Questa inutile vaccata di film ci permette di viaggiare fino all’alba della “casologia italiana”: quando i cinema ancora non sciabordavano di film scelti a caso e a cui veniva affibbiata una “Casa” nel titolo, spesso senza ragione. In un periodo, dunque, in cui… non c’erano Case in Italia!
La Casa (1981) di Sam Raimi arriverà solamente nell’agosto 1984 e siamo ancora lontani dalle secchiate di film il cui titolo inizia con “La casa a…”, “La casa su…”, “La casa de ‘sto…” e via dicendo.
Prima di tutto, dunque, c’è La casa di Mary. (Essendo questo speciale un work in progress non è escluso che ulteriori ricerche mi portino a correggere in futuro questa affermazione.)
Alcune fonti, anche dell’epoca, dicono che il film sia tratto da un fantomatico romanzo di Michael O. Sajbel di cui non esistono tracce: visto che Sajbel è un normale sceneggiatore, facile che sia solo una leggenda metropolitana.
Il film originale, Superstition, pare che esca negli USA solamente nel gennaio 1985: essendo questo titolo una fetecchia noiosissima, probabilmente gli americani non lo volevano nei propri cinema. Eppure è un prodotto Carolco… No, non è una casa che si chiama come quella di Terminator 2 (1991), è proprio quella Carolco, anche se per vergogna è passata da Carolco Entertainment a Carolco Pictures.
Così ‘sto filmaccio esce prima nel nostro Paese, il 28 agosto 1982. Gira meno di un paio d’anni nei cinema – una media molto bassa, per l’epoca – e dal 17 maggio 1985 approda nelle TV locali.
La RCA-Columbia Pictures (anche nella mitica versione economica “Winners”) lo presenta in una pregiata VHS dal 1985 (data incerta), mentre è provata l’uscita in VHS dell’agosto 1989: la famigerata Quadrifoglio lo porta in DVD dal 23 maggio 2012.
Tutto è cominciato quando in quella casa è entrata la famiglia Moncler, che poi è stata ritrovata tutta appesa… Capito? Moncler… come i giacchetti… Tutti appesi… Va be’, faceva più ridere nella mia testa.
Strani avvenimenti ruotano intorno ad una casa al lago, che in realtà è una catapecchia davanti a una pozzanghera maleodorante: possibile che non ci fossero altre location migliori disponibili?
Quando arriva la famiglia Leahy – che non ha il minimo peso nella storia – padre Thompson (James Houghton) prima si studia bene il sedere delle figliole, poi si dedica alle ricerche bibliografiche.
Consultando il Summa ius inquisitorum (o una qualche minchiata simile), Thompson studia la vita dell’inquisitore Andrew Pike (Robert Symonds) che nel 1692 ha processato e dato fuoco ad una strega.
Qui scatta il “momento doppiaggio” dedicato al mitico blog Doppiaggi Italioti: abbiamo così una esorcizzazione e un inquisimento. Perché dire “esorcismo” e “inquisizione” faceva troppo provinciale: trattandosi di un antico libro del Seicento bisogna parlare come beoti…
Siamo in anni in cui il Mito Amityville regna potente – il film, non il libro né il “vero caso” – quindi ricopiamolo: c’è un demone in cantina che fa rumore, ma in realtà è la strega tornata a rompere le balle.
L’inquisitore nel Seicento aveva fermato il potere della strega mettendoci una croce sopra… nel vero senso della parola! Ora la famiglia Leahy fa dei lavori e sposta la croce, liberando la demoniaca presenza.
Con sequenze noiose e imbarazzanti comincia il massacro, però è incredibile come nei primissimi anni Ottanta si potessero ancora mostrare bambini maciullati!
Padre Thompson mette una croce sopra alla strega in forma di bambina e vissero tutti indemoniati e contenti.
La micidiale pochezza de La casa di Mary sì che mette paura: va be’ che è uno dei progenitori del genere, spinto in seguito sicuramente dai suoi cloni, ma di per sé è davvero una storiellina stupida resa malissimo e recitata peggio.
Se non altro fa rivalutare di molto gli altri “La Casa…” che l’hanno seguito.
L.
P.S.
Vi segnalo la recensione di Malastrana VHS.
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L’Antico testo “Scemum qui leggem” vince il premio “Chiudete Internet” della giornata 😀
Il mercato della case in Italia non è mai stato in crisi, al massimo le inventavamo 😉 Cheers
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Negli anni 80 c’è stato il vero boom delle Case: ce n’era per tutti 😛
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Il terribile “Scemum qui leggem” 😀 aveva una strana iscrizione in quarta di copertina: “Tantum stultus idiotam qui leggem comunquem pervenit semper. Verum est, pater Thompson?” 😛
Visto in tv ai bei tempi, quando alla parola “censura” si poteva ancora rispondere con sonore pernacchie… ricordo quella sega circolare che non aveva grande simpatia per i religiosi 😉
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Ah è vero, una scena tutto sommato ispirata e sorprendente. Anzi, una scena… tagliente 😉
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Sono laureato in “casologia” avendo visto quasi tutti i film horror con casa nel titolo. Ecco, questo film è quel “quasi” ma, alla luce della recensione, credo che non completerò la collezione 🙂
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ahaha non mi sento certo di consigliartelo! Non credo però sia peggio di tanta robaccia “casologica” arrivata da noi 😛
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Ah beh, questo non posso perdermelo, poi con quelle chicche linguestiche…comunque a proposito di case pre-Casa del 1981, ti segnalo La Casa delle Finestre che Ridono che tutti decantano come bellissimo e che io non ho sopportato neanche un po’
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Mi unisco: non amo Avati e non ho mai sopportato quel film.
Non so quanto ha influito perché è del ’76 – prima cioè di Amityville – e quindi forse non è stato influente sulla “titologia casalinga” italiana…
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Si beh l’influenza penso sia stata prossima allo zero
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Se capita lo rivedrò, per stabilire se inserirlo nel ciclo “ghost house” o meno. Ma preferirei caldamente di no…
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No, te lo sconsiglio altrettanto caldamente, anzi guardati La Croce dalle Sette Pietre…
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Grazie della dritta ^_^
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