mattino [The mourning has ended; let the morning begin].»

Malgrado il sito della Dark Horse riporti l’ottobre 1992 come data di uscita della storia, il copyright di Morning in America è il 1991 e la conferma arriverà più avanti. Kurt Busiek ci porta nella Washington D.C. di oggi, dove l’onorevole Adam Van Helsing è ossessionato dai casi di persone scomparse: da dieci anni ne cerca una, senza successo…

Intanto le forze del male si riuniscono proprio nei palazzi del potere di Washington per confermare una notizia per loro splendida: Vampirella, la fiera paladina che per tanti anni li ha combattuti e ha fermato i piani malvagi del Caos… finalmente è morta.
Qui è necessario aprire una parentesi e chiedersi: Vampirella è buona o cattiva?

Parlando con il mio lettore SAM, esce fuori che molti considerano Vampirella appartenente alla categoria delle bad girls, il che mi stupisce alquanto: o non hanno mai letto una storia del personaggio (il che è facile) o bisogna metterci d’accordo su cosa voglia dire “ragazze cattive”.
Vampi nasce in un’epoca di eroine che giocavano con i generi e soprattutto… finivano in -ella! L’innovazione portata dalla francese Barbarella nel 1964 nel fumetto fantastico, seguita dalla compaesana Auranella nel 1966 – che in Italia poi diventa Uranella – nel 1969 porta la nostrana Astrella nel fumetto di fantascienza e l’americana Vampirella in quello horror, in attesa che l’Italia entri nel “gioco delle elle” in chiave più erotica, con le future Maghella (1974), Sorchella (1974), Pornella (1981) e Casinella (1984). Sono tutte bad girls? Temo che sia una domanda senza senso…

Con lo sviluppo del personaggio negli anni Settanta, la nascita di varie origini e vari percorsi narrativi, Vampirella ha attinto ad altri tipi di schemi: l’eroina seriale, che avventura dopo avventura affronta i problemi che le si pongono, tira calci quanto basta, mostrando quanto più pelle possibile, risolve la situazione. Proprio come dal 1963 faceva Modesty Blaise nel fumetto spy action e dal 1977 farà Axa nel fumetto fantasy, mostrando molte più parti del suo corpo di quanto farà mai la castissima Vampi.
Visto poi che la nostra vampira combatte le forze del male e aiuta gli innocenti, trovo davvero immotivato chiamarla bad girl.

A pensarci bene, però, quest’etichetta viene dal mondo americano. Vampirella è un’immigrata clandestina, non battezzata e disinteressata al Vero Dio, una donna indipendente, libera e sessualmente attiva senza essere sposata… Ah, ecco perché è una “ragazza cattiva”!

L’avete evocata… e lei è tornata!

In questo 1991, dunque, l’ascesa al potere degli adepti del Caos ma soprattutto la setta legata alle Crimson Chronicles fa sì che la nostra eroina torni in campo, in una storia da più di duecento pagine piena di magie e tematiche da film horror. Onestamente questo ritorno sulla scena lo trovo parecchio noioso.
Molto più divertente l’albetto di una cinquantina di pagine uscito nell’agosto 1992, dal titolo Vampirella’s Summer Nights.

Cover di Arthur Adams

Steve Englehart ci racconta che la nostra eroina ha mollato i suoi storici compagni – Pendragon e Adam Van Helsing – e ora vaga per la Terra alla ricerca di se stessa: quali saranno le sue vere origini? Il pianeta Drakulon sembra ormai un falso ricordo, indotto dalla droga da cui l’eroina (ah!) si è disintossicata, quindi da dove viene Vampirella?
Mentre si fa queste domande, la nostra vampira viene aggredita da dei bulli e li concia per le feste; arrestata e portata via, l’auto della polizia si guasta in aperta campagna, davanti all’inquietante vecchia casa di due loschi figuri, ognuno… zio dell’altro!
In realtà si tratta di Eerie e Creepy (l’antenato del nostro Zio Tibia) che hanno seguito Vampirella dalla Warren alla Harris/Dark Horse.

Mantenendo lo schema a storie brevi, salvata la nostra eroina si passa ad altro: inizia una serie di storie scritte di nuovo da Kurt Busiek, che riprende Van Helsing e la sua guerra ai demoni di Washington.
Per quanto possa valere il mio giudizio, sono storie di una noia mortale, ma a quanto pare funzionano. Non per le storie in sé, ma perché davvero in questi primi anni Novanta l’horror sta infiammando il mondo del fumetto: c’è spazio anche per una “cattiva ragazza” del ’69.

