Crocodile 2 (2002) Death Swamp

Si sarà sentita in colpa la Nu Image Films per aver trascinato Tobe Hooper nella palude di Crocodile (2000)? Comunque il discorso sembrava chiuso, poi però esce Mr. Crocodile Dundee 3 (2001) e probabilmente qualcuno pensa bene di tornare a sfruttare il tema “coccodrilloso”.
Il 19 marzo 2002 la casa presenta in home video russo Crocodile 2: Death Swamp, o Death Roll, e poi comincia a farlo girare per il mondo: mentre Paul Hogan imperversa al cinema e nella TV italiana, CVC e MHE portano in DVD italiano Crocodile 2 nel febbraio 2005.

Anche i coccodrilli a volte ritornano

Alla Nu Image i registi vanno e vengono, tipo questo Gary Jones, ma gli autori sono sempre quelli: indovinate chi c’è a scrivere il soggetto del film? Esatto, sempre Boaz Davidson, che poi le mani non se le sporca e la sceneggiatura la fa scrivere a vittime sacrificali. Stavolta però troviamo Jace Anderson e Adam Gierasch, esperti sì di filmacci – addirittura finiranno nel calderone de La terza madre (2007) di Dario Argento! – ma che qualcosa di buono riusciranno a fare.
Penso a Fertile Ground (2011) e Fractured (2013), che seppur filmacci e seppur derivativi – il primo è una sorta di Shining (1980) mentre il secondo si rifà ad Allucinazione perversa (1990) di Adrian Lyne – sono comunque onesti filmetti di piacevole visione.
Nel 2002 la coppia di scrittori ancora non aveva trovato ispirazione e quindi ha davvero poco da regalarci.

Salve, sono Ron Perlman nero!

Ron Perlman nero (Darryl Theirse) e la sua banda di rapinatori stanno viaggiando verso il Messico con la refurtiva nascosta in semplici bagagli, fingendosi un gruppo musicale in trasferta. Sullo stesso volo ci sono passeggeri di varia umanità assistiti dall’hostess Mia (Heidi Lenhart, doppiatrice degli anime in America, qui al suo penultimo film: non mi sento di darle torto).
Basta vedere la faccia dei rapinatori, come per esempio Sol (Jon Sklaroff), per capire che le cose andranno a finire male.

Tipico criminale dirottatore

Quando il maltempo costringe l’aereo a tornare indietro, i criminali non ci stanno e prendono possesso del velivolo. In rapida sequenza scorrono alcune idee di sceneggiatura che sicuramente nascono dalla nostalgia di Boaz Davidson per i tempi in cui lavorava per Menahem Golan, che prima di diventare famoso con la Cannon aveva diretto La notte dei falchi (1977) che parlava proprio di un dirottamento aereo. (Golan stesso rigirerà identico il film dieci anni dopo, stavolta però chiamandolo Delta Force.)
Uno dei personaggi del citato film di Golan viene mostrato a leggere il romanzo Circus (1975) di Alistair MacLean, nell’aereo di Crocodile 2 invece uno dei personaggi legge Blowout! (1987) di Frank M. Robinson e Thomas N. Scortia, storia di un’America del futuro in cui le linee aeree sono martoriate da attacchi terroristici.

Non mi distraete, sto facendo una citazione

Il maltempo colpisce e l’aereo crolla giù, finendo in una località amena chiamata El pantano Diablo, la palude del Diavolo, «la più grande del continente»… addirittura? In realtà a dirlo è solo il doppiaggio italiano, perché in originale è «a swamp bigger than the Everglades»: semplicemente è una palude più grande delle Everglades, che forse il traduttore italiano pensava non fossero note agli spettatori.

Poteva andare peggio… Poteva piovere!

Fortuna per fortuna, guarda caso nel massacro dei passeggeri si salvano proprio i criminali – l’erba cattiva non muore mai – la nostra Mia e qualcuno degli altri appena conosciuti. Mentre tutti si agitano in acqua, un coccodrillone gigantone già ha l’acquilina nella boccona.

Mmmmm la mia non è proprio fame… è più voglia di maciullare

Che palude messicana sarebbe senza super-coccodrilloni gigantoni? Tutti ovviamente in fila per papparsi i superstiti uno alla volta, che mica siamo qui a fare le caciare.

Oh, sicuri che non ci sia olio di palma?

Mentre i coccodrilloni fanno spuntini, intanto il fidanzato di Mia, Zach (Chuck Walczak), aspetta la donna ad Acapulco ma appena sa dell’incidente aereo smania per far partire i soccorsi, ma nessuno si muove. Dove cercare aiuto? Dove? Dove? Semplice, da Martin Kove! (capita la rima?)

Se ti raccontassi tutto quello che m’è successo sulle montagne del Nepal… (cit.)

