Il re dei canali specializzati in filmacci, Cielo, il 14 marzo 2018 ci regala un titolo prodotto dalla regina della serie Z, la Asylum, all’interno dell’etichetta balzana inventata dalla regina italiana dei filmacci in DVD, Minerva Pictures. Solo il meglio, per il peggio…
Malgrado non si parli di “sbarco su Marte”, questo film merita comunque di finire nel ciclo Li mejo ammartaggi!
Gli americani trumpiani non credono al riscaldamento globale, eppure è innegabile che sia un tema perfetto per filmacci, catastrofici o meno. Bisogna però stare attenti, perché i film creano la realtà e se cominciano a dire che scelte spregiudicate umane stanno distruggendo il mondo in modo cieco e irresponsabile poi qualcuno finisce per crederci. No, bisogna rovesciare la catena della colpa: dev’essere vista come una colpa della natura!
Così una voce narrante ci spiega brevemente che dopo aver sfruttato le foreste la natura si vendica con «una lotta sistematica ai danni dell’umanità»: ma quant’è cattiva ’sta natura! E noi che le vogliamo così bene…
La popolazione terrestre viene così evacuata e mandata su Marte, sparsa in varie colonie sotto “cupoloni”. Il problema è che sul pianeta rosso un super vulcanone one one comincia ad eruttare minacciando di distruggere tutto. Qui mi sa che qualcuno porta jella…
Benvenuti a Martian Land, uscito in patria il 6 ottobre 2015 e portato in Italia dalla consueta Dynit Minerva il 30 novembre 2016.
Dovremmo credere che il solito giardinetto usato da tutti i filmacci sia una “colonia marziana”, e va be’. C’è poi il difficile rapporto fra marito e moglie separati, fra marito vecchio e marito nuovo, fra genitori divorziati e figli adolescenti, fra figli adolescenti ed amori “diversi” – credo sia il primo film di serie Z con co-protagoniste dichiaratamente lesbiche – insomma, c’è tutta la solita allungatura di brodo per evitare di spendere troppo in effetti speciali. E sì che parliamo di robetta fatta al PC di casa.
La trama è talmente ingarbugliata che seguirla mi provoca mal di testa, così già all’inizio smetto di prestare attenzione: sono tutte supercazzole pseudo-scientifiche alternate da battutine da scuola elementare e pose plastiche di attori di serie Z. Insomma, il solito carrozzone Asylum ma parecchio sottotono.
Dov’è la scena Asylum Style così platealmente cialtrona da fare scattare una risata e consequenziale applauso? Tutto rimane in quel limbo di buffonesca seriosità che genera solo noia, quando non proprio fastidio.
Un film noioso, indegno di cotanta casa, che ci ha abituati a spettacoli divertenti e spumeggianti: Marte è diventato rosso dalla vergogna…
L.
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La Asylum purtroppo è questa. O viaggia a briglia sciolta sfornando senza vergognarsi capolavori del trash, zeppi di scene iconiche e (involontariarmente) comiche. Oppure mette il pilota automatico alla velocità “telenovela messicana anni ’80” e ci da giù di chiacchere per sfinirci.
Io non sono un fan della Asylum, anzi. Però mi è capitato più volte di guardare qualche loro lavoro e se becchi il primo caso ti passi una seratina facile facile. Se becchi invece il film parlato… Allora sono dolori!
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Vero, ha due modalità molto diverse e non so se se ne renda conto. Sa farti coccodrilli contro serpenti da farti scompisciare, piranha che mangiano elicotteri e tornado di squali, però poi ti ammolla noie mortali tipo questo film – o deliri farneticanti tipo “Avengers Grimm” e “Sinister Squad” – quindi ogni suo film è un rischio: non sai mai se riderai o digrignerai i denti…
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Sulla didascalia dei Daft Punk sono morto 😀 Si sono sbattuti a scimmiottare Iron Man poi hanno girato Marte nel cortiletto dove porti a spasso il cane, anche la Asylum sforna film di cui vergognarsi, ma si era già capito dalla locandina, che non è male, quindi il film doveva essere per forza orribile 😉 Cheers!
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ahah la regola della locandina non sbaglia mai 😀
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L’ho visto su Sky anni fa ma avrei fatto meglio a non vederlo, praticamente una m..!
