Due piccole case come Snoot Entertainment ed HanWay Films investono ben poco in un piccolo film: un milioncino di bigliettoni, addirittura meno della regina del risparmio Blumhouse, che di solito ne investe quattro.
Distribuito a livello capillare da Lionsgate, il 10 settembre 2011 viene presentato al Toronto International FIlm Festival You’re Next, che uscirà in patria solamente due anni dopo.
La Eagle Pictures lo porta nei cinema italiani dal 19 settembre 2013 (fonte: ComingSoon.it), poi la stessa casa lo porta in DVD e Blu-ray dal 12 marzo 2014.
Il regista Adam Wingard non è certo carente in ambizione, visto che dopo diversi episodi in film-contenitori ha provato a fare il “salto di qualità” con l’inguardabile Blair Witch (2016) e il contestatissimo Death Note (2017): non ci resta che aspettare il suo Godzilla vs Kong (2020).
Lo accompagna il fido sceneggiatore Simon Barrett, che ha un curriculum più folto ma poi si è votato anima e ccore a Wingard.
Una notte fredda nel Missouri. Una famiglia ben poco unita che si riunisce in una casa sperduta fra i boschi, per stare vicina alla mamma malata. Fratelli che litigano, come sempre. Uno si alza e si affaccia alla finestra perché ha visto qualcosa. Una freccia lo centra in piena fronte.
È iniziato l’assedio.
La famiglia protagonista è un po’ strana, diciamo che le scelte di casting non sono state molto accurate: in pratica l’intero cast sembra avere la stessa identica età! A parte un paio di giovani, tutti sembrano adulti allo stesso livello: quella che dovrebbe essere la madre di tre o più figli sembra avere la loro stessa età, e suo marito sembra il fratello maggiore dei propri figli.
Non è un gran problema, vista la velocità con cui i personaggi verranno sfoltiti da un nemico ignoto e quasi invisibile: all’inizio sembrano esistere solamente delle frecce che fuoriescono dal nulla e bersagliano la casa, per poi scoprire che il perimetro è circondato da trappole.
Sembra che il misterioso nemico stia falcidiando gli abitanti degli isolati chalet di montagna della zona, ma stavolta non sarà come sparare ai pesci in un barile… Stavolta c’è un ospite che non ci sta a fare la vittima.
Malgrado esista fin almeno dagli anni Ottanta, il concetto di final girl è “esploso” solo in anni recenti, diventando quasi una particolarità fissa degli horror, non un’eccezione. Dopo You’re Next – la cui uscita italiana è stata anticipata di un mese da quella in libreria di Final girl: l’eroina dell’horror e dello slasher (2013) di Valerio De Simone – ogni horror o film a tinte forti sembra avere obbligatoriamente una final girl, e il fenomeno è cresciuto esponenzialmente.
Questo film invece può contare ancora su un periodo in cui il twist di sceneggiatura di un personaggio più “forte” dei cattivi – per capacità o fortuna – è relativamente una novità, o comunque non un elemento scontato come dal 2014 in poi.
All’epoca dunque è stata una bella sorpresa trovare d’improvviso protagonista un’agguerrita Erin (la grintosa australiana Sharni Vinson, direttamente dal set di Step Up 3D), che si presenta come “survivalista” addestrata sin da bambina e quindi subito più in gamba non solo rispetto alle altre vittime ma anche agli aggressori.
Ben presto un classico assedio, con il nemico esterno che sovrasta gli assediati, cambia registro e sono gli assedianti a ritrovarsi in pericolo. Con le dovute proporzioni, è in fondo l’idea nata da Un minuto a mezzanotte (1989), il film francese che l’anno successivo è stato trasformato nel prodotto per famiglie Mamma, ho perso l’aereo (1990). Le trappole di Erin sono un po’ più letali ma lo spirito è lo stesso: assediata in casa, la donna invece di rimanere inerte decide di sfruttare tutto ciò che sa per sopravvivere.
Il buon gusto di You’re Next è di non esagerare, né con le trappole – con il rischio di fare la versione adulta di Macaulay Culkin – né con il superomismo, evitando di rendere la protagonista invincibile ed imbattibile così che sia più facile per lei raccogliere il favore del pubblico.
Il genere “assediati in casa” è molto delicato, si possono avere prodotti intriganti come Il terrore del silenzio (2016) della Blumhouse ma anche noiosi e anonimi come Home Invasion (2016) con un inutile Scott Adkins, per tacere dell’immobile Stash House (2012), con Sean Faris assediato da Dolph Lundgren…
La povertà di location è un grave handicap che però in mano ad un bravo sceneggiatore può diventare una forza, come nel caso di You’re Next.
L.
