Airspeed (1999) Il volo 109 non risponde

Nuovo film proveniente dal corposo acquisto su eBay dal ricco catalogo di mcvan11, che in pochi giorni si è svuotato la videoteca casalinga in favore degli amanti della Z.

Proprio questo marzo 2021 la Mondadori riporta in edicola SAS: il volo 007 non risponde (1984), un vecchio romanzo di Gérard de Villiers con il suo eroe alle prese con un “problema aereo”, e proprio questi primi giorni di marzo torno ad arricchire la serie “Disastri aerei” con un titolo vintage, avendo giusto una ventina d’anni sul groppone.

Si può fare un film catastrofico a tema aereo… da camera? Sì, basta avere un paio di attori in una torre di controllo e un’attrice in ciò che sembra una cabina aerea: due sole location e il film è pronto. Così piccole case canadesi partecipano al grande mondo dei filmacci con Airspeed.

Presentato direttamente nelle videoteche americane nel settembre 1999, subito l’Italia se lo compra e Rai1 lo trasmette nella prima serata di sabato 9 ottobre 1999 con il titolo Airspeed. Il volo del terrore.
Non è nota alcun’altra vita italiana finché la Eagle Pictures lo pubblica in DVD nel febbraio 2004. Io ho una ristampa senza data delle Edizioni Master.

I titoli di testa affermano che la sceneggiatura è basata su un fantomatico romanzo di Andrew Sands di cui però non esistono tracce.

Il film è disponibile su Prime Video.

Ma perché, a che velocità va l’aria?

«Chi sta pilotando l’aereo?» Nessuno vorrebbe porre o sentirsi porre questa domanda, mentre si è in volo in una notte burrascosa, eppure è questa la situazione.
Il volo 109 della Teknacom, grande compagnia di proprietà del ricchissimo Raymond Stone (Joe Mantegna), viene colpito da un fulmine che fa svenire entrambi i piloti, e crea una falla nello scafo che fa svenire due dei tre passeggeri. Oh, quando dico “svenire” in realtà sto interpretando, perché dal secondo minuto di film questi quattro personaggi rimarranno per sempre privi di conoscenza: forse “in coma” rende meglio.

Delle cinque persone a bordo del volo privato, solo una rimane sveglia: Nicole, la figlia del ricchissimo Stone. Interpretata dalla giovane Elisha Cuthbert, pronta ad un luminoso e prolifico futuro televisivo.

Riuniamoci in preghiera, pure se siete in coma

Apro una parentesi personale. Credo fosse proprio all’epoca dell’uscita originale di questo film che andai in visita della famiglia di una mia amica d’infanzia, che non vedevo da molti anni e che ora era sposata con figlio. (Non ricordo il perché di questa visita, ma tanto non ha importanza.) Esce fuori che ha sposato il pastore di non so più quale branca religiosa di qualche filiale cattolica convenzionata con Gesù.
Non ricordo perché salii in auto con loro, diciamo che non ricordo nulla di quella visita perché non c’era proprio nulla da ricordare, ma mi è rimasto impresso l’adesivo che il marito della mia amica aveva attaccato sul cruscotto dell’auto: «Solo Gesù guida». Capite che non potevo resistere, così appena il tizio accende il motore gli dico: «Spero che un po’ guiderai pure tu».
Uno dei dogmi religiosi più radicati vuole che un vero fedele non abbia senso dell’umorismo, quindi la battuta non venne capita, ma curiosamente nello stesso momento stavano girando questo film, dove ogni cinque minuti qualche personaggio invoca Dio o Gesù perché risolva lui la situazione: va bene, ma se fate qualcosa pure voi forse è meglio.

Ha chiamato Gesù, ha detto: tranquilli, ce penso io

Dunque abbiamo un aereo senza controllo, il cui pilota automatico è stato guastato da un fulmine e lo sta portando dritto dritto a sfracellarsi verso l’aeroporto, quattro membri dell’equipaggio in coma misterioso – non verrà mai spiegato perché per ottanta minuti non riprendano conoscenza – e una tredicenne pestifera e odiosa, che rovina la mascherina dell’ossigeno per giocare a fare Darth Vader e ha fregato al padre la mazza da baseball autografata da Roberto Clemente (che pare essere uno famoso), per il semplice gusto di rompere le balle al genitore.
Insomma, io mi preoccuperei molto di più per quelli a terra che si stanno per ritrovare addosso un aereo senza pilota, piuttosto che per l’equipaggio a bordo, ormai spacciato.

