Dopo l’Indonesia (Lady Terminator, 1989), l’Italia (Terminator 2, 1989) e il Messico (Terminator dall’inferno, 1994) il nostro viaggio va indietro nel tempo… Capito? Terminator… indietro nel tempo… va be’…
Torniamo nell’Australia del 3 dicembre 1987, quando Brian Hannant – lo sceneggiatore di Mad Max 2 (1981) – presenta il suo ultimo film: e ci sarà un motivo se dopo non l’hanno più fatto avvicinare ad una macchina da presa!
Girato nell’ottobre 1986, The Time Guardian arriva in Italia nel 1989 in una VHS Azzurra dal titolo Terminators 2: a parte qualche passaggio televisivo su minuscole reti locali intorno al 1997, il film scompare presto dal panorama italiano.
«Nell’anno 4039 la Terra era un desolato campo di battaglia. Orde di robot corazzati, costruiti dagli uomini secoli prima, stavano per impossessarsi del pianeta distruggendo ogni cosa. Una città tentò di sfuggire al loro attacco, scoprendo i segreti del tempo e tornando indietro nei secoli alla disperata ricerca di un’epoca migliore. La trovarono, e il tempo fu loro alleato ancora una volta all’arrivo del loro spietato nemico.»
Di tutte le scopiazzate di Terminator, questa è la più autorevole: semplicemente perché è prodotta dalla Hemdale, cioè la stessa casa del film del 1984 di James Cameron!
Perché la Hemdale, l’unica al mondo a poter usare il titolo “Terminator”, si auto-scopiazza affibbiandosi il farlocco The Time Guardian? Forse c’erano altri cavilli burocratici, ma è facile che si vergognasse da morire ad affiancare il capolavoro del 1984 con questa robaccia.
L’inizio è pressoché identico al film del 1984, tranne che i robot hanno le corna e gli effetti speciali sono imbarazzanti. La resistenza resiste e i Terminator terminatorano.
La città è ovviamente bbuia, perché dopo il 1982 di Blade Runner tutte le città del futuro sono bbuie e cupe. Il capoccione della città (interpretato dal mitico Dean Stockwell) fa attivare il viaggio nel tempo e l’intera città… ripeto, l’intera città viene catapultata nell’Australia del 1988.
Va bene che siamo in piena fantascienza, ma è ovviamente difficile da credere che un’intera città possa apparire dal nulla nel deserto australiano: prima c’è bisogno che due tizi vadano a scavare qualche buca per farla atterrare…
Seguendo un copione delirante oltre ogni aspettativa, arrivano dal futuro il rude e scemotto Ballard (Tom Burlinson) e la giovane e romantica Petra, interpretata da Carrie Fisher… sì, avete letto bene: Carrie Fisher! A soli quattro anni di distanza da Il ritorno dello Jedi ma che sembrano cento.
Che ci fa una giovane star hollywoodiana in un filmaccio ambientato nel deserto australiano? Il motivo potrebbe nascondersi nel fatto che due mesi prima dell’uscita al cinema di The Time Guardian è uscito in libreria Postcards From The Edge (in Italia, “Cartoline dall’inferno”, Bompiani 1988), dove Carrie usa la formula del romanzo per raccontare la propria tossicodipendenza.
Che il suo ruolo in questo filmaccio fetente sia un modo per riscattarsi attraverso la sofferenza? Nel caso, sarebbe proprio una sadica…
Ballard e Petra fanno amicizia con Annie (Nikki Coghill), biondina che gira senza motivo nella zona, e cercano di trovare dei mezzi cingolati per preparare la zona all’arrivo della città dal futuro. Arrivo che Annie in realtà subodorava, perché ha visto delle pitture rupestri che testimoniano come la città sia già tornata più volte, nel passato.
Se vi sembra che la trama a questo punto sia demenziale al punto giusto, a tre quarti del film tutto crolla e i robotti arrivano da non si sa dove e cominciano ad ammazzare gli abitanti del paese, cioè due tizi tra cui uno sceriffo, ricostruendo palesemente la scena della centrale di polizia di Terminator.
Però non sono robot, perché c’è un tizio brutto dentro: che siano umani brutti che si vergognano e quindi ce l’hanno con l’umanità?