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ecco l’assedio “domiciliare”, era proprio il tema su cui ti avevo detto che volevo fare un (modesto) post, uno che ovviamente non può essere messo vicino ai tuoi, sia chiaro 😉
del resto conosco poche di queste chicche e mi limito ai film più noti del genere…
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Non vedo l’ora di leggerti ^_^ Come dicevo è un genere potenzialmente molto intrigante, ma il problema è che troppo spesso finisce in noia, per via di sceneggiatori poco ispirati. Continuiamo a sperare in titoli gagliardi…
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Sul film in questione devo dire che concordo col giudizio sostanzialmente positivo, è uno dei pochi prodotti che senza forzature si eleva al di sopra della media del genere…e non è poco! 🙂
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Parte in sordina ma sa tirar fuori belle scene e bei personaggio: non chiediamo altro a questi film 😉
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Adoro l’home invasion quindi anche io non vedo l’ora di leggerti! 🙂
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urka, non vorrei aver creato troppe attese per poi uscirmene con una cosa non all’altezza… anche perché voi siete abituati troppo bene con i post di Lucius 😉 😀
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ahahaha per carità, sono lusingato dei complimenti ma sono solo uno che si appassiona a recensire, mica un vero recensore 😛
Ormai ti sei fregato e stiamo tutti aspettando il tuo specialone sull’home invasion ^_^
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Visto 2 volte, è piaciuto a me ricorda di più The Strangers film con Liv Tyler per l’idea di invasori con la maschera si in America non curano molto i casting mi hai ricordato un’episodio dei Griffin in cui dicevano che I Robinson erano tutti neri ma diversi più chiari o più scuri .
L’idea della maschera di pecora l’ha presa pure il wrestler Bray Watt che ha la gimmick del santone/predicatore folle (figura americana).
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Non so se è una “domanda razzista”, ma è molto frequente vedere personaggi di colore che in teoria sono parenti ma di gradazione parecchio differente: non so se davvero nelle famiglie afroamericane può succedere…
La serie “The Good Fight” parla di uno studio di avvocati neri, con attori proprio neri neri: la co-protagonista però è più bianca di me! Magari avrà una nonna nera…
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No nei Griffin penso che volevano dire che non curano i casting ho visto un film con il morto di sonno di John Cusack la figlia di 17 anni sembrava che ne aveva 4 e c’è pure un caso da noi ,Roberto Benigni che fa Pinocchio a 50 anni suonat!i
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Oh bellissimo! Sono contento che tu abbia scelto questo film per la tua rassegna sui film d’assedio 😉 “You’re Next” e il film con cui abbiamo tutti scoperto Adam Wingard, che ora si è perso tra mille produzioni grosse ma con “The Guest” e questo assedio in famiglia mi aveva conquistato 😉 Ti ringrazio per le tante citazioni, sul pezzo, impeccabile come al solito, il ribaltamento finale è molto efficace, sullo strano casting famigliare, hai ragione, probabilmente è il risultato del fatto che Wingard ha fatto venir giù tutti amici suoi, l’artistoide irritante è interpretato da Ti West ad esempio 😉 Cheers!
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Ho visto che ha lavorato in diversi film a episodi che hai recensito, ma non ho ancora avuto il coraggio di vederli: un giorno magari recupero tutto…
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In effetti Adam Wingard dopo questo discreto e il bellissimo The Guest sembrava in rampa di lancio, e invece dopo quell’accozzaglia di Blair Witch sembra in caduta..
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Non riesco a ricordare “The Guest”, eppure sono abbastanza sicuro d’averlo visto…
Wingard è un regista, non uno sceneggiatore, e la forza di “You’re Next” sta nella sceneggiatura molto più che nella regia. “Blair Witch” del 2016 ha un serissimo problema di sceneggiatura, magari se qualcuno ne avesse scritta una anche Wingard avrebbe fatto bella figura 😛
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Uno dei migliori horror degli ultimi anni, quasi mi stupisce vederlo su questo blog 😉 Mi unisco anche io al consiglio su The Guest, se non l’hai mai visto!
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Oltre a recensire filmacci faccio anche panoramiche su filoni o sottogeneri, quindi capita di parlare di filmoni anche qui 😛 Tutto il ciclo che ho dedicato al cinema d’assedio parla di grandi ottimi film, poi già che c’ero ho voluto allargare il discorso a film non legati all’assedio ma affini nel cuore 😉
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Sulla figura della final girl esiste un gioco di ruolo, intitolato The Final Girl – per storie autoconclusive in cui ne resterà soltanto una…
Invece, a tema assedio domestico mi sono ricordato di una puntata dei Simpson recente, credo l’unica di Halloween che non fosse a episodi 🙂
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Ormai il fenomeno delle final girl ha raggiunto livelli massimi, per questo perde d’efficacia: se già sai che la tipa sopravvivrà alla fine, si perde quell’effetto sorpresa su cui invece dovrebbe contare lo sceneggiatore. Faccio sopravvivere e anzi reagire il personaggio su cui meno lo spettatore punterebbe. Ora è ormai quasi una regola…
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Si potrebbero creare più candidati (magari non solo donne) con qualità papabili per il risultato da raggiungere… oppure evitare le formule 😉
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Bello questo genere di “assedio” anche se questa pellicola mi manca. Ne ho sentito parlare (più che altro per la regia di Wingard) ma dopo questa recensione vedo di recuperarmelo.