Una ragazzina che non ti viene proprio da salvare

Dalla torre di controllo invece pare insistano per salvare gli inutili personaggi, e a guidare l’operazione c’è il baldo giovane Jeff (Charles Powell), che così per radio spiega a Nicole come l’aiuterà:

— Hai presente quei film dove la hostess deve pilotare l’aereo e qualcuno, tipo Charlton Heston, deve guidarla da terra? Be’, ora io sono il tuo Charlton Heston.
— Non potresti essere il mio Brad Pitt?

Ecco, ora sì che Jeff è motivato a far schiantare l’aereo.

Per fare Charlton Heston andava bene, Brad Pitt direi di no

Se bastasse guidare la ragazzina per radio il film non avrebbe mordente, così inizia una lunga serie di incidenti, fatalità, iatture e disgrazie varie tanto da pensare che l’aereo abbia la stiva piena di gatti neri raccolti sotto una scala di venerdì 13.
Però durante questa jellanza a pioggia la nostra Nicole passa da stronzetta a Madre Teresa in un lampo, perché ovviamente capisce che non è più tempo di dispettucci e capricci da ricca ed è il momento di fare l’eroina, affrontando tutti i problemi con coraggio ed altruismo. Si vede che è un personaggio molto profondo…

I genitori orgogliosi, che però un po’ ci speravano nel liberarsi dell’odiosa ragazzina

Intanto da terra arriva l’ideona: e che ci vuole? Abbordiamo l’aereo come fossimo i Pirati dei Caraibi e portiamo via la ragazzina, che è ricca. Gli altri, morti di fame, li lasciamo lì a morire.

Mettiamo uno scivolo fra due aerei, e il gioco è fatto

Il piano è così assurdo che potrebbe anche funzionare, sempre che non ci fosse la stiva pieni di specchi rotti e sale versato, così che vada tutto storto. E poi c’è la ragazzina ricca viziata che ora è in fase altruista: lei non si muove se non salvano prima quei tizi in coma.

Invece di tutta ’sta fatica, se facciamo i vaghi e via?

Malgrado sia palesemente un prodotto di basso profilo, comunque è un filmetto dignitoso e il regista Robert Tinnell alla fine riesce a giocarsi bene le poche carte che ha in mano, riuscendo a prendere scene straordinariamente statiche e a trasformare il tutto in un film che sembri davvero ambientato su un aereo in volo che viene affiancato da un altro aereo.
Onestamente è stata una visione divertente, sarà che mi aspettavo una roba inguardabile quindi partivo già basso con la valutazione. Intendiamoci, è sempre un prodotto di serie Z, ma di quella che non urta i nervi.

Una curiosità. Nel suo saggio Disaster Movies (2006) il critico canadese Glenn Kay, che chiede scusa per i filmacci prodotti nel suo Paese, ci informa che è curioso sentire i dirigenti di una torre di controllo americana parlare con una forte inflessione dialettale franco-canadese, ma lo considera il minore dei difetti del film.

L.

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21 risposte a Airspeed (1999) Il volo 109 non risponde

  1. Zio Portillo ha detto:

    Ma veramente c’è sta ideona dello scivolo tra due aerei? Ora, io non capisco nulla e magari sarà anche possibile mettere in pratica sto ponte posticcio, ma a naso mi pare ‘na stronzata!
    I buoni e vecchi paracadute non ci sono più nei film di serie Z…
    Scherzi a parte, già il fatto che sia “dignitoso” è sinonimo di ignominia, quindi giustamente l’hanno fatto sparire. Solo la Z più spinta può passare in tv!

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  2. Cassidy ha detto:

    Joe Mantegna, Joe Mantegna ovunque. Ultimamente è il faccione che spunta più spesso sulla mia televisione, era uno dei prediletti di Stuart Gordon ed è finito a fare “Criminal minds”, ma nel mezzo, vuoi non metterci un filmaccio Z come questo? Il cargo pieno di gatti neri è brillante almeno quanto la tua (incompresa) battuta su Gesù alla guida, direi perfetta per questo film 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Negli anni Ottanta-Novanta Mantegna era un signor attore, quando lo vedevi in locandina sapevi che era un filmone. Poi sul finire dei Novanta si è fatto la scala da A a Z tutta a ruzzolare. Preferisco ricordarlo quando giocava coi grandi 😉

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  3. Lorenzo ha detto:

    Scusa, ma non ho capito a cosa serve lo scivolo: a far entrare un altro pilota nell’aereo con l’equipaggio in coma? Come Airport (il secondo mi pare, quello dove fa una cosa del genere proprio Charlton Eston)?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sicuramente le idee vengono dai vari “Airport”, visto che viene citato proprio Heston.
      In realtà lo chiamo scivolo per scherzo, in realtà è una sbarra d’acciaio (o che so io) con cui un aereo speciale aggancia l’aereo in pericolo, così che un uomo delle forze speciali possa scivolare nell’aereo e portarsi via la figlia del capo, lasciando a morire gli altri. Lei però, novella eroina, si rifiuta e fa cambiare i piani.