The Time Guardian è una cialtronata da sbarco, e se la povera Carrie Fisher magari viveva un momento di ostracismo da Hollywood lo stesso non si capisce perché la Hemdale di Terminator sia scesa a livelli così infimi, visto che in quel periodo ha prodotto splendidi titoli come A distanza ravvicinata (1986), Colpo vincente (1986) e Best Seller (1987). Forse è la fantascienza che non fa più per lei.
L.
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IMPERDIBILE IL VIDEOCOMMENTO
DI “DOPPIAGGI ITALIOTI”
Dean Stockwell E’ gli anni ’80 😉 No sul serio… Carrie Fisher? Aveva già iniziato la sua discesa nei B-movie? Non immaginavo così presto! Stai scovando tutti i Terminator tarocchi, paese che vai T-800 che trovi 😉 Cheers!
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Studiando i cari T-cloni si può capire il paese che li ha creati 😀 Povera Carrie, a solo 4 anni dalla Trilogia che l’ha resa immortale è già un rudere di serie Z!
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Penso che facesse già un po’ di tutto dopo Guerre Stellari. Preferisco ricordarmela in film migliori come Burbs – L’erba del vicino, con Tom Hanks.
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Oddio, ma quel tizio, Dean è ovunque! Io me lo ricordo per aver fatto Al più che altro.
Io sono basita. Questo film raggiunge un livello che trascende l’orripillantezza.
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Il bello (o forse il brutto) della serie Z è che non esiste limite alla cialtroneria, e il fondo è solo l’inizio di una nuova discesa 😀
Ormai sto trovando più cloni di Terminator di quanto il buon gusto pretenderebbe!
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Bene, bene. Questo titolo l’avevo pescato tempo addietro in rete ma non l’avevo ancora visto: motivo per cui devo rompere gli indugi e spupazzarmelo il prima possibile. 😀
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Dal punto di vista zinefilo, merita eccome! Foss’anche per vedere Carrie Fisher distrutta professionalmente a soli 4 anni dal successo!
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Sparito velocemente dal panorama italiano, ma facente ancora saldamente parte del panorama di uno dei miei hard-disk 😉 Troppo cialtronescamente divertente, nel suo scimmiottare Terminator e nel citare (sicuramente senza saperlo né averne l’intenzione) anche qualcosina di Doctor Who: la “bellezza” intrinseca di quei cyborg mi ricorda Davros, il creatore dei corazzati Daleks e, quanto allo spostamento temporale dell’intera città, i Signori del Tempo si sono dimostrati capaci di spostare nello spaziotempo anche il mondo natale di Gallifrey un po’ dov’è parso e piaciuto a loro… a confronto, direi che il “presidente” Stockwell ci fa pure la figura del dilettante! 😉
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Se i tuoi hard-disk potessero parlare… 😀
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… quante me ne direbbero dietro! 😀
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Una vocina che grida “liberaciiiii” 😛
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Secondo me è un omaggio (premonitore) all’Armata del Caos di Warhammer 40000:
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Ahahah può darsi 😀
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Se posso, ti consiglio il nostro “videocommento” al film https://doppiaggiitalioti.wordpress.com/2015/09/06/videocommento-a-terminators-2-1987/
…e un saluto a Lucius Etruscus, ci conosciamo per via indiretta grazie alla Bara Volante di Cassidy 😉
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Grazie della dritta, e sì: vi seguo tramite Cassidy ^_^
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Ahhh, ecco il film che per anni ha addobbato l’edicola dove abito ( ora chiusa ).
E come sempre, quando vedevo queste copertine strane ( Terminator 2 ? Ma sarà vero o…) mi facevo dei viaggi assurdi su che tipo di film potesse essere.
E credo di non essere stato l’unico .
Per altro ho creduto pure che fosse la cover del film di Mattei, e invece ora scopro che era un altro film ancora !
Gli abissi della serie X sono in finiti…. cfmq il robottone con le corna è palesemente una copia di Unicron dei Transformer
https://vignette.wikia.nocookie.net/le-miiverse-resource/images/2/27/Unicron%27s_Head.jpg/revision/latest?cb=20150818045459
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Contento di averti aiutato a ritracciare questo filmaccio 😛
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Povera Carrie Fisher…
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