Sono mesi che aspetto di lanciare un banner dedicato al mitico attore, e se aspetto un altro po’ esce la terza stagione di “Cobra Kai” e la delusione mi blocca. Quindi… vai con la sigla!

Lo stereotipo dell’avventura esotica prevede sempre che i protagonisti, stranieri in terra straniera, trovino aiuto in un loro connazionale che vive sul posto, preferibilmente se veterano di qualche guerra passata. Roland (Kove) corrisponde a tutto questo ma in realtà il suo è più un divertito omaggio che un ruolo canonico.
L’attore gigioneggia con il personaggio, veterano del Vietnam che fa la guida locale con il suo elicottero, e la sua simpatia lo rende l’unico motivo per vedere un film altrimenti davvero inutile e noioso.

Ti giuro, ho affrontato Rambo e sono ancora qui per raccontarlo

Intanto il corposo cast del film cammina di qua, cammina di là, cos’accadrà, cos’accadrà? Sono abbastanza sicuro che a nessuno sia stato dato un copione: hanno paracadutato gli attori in una palude infestata di veri coccodrilli e poi li hanno ripresi…

Ehm… è di gomma, vero? Vero?

Ron Perlman nero dà ordini a caso mentre i criminali diventano sempre di meno, finendo uno alla volta in bocca ai coccodrilli, ma per fortuna trovano una capanna semi-sommersa. Che si sa come le paludi abbondino di capanne semi-sommerse, così come è plausibilissimo che il fidanzato Zach e la guida Roland attraversando un deserto d’acqua trovino subito i dispersi, senza esitazione. E teoricamente dovrebbe cominciare l’azione…

Siamo in Messico e quindi… stallo alla messicana!

La parte triste è che gli attori ci credono a quello che fanno e lo fanno seriamente, quindi è tutto imbarazzante, mentre si agitano nell’acqua fingendo di creare una situazione tesa. Per fortuna abbiamo Martin nostro, gagliardo e tosto, che si diverte un mondo e riempie lo schermo. Altro che coccodrilli!

Vieni… che ti parlo di un certo Daniel Larusso

Un film inutile e noioso, che la Nu Image Films poteva evitarsi: il suo forte sono i film d’azione e/o marziali, lasciassero stare le bestiacce. Lo stesso sono contento di aver colmato questa lacuna paludosa nella filmografia della casa grazie ad un DVD trovato per caso nella lista di un venditore eBay: oltre a recuperare questo raro titolo con Martin Kove doppiato in italiano, è sempre bello aggiungere un coccodrillo alla collezione zinefila.

Seguite il ritmo, che sta arrivando il vostro co-co-co-coccodrillo!

L.

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14 risposte a Crocodile 2 (2002) Death Swamp

  1. Cassidy ha detto:

    La rubrica sui Ninja ieri, quella su Martin Kove oggi, io sono già pienamente soddisfatto così, e ancora deve arrivare il post su Alien settimanale! 😉 Pensare che sulla base delle immagini, non sembrerebbe nemmeno un film così pessimo, ma forse mi sono distratto, avevo le lacrime agli occhi dal ridere dopo aver visto il Ron Perlman nero 😉 La citazione al romanzo è una chicca, ma penso che l’identità fittizia della rock band su un aereo che precipita, anche quella potrebbe essere una strizzata d’occhio all’incidente aereo dei Lynyrd Skynyrd avvenuto nel 1977. Il gruppo precipitò vicino ad una palude nel Mississippi e molti componenti della band persero la vita, ovviamente la leggenda urbana ha aggiunto innumerevoli coccodrilli al disastro, quindi penso che gli sceneggiatori un minimo, devono averci pensato. Cheers!

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  2. Conte Gracula ha detto:

    Immagino che Ron Perlman nero fosse d’accordo col coccodrillo per smaltire il numero di persone e avere più bottino, mentre la bestia si cucca la pappa buona. Mi sembra un intrigo plausibile.

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Sarà sicuro noioso…ma inutile no! Un film che mette insieme i coccodrilli, il Ron Perlman nero e Martin Kove può meritarsi l’appellativo di inutile in un’ottica zintage??? A me pare utile quanto un farmaco o un trattato di pace!!! Ti ho convinto, vero? 🙂 🙂

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  4. Kuku ha detto:

    Già al vedere la locandina si ha un cedimento. Ma è Kove quello che sembra fare surf sulla testa del coccodrillo? Se sì, perché non hanno messo il suo nome? Fa la star la cui presenza si scopre solo guardando il film?
    Certo che con quel nome lì, Chuck Walczak, cosa può fare se non le zetate?

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  5. Giuseppe ha detto:

    Ho come l’impressione che in questo filmaccio l’unico copione sia stato distribuito proprio ai coccodrilli (una cosa semplice, un canovaccio tipo “A un certo punto arriva Martin Kove: prima, fate un po’ voi”) 😛

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