Attendo con ansia gli altri film del filone. Ci metterai pure “The Purge” (La Notte del Giudizio)? Fatalità ho beccato la trilogia in Blue Ray in offertona su Amazon e l’ho comprata tre giorni fa…
Curioso pure che in una didascalia tu abbia citato Kitano di “Ghost in the Shell”. L’ho visto giusto l’altro ieri…
E se due indizi fanno una prova: o mi hai hackerato il pc (e sta cosa mi fa paura), oppure mi leggi la mente da remoto (e mi spaventa ancora di più!).
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Uh, dove ho citato Kitano? Possibile me ne sia dimenticato??? 😀
Mi piacerebbe presentare film meno noti, come “Il branco” tratto dal romanzo omonimo, con una famigliola tenuta ostaggio in casa da un branco di cani (prima di Cujo!): il romanzo è molto buono ma il film non sono mai riuscito a vederlo. Potrebbe essere l’occasione giusta…
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Hai parafrasato la frase “Non mandare un coniglio ad uccidere una volpe”, no? Magari sono io che mi sono così spaventato che mi auto-suggestiono…
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Uh, no, non ricordavo minimamente quella frase di Kitano, trovando del tutto irrilevante il suo apporto a quel film, che già ho cancellato dalla mia memoria 😀 Era solo una battuta che mi è venuta in mente dalla maschera del tizio 😛
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Ne “Il Branco” non erano in uno chalet? O c’erano i cani che provavano ad entrare in una specie di casa nel bosco con dei bambini? Ho dei flash…
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Era una casetta delle vacanze in un’isola, se ricordo bene, con giusto un paio di vicini che il branco s’era già pappati. Al romanzo purtroppo è mancato poco per essere un capolavoro, qualche “invenzione” in più l’avrebbe sollevato da un’onesta sufficienza, ma ero curioso di vedere com’era stato fatto il film.
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E allora mi sa che l’ho visto… Ho cercato qualche video su YouTube ed è lui. Era il periodo iniziale di Tele+ con canali che non esistono più (tipo Hallmark Channel) dove i miei guardavano di tutto e credo di aver visto anche questo “Il Branco”. E ce n’era anche un altro (vado a memoria) con una tipa che rimaneva bloccata in un’isola a causa dell’inverno (mi pare). E là deve arabattarsi in una casupola assediata da orsi, lupi e c@zzi&mazzi vari. Tra l’altro è pure costretta a partorire da sola. Vatti a ricordare il titolo ora…
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Intrigante, il film della tipa. Davvero non c’è più Hallmark? Da quando non ho più il satellite ne ho perso le tracce ma ancora mi capita davanti ogni tanto qualcosa di vecchio proveniente da quel canale. Ricordo che all’epoca registrai su cassetta “Delitto e castigo” con Patrick Dempsey e Julie Delpy giovanissimi…
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Che io sappia “Hallmark” non esiste più ma potrei anche sbagliarmi. Faceva prodotti prettamente televisivi ma di qualità molto superiore rispetto alla media. Non proprio il mio genere ma quando abitavo con i miei la tv con il satellite era una e quindi toccava turnarsi nelle scelte.
Provo a chiedere a mia madre se per caso si ricorda il titolo di questo film con la tipa gravida assediata dagli orsi ma non ti garantisco nulla…
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In famiglia si bazzicava poco quel canale perché era troppo “per famiglie”, ci piacevano film più “a tinte forti”, però il palinsesto me lo guardavo sempre e spesso ci ho registrato cose.
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Famiglia poco unita… casa sperduta nei boschi (per non farsi trovare dai parenti)… freccia in mezzo alla fronte (stante a dimostrare che i parenti ti hanno trovato lo stesso: con i parenti è SEMPRE un assedio)… insomma, You’re next non è altro che un film natalizio abilmente mascherato (e infatti qui le maschere ci sono) con Sharni Vinson che ci insegna come sopravvivere alle festività 😛
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Verissimo: quante volte, durante le terribili cene familiari, avremmo voluto un po’ di quell’azione? 😛
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