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      • Lorenzo ha detto:

        E come faceva a portarla via? Col paracadute da 10.000 metri non ci si può lanciare (solo Chuck Norris in Delta Force 2 riesce a farlo 😛 ).

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Pure Schwarzy in “Eraser” si lancia da un aereo in volo con solo un paracadute, e Keanu Reeves in “Point Break” non ne ha neanche bisogno 😀
        La sprangona fra un aereo e l’altro serve come appiglio per farci scorrere le forze speciali appese come Stallone in “Cliffhanger”, ma tranquillo, il piano cambia così tane volte che troveranno altre soluzioni 😛

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      • Zio Portillo ha detto:

        @Lorenzo: manco super-Seagal ce l’ha fatta a passare il “tubone” steso tra aerei in “Decisione Critica”. E’ tosta!

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      • Lorenzo ha detto:

        @Zio Portillo dovrei vedere il film per capire come risolvono la situazione, ma non ho nessuna intenzione di farlo 😛

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      • Zio Portillo ha detto:

        Tiè Lorenzo, 4 minuti. Ti ho salvato dalla noia dell’attesa del bus:

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      • Lorenzo ha detto:

        Sì, mi ricordo questa scena, la morte di Seagal mi è sempre sembrata poco eroica 😀

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  4. Madame Verdurin ha detto:

    Grazie ragazzi, ero qui che leggevo e pensavo a quel film con Steven Seagal (che muore subito prima di poter fare alcunchè) in cui con una passerella collegano i due aerei, era proprio Decisione Critica! Poi pensavo anche all’Aereo più Pazzo del Mondo ma quello è un problema mio…

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Ahahahaha! Che meraviglia queste recensioni Z, tra l’aneddoto religioso (magnifico!), la ragazza pestifera e la stiva piena di gatti neri…ho le lacrime agli occhi! 🙂
    Aggiungo che il tuo giudizio finale “assolutorio” mi ha stupito ma fino a un certo punto, rientra pienamente nei canoni della Z divertente e quindi approvo le tue motivazioni a scatola chiusa! 🙂
    (ma poi un film di questa risma in prima serata di Rai1 un sabato di ottobre? Altri tempi!)

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      La RAI dell’epoca ci ha dato grandi emozioni, mandando in prima serata prodotti marziali al bacio e film di Z buona. Altri tempi davvero…
      Sulla carta è un film da spernacchiare, eppure alla fine lo si guarda senza fastidio fino alla fine, quindi è già un grande risultato che lo rende migliore di tanta Z che vorresti interrompere già all’inizio 😛

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  6. wwayne ha detto:

    Solo io ho notato la totale mancanza di attinenza tra la locandina da disaster movie e la tagline da dramma familiare?

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Purtroppo capita spesso con questi filmettini, con frasi in locandina che raramente c’entrano qualcosa con la vicenda 😛

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      • wwayne ha detto:

        Forse lo fanno apposta, nella speranza di acchiappare una fetta di pubblico che normalmente non cagherebbe mai il film in questione. Un po’ come i registi di film d’autore che scritturano una bellona con 0 talento e molto sex appeal soltanto per attirare in sala qualche allupato. Grazie per la risposta! 🙂

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  7. Giuseppe ha detto:

    Un vero fedele con il senso dell’umorismo? Sarebbe un miracolo, per rimanere in tema (e non penso ci sarebbe stata differenza facendogli notare che, essendo Gesù sul suo cruscotto, lui di sicuro avrebbe guidato da Dio) 😛
    Quanto al film, temo di essere stato uno dei “fortunati” che se lo sono beccarono in prima visione sabato 9 ottobre 1999: a quanto ricordo non mi fece proprio schifo, in effetti, ma nemmeno mi entusiasmò particolarmente…

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Essendo un “action da camera” è difficile entusiasmarsi, vista l’estrema staticità della storia, ma di sicuro non è fastidioso come altri prodotti simili, visto che di solito i disastri aerei non eccellono per scene d’azione 😛

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