(continua)

L.


Scheda delle storie citate:

Morning in America
Quattro volumi, Harris Comics / Dark Horse Comics (1991)
di Kurt Busiek e Louis La Chance

Vampirella meets Creepy and Eerie
da “Summer Nights”, Harris Comics / Dark Horse Comics (agosto 1992)
di Steve Englehart e J.J. Birch

The Reach of the Dead
da “Summer Nights”, Harris Comics / Dark Horse Comics (agosto 1992)
di Kurt Busiek e Dave Cockrum

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18 risposte a 50 anni di Vampirella! (5)

  1. Celia ha detto:

    Bad girl proprio no, anche se la tua spiegazione di matrica “italica” della cosa è convincente.
    Se lo fosse lei, dovrebbe esserlo anche Tesla Dubcek, la mia adorata, e direi proprio di no.

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Alla citazione di Pornella la mia commozione ha raggiunto livelli inauditi 😁😂

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  3. Giuseppe ha detto:

    Bad girl? Anche basandomi sui non moltissimi suoi fumetti che sono riuscito a leggere, non ho mai avuto quest’impressione, in effetti…

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  4. Austin Dove ha detto:

    Mmm … nn mi piacciono i disegni di tutti i fumetti mostrati in questa tappa :/

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  5. SAM ha detto:

    Bè “bad girl” intesa come “ragazzaccia” , che non vuol dire proprio cattiva, ma neppure casa e chiesa ( e Vampirella non lo è).
    Poi come detto, per la morale americana , una donna come Vampirella, che uccide ( e all’ epoca i supereroi Marvel e DC non uccidevano ), va in giro mezza nuda , ha legami con magia nera e il demonio ed ha rapporti intimi con uomini al di fuori del matrimonio. , non può essere considerata un membro rispettabile della comunità.
    Faccio notare che Creepy ed Eriee non sono antenati di Zio Tibia, sono proprio loro : nel senso che la Mondadori li ri-battezzò nei 3 famosi volumi degli anni 70 dove appaiono , come Zio Tibia e Astragalo ( dal nome di un osso del piede ).
    Nomi riutilizzati dalla Mediaset per i due personaggi del famoso show notturno .

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Appunto, è in quel senso che uso il termine “antenato”.
      Tutti i personaggi che combattono il male hanno contatti con il male, quindi sono “bad boys”? Vampirella non ha “legami” con la magia nera (il demonio credo non sia mai stato citato nella sua saga), combatte i mostri, e non mi sembra giusto che venga giudicata simile ai mostri che combatte. Non lo si fa per nessun altro personaggio positivo, perché mai si dovrebbe fare con lei? 😛
      E Vampirella non uccide umani: uccide i mostri che vogliono uccidere umani. Quindi ha tutte le caratteristiche della giustiziera seriale positiva: ecco perché qualsiasi riferimento alle “bad girls” lo trovo davvero fuori luogo.

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      • SAM ha detto:

        Ma ripeto, “ragazzaccia ” non vuol dire “parente di Manson ” : per la morale americana, di sicuro Santa non è , visto che uccide esseri umani ( ma solo chi merita: però nella prima storia in B/N ammazza un astronauta innocente ) e ha una vita sessuale “libera”
        Tioeni conto che il termine bagirls è anto in maniera ironica per indicare delle anti-eroine , delle “ribelli ” che non baciano la bandiera americana e cucinano torte di mele : a parte Lady Death, davvero “Bbad” , le altre tizie non pensano a salvare il Mondo , far rispetare la giustizia o che, ma solo a sopravvivere in mondo a loro ostile .

        Per il resto, c’è questa breve storia di Bruce Timm che risponde agli altri tuoi punti

        https://comicsalliance.com/vampirella-bruce-timm-ty-templeton-complete-short-story-dynamite-art-of-exclusive/

        Insomma, un pò cattivella Vampi lo è dai ( di quelle che prima fanno gli occhioni da cucciolo, e poi tirano fuori le zanne ) !

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  6. Pingback: 50 anni di Vampirella! (6) | Il Zinefilo

  7. amleta ha detto:

    Io bambina che scopro dei fumetti nascosti un una vecchia casa di campagna: vampirella, Tex, Dampyr, Dylan Dog e altri più ” hot”. Ovviamente cosa poteva acquisire la mente di una bambina piccola? Bei ricordi per me di un’infanzia selvatica in campagna, io che ero bimba di città in cerca sempre d’emozioni strane 😆

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