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La locandina con il teschio dentro la tuta appare abbastanza sfruttata, ricorda quasi quella di un Urania del 1978 “Lo scheletro impossibile” di James P. Hogan
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Che bei tempi mi citi, quanti bei ricordi degli Urania divorati a pacchi, con trame intriganti e tante belle chicche… Non ricordo di quanti romanzi fosse laserie di Hogan, comunque ricordo che adorai quel romanzo che citi 😉
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Bei tempi davvero, all’epoca avevo quindici anni, e mi rifornivo in una vecchia libreria di usati che teneva gli Urania impilati sul pavimento, ero attratto più che dalle storie, dalle belle copertine del mitico Karel Thole 😉
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Quando ho scoperto gli Urania ero più grande – sulla ventina o poco più – e non impazzivo per Karel Thole, ma quei libretti bianchi impaginati a doppia colonna avevano qualcosa di irresistibile! Ormai in edicola erano passati al formato a libro, con colonna singola, quindi la mia fonte principale sono rimaste le fumetterie e – molti anni dopo, quando mi si è riaccesa la passione – le bancarelle “tutto a un euro”.
Nelle file multi-strato di libri che riempiono le mie varie biblioteche casalinghe ci sono ancora tre o quattro strati di Urania, che giacciono lì in attesa di future sfoltite quando lo spazio sarà finito. (E lo spazio è finito da anni!)
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Credo che la serie sui giganti di Hogan sia di quattro romanzi, forse cinque: dell’ultimo che ho preso, Entoverse, ti ho accennato qualche giorno fa, durante una digressione sugli Urania Jumbo 😉
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Ah, è vero, è stata ristampata da poco. Mi sembra una vita fa che ho letto l’edizione Urania a “quaderno” 😛
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Sui film dell’asylum mi ero fatto una cultura con Yotobi!
Che dire, mi piace questa tua sintesi: “sono tutte supercazzole pseudo-scientifiche alternate da battutine da scuola elementare e pose plastiche di attori di serie Z”, ahahhaha!
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Purtroppo questo non fa parte degli “Asylum buoni”, quindi non c’è davvero nulla da dire. Preferisco le cialtronate dove si ride 😛
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io ho avuto la sfortuna di beccarlo su Cielo un film orribile ma la locandina non è affatto male voglio dire la locandina è bella ma il film invece NO.
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Prima leggi “non c’è vita su Marte, solo morte”, poi vedi le immagini della “colonia” marziana, infine leggi la recensione…e non sai se ridere o piangere! Via non piango perchè non l’ho visto! 🙂
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E non provare a cercarlo! 😀
Diciamo che le frasi di lancio sono idee in libertà, e credo che chi le abbia scritte non abbia visto il film: a non esserci vita è nell’Asylum 😛
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E allora eccone altre:
“E’ a prova di morte bere il mirto su Marte? Ma è forte!”
“Chiudi le porte che si parte da Marte prima che la morte ti faccia la corte”
“Su Marte senza scorte la morte è alle porte”
“La natura fa paura? Là, su Marte, è ancor più dura”
Queste potrebbero anche essere recitate nei trailer, con i Daft Punk in sottofondo (bella la cabina di pilotaggio costruita con gli imballaggi di uova e verdure, tutte dall’orto del giardinett… COLONIA, volevo dire colonia marziana!) 😀
P.S. Ah, gli Urania anni ’70: quei mitici libretti bianchi grazie a Fruttero e Lucentini avevano un taglio che… no, a dire il vero di tagli forse ne avevano ben più di uno 😛
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Come sempre i tuoi dialoghi sono migliori di qualsiasi film la Asylum potrà mai sfornare ^_^
I due ragazzacci di Urania avevano la forbice facile e pare che non abbiano molto merito nei tesori portati in Italia, visto che sceglievano tutto a casaccio, ma alla fin fine hanno fatto un ottimo lavoro… a loro insaputa! 😀
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Ma dai, gli astronauti Daft Punk dove sono andati a pescarli! Con le cinture di sicurezza (bretelloni) rossi! Mancava solo che spuntasse Max Headroom tra di loro.
Gli slogan di Giuseppe sono fantastici, in stile Toti Scialoja.
Fino su Marte dovevano andare per scomodare il solito vulcanone con la digestione difficile?
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Con tutte le trame di serie Z che si potevano creare con Marte, non si sono sforzati molto